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Autore: Black_Mad_Hatter    22/08/2016    1 recensioni
Kaori è una ragazza di 17 anni che si è appena trasferita alla scuola Cross insieme alla cugina Suzume. Appena arrivata, diventa una guardiana e attira l'attenzione di Aido. Il ragazzo tenta di avvicinarla nonostante il cugino gli abbia consigliato di non farlo, ma viene ignorato da Kaori portandola addirittura ad odiarlo, ma lui continuerà a provarci. Aido riuscirà a farsi amare o l'odio di Kaori continuerà a crescere?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Hanabusa Aido, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4: Dream of me
 
Passò un mese e le vacanze di Natale si stavano ormai avvicinando. Durante quel periodo, Kaori e Aido si scambiarono al massimo un saluto, o poco più, sempre cercato dal vampiro. Lui non le parlò più di tanto, perché aveva paura di avvicinarsi: aveva domandato al cugino cosa sarebbe successo se si fosse innamorato della figlia di un hunter e la risposta fu, ovviamente, negativa. Eppure voleva conoscerla meglio, perciò, ogni tanto, provava a intraprendere un discorso con lei. La biondina, però, non era molto felice dei suoi tentativi: lo trovava ancora fastidioso e sperava nell'arrivo delle vacanze.
 
Kaori e Suzume erano in paese quella sera. Stavano tranquillamente passeggiando godendosi il momento.
<< Come va con Hanabusa?>> domandò la mora in un momento di silenzio.
<< Ogni tanto mi saluta. Niente di più.>>
<< E tu come rispondi?>>
<< Gli rispondo come farei con le persone che odio.>>
<< Perché? Lo odi?>>
<< Ovvio: è così fastidioso e insistente. Continua a provare a parlarmi e a toccarmi. Credo che non abbia capito che a me provoca solo fastidio.>>
<< Ma dagli una chance! Magari si rivelerebbe essere un buon amico.>>
<< Tsk! Avere un vampiro come amico è come assicurarsi una morte veloce.>>
<< Forse lui è diverso da Riku!>>
Kaori si fermò di colpo abbassando il capo e stringendo i pugni. La sua espressione era diventata ancora più cupa.
<< Non parlare di lui, Suzume.>> sibilò a causa del peso sul petto che si era creato per l’affermazione della cugina.
<< Scusami... Non volevo...>>
Presa dalla rabbia, Kaori tirò un pugno al muro graffiandosi la mano.
<< Quante volte ti ho detto di non parlarmi di quello?!>> esclamò furiosa per poi iniziare ad allontanarsi dopo aver sbuffato.
Era ancora arrabbiata per aver sentito quel nome, Riku, perciò aumentò il passo. Ancora pensierosa e scossa, teneva la testa bassa senza badare a chi le stesse davanti. Continuava sicura sulla sua strada trattenendo le lacrime di rabbia miste a quelle di tristezza, finché non si scontrò con una persona che la prese per il polso destro per non farla cadere. Lei alzò lo sguardo e incrociò quello del ragazzo che le stava tenendo il polso. Era Aido.
Con gli occhi spalancati per l'incontro improvviso, lui percepì l'odore del suo sangue. Involontariamente, le sue iridi diventarono scarlatte a causa del dolce profumo. Non si seppe trattenere da cercare con lo sguardo il punto in cui si era fatta male e, notando la mano sinistra, chiederle cosa fosse successo. La risposta fu uno schiaffo che gli lasciò del sangue sulla guancia. Ormai in lacrime, lei corse via spaventata da quegli occhi dopo essersi liberata dalla sua presa. Lui provò a seguirla ma fu bloccato da Suzume la quale lo aveva abbracciato da dietro.
<< Ti prego... Lasciala andare...>>
<< Perché...?>> rispose dopo aver sospirato e aver rinunciato a seguirla.
<< Scusala...>>
Lo lasciò e prese un fazzoletto di stoffa per poi inumidirlo con dell'acqua della bottiglietta che aveva in borsa. Approfittando del fatto che Aido si era girato per vedere cosa stesse facendo, gli pulì la guancia con il fazzoletto.
<< Lei ha un brutto ricordo a causa di un vampiro di nome RIku... Vedi, erano amici e lui ha ucciso sua madre proprio davanti a lei... Adesso non si fida più... È per questo che mio zio ha voluto iscriverla alla Cross... Posso chiederti un favore? Vacci piano con lei.>>
Le iridi di Aido tornarono azzurre, ma il suo sguardo era ancora sorpreso. Inoltre nascondeva un lieve imbarazzo per il suo gesto. Accettò il favore che gli era stato richiesto poi tornò all'accademia riaccompagnando la ragazza, dopo che quest'ultima gli aveva spiegato il motivo della ferita della cugina. All'entrata della scuola i due si separarono e tornarono nei rispettivi dormitori.
 
Nei giorni successivi, Kaori ignorò completamente Aido comportandosi come se non esistesse e facendolo così spazientire.
<< Uffa! Perché mi ignora?>> domandò lui con tono quasi infantile al cugino.
<< Se non le stessi così addosso... Poi ti ho già detto di lasciarla perdere.>>
Il biondino sbuffò sedendosi a un banco vuoto dell'aula in cui erano. Pensò a cosa l'avesse fatta arrabbiare questa volta, ma non concluse nulla. Nonostante fosse iniziata la lezione, lui si mise a guardare fuori dalla finestra e a pensare a lei, perciò non ascoltò nemmeno una parola. Quanto avrebbe voluto essere lì con lei in quel momento per poterla abbracciare, baciare e, magari, bere anche un po' del suo delizioso sangue.
 
Il giorno prima delle vacanze natalizie, Kaori, Yuki e Zero si trovarono nella sala da pranzo del direttore Cross. Quest'ultimo gli aveva offerto un'abbondante colazione preparata da lui stesso.
<< Chissà cosa si sarà inventato questa volta.>> disse Zero approfittando dell'assenza del direttore.
<< Questa volta?>> domandò confusa Kaori.
<< Normalmente quando ci offre da mangiare la mattina, vuol dire che dobbiamo fare dei lavori per lui. Di tendenza cose strane o pericolose.>>
<< Di pratica cerca di comprarci.>>
<< Esatto. Impari in fretta a differenza della fannullona qui presente.>>
<< Non è vero!>> lo ammonì l'altra guardiana.
<< Ecco a voi, ragazzi!>> esclamò Kaien entrando nella sala da pranzo con un altro piatto dolce in mano.
Nessuno dei tre si mosse per prendere quell'ultima parte di colazione: stavano fissando l'uomo.
<< Va bene, vi dico cosa dovete fare oggi. Vorrei che confiscaste tutti gli oggetti che non si possono tenere qui a scuola soprattutto foto fatte all'insaputa della persona ritratta.>>
<< Meglio iniziare subito.>> affermò Zero alzandosi.
La guardiana dai capelli castani fu la prima a seguirlo poi si alzò la biondina. Quest'ultima, però, si appoggiò alla sedia chiudendo gli occhi e appoggiando la mano alla fronte. Le era appena venuto un capogiro.
"Mi sta salendo la febbre..." pensò sforzandosi di camminare più in fretta per raggiungere i suoi due compagni.
Il giro del dormitorio Sole non fu facile e corto, ma finì, perciò i guardiani si erano diretti al dormitorio Luna. Ad attenderli all'entrata, c'era Kaien che chiese a Yuki e a Zero di sbrigare una commissione per lui mentre Kaori iniziava il giro nel dormitorio dei vampiri.
La ragazza si fece coraggio ed entrò. Il giro stava procedendo senza problemi finché lei non iniziò a sentirsi mancare. Le rimaneva solo una porta, ma le forze iniziarono a svanire. La febbre si era alzata. Nonostante l'ultima camera fosse di Aido, decise di non darsi per vinta e terminare il suo compito. Stava per bussare quando svenne proprio davanti alla porta.
Da dentro, Aido sentì un tonfo e, ritrovandola svenuta, non poté fare a meno di portarla all’interno per farla sdraiare sul proprio letto. Si preoccupò vedendola in quelle condizioni. Sapeva che era lì e anche il motivo, ma non si aspettava di trovarla svenuta davanti alla porta. Notò che era molto più calda del solito: aveva la febbre, perciò prese una bacinella con dell'acqua e le appoggiò un fazzoletto di stoffa bagnato sulla fronte. Si sedette sul letto accanto a lei e aspettò che si svegliasse assicurandosi che la stoffa fosse sempre umida.
Intanto che Aido la guardava mentre dormiva, Kaori fece un sogno riguardante il suo passato.
 
Era nel giardino della sua vecchia casa, sotto il grande albero che permetteva alla famiglia che ci abitava di riposarsi sotto la sua ombra nei giorni estivi. Quel pomeriggio con lei c’era un bambino biondo e dagli occhi color nocciola. I due stavano giocando con un paio di spade di legno facendo finta di essere dei cavalieri. Avevano circa sette anni e giocavano insieme quasi tutti i giorni.
<< Riku! Guarda!>> esclamò la piccola Kaori mostrando all’amico quanto era migliorata nell’arrampicarsi sugli alberi.
Il bambino si complimentò con lei e, poco dopo, la raggiunse al fine di ammirare insieme il paesaggio che si trovò davanti ai loro occhi. Ben presto, però, il rosso del tramonto mutò in rosso sangue e le risa dei due amici in urla strazianti. La sedicenne Kaori percepiva una fitta al collo sul quale c’erano due buchi che permettevano al liquido vitale di fuoriuscire in grandi quantità. Dalla parte opposta del salotto, arredato con un semplice divano, un tavolino e un armadio, c’era sua madre ricoperta di sangue. A sorreggere il suo corpo, ormai privo di vita, c’era Riku che si godeva gli ultimi sorsi del fluido. Teneva fisso lo sguardo sull’amica sogghignando mentre i suoi occhi, che brillavano di luce propria, studiavano attentamente le sue reazioni. Un “Madre” strozzato faticò a uscire dalla bocca della biondina, mentre provava ad avvicinarsi alla donna. Non capiva cosa stesse succedendo: la sua mente non riusciva a ricordare. Non capiva nemmeno il motivo per cui il suo amico stesse succhiando il sangue di sua madre. Si sentiva tradita da lui: sapeva che era un vampiro dal primo giorno che lo aveva visto, ma questo non aveva mai ostacolato la loro amicizia o lo aveva portato a essere violento. In un momento di rabbia, dopo aver visto il corpo di sua madre cadere sul freddo pavimento, raccolse le forze che aveva e si avvicinò a lui stringendo le mani attorno alle sue braccia.
<< Perché?! Perché l’hai fatto, Riku?!>> domandò con le lacrime agli occhi.
<< Sei davvero stupida, Kaori. Per noi vampiri, voi umani siete solo cibo.>> rispose lui dopo aver riso << Grazie per avermi fatto divertire e bere un po’ del tuo sangue.>> concluse per poi andarsene.
 
Kaori si svegliò spalancando gli occhi, con il fiato corto. Si coprì il volto con le mani mordendosi il labbro e chiedendosi il motivo di quel sogno. Odiava quando rivedeva quella scena: il sacrificio della madre per salvarle la vita e il tradimento del suo amico la distruggevano ogni volta. Era grazie a lui che aveva perso tutta la fiducia che aveva nei vampiri e aveva iniziato a provare sentimenti negativi nei loro confronti: aveva iniziato a pensare che le parole che le aveva rivolto prima di andarsene fossero vere.
<< Kaori… Ti sei svegliata?>> domandò Aido interrompendo i suoi pensieri.
Al suono della sua voce, lei si agitò e si alzò sedendosi nel letto. Guardandolo stupita, si ricordò di essere svenuta davanti alla sua camera a causa della febbre. Rimase immobile fissandolo e senza dire una parola, perché non sapeva come reagire. Inoltre, era imbarazzata per la situazione.
<< Dove sono…?>> domandò timidamente.
<< In camera mia, ma stai bene?>> rispose lui avvicinandosi.
Il volto di Riku si sovrappose a quello di Aido facendo, così, scattare la giovane che lo spinse via portando le ginocchia al petto e le mani tra i capelli. Si era spaventata, perciò chinò il capo con le lacrime agli occhi. S’interrogò sul motivo di quella visione, ma appena Aido le appoggiò una mano sulla spalla, l’istinto prese il sopravvento: lei scostò la mano di lui e si allontanò alzandosi dal letto.
<< Stai lontano da me…>> sussurrò per poi dirigersi verso la porta.
Lui, non capendo cosa le stesse succedendo, la bloccò prendendola per il polso.
<< Perché?>> domandò mentre le asciugava delicatamente una lacrima con il pollice della mano.
L’unica risposta che ebbe fu lo sguardo di Kaori che si spostò sul suo petto.
<< Concedimi almeno una risposta a una mia domanda e ti lascerò andare.>>
Lei annuì, perciò lui fece un respiro profondo prima di parlare per scegliere e formulare al meglio la domanda.
<< I tuoi sentimenti per me sono condizionati da ciò che ti è successo a causa di Riku?>>
L’umana rimase sorpresa e non seppe cosa rispondere. Lo guardò confusa e ancora un po’ scossa dal sogno. Stette in silenzio per diverso tempo socchiudendo solo le labbra nel tentativo di dire qualcosa, qualsiasi cosa. Voleva andarsene, però quella risposta composta di un semplice monosillabo si stava trasformando in un esame di coscienza. Stava cercando di comprendersi come mai aveva fatto prima: voleva dare una risposta sincera, ma non riusciva a comprendere la verità. Poi capì che il suo odio per i vampiri era nato tutto il giorno seguente alla morte di sua madre dopo aver assimilato il trauma. Trovò, di conseguenza, la risposta che doveva dargli.
<< Sì…>> affermò con un tono di dispiacere nella voce dopo aver abbassato la testa.
Lui, come aveva promesso, la lasciò. Un po’ deluso, ma allo stesso tempo sollevato dalla risposta, la guardò andarsene.
 
Durante le vacanze, Kaori non smise di interrogarsi sui sentimenti rivolti alle creature della notte, su Riku e su Aido. Comprese che, in certe occasioni, era stata troppo dura con lo studente della Night Class, perciò iniziò a sentirsi in colpa e, lentamente, le passò l’appetito, mangiando sempre meno. Più i giorni passavano, più era il tempo che trascorreva seduta sul davanzale della finestra a guardare la neve che cadeva. Nonostante le facesse male e non fosse facile indagare su se stessa e ripensare a quel momento triste della sua vita, lei continuava a scavare nella sua mente. Durante un paio di notti, non poté fare a meno di lasciarsi sfuggire qualche lacrima per poi cadere addormentata nel letto, ma questo non la fermò. Fu dura con se stessa: pensava che il suo comportamento con Aido fosse inopportuno, perciò voleva comprendersi per poter scegliere il da farsi.
Suo padre e sua cugina capirono che dovevano lasciarla ai suoi pensieri, ma erano comunque preoccupati per la sua salute, poiché si era appena rimessa dai pochi giorni passati a letto con la febbre alta.
Una mattina, all’improvviso, la biondina si cambiò di corsa. Prese la giacca e la borsa al volo e uscì di casa senza dire una parola e sotto agli occhi increduli dei due famigliari. Era diretta alla Cross, dove sapeva che avrebbe trovato Aido, l’unico vampiro che non era tornato a casa per le festività.
  
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