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Autore: BeJames    21/08/2016    2 recensioni
Dopo l'incidente di cinque anni fa, cento giocatori rimangono nuovamente bloccati in Sword Art Online; l'unico modo per uscirne è completare il gioco ma, attenzione... Qui si muore per davvero.
Tra gli imprigionati ci sono Sanji, Nami, Gray e Juvia: due pirati e due maghi che si incontreranno, stringeranno legami, condivideranno dolori. Obiettivo primario: terminare il gioco e tornare al mondo reale sani e salvi...
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Nami, Sanji | Coppie: Sanji/Nami
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 11

«MALEDIZIONE!».Il pugno di Sanji sbatté forte contro l’ultimo rimasuglio del tavolo di legno mezzo carbonizzato, riducendolo in polvere sottile.
La casa che avevano conquistato tutti e quattro insieme, che avevano reso accogliente e famigliare e che era diventata ormai un punto sicuro era completamente distrutta; qualcuno le aveva dato fuoco e aveva preso Nami e Juvia, lasciando indietro solo desolazione e disperazione. Il cuoco si portò entrambe le mani al viso per coprire i singhiozzi, cadendo miseramente a terra sulle proprie ginocchia.
«Nami-san...», sussurrò tra i singhiozzi. «Mi dispiace...».
Gray rimase immobile ad osservare la scena, mentre la cenere e il forte odore di bruciato gli entravano fastidiosamente nelle narici e gli rendevano difficile respirare... O forse era il fatto che avessero distrutto la loro casa e rapito le ragazze a impedirgli di respirare regolarmente. Chi poteva aver fatto una cosa simile? Doveva trattarsi di più persone e dovevano essere piuttosto forti per aver sconfitto sia Juvia che Nami. Abbassò lo sguardo verso Sanji, che era rimasto a terra con il viso abbassato, nonostante avesse smesso di singhiozzare; gli poggiò una mano sulla spalla con cautela e lo scosse appena.
«Ehi, Pervertito», lo chiamò. «Come stai?». Era la prima volta che lo vedeva reagire in quel modo… La sola idea che potesse essere successo qualcosa di brutto a Nami, evidentemente, era sufficiente a farlo crollare.
Senza dire una parola, Sanji alzò di colpo una gamba e appoggiò il piede a terra talmente forte da creare una crepa nel terreno; si rimise in piedi tenendo la testa bassa, mentre i folti capelli biondi gli creavano un’inquietante ombra sul viso. Gray poteva quasi avvertire la sete di sangue del compagno e, per un attimo, un brivido gli percorse la schiena.
«Sto bene», rispose finalmente Sanji, scoprendo uno sguardo glaciale e pieno di determinazione.
Gray deglutì, annuendo. Sanji faceva paura quando l’argomento era Nami… Non che lui non fosse preoccupato per Juvia o giù di morale per quello che era successo, ma sapeva che la sua compagna era molto forte e stava cercando di avere fiducia in lei per rimanere lucido. Una cosa era certa: una volta tratta in salvo, l’avrebbe tenuta molto più vicina per essere sicuro che non le accadesse nulla.
«Dobbiamo scoprire chi è stato, Gray», gli disse Sanji, mantenendo lo stesso sguardo assassino.
«Ho un’idea, ma non possiamo esserne completamente certi. Ci servono delle prove».
«Stai pensando alla vostra vecchia gilda?».
Gray annuì. «Io e Juvia siamo considerati dei traditori e abbiamo delle informazioni private della gilda che ci rendono pericolosi ai loro occhi. Per quanto riguarda te e Nami… Come ben sai, eravate dei bersagli già da prima. Sebastian ha sempre voluto impossessarsi delle tue abilità combattive, per questo l’ordine era quello di consegnarti a lui vivo».
«Sebastian?». Già solo il nome gli faceva ribollire il sangue nelle vene.
«Il capo della gilda. E’ un uomo estremamente forte e crudele… Tutti lo temono e lo rispettano».
Il cuoco strinse i pugni. «Se solo osasse fare del male a Nami-san…».
«Non lo farà. Vedi, Sebastian… Ha sempre avuto un debole per Nami. Quando vi davamo la caccia il mandato non era solo per te. Lui...». Il mago del ghiaccio si bloccò di colpo: gli sembrava che l’aura intorno a Sanji si stesse facendo strana… Quasi come se stesse per prendere fuoco.
«Lui… Cosa?», gli chiese il cuoco con un tono di voce eccessivamente basso.
«La voleva come moglie».
Sanji abbassò di nuovo la testa, stringendo i pugni per scaricare la tensione; iniziò a ridere, una risata bassa e lenta che avrebbe messo i brividi a chiunque.
«Molto divertente. Esilarante, oserei dire», commentò, estraendo la spada nera dall’elsa e osservandola risplendere sotto la luce del sole virtuale.
Mentre Gray si ritrovava a pensare che non avrebbe mai voluto ritrovarsi nei panni di Sebastian in quel momento, una piccola incisione a terra attirò la sua attenzione: “RZ”, accompagnata da qualche piccola bruciatura di contorno. La rabbia iniziò a risalire piano, fino a fargli bruciare il petto… Ryuu.
«Sanji… Sono stati loro».
«Ne sei sicuro?», chiese il cuoco, rinfoderando la spada di colpo.
«Sì», gli rispose lui, indicando l’incisione nel terreno. «Queste sono le iniziali del vicecomandante della gilda. Voleva che capissi che è stata opera sua».
Sanji scrocchiò il collo rapidamente, iniziando ad incamminarsi verso la foresta che portava alla città più vicina alla loro casa. «Scommetto che tra qualche ora si pentirà di questa scelta».
Gray ghignò e lo seguì, pensando di non poter essere più d’accordo.

 

La cella dove erano state rinchiuse doveva trovarsi nei sotterranei, altrimenti non si sarebbe potuta spiegare tutta quell’umidità e quel muschio sulle pareti rocciose. Nami iniziò a contorcersi, cercando senza successo di liberarsi dalle catene che le ancoravano i polsi al muro.
«Maledizione… Juvia!». Si voltò verso la sua amica, incatenata accanto a lei priva di sensi. «Juvia!».
La maga dell’acqua strizzò gli occhi piano, aprendoli con cautela. «Mh? Nami-san?».
«Stai bene?», le chiese Nami, sorridendo sollevata.
«S-sì, Juvia crede di sì…», le rispose, guardandosi in giro. «Questi sono i sotterranei della gilda! Quando ci hanno portate qui?».
«Quel ragazzo coi capelli rosa ci ha fatto qualcosa dopo aver dato fuoco alla nostra casa… Quando mi sono risvegliata eravamo già qui».
Juvia abbassò lo sguardo, sospirando. «Ryuu-kun…».
«Lo conosci così bene?».
«Quando Juvia e Gray-sama facevano ancora parte della gilda, Ryuu-kun era loro amico. Era diverso dagli altri membri, anche lui non uccideva mai i suoi obiettivi… Juvia si era affezionata a lui».
Nami annuì. «Ma poi tu e Gray avete lasciato la gilda per unirvi a noi».
«Juvia sapeva che Ryuu-kun non l’avrebbe mai perdonata, ma non poteva farci niente… Il comportamento di Sebastian-san è sbagliato».
Nami iniziava ad essere seriamente preoccupata; se questo Sebastian era davvero così spietato come lo avevano descritto i suoi compagni, non osava pensare a cosa avrebbe potuto fare ad una traditrice e uno dei due bersagli che stavano cercando da tempo. Dovevano pensare a qualcosa, e in fretta. Era sicura che Sanji e Gray sarebbero arrivati a salvarle, ma sapeva anche che non potevano avere prove di dove fossero e loro non avevano più tempo.
«Dobbiamo andarcene da qui in fretta, Juvia».
«Come facciamo? Queste catene sigillano il potere magico… Juvia è completamente inutile».
«Io non sono una maga, quindi non dovrebbero esserci problemi…», ricominciò a strattonare i polsi con forza. «Se solo riuscissi ad aprire il mio inventario e selezionare il Climattack!».
«Nami-san», Juvia la chiamò con un sorriso. «Tu scappa e vai a cercare Sanji-san e Gray-sama! Juvia se la caverà».
«Che cosa?!», scattò Nami, smettendo di dimenarsi. «Non se ne parla neanche!».
«Ma Nami-san, non abbiamo molto tempo! Almeno tu devi riuscire a scappare!».
«Juvia», le disse la navigatrice, lanciandole uno sguardo che non lasciava dubbi. «Non ti lascio qui, è fuori discussione. Non abbandonerei mai una amica».
La maga rimase senza parole di fronte a quegli occhi scuri così pieni di determinazione; non pensava esistessero occhi coraggiosi come quelli di Erza, ma evidentemente si sbagliava.
«N-Nami-san… Tu consideri Juvia una tua amica?», le chiese incredula.
«Ma certo!», le rispose la navigatrice. «Tu sei una mia preziosissima amica, Juvia… Non potrei mai lasciarti qui da sola!».
Juvia sorrise, mentre dei grossi lacrimoni iniziavano a scenderle dagli occhi. «Oh? Che strano, ha iniziato a piovere dagli occhi di Juvia».
La navigatrice sorrise a sua volta. «Dai, adesso cerchiamo un modo per andarcene di qui in fretta».
«E’ impossibile andarsene da qui».
Juvia e Nami si voltarono verso il fondo della cella, dove Ryuu stava ad osservarle a braccia conserte, appoggiato allo stipite del portone.
«Ryuu-kun...».
«Yo… Juvia».

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Nda. Ciao a tuttiii!:D C'è ancora qualcuno in giro? Come al solito, sono in ritardo xD Tra una cosa e l'altra sono stata via in vacanza un mese, rimanendo ovviamente impossibilitata a postare... Ma mi farò perdonare, promesso *^* 

Ps. Alle mie amichette SaNamose: provvederò il prima possibile a leggere e commentare tutte le storie che mi sono persa, non vedo l'ora! *^*

   
 
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