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Autore: Inazumiana01    22/08/2016    3 recensioni
[Interattiva][Iscrizioni Chiuse] [Ispirato a Death Note] [Morte certa!]
Dato che ultimamente ci sono molte storie ad OC ho deciso anch'io di rompervi le scatole ^^ XD
Dal prologo:
-E quando avresti scoperto questo potere?- chiese la ragazza con le lacrime agli occhi.
-La settimana scorsa- disse con un'alzata di spalle. -Sai...ho osservato i ragazzi di questa scuola..- disse indicando la struttura dietro di sè - Tu eri solo un'esperimento...ed anche riuscito direi!- disse con entusiasmo.
-Allora perchè vuoi uccidermi?-
-Perchè non mi servi più...ho ottenuto ciò che volevo.Ed a quanto pare siamo anche in ritardo!- disse guardando l'orologio che aveva al polso sinistro. -Su forza, uccidila- disse con fare sbrigativo per poi allontanarsi.
-No! Aspet- la ragazza non ebbe il tempo di finire la frase che si accasciò al suolo portandosi una mano alla gola e cercando di prendere più aria possibile nei polmoni, ma dopo pochi secondi si ritrovò a terra senza vita.
Genere: Horror, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dolcetta, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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5 dicembre.




-Dove sta scritto in questa società discriminatoria che un maschio non possa essere una bellezza?- domandò retorico Jace, spostandosi i capelli da sopra la spalla con un movimento fluido -Non capisco perchè la professoressa Dalenay ce l'abbia tanto con me.- domandò dubbioso mentre uscivan dall'aula di scienze.
-Forse perchè ti reputa un tipo vanitoso, testardo e che si interessa solo di apparire bello agli occhi delle ragazze?- disse tutto ad un fiato Maximillian. Dopo la presentazione fatta con Cornelia e Leandro, la quale aveva assistito anche la Delanay, il professore ne era rimasto talmente entusiasta, da organizzare un nuovo progetto. L'insegnate di scienze, anche se non lo dava a vedere, era rimasta colpita dal lavoro svolto da quei ragazzi, fatta eccezzione per Jace. Difatti l'insegnate non perdeva tempo a rimproverarlo per non nulla e, quella mattina, non si era risparmiata sul suo abbigliamento.
-Non mi interessa apparire bello.- rispose torcendo il naso -Io lo sono di natura.- disse con fare ovvio e con un sorrisetto sulle labbra, mentre Maximillian sbuffava cercando di trattenere un sorriso. Stavano percorrendo il corridoio per andare nell'aula A...o almeno così doveva essere, ma Maximillian cambiò direzione per dirigersi verso la lolita della scuola, lasciando Jace lì fermo in mezzo al corridoio.
Il moro trattenne uno sbuffo, decise di andare comunque in aula piuttosto che vedere Maximillian fare la faccia da pesce lesso difronte alla ragazza. Stava per avanzare quando una folta chioma bionda si posizionò davanti a lui.
-Cornelia...?- disse con stupore Jace, mentre Cornelia represse l'azione di alzare gli occhi al cielo. -A cosa devo l'ono...- stava per finire la frase, ma la bionda lo interruppe.
-Ho sbagliato.- disse con un fil di voce mentre il ragazzo strabuzzava gli occhi.
-Cosa?- domandò scettico, sorpreso dal comportamento insolito della ragazza. Non si aspettava che una ragazza come lei chiedesse scusa, o che provasse rimorso.
-Ho detto...- cominciò cercando di non perdere la pazienza -Che ho sbagliato. Ti ho giudicato troppo in fretta e devo ammettere che sei meno stupido di quanto pensassi.- disse con braccia incrociate mentre il ragazzo continuava a fissarla incapace di capire cosa le prendesse.
-Hai la febbre?- domandò non trovando alcuna spegazione logica per quello strano comportamento.
-No, razza di imbecille!- disse Cornelia, che a quanto pareva, per quella mattina aveva già finito la sua dose di gentilezza.
-Un momento! Prima mi fai un complimento e poi mi insulti! Se incoerente, sai?- esclamò sorridendo -E poi quello di prima non sembrava affatto un complimento. Devi migliorare su questo genere di cose...se vuoi posso aiutarti io.- disse aprendo le braccia.
-Sta zitto. Non ho bisogno d'aiuto per fare dei complimenti.- disse Cornelia voltandosi. Ma come le era venuto in mente di chiedere scusa a Jace? Doveva ucciderlo appena ne aveva avuto l'occasione.
-Io sono un esperto! Ed esempio se vuoi una frase romantica...- iniziò avvicinandosi alla ragazza e alzandole il mento con due dita, in modo che potesse guardarlo negli occhi -La cosa splendida del parlare con gli occhi e che non ci sono errori  grammaticali, gli sguardi sono sono frasi perfette.- disse senza smettere di guardarla.
-Questa è una delle tante frasi che dici alle ragazze?- domandò ironica senza smettere di fissarlo -Stai perdendo il tuo charme con queste frasi da quattro soldi.- disse accennando un risata, mentre un angolo della bocca di Jace si alzava -Sai...a volte gli occhi sono un gran problema.- iniziò mettendo le mani nella tasca mentre la bionda lo guardava incuriosita -parlano anche se non dovrebbero farlo.- disse per poi sorpassarla per dirigersi nell'aula.
-Come i tuoi quando ti è davanti.- disse senza voltarsi mentre Jace si fermò di colpo -Devo ammettere che lo nascondi molto bene, o almeno, prima era così. Cosa ti è successo? Hai perso le tue abilità di attore?- domandò divertita. Jace si voltò per guardarla e la bionda fece lo stesso.
-Cosa ti fa credere di avere ragione?- domandò con un sorrisetto sghembo -E poi, io non ho perso la mia abilità di attore.- finì incrociando le braccia.
-Io osservo. Trovo inutili la maggior parte delle persone che sono qui, però mi piace osservarle.- disse guardandolo negli occhi. Jace sorrise abbassando il capo.
-Beh, in tal caso ti faccio i miei più sinceri complimenti.- disse alzando le mani in segno di resa -Sono davvero poche le persone che osservano con attenzione. Cosa sei? Una specie di Sherlock Holmes in versione femminile?- disse divertito. La ragazza sorrise sincera ma cercò di non darlo a vedere.
-Comunque sia, ora credo sia meglio entrare in classe. A proposito...il tuo fidanzato dov'è?- domandò il moro guardandosi intorno. -E' strano vedervi separati.-
-Sta in sala delgati, io lo sto aspettando.- disse con un alzata di spalle. -Allora, che hai intenzione di fare?- domandò curiosa.
-Credevo di averlo detto. Devo andare in aula prima di beccarmi l'ennesimo rimprovero.- disse indicando l'aula alle sue spalle.
-Non intendevo quello.- disse Cornelia alzando gli occhi al cielo. Come poteva essere così ottuso? Jace intuendo lo sguardo capì e sorrise.
-Come mai tutta questa curiosità?- domandò pensando che la ragazza avesse realmente la febbre. Stavano conversando senza scannarsi a vicenda. La ragazza alzò nuovamente le spalle -La curiosità è donna, no?- disse e Jace rise leggermente.
-Comunque non farò niente di niente.Ora vado.- disse con un sorriso amaro - Harley- la salutò con un cenno alla testa.
-Holland.- lo imitò Cornelia per poi vederlo sparire nell'aula.
In quel momento, la bionda si diede una risposta. Si, era veramente ottuso. Forse faceva parte del genere maschile, avere quella mentalità. Fortunatamente Leandro non era così, si poteva dire che lo conosceva come le sue tasche, lui non sarebbe mai stato così arrendevole per lei.
Si sentì stringere una mano intorno alla vita, non ci voleva un genio per capire di chi si trattasse. Si erano toccati così tante volte, che la presa salda ma allo stesso tempo dolce l'avrebbe riconosciuta tra mille.
-Ehy.- mormorò alzando il volto così che Leandro potesse baciarla. -Che volevano?- domandò.
-Vogliono che partecipi alle olimpiadi di matematica. L'ho hanno proposto anche a Maximillian.- disse, pronunciando il nome dell'albino quasi con disprezzo.
-C'è qualcosa che non va'?- domandò Cornelia, a cui non era sfuggito quel tono.
-Niente, è solo che...non so. Non lo capisco. Non riesco ad inquadrarlo bene...mi è anonimo.- disse guardando un punto incerto davanti a sè.
-Gli abbiamo rivolto la parola per la prima volta, tre settimane fa. Da lì in poi non ci siamo parlati.- disse con fare ovvio.
-Non so...voglio saperne di più.- cominciò -Tu, piuttosto. Ti ho visto parlare con Jace...che vi stavate dicendo?- domandò Leandro voltandosi a guardarla.
-Niente di importante.- rispose con un sorrisetto -Su forza, è ora di andare in classe.- disse prendendo per mano il ragazzo e portarlo in aula.




***



-Hey!- una voce sopraggiunse alle sue spalle. L'avrebbe riconosciuta tra mille, una voce calma e che trasmetteva un senso di traquillità. Laila non fece in tempo a voltarsi che si ritrovò le labbra di Maximillian sulle sue. Aveva sempre creduto che un bacio non si potesse descrivere, qualsiasi tentativo di farlo lo banalizzerebbe, verrebbe snaturato dallo sforzo di trasferirlo sulla carta e tradurlo in parole…come può una parola sostituire un bacio?  Era difficile esprimere ciò che provava ogni volta che Maximillian la baciava. Si staccarono per riprendere fiato, Laila era leggermente rossa in volto, ma sorrideva. Adorava quando si salutavano in quel modo. Non era mai stata una ragazza romantica, anzi! Solitamente cercava di sembrare scontrosa, pur di non rimanerne ferita. Ma, da quando aveva incontrato Maximillian più di un mese fa, tutto era cambiato. Lui era l'unico in grado di capirla e di darle quella protezione che tanto si ostinava a non accettare.
Aveva sempre cercato di non farsi amci e di fregarsene di ciò che dicevano su di lei, a partire dal suo abbigliamento fino ad arrivare agli occhi dove, nel villaggio in Egitto, giravano molte dicerie sul fatto che non fosse un buon presagio.
-Che materia hai ora?- domandò Maximillin aggiustandosi i capelli che, quella mattina non aveva intenzione di restare in ordine.
-Francese. Tu?- domandò a sua volta. Erano pochi i momenti in cui potevano stare insieme, dato che stavano in classi differenti.
-Arte.- disse sbuffando -Mi piace la teoria ma sfortunatamente non sono bravo in disegno.- disse.
-Modestamente, sono molto brava nel disegno. Se vuoi posso darti una mano.- disse sorridendo. Raramente Maximillian non andava bene in qualcosa, lui era molto il tipo "topo da laboratorio" mentre lei era molto più portata per le materie umanistiche. Maximillian era nato in una famiglia benestante, per questo motivo fin dall'asilo era sempre stato isolato da tutti. Molti credevano che fosse il tipico figlio di papà che senza genitori non è in grado di fare niente, a causa di questi pregiudizi si è sempre dato da fare a scuola eccellendo in tutto. L'unico ad essergli stato accanto era Jace che, stesso lui vittima di pregiudizi, aveva deciso di diventargli amico. Ben presto non gli importò più di cosa pensavano i suoi compagni, tant'è che quelle voci sul suo sparirono.
-Sai disegnare? Certo che ogni giorno con te è una scoperta nuova!- disse ridendo -Sarei onorato di prendere lezioni da te.- disse esibendosi in un baciamano, che fece arrossire e alzare gli occhi al cielo Laila.
-Lo farò se solo tu mi aiuterai in matematica.- disse -In fondo, chi meglio di te può insegnarmi?- disse divertita.
-Infatti...- cominciò Maximillian -Mi hanno chiesto di partecipare alle olimpiadi di matematica.- disse con fare vittorioso.
-E parteciperai?- domandò Laila e l'albino rispose con un'alzata di spalle.
-Non lo so, non mi interessa un gran chè.- disse poi il suo sguardo si posò sull'orologio appeso al muro -Meglio che vada. Ci vediamo dopo, okay?- disse e dopo aver avuto un cenno di assenso da parte della ragazza, le diede un ultimo bacio per poi dirigersi in aula.




***



Kentin stava scrivendo qualcosa sul quaderno di Mizu e dopo aver finito glielo restituì, intimandole di aprirlo solo quando si trovava a casa.
-C-che hai scritto...?- domandò a bassa voce Mizu, mentre ascoltavano la lezione di geografia. Quella lezione andava avanti da più di un'ora e quasi tutti gli studenti si erano addormentati o facevano altro.
-Nulla di importante.- disse Kentin sorridendo. Si trovavano all'ultimo banco, insieme ad Alexy e Rosalya. Questi ultimi stavano parlando dell'appuntamento della sera precedente di Rosalya. Era la prima volta che Alexiel le chiedeva un'appuntamento e lei ne era rimasta estasiata, tanto che il giorno prima era uscita prima da scuola per vedere cosa indossare.
-Ed è stato davvero romantico! Non mi aspettavo che potesse fare una cosa del genere!- sussurrò l'albina senza smettere di sorridere.
-Tu che ne pensi, Mizu?- domandò l'albina rivolta alla più piccola che, per lo stupere di essere interpellata in una conversazione che non stava seguendo, diventò rossa fino alla punta dei capelli.
-I-i-io?- domandò  e i due ragazza ridacchiarono di fronte a quella reazione -Si, tu. Hai mai avuto un'appuntamento con Kentin?- domandò Alexy.
-Beh...ecco..a-a dire il vero, no.- disse con sguardo basso iniziando a giocherellare con il bordo della maglietta -Oh...strano, credevo te l'avesse già chiesto.- disse Alexy grattandosi il capo -Ormai state da più di un mese insieme, un appuntamento vero e proprio ci vuole.- disse per poi ricevere un calcio da Rosalya che lo guardava truce.
-Prima o poi la inviterà ad un'appuntamento.- disse con fare sicura l'albina -Non c'è fretta...- disse voltandosi verso Mizu e sorridendole dolcemente. La ragazza annuì non molto convinta, ma cercò di non darlo a vedere.
Doveva ammettere che Alexy le aveva fatto venire un bel dubbio. Se Kentin non volesse più stare con lei? Che si fosse scocciato a causa della sua timidezza? Forse non la trovava abbastanza attrente a causa della sua statura bassa.
Si voltò per osservare Kentin. Stava scarabbocchiando sul quaderno con fare molto annoiato. Teneva gli occhi verdi fissi sul quaderno di fronte a lui, alcune ciocche di capelli castani gli andavano a finire davanti agli occhi e teneva il volto immerso in una sciarpa nera. Era davvero bello, pensò Mizu alla vista del suo ragazzo. Ancora faticava a definirlo suo.
La lezione finalmente finì, tutti gli alunni si alzavano e si dirigevano nei corridoi, dato che da lì ci sarebbero stati quindici minuti di intervallo.
Mizu stava per alzarsi e seguire Alexy e Rosa, ma qualcuno la prese per il polso costringendola a voltarsi.
Kentin stava ancora seduto sulla sedia tenendo Mizu per il polso e guardandola negli occhi. Mizu abbassò immadiatamente lo sguardo.
-Cosa c'è che non va?- domandò Kentin senza smettere di fissarla -Ti sei fatta strana verso fine lezione. Alexy e Rosa ti hanno detto qualcosa che non ti ha fatto piacere?- domandò alzandosi.
-Eh? N-no...loro sono sempre gentilissimo con me...- disse continuando a tenere lo sguardo basso. Kentin le accarezzò i capelli.
-Allora che è successo?- domandò cercando il suo sguardo, e Mizu scosse la testa.-Niente...niente di importante.- disse forzandosi di sorridere.
-Mizu...sei davvero dolcissima.- disse improvvisamente Kentin osservandola, mentre la ragazza arrossiva di botto. Non era abituata ai complimenti e non sapeva come comportarsi.
-Essere dolci è una debolezza..- sussurrò senza guardarlo, ma Kentin udì ugualmente. Le prese il volto ra le mani e la costrinse a guardarlo negli occhi -Le persone dolci non sono ingenue. Nè stupide, nè tantomeno indifese. Anzi, sono così forti da potersi permettere di non indossare nessuna maschera. Libere di essere vulnerabili, di provare emozioni, di correre il rischio di essere felici.- disse Kentin per poi baciarla con passione.
Quando si staccarono Mizu era ancora rossa e Kentin sorrise -Se devi dirmi qualcosa non esitare.- disse facendole l'occhiolino. Stava per uscire dall'aula e raggiungere i suoi amici, ma Mizu lo prese per il polso fermandolo. Il castano si voltò sorpreso e la fissò. Aveva appena alzato il capo e lo guardava decisa ma comunque imbarazzata. -I-io...- prese un profondo respiro prima di ritornare a guardarlo negli occhi -Io voglio un'appuntamento!- esclamò rossa in volto.





***




Uno strano silenzio albergava nell'aula di scienze. Era una fredda mattinata invernale, la neve cadeva morbida e si inziava a sentire aria natalizia.
C'era silenzio, un silenzio teso e imbarazzante. Bash e Axel sudavano freddo, aspettando una reazione da parte della ragazza di fronte a loro. I due ragazzi si scambiarono uno sguardo complice.
-Quindi...- cominciò Hayden con un sopracciglio alzato -Mi state dicendo che non sono impazzita?- domandò con un sopracciglio alzato, scrutando i due che annuirono. -E, da quanto tempo lo sapete?- domandò nuovamente la ragazza.
-Tre settimane.- dissero in coro i due ragazzi, ricevendo uno sguardo torvo da parte di Hayden.
-Quindi lo sapete da tre settimane? E in queste tre settimane, non vi è mai saltato in mente di dirmelo?!- sbraitò Hayden con le braccia incrociate -Avete la benchè minima idea di cosa ho dovuto passare in queste tre settimane? Mia madre mi ha portato dallo psicologo!- disse urlando.
-Oh, tua madre è tornata?- domandò Bash cercando di cambiare discorso, ma ricevette solo un'occhiata gelida da parte della castana.
-Noi...dovevamo capire come funzionava! Avevamo toccato il quaderno nello stesso istante.- disse Axel cercando di far ragionare Hayden, ma non sembrava funzionare.
-E' molto più complicato di quanto immagini. Se non scriviamo qualche nome sul quaderno, rischiamo di perderne il possesso. E, dato che non abbiamo alcuna intenzione di uccidere degli innocenti, dovevamo capire come procedere.- disse Bash.
-Sospettiamo...- cominciò Axel -Che la causa di tutti questi omicidi, provenga da qualcuno che sia in possesso del quaderno. Possiamo scoprire di chi si tratta solo grazie al quaderno o facendo lo scambio degli occhi.- finì Axel sperando che almeno, quel pretesto potesse farla calmare. Infondo loro vogliono agire solo in fin di bene, non avevano intenzione di fare stragi. Non appena avevano toccato il quaderno, di fianco a loro era apparso lo shinigami. Dopo attimi, che sembravano secoli, di smarrimento erano riusciti a digerire la questione. Avevano provato ad usarlo, scrivendo il nome di un criminale sul quaderno, ovviamente se l'erano prima prestati a vicenda così che nessuno dei due potesse perdere la memoria. Bash voleva il quaderno principalmente per usufruire la compagnia dello shinigami, anche se non era un tipo che parlava molto. Si chiamava Fenrir, il suo corpo era gelatinoso ed era in grado di assumere qualsiasi forma volesse, restando sempre di colore nero e di consistenza gelatinosa. Possedeva due maschere su quello che doveva essere il volto, una avanti e una indietro, entrambi rappresentavano dei pagliacci, sorridente e triste.
-Capisci perchè non te l'abbiamo detto prima? E poi non sapevamo come avresti reagito...- disse Bash cercando di farsi perdonare.
-TU!- disse avvicinandosi a Bash puntandogli un dito sul petto -Sei il mio migliore amico, avresti dovuto dirmelo prima! La mia reazione sarebbe stata ben diversa e molto più benevola- disse guardandolo negli occhi. Poi si avvicinò ad Axel -Mentre tu!- disse a pochi centimetri di distanza da lui. Come lo definiva? Dopo ciò che era successo in cortile, come l'avrebbe dovuto definire.-Anche tu avresti dovuto dirmelo prima!- disse per poi allontanarsi e uscire dall'aula, lasciandoli lì come due stoccafissi.
La verità e che erano molto indecisi se immischiarla in quella storia o no. Sapevano cosa stava passando e non volevano crearle altri problemi. Entrambi ci tenevano a lei, seppur in modo diverso.
Bash aveva fatto bene a raccontarle tutto? L'avrebbe detto anche ad Iris?










Angolo Autrice
Perdonatemi *si mette in ginocchio*
Scusate il ritardo, ma non ho avuto proprio ispirazione, per cui una mia amica si è offerta di scrivere questo capitolo di passaggio dato che non avevo proprio idee. Anche se ammetto di non essere molto sicura 🤔 a parer mio è un po' dtrano questo cap....fatemi sapere cosa ne pensate.
Poi, devo ammettere di essere piuttosto fiera di me stessa. Sto portando avanti un interattiva! Ed io ne ho scritte abbastanza u.u
Passo subito alle domande poichè vado di fretta:
1- Il vostro Oc direbbe al fidanzato/a migliore amico/a che è in possesso del death note? Credo di aver già fatto questa domanda a uno di voi, ma se lo riscrivete mi fate un favore.
2- Come potete vedere ho saltato alcuni momenti, poichè ho in mente di scrivere una raccolta di one shote su gli appuntamenti o altri momenti. Voi che ne dite?
3- I vostri oc sono troppo OOC? Vi sembra che stia dando troppo spazio ad Hayden? Non è la protagonista, perciò se la sto facendo risaltare troppo ditemelo.

Ci vediamo nel prossimo capitolo.
Un Bacio
   
 
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