Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: MiraiNikki_Yukki02    23/08/2016    1 recensioni
Questa è una fan fiction basata su Attack un Titan, raccontata dal punto di vista di Petra Ral, che è stata inserita nella squadra di Levi.
Written by: @Squairie_No_Sekai
Traduction by: @MiraiNikki_Yukki
(Scusate se ci saranno errori di traduzione o robe simili ma... è la mia prima traduzione)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Che giornata!
Appena svegliata mi fu comunicato che il famoso Capitano Levi voleva parlarmi, quindi eccomi qui, a correre come una pazza per i corridoi della caserma.
Perchè voleva me? Sono solo un soldato semplice...

L'ansia mi investì quando arrivo davanti all'ufficio del Caporale.
Aprì la porta con mano tramolante, attraversando la soglia con esitazione, cercando di riprendere un po' della mia sicurezza. Lui era seduto davanti alla sua scrivania, non notandomi all'inizio, completamente concentrato nel suo lavoro a firmare scartoffie. Vorrei solo che adesso rivolga a me la sua attenzione, mi dica quello che voleva dirmi per potermene andare.

Fu solo quando feci un altro passo nella sua direzione, che finalmente lui alzò lo sguardo, notandomi.

"Oh... Ral, sei in anticipo", esordì con tono vagamente sorpreso. Lanciai uno sguardo al mio orologio pietrificata. Il Capitano aveva ragione, ero molto in anticipo, la fretta mi aveva portato ad essere troppo precipitosa.
Che figura! Di sicuro avrà pensato che sono una povera disperata delle sue attenzione. Dannazione, sono così stupida.

Con la faccia che mi bruciava dalla vergogna, balbettai imbarazzata. "M-mi scusi Capitano! Se sono troppo in anticipo posso tornare più tardi, così potrà concentrarsi sul suo lavoro".
Mi girai abbattuta, pronta per andarmene, ma Levi mi bloccò con un gesto della mano. "Non preoccuparti, ho bisogno di una pausa dopotutto".
"O-oh, giusto", sussurai, continuando a fissare il pavimento.
"Prego, siediti, mettiti comoda", esclamò, indicandomi la sedia dalla parte opposta della sua scrivania.
Ringraziandolo, mi sedetti di fronte a Levi, notando che mi stava fissando con un'espressione strana nel volto.

"Come tu sai, io sto reclutando dei cadetti per formare una squadra speciale nel Corpo di Ricerca". Annuì, vagamente confusa. La voce si era già sparsa ovunque, lavorare con lo stimato Caporale Levi era il sogno di ogni cadetto, ma perchè aveva cercato proprio me? Cosa ho di tanto speciale?
"Bene, sappi che ho osservato a lungo tutti voi e i vostri progressi, ma sono specialmente interessato al tuo talento. Hai svolto un buon lavoro, vorrei che tu facesti parte della mia squadra".

Per qualche istante non realizzai nemmeno cosa aveva appena detto.
Levi Ackerman, il miglior soldato di tutto il Corpo di Ricerca e dell'umanità, mi aveva notato. In più ritiene che io sono degna di lottare al suo fianco con gli altri membri nel corpo speciale.
Deve essere un sogno ad occhi aperti, non c'è alternativa!

Onestamente, non avevo mai pensato di ricevere un tale onore.

"I-io ne sarei onorata c-capitano!", esclamai con entusiasmo, trattenendo le lacrime di gioia. Il cuore mi stava scoppiando dall'emozione.
Inaspettatamente, sul volto del Capitano appare un'espressione soddisfatta, e potrei giurare persino di vedere la vaga ombra di un sorriso.
Sono stupita, nessuno ha mai visto questo lato di lui, non è una cosa comune, ma, dannazione, è maledettamente bello così. A dire la verità, lui è sempre stato diabolicamente affascinante. "Sono contento che tu abbia accettato", confessò, "Sei molto sicura di te. Spero che darai un grande contributo alla nostra squadra".
A quelle parole, sentì le mie guance infiammarsi tremendamente, facendomi assomigliare ad un pomodoro.
Nessuno mai mi aveva fatto un complimento del genere, eccetto mio padre. Sto ancora cercando di concepire le bellissime parole che il Capitano Levi mi aveva rivolto.
"L-la rigrazio Capitano, mi fa davvero piacere sentire parole del genere da una persona importante come lei", esclamai, perdendomi per un infinito millisecondo nei suoi profondi occhi color ghiaccio. Sono tremendamente ipnotici.
Deglutendo, mi riscossi, balbettando stupidamente. "C-c'è qualcosa che io possa fare per lei, Capitano?".
"Bene, vedo che prima lavoravi nel settore alimentare, è corretto?", mi domandò. Annui con sicurezza.
Avevo lavorato in un piccola taverna prima di arruolarmi.
"Perfetto, ho un po' di sete, potresti cominciare il tuo lavoro preparandomi un caffè".

   
 
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