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Autore: DAlessiana    22/08/2016    4 recensioni
Edward fissava la foto, che conservava nel portafoglio, con sguardo perso e la mente affollata di ricordi.
"Parlami di lei..." la voce di Bella fu una dolce melodia che interruppe il filo di pensieri del ragazzo, che per qualche minuto si era dimenticato della presenza della sua fidanzata.
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Carlisle Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Jasper Hale | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Edward se ne stava seduto nella sala d'attesa dell'ospedale. Aspettando risposte, aspettando suo padre, aspettando la verità.
Era successo tutto così in fretta che solo adesso si concesse il tempo di metabolizzare. Suo padre era entrato in camera sua correndo come un razzo, senza neanche bussare, lui che lo faceva sempre. Gli aveva chiesto dove fosse Jasper e, prima che lui avesse il tempo di rifargli qualche buona scusa per coprire il fratello, Carlisle lo aveva gelato con le sue parole. Mi ha chiamato, sta male e ha bisogno d'aiuto. Il maggiore non ebbe neanche il tempo di realizzare quanto le parole del padre fossero piene di preoccupazione, che subito mise in moto il cervello per ricordarsi dove erano andati a recuperare Emily quella stessa mattina.
Poi mi dovete spiegare come conoscete questo posto! Gli aveva detto Carlisle, con tono freddo, in macchina, mentre lo guidava verso il locale poco fuori Forks, un posto a cui loro non avrebbero mai dovuto neanche avvicinarsi secondo la volontà paterna. Edward si era limitato ad annuire, continuando a dare le giuste indicazioni. Sapeva di non poter replicare, conosceva il padre eppure non lo aveva mai visto in quel mondo, neanche la sera di quella festa dove lui e Jasper erano andati lo stesso. Era un misto di nervosismo, rabbia e preoccupazione, quest'ultima talmente forte che, Edward l'avrebbe giurato, stava quasi per rompere il volante dell'auto.
Avevano trovato Jasper, una volta arrivati lì, accasciato all'auto, senza sensi, sembrava morto ed Edward ebbe un colpo al cuore. Carlisle, aveva fatto forza sul suo essere medico, ed era corso a soccorrere il figlio, controllando i segni vitali. C'è battito. Parole che ad Edward suonarono come una meravigliosa melodia, mentre il suo cuore riprendeva a battere. Aveva preso al volo il cellulare e aveva composto rapidamente il numero per chiamare un'ambulanza, mentre il padre controllava Emily e Jasper che non ripreso conoscenza neanche un secondo.
Ancora adesso, dopo quattro ore, né suo fratello né Emily si erano svegliati e ad Edward sembrò di essere tornato indietro nel tempo, quando accanto a lui c'era Jasper e quella che doveva svegliarsi era Esme. Non avrebbe retto ad un altro dolore, non avrebbe superato un'altra perdita e, ne era sicuro, neanche Carlisle era pronto ad un nuovo dolore. Perdere un figlio è una sofferenza che un genitore non dovrebbe mai provare. Dovrebbero essere i figli a seppellire i genitori, non il contrario. La morte di un figlio non si può mai superare.
Edward stringeva ossessivamente la mano di Bella, era stanca e portava ancora addosso i decimi della febbre che l'aveva costretta a letto nelle ultime settimane, ma non era intenzionata a lasciare il suo ragazzo da solo.
“Devi avere fede, andrà tutto bene” gli sussurrò, dopo un silenzio che parve infinito. Edward, al contrario di quello che pensasse la ragazza, si rabbuiò.
“Avere fede? E chi dovrei pregare? Lo stesso Dio che ci ha strappato via nostra madre quando avevamo poco più di dieci anni?” l'attaccò, nonostante Bella non avesse nessuna colpa in quell'assurda situazione. La ragazza stette in silenzio e si limitò ad abbracciarlo, se solo ci fosse stata Alice al posto di Jasper, lei sarebbe impazzita, quindi poteva capire perfettamente ciò che il suo fidanzato stesse provando.
“Quella poca fede che avevo, l'ho persa anni fa, Bella. Se Jasper si sveglierà sarà solo merito dei medici e della sua volontà.” disse, accarezzandole i capelli. Quegli stessi capelli che aveva baciato mille volte, che amava per la loro morbidezza e per il profumo alla vaniglia.
“Okay. Solo, credimi quando ti dico che andrà tutto bene, per favore.” lo supplicò Bella, stringendogli la mano, senza rompere l'abbraccio che li univa.
“D'accordo” sussurrò Edward e, prendendole il viso tra le mani, le lasciò un bacio leggero sulle sue labbra candide e perfette.

“Volenti no, dovete prendere un caffè!” esclamò Julia, presentandosi con in mano due bicchieri stracolmi di caffeina, destinati a suo marito e Carlisle.
“Grazie, tesoro” disse Mark, alzandosi dalla sedia per darle un delicato bacio. Era completamento esausto, ma Julia sapeva che non sarebbe mai riuscita a convincerlo a staccare finché Emily non si sarebbe svegliata.
“Grazie, Julia” anche Carlisle la ringraziò, accompagnando la sua esclamazione con un cenno del capo. La donna sorrise e si sedette, ormai libera, accanto al marito.
“Come stanno?” chiese, dopo qualche minuto in cui li aveva lasciati tranquillamente a bere il loro meritato caffè.
“Emily è stabile, sto aspettando gli esami del tossicologico per capire che cosa ha ingerito.” rispose Carlisle per primo. Per conflitto di interessi, Carlisle non aveva potuto prendere in cura suo figlio e Mark sua nipote, così avevano deciso di scambiarsi. Si fidavano ciecamente ognuno delle conoscenze mediche dell'altro.
“Stesso discorso per Jasper. Se non sono sicuro di quello che ha in corpo, non posso fare niente di più.” fu il turno di Mark, entrambi avevano spiegato a grandi linee ciò che si erano detti in termini medici qualche minuto fa.
“Vi prego, quando si sveglieranno non fatevi trovare con quelle facce da funerale!” esclamò Julia, dopo aver fissato per qualche secondo prima Carlisle e poi il marito. I due non fecero a meno di sorridere.
“Julia. Hanno fatto una stupidaggine e lo sai bene” replicò Mark, chiamandola con il suo nome, cosa che faceva raramente, con tono grave.
“Mark. Sono solo dei ragazzi e, come tali, è scientificamente testato che è normale fare delle cazzate alla loro età” ribatté Julia, si sentiva in dovere di difendere la piccola parte di ragazza che non l'aveva abbandonata e che, secondo lei, i due uomini stavano dimenticando.
“Andiamo! Siete pronti a giurare di non aver mai ingerito sostanze di dubbia provenienza quando eravate al collage o al liceo? Non credo proprio che eravate degli studenti modello. Tu di certo no!” aggiunse, indicando il marito dopo aver pronunciato l'ultima frase, cosa che fece sorridere Carlisle.
“Penso che la cosa che ci ferisca e ci faccia infuriare di più non è il fatto che abbiano provato o meno cose di dubbia provenienza, ma che non si siano fidati di noi. Chissà di quante bugie ci hanno riempito solo nell'ultima settimana!” fu il dottor Cullen a parlare e a Julia toccò il silenzio, non avrebbe mai potuto replicare su una cosa così. Mentire alle persone che ami e, quando queste persone lo scoprono, è la cosa che ferisce di più. Fa più male di cento coltelli conficcati nella schiena.

Alice era rimasta a sorvegliare Jasper per tutto il tempo, non era uscita neanche una volta dalla stanza dove si era precipitata quando il dottor Anderson le aveva dato il via libera.
Quando Jasper si svegliò, l'odore tipico dell'ospedale fu la prima cosa che sentì, seguito subito dopo dall'inconfondibile profumo alla fragola di Alice. Voltò piano la testa, era come se pesasse una tonnellata, e la vide, seduta accanto a lui con la testa appoggiata alla sua mano. Respirava profondamente e piano, segno evidentemente che si era appisolata. Il ragazzo sorrise e non fece a meno di pensare a quanto potesse essere bella anche con i capelli in disordine e il trucco colato. “Amore...” disse, usando tutta la voce che aveva in quel momento e il suo richiamo si perse in un sussurro, ma che Alice sentì subito. All'inizio credette di star sognando, ma quando lo udì più di una volta aprì gli occhi trovando un Jasper sveglio e sorridente ad accoglierla.
“Sei sveglio! Sei salvo!” esclamò, urlando disperatamente ed iniziando a piangere a dirotto senza neanche rendersene conto. Senza pensarci gli si buttò addosso, baciandolo come se non lo vedesse da anni e riempiendolo di carezze.
“Ehi. Sono felice anch'io di vederti” disse Jasper, con lo stesso tono basso di prima, aveva la gola secca, come se non bevesse da giorni interi. Ricordava poco e niente di quello che era successo e sul perché si trovasse lì, ma una cosa gli era rimasta impressa. La telefonata al padre era l'ultima cosa che aveva fatto prima di perdere i sensi, quella non l'aveva dimenticata.
“Devo andare a dirlo al dottor Anderson e a tuo padre, devo correre!” esclamò Alice, ma la mano di Jasper sul suo braccio le bloccò qualsiasi movimento.
“C'è così tanta fretta? Non sono ancora del tutto pronto ad affrontare un padre infuriato e un dottore che pretende chiarimenti su quello che è successo a sua nipote.” replicò il giovane Cullen, supplicando, attraverso gli occhi, Alice di aspettare ancora qualche minuto prima di andare a chiamare gli altri.
“Cosa ti fa pensare che io non sia furiosa con te?” domandò la ragazza, alzando un sopracciglio, morendo lentamente sotto gli occhi da cucciolo del suo fidanzato, sapeva che a quello sguardo non avrebbe resisto.
“Se tu fossi arrabbiata con me, non mi saresti saltata addosso in quel modo poco fa” rispose il ragazzo, sorridendo nonostante il mal di testa epico che lo attanagliava.
“Okay, punto per te. Comunque tuo padre è letteralmente terrorizzato e anche Edward, penso che lascerà le spiegazioni e i rimproveri a quando ti sentirai meglio” disse Alice, sospirando, poteva immaginare come Jasper si sentisse in quel momento, ma era stata dall'altra parte e aveva provato la stessa paura di perderlo che avevano ancora Carlisle ed Edward, non sapendo che si fosse svegliato.
“Ti amo, lo sai?” chiese, d'un tratto, Jasper, dopo aver pensato per qualche secondo a chissà cosa. La ragazza sorrise e, dopo avergli donato un romantico bacio, uscì dalla stanza per dare la buona notizia al resto del gruppo.

I due dottori avevano appena ricevuto i risultati dei test tossicologici sui loro pazienti.
“Jasper ha un livello abbastanza concreto, anche se minimo, di MDMA o, più comunemente, ecstasy, nel sangue. Il suo corpo dovrebbe smaltirla senza problemi.” disse il dottor Anderson, annunciandolo sia a Carlisle che a Julia, adesso seduta accanto ad Edward e Bella che li avevano raggiunti poco fa.
“Emily ha un livello molto alto, invece, della stessa sostanza. Ne ha ingerito di più e non solo MDMA, guarda.” fu il turno del dottor Cullen, che dopo aver letto attentamente i risultati li passò a Mark, prendendo in mano quelli del figlio.
“Perché quella faccia?” domandò Julia che, avendo notato il cambio repentino di espressione del marito, si era alzata per andargli accanto.
“Ha molto alcool in circolo che rallenta lo smaltimento dell'ecstasy nel sangue. In parole povere il suo corpo è più danneggiato rispetto a quello di Jasper, ci vorrà più tempo prima che si risvegli.” rispose l'uomo e le sue parole gelarono i presenti, tranne Edward che un po' se lo aspettava. La cosa non sfuggì a Carlisle che gli lanciò uno sguardo molto eloquente, aveva capito che anche Edward sapeva qualcosa in più su Emily, sicuramente Jasper si era confidato con lui.
“Ma si sveglierà, giusto? Voglio dire, non è grave, vero?” chiese Julia, in preda al panico, amava quella ragazza come se fosse sua figlia.
“Certo, si sveglierà. E, ti giuro sulla mia vita, che non farà mai più una cosa del genere.” sentenziò Mark e Julia capì quanto suo marito fosse deluso e furioso con la nipote. Silenziosamente Carlisle si era fatto la stessa promessa.



-Salve a tutti! :)
Piccola informazione:
Vi ricordo che Carlisle e Mark sono convinti che Emily e Jasper abbiano preso di loro spontanea volontà l'ecstasy. Non sanno che è tutta colpa del barman, ma lo scopriranno presto, tranquilli.
Spero che il capitolo non vi abbia deluso e aspetto con ansia le vostre recensioni! ;)
Alla prossima! Un bacio <3

  
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