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Autore: kiwime    23/08/2016    0 recensioni
Raccolta di piccoli racconti sul mondo del sovrannaturale, dai licantropi alle fate.
Ogni capitolo è un racconto a sé stante, una frazione di evento che cattura la presenza di qualcosa di magico e terribile a cui l'essere umano non può contrapporsi, se non conosce le regole.
Genere: Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
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PREDATORI
 
 
 
“Sandra!”
Sentendo il suo nome, la ragazza si voltò e vide le sue amiche che la salutavano festose all’entrata della discoteca. Sorrise e andò loro incontro. 
“Ehi! Come va ragazze?”
“Non c’è male” rispose Maddalena mentre sventolava la sua chioma bionda, facendo impazzire i ragazzi che le stavano dietro.
“Molto bene” disse Veronica, anche se con il completo di pelle non si sentiva mai a suo agio, nonostante la rendesse molto sexy.
Entrarono in discoteca: l’interno era un’enorme pista da ballo, illuminata da luci colorate al neon che saettavano di qua e di là, dando una vista ad intermittenza sulla folla che ballava scatenandosi ai remix del dj; il piano bar, situato in un angolino vicino all’entrata, era gremito di  persone che si guardavano intorno alla ricerca di possibili partner occasionali.
Abituate a cacciare da sole, il trio si divise: Maddalena a ballare vicino al dj, Veronica al piano bar e Sandra in mezzo alla sala.
 Le luci colorate le illuminavano il corpo snello e sembravano seguirla nei suoi movimenti scatenati, ma sensuali. La calca era sempre più pressante e il sudore le imperlava già le labbra e la schiena. Il caldo era quasi insopportabile, ma piacevole, perché nell’aria sentiva un profumo che nessun altro poteva fiutare, ed era travolgente, delicato, ma forte e la inebriava.
Un ragazzo le si avvicinò, attratto dai suoi movimenti sinuosi e il suo sguardo, profondo come gli abissi. Ballarono avvinghiati, studiandosi; lui la condusse lontano dalla gente, in una stanza insonorizzata: guardandosi intorno vide dei divanetti scuri disposti armoniosamente fra loro, avvolti da una luce calda e soffusa; sentì delle voci sommesse, dei sospiri e dei risolini.
Il ragazzo la portò verso un divanetto separato dagli altri e la buttò, con fare da dominatore, pregustandosi già la sua conquista.
In un primo momento fu molto divertente per Sandra giocare alla preda, ma man mano che il suo partner si eccitava sentiva quel profumo aumentare d’intensità sempre di più, finché la colmò e lei ebbe sete. Alla luce soffusa il ragazzo vide gli occhi della sua “preda” diventare rosso sangue e due canini appuntiti risaltare su quel sorriso seducente. Il panico fece accelerare i battiti del suo cuore, che Sandra sentiva rimbombarle nelle orecchie e nella mente.
Lo immobilizzò con una forza che nessuno poteva contrastare e gli inclinò il capo, scoprendo il collo. Affondò la bocca nella sua pelle, lacerandogli la carne e assaporando il suo sangue: succhiava avidamente, tappando con una mano la bocca dello sfortunato affinché non gridasse.
Quando si fu saziata, lasciò il corpo esangue sul divanetto e uscì dalla stanza; il rumore assordante della musica la investì, schiaffeggiandole le orecchie. Uscì in fretta dalla discoteca e vide le sue due amiche.
“Allora, com’è andata?” chiese ancora provata dal rumore mischiato al sangue che aveva appena bevuto.
Veronica e Maddalena sorrisero,un paio di canini appuntiti e il luccichio dei loro occhi rossi ed eccitati rivelarono a Sandra che la serata non era ancora finita.
Mentre camminavano per vie illuminate da lampioni scadenti, un urlo, seguito da un ululato profondo e potente squarciò il silenzio della notte.
Le tre vampire rimasero a lungo in contemplazione di quel suono, sapendo che apparteneva alle bestie, figlie della notte come loro, ma feroci e inarrestabili.
 
Al limitare della grande foresta un enorme lupo bianco, seguito da una dozzina di altri lupi enormi, annusavano l’aria, pregustandosi la caccia e ululando sempre più forte alla luna che si stagliava piena nel cielo.
Partirono alla carica, veloci come il vento e silenziosi come un incubo.
Raggiunsero la città in poco tempo e divorarono molte persone, non soddisfacendosi.
Licantropi, fieri ed orgogliosi. Licantropi, bestie feroci e sanguinarie.
Nella loro corsa verso nuove prede sentirono di non essere gli unici predatori, non è una novità per loro; diversamente da come dispensa Hollywood con i suoi film di scarsa qualità, vampiri e licantropi non sono nemici mortali, solo eterni rivali: non sono mancati scontri e lotte fra di loro in quanto ognuno vuole prevalere sull’altro.
Ad un certo punto il capobranco arrestò la sua corsa e così fecero tutti gli altri. Dinnanzi a loro c’erano tre vampire, li stavano aspettando. Non si muovevano, perciò spettò al licantropo decidere se affrontarle e marcare il territorio, o non affrontarle e cacciare da un’altra parte.
I membri del branco aspettavano ansiosi la decisione del loro alfa, sentendo la tensione dei muscoli per un probabile scontro e nell’aria respiravano odore di sfida.
 
Tre ore dopo una squadra di polizia, avvertita da alcune persone molto scioccate, rinvenirono in centro città il frutto di un’atrocità.
Il capo della squadra, con un fazzoletto si tappò la bocca e imprecando disse: “Buon Dio! Chi è quel mostro che ha commesso questo scempio?”
“Un animale, forse un lupo” affermò avvicinandosi un poliziotto
Il capo ribatté “Più di uno”
Dinnanzi a loro giacevano i resti di quelle che un tempo erano state tre donne.



 
   
 
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