Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Rhoy    28/04/2009    3 recensioni
Severus Piton riflette su ciò che aveva, che ha perso, che gli hanno portato via...
e sull'ultima cosa che di buono gli è concesso fare.
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Lily/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Anima Graffiata


Si guardò intorno, con la sua solita espressione di elegante e lugubre noncuranza.
I sotterranei. Il suo ufficio. La sua tana. Il suo nascondiglio.
In quelle tenebre che lo avevano sempre fatto sentire al sicuro. In un posto che, se odorava, sapeva di muffa.
Come la tua vita, o erro?
Un ultimo sguardo serio e privo di una qualsiasi visibile emozione, rivolto all'aula, ed uscì.
Percorse le scale, arrivado al piano terra della Scuola di Magia e Stregoneria.
La sua attenzione venne catturata dalla luce lunare, proveniente dalla grande finestra che affacciava sul Lago Nero.
Questa è una notte per pensare... per ricordare, Severus. Questa è la tua notte.
Avvolto nel suo mantello nero, lungo fino ai piedi, si diresse verso l'uscita per il cortile, portandosi il cappuccio sulla testa corvina.
Faceva freddo. Il parco di Hogwarts era uno spettacolo sconvolgente, come sempre.
L'erba rifletteva le sfumature della notte, mentre il lago offriva alla luna la possibilità di specchiarsi.
Gli alberi al confine della Foresta Proibita avevano un aspetto severo ed accusatorio, come giudici celestiali alla causa di un peccatore imperdonabile.
Le mura in pietra della scuola sembravano assorbire quella ostininata luce argentea e riemanarla in maniera più delicata, delineando le ombre delle diverse torri del castello.
Già, Severus. Questo castello. La tua unica, vera casa.
Sì, faceva freddo. Ma Severus Piton non lo sentiva. Troppo freddo dentro, per troppo tempo.
Quello che provava il suo corpo, ormai, non era più un motivo per reagire. Il dolore interno ti insegna a sopportare quello esterno in maniera soprendente.
Tutto ciò che contava erano i ricordi. Belli e brutti.
Sì. I ricordi. Quello in cui credeva, quello riguardo a cui sognava, quello che lo faceva tremare di rabbia e paura, quello che aveva reso la sua vita ciò che era, quello che gli aveva regalato la solitudine che non l'aveva mai abbandonato... ma quello in cui Lei viveva ancora. Bella e solare come sempre.
Contrasse le labbra in un'espressione dura. Ancor più del solito.
Iniziò a camminare su quell'erba verde di vita, in quel silenzio dolce di tranquillità.
Poi la vide ed inziò a camminare verso di essa.
La panchina che aveva puntato era probabilmente la più rovinata del parco.
Nessuna posizione particolarmente comoda o dalla quale si poteva ammirare un bel panorama.
Nessun aspetto piacevole, in quella banale, semplice panca in legno.
Per tutti, ma non per Severus.
Si diresse dove i ricordi gli avrebbero inondato la mente e proibito di pensare al presente.
Con un sospiro appena udibile, si sedette. Rimase qualche secondo a guardare davanti a sé, con la testa inclinata in avanti, ma la schiena dritta, rigido.
Poi, piano, si rilasso sullo schienale e chiuse gli occhi. Ed allora eccole, le visioni che aspettava.

Camminava, nervoso, dopo uno dei tanti attacchi verbali di Potter ed i suoi amici.
Con la schiena curva ed il viso inespressivo, camminava nel parco di Hogwarts, dirigendosi verso il punto più isolato e deserto di esso.
Stava per raggiungere il suo albero. La quercia sotto la quale si sedeva tutti i giorni, per incontrare e scambiare due chiacchiere con la sua fedele solitudine, quando vide una ragazza proprio lì sotto.
Si sentì irritato. Quello era il suo albero.
Poi accadde.
La Grifondoro (dalla divisa) alzò gli occhi sul ragazzo che stava in piedi, pochi passi davanti a lei.
Aveva dei lunghi capelli color del fuoco che le sfioravano la schiena in leggere e morbide onde. Una pelle candida come la neve. E poi quegli occhi. Gli occhi più belli che Severus avesse mai visto.
Verdi come lo smeraldo grezzo, con delle screziature blu scuro.
Lo guardò con espressione innocente e sorpresa.
-Scusa... era il tuo posto?- che voce. Così morbida e dolce, ma decisa.
Severus si stava maledicendo nel peggiore dei modi, per il fatto di non riuscir a spiccicare parola.
La guardava. Non avrebbe saputo dire con che faccia, ma del fatto che la stesse fissando era sicuro. Sperava solo di non sembrare ebete.
Sul viso della ragazza comparve un'espressione scettica. Ovvio. Severus, in quanto soggetto dalle sembianze umane, avrebbe dovuto rispondere ad una domanda. Ma niente da fare.
Quella ragazza, però, doveva essere più comprensiva ed intelligente delle altre, perchè non lo mise in imbarazzo. Anzi. Fece qualcosa che Severus non dimenticò più: sorrise.

Severus stava iniziando a ricordare il sorriso di Lily, quando si costrinse a cambiare ricordo.
Crogiolarsi con le memorie sì, ma non esagerare Severus. Rivedere quel sorriso sarebbe stato troppo. Non avrebbe retto.
Ma si ricordava come era finita quella faccenda. Eccome. Non avrebbe potuto dimenticare un singolo istante di quelli passati con Lei.
Delle sue amiche erano venute e l'avevano trascinata via. Prima di andarsene gli aveva sorriso di nuovo.
Da quel giorno, Severus, non fece altro che pensare a quella Grifondoro.

Inverno. Una settimana prima delle vacanze di Natale.
Si stava dirigendo verso la Sala Grande, per il pranzo, con il solito broncio. Non gli andava veramente di vedere i suoi compagni. A partire da Potter.
Stava camminando quando, da dietro un colonna, sentì qualcuno discutere animatamente. Quasi litigare.
Si avvicinò, con sguardo brusco ed apparentemente disinteressato, per poi nascondersi dietro un angolo. E la vide.
Stava parlando con un ragazzo e sembrava arrabbiata, delusa... triste.
Il ragazzo se ne andò e lei iniziò a piangere.
Piangere? Quell'angelo? Quella forza della natura? Che fine aveva fatto il sorriso mozzafiato?
Senza sapere cosa stesse facendo, uscì dal suo nascondiglio.
La ragazza, nel vederlo aveva gridato -Che vuoi?!-, irritata.
Lui, rendendosi conto di aver fatto una stupidaggine e chiedendosi da chi diamine avesse preso quella goffagine, si girò e si affrettò ad andare via, a testa bassa.
Ma poi... -No, aspetta!- si era girato ed aveva visto il viso della ragazza, imbarazzato e pentito -Scusami-
Poi si era avvicinata, piano, e lo aveva abbracciato, piangendo sul suo petto.

Severus non dimenticò mai quell'abbraccio. Anche perchè, da quel momento, sembrava che Lily Evans avesse sviluppato una certa simpatia per lui.
Sembrava ritenerlo un vero amico. Veniva da lui, si confidava, gli raccontava le sue giornate.
Lui l'ascoltava e la osservava. Osservava la ragazza dei suoi sogni parlargli delle sue avventure e delle sue delusioni amorose. L'osservava sorridere e piangere.
Severus alzò lo sguardo al cielo, sospirando. Basta così. Stava diventando difficile.
Lily era morta. Per quanto facesse male, per quanto fosse dura... per quanto ogni consapevolezza e verità, in quell'ambito, fosse un'altro crudele graffio sulla ferita ormai vecchia ma inguaribile, lui lo sapeva. Lily non c'era più.
Aprì la bocca, per riuscire a respirare.
Ma Severus, tu lo sai. C'è ancora qualcosa che puoi fare per Lei.
E lo avrebbe fatto. Avrebbe protetto Potter. Sì. Perchè questo era quello per cui Lily aveva perso la vita. Il figlio.
Quello che aveva amato tanto da vedersela, con il suo infinito coraggio, contro qualcosa di più grosso di lei.
Gli pesava. Non poco.
Il pensiero di proteggere il frutto dell'amore e della passione tra la donna che aveva dato un senso alla sua vita, la donna che amava ed il suo peggior nemico... gli pesava da morire.
Ma per Lei questo ed altro.
Si alzò, deciso. Guardò il cielo stellato, un'ultima volta, ed iniziò a camminare.
Ad allontanarsi dalla panchina sulla quale aveva detto a Lily cosa provasse per lei. La stessa sulla quale lei aveva risposto che la loro amicizia era troppo importante e che, comunque, stava con Potter (Il che fu un colpo, se vogliamo usare un eufemismo).
La panchina su cui gli aveva assicurato che, se Potter lo avesse ancora infastidito, lo avrebbe minacciato di lasciarlo e la stessa sulla quale si erano abbracciati in seguito a questo discorso.
Lei contenta di avere un amico. Lui consapevole di quello che non avrebbe mai avuto.
Era così. Severus Piton si stava allontanando dalla loro panchina, come si stava allontanando dai ricordi che riviveva ogni giorno, preparandosi ad una battaglia che avrebbe vinto, sopravvivendo o meno, per Lily Evans.
Sappi che non lo faccio per te, Harry Potter...


________________
Grazie mille a kikidabologna e fan_feathers per le belle recensioni.
Sono sempre graditissime ^^
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Rhoy