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Autore: Caris    21/08/2016    1 recensioni
"Di pelle calde e sorrisi furtivi"
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Di pelle calda e sorrisi furtivi”.

 

L’autunno sta arrivando, e con esso la voglia di maglioni, foglie ingiallite e lunghe passeggiate.

Arriva anche la voglia, prepotente, come ogni maledetta sera, quando fuori è gia buio ed il silenzio sovrasta i rumori ed i dubbi dentro alla mia testa, di vedere  quella maledetta lucina verde, intermittente, sullo schermo del mio cellulare.

Ogni sera pensi che sia quella buona, ma non lo è mai.

Attendo.

Attendo qualcosa, senza nemmeno sapere cosa, anzi, senza ricordartelo più: ormai c’ho fatto l’abitudine.

Ogni volta mi ripeto che è l’ultima, che non ci cascherò di nuovo, ma, già nel preciso istante in cui formulo quella promessa, so già che non la manterrò.

Non lo faccio mai.

Perché probabilmente nemmeno lo voglio, non davvero.

La notte, a letto, penso sempre che forse sto sbagliando qualcosa.

E questa cosa, francamente, non mi stupirebbe.

Eppure erano mesi, ormai, mesi, che sapevo che in quel groviglio melmoso di vita e sentimenti, avevo perso me stessa.

In lui.

E, sì, forse avevo sbagliato tutto, come al solito.

Ma, ancora, non potevo dirlo.

Forse, per una volta, il brusio incessante che avevo in testa avrebbe avuto ragione.

Fisso il posacenere di terracotta bianca, alla mia destra: sto fumando troppo, decisamente troppo.

Fisso anche il quaderno, aperto davanti a me, la copertina azzurra, e la mia calligrafia “tutta tonda” a riempirlo: dovrei studiare.

Sento il cellulare vibrare, ma lo ignoro: un brivido, ansia e piacere che si mescolano tra loro.

Ascolto, penso, medito, ma non ma non mi decido mai.

Andrà a finire come al solito, già lo so: ore a mangiarsi le mani, ansia ed indecisioni, desiderio e stizza.

Tutto, poi, annullato da un solo, singolo, semplice sorriso.

Avete presente uno di quei sorrisi che ti attraversa tutto il corpo, dagli occhi sino alle punte dei piedi?

Uno di quei sorrisi sbiechi ma dolcissimi, che passano inosservati a chiunque, ma non a me.

Ecco, uno di quelli.

Già sapevo anche questo, tanto.

Ormai è tutto abbastanza prevedibile.

Tranne che la cosa più importante: ci sarà, questa sera, quella lucina verde?

Non mi pongo domande ulteriori: già in troppe mi affollano la mente.

Una cosa sola è sicura: mi manca l’autunno, coi suoi colori, le sue corse dietro al treno, il suo profumo di pioggia ed i suoi tramonti.

Chiudo il libro che sto sfogliando, la copertina rossa e nera – sangue ed inchiostro –, con un’ultima domanda in testa: sarà un autunno diverso, quest’anno?

N.d.A: Il titolo di questo… delirio… è lo stesso di una nota canzone della PFM, “Storia di un minuto” (1972).

 

 

  
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