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Autore: Fehella    23/08/2016    2 recensioni
"La musica aiuta a non sentire dentro il silenzio che c’è fuori." (Johann Sebastian Bach)
Fu allora che la sua musa si sedette accanto a lui, gli sorrise, assunse un’espressione concentrata e suonò. Le mani si muovevano con grazia nel silenzio a creare un’aria nuova e commovente. Era - il musicante ora non aveva dubbi - una melodia d’amore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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IL VIOLINISTA
 
Era un limpido pomeriggio di giugno e l’aria era fresca e profumata. Una bambina passeggiava serena lungo un viale alberato guardando in alto, con soddisfazione, il suo nuovo palloncino rosa. Tutt’a un tratto, udì un suono  provenire da lontano. Sembrava musica; era un violino. Si fermò in ascolto per qualche secondo, con gli occhi chiusi, e il sottile filo che impediva al palloncino di volare via scivolò delicatamente dalle sue dita. Corse per diversi minuti, cercando di riafferrarlo, mentre il vento tiepido lo spingeva ad ogni passo più lontano, verso un nuovo fatale incontro, verso la musica.
Nessuno dei passanti sembrava sentire quel dolce violino solitario. Il palloncino era ormai un puntino rosa nel cielo azzurro quando, giunta in un vicolo, scorse un bambino che agitava braccia e mani per aria. Ne usciva una melodia dolce e delicata. La ragazzina rimase incantata; quel piccolo musicista aveva davvero talento. Si sedette in un angolo e il violinista si accorse solo allora di non essere solo. Si fermò, incerto, in imbarazzo. Sembrava pronto e sentirsi prendere in giro. Si aspettava che la bambina ridesse di lui. Ma lei rimase seduta dov’era, in silenzio, i grandi occhi verdi che lo scrutavano incuriositi. Guardando i suoi occhi, il musicista prese coraggio; fece un respiro profondo e timidamente ricominciò a suonare il suo violino invisibile. L’aria tornò ad essere pervasa da quella musica meravigliosa. La piccola spettatrice non si chiese come fosse possibile suonare senza strumento; si  limitò ad ascoltare, rapita.. Il violinista, osservandola, divenne sempre più fiducioso. Arrivò a dedicarle un concerto, interpretando un’intera orchestra in dieci minuti. Passò dal violino al violoncello, poi il flauto e persino l’arpa. La bambina era divertita, il musicista entusiasta di aver finalmente trovato qualcuno capace di apprezzare la sua musica.  Finito il concerto, fece un inchino e se ne andò, senza dire una parola.
Durante la notte il musicista si esercitò. Elettrizzato all’idea di una nuova esibizione, il giorno dopo tornò nello stesso vicolo, pronto a dedicare altri mille concerti alla sua unica ammiratrice. Passarono i minuti, poi le ore, ma della ragazzina neanche l’ombra. E così fu il giorno seguente e quello successivo. Gli adulti non comprendevano il suo talento, gli passavano davanti indifferenti. Sembrava che neanche sentissero la sua musica. Nel giro di pochi giorni, il violinista capì di essere tornato solo e di non avere, anzi, mai smesso di esserlo.
Così un giorno, invece di andare nel solito vicolo, si recò in un parco vicino. Voleva stare da solo, suonare senza che la gente passasse e lo guardasse con pietà, come se fosse pazzo. Intorno a lui tutto taceva. Si sedette sotto un albero, e intonò, con le corde del suo violino, un motivo malinconico.
La bambina quel pomeriggio, trovandosi di nuovo a casa della nonna, vicina al vicolo del suo giovane musicante, volle tornare a fargli visita. Quando non lo trovò, si sedette nel posto della volta precedente e rimase ad aspettarlo, finché capì che non si sarebbe presentato. Delusa, se ne andò. Sulla strada di ritorno, passando davanti a un parco, le giunse all’orecchio un suono dolce e familiare. Capì all’istante di cosa si trattava e si precipitò nel parco, decisa a trovarlo a tutti i costi. Continuò a cercare, seguendo la musica, che si faceva via via più intensa. Poi…eccolo lì. Il violinista solitario. Aveva la schiena appoggiata al tronco di un albero e agitava le braccia, con gli occhi chiusi, immerso nella sua musica. La bambina, per non disturbarlo, rimase a qualche metro di distanza e lo ascoltò in silenzio. Quando il musicante aprì gli occhi e la vide, per la sorpresa smise di suonare. Ma questa volta non riprese, nonostante la piccola spettatrice lo incoraggiasse con lo sguardo; si limitò a guardarsi le scarpe, un velo di tristezza sul viso. Fu allora che la sua musa si sedette accanto a lui, gli sorrise, assunse un’espressione concentrata e suonò. Le mani si muovevano con grazia nel silenzio a creare un’aria nuova e commovente. Era - il musicante ora non aveva dubbi - una melodia d’amore. Capì allora di sapere come avrebbe proseguito, e senza ulteriore esitazione, con il cuore che scoppiava di gioia, si attaccò e la accompagnò in un duetto mozzafiato. I due violini si intrecciavano alla perfezione dando vita alla più bella e intensa delle melodie. La loro musica in poco tempo riempì il parco e raggiunse ogni punto del mondo, dell’universo. E loro al centro. Uniti da quelle note silenziose, il loro piccolo immenso segreto.
 
   
 
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