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Autore: lele06    24/08/2016    2 recensioni
Salve a tutti . Questa è la mia seconda storia , che mi frullava in testa da un bel pò . Spero che vi piaccia
Tratto dal testo :
< Ma tu sei la ragazza di questa mattina > urlò, sorpreso, una voce maschile.
Hinata sentendo quelle parole, si girò verso la fonte del suono e quando vide il ragazza di quella mattina rimase a bocca aperta. Non solo dalla sorpresa ma anche dal fatto che con la divisa del bar era davvero molto carino.
< C-ciao > disse balbettando, verso il ragazzo, il quale si stava massaggiando la testa, in quanto la ragazza vicino a lui, gli aveva dato un pugni
< È questo il modo di rivolgersi vicino a un cliente > affermò una ragazza dai capelli rosa < Scusalo, questo ragazzo è un po’ indisciplinato > continuò sorridendo
< Sei tu che sei indisciplinata. Non si danno i pugni in testa alle persone > affermò il ragazzo, continuando a massaggiarsi la parte lesa, mettendo il broncio
< Tu sei un’eccezione e poi in quella testa c’è solo aria > disse la ragazza
< Mentre nella tua c’è solo cacca > affermò il ragazzo sorridendo, facendo sorridere anche Hinata, che coprì il sorriso che gli era sorto spontaneo con una mano
< Per caso ne vuoi un altro? >
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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                                                                                    Capitolo 1
Era il primo settembre e da un treno appena giunto alla stazione di Tokyo scese una ragazza, con capelli corvino e occhi bianco perla, la quale si era appena diplomata in un liceo di Hiroshima. Si era trasferita a Tokyo per frequentare un’importante università di letteratura, in quanto il suo sogno era quello di diventare un’insegnante. Appena uscì dalla stazione, poté constatare la differente temperatura tra le due città e la differente qualità dell’aria. Appena fece il primo passo per dirigersi verso casa dell’amica di famiglia, che l’avrebbe ospitata fino a quando non avrebbe trovato un monolocale economico e un lavoro part-time.
Appena fece il primo passo per andare alla fermata dell’autobus, si trovò all’improvviso a terra. Quando riaprì gli occhi, non aveva ancora capito il motivo della caduta, vide un ragazza, dai capelli biondi e occhi azzurri, inginocchiata di fronte a lei
< Stai bene?  > chiese preoccupato, porgendo la mano per aiutare la ragazza ad alzarsi
< Si, grazie > rispose accettando l’aiuto del ragazzo
< Scusami tanto. Mentre correvo stavo guardando un attimo il telefonino e non ti ho visto > affermò il giovane, con il volto dispiaciuto
< Non ti preoccupare > disse la ragazza, che guardando il volto dispiaciuto del ragazzo, provò tenerezza verso di lui come quando un bambino fa una cosa che non deve essere fatta, ma mentre lo sgridi fa la faccia dispiaciuta e tu fai finta che il bambino non avesse fatto niente.
< Per farmi perdonare, cosa posso fare? > domandò il ragazzo
< Niente. Ti ho già detto che non fa niente > rispose < Piuttosto, non stavi andando di fretta! > fecce notare la ragazza. Sentendo ciò il ragazzo guardò l’orologio al polso e appena vede l’orario iniziò a sbiancare
< Ho ancora cinque minuti per arrivare in tempo > affermò < Scusami ma devo andare > continuò salutando con un gesto di mano e salutando. La ragazza ricambiò il saluto e rimase sorpresa dal sorriso del ragazzo. Appena aveva visto il sorriso del giovane, il suo cuore aveva perso un battito. Constatò che era il più bel sorriso che avesse mai visto.
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Quando la figura del ragazzo scomparì alla vista della ragazza, quest’ultima si incamminò verso la fermata dell’autobus pensando che a Tokyo avrebbe conosciute molte persone.  Dopo un’ora di autobus, la ragazza scese alla fermata prestabilita e si diresse verso casa dell’amica di famiglia. Arrivata lì, una bella villetta, né grande né piccola, con il cancello in legno e un piccolo giardino davanti alla casa. Bussò il citofono, dal quale uscì una voce da bambina
< Chi è? > chiese
< Sono Hinata > rispose la ragazza.
Appena disse il suo nome, il suo nome il cancello si aprì e dalla porta principale sbucò una piccola bambina, che quando vide Hinata intenta a chiudere il portoncino, iniziò a correre verso di lei. Hinata all’improvviso si sentì le gambe leggermente pesanti. Abbassando lo sguardo, capì subito il motivo di ciò
< Mirai > disse, guardando verso la bambina < Come stai? > chiese Hinata
< Sto bene > rispose sorridendo, mentre Hinata gli accarezzava i capelli
< Finalmente sei arrivata > affermò una figura vicino la porta d’ingresso
< Kurnai > disse la ragazza, volgendo lo sguardo verso la sua ex insegnante privata.
Prese Mirai in braccio e si diresse verso di lei. Una volta raggiunta, fece scendere la bambina e subito abbracciò Kurenai, che ricambiò il saluto
< Sei davvero cresciuta > affermò Kurenai, una volta sciolto l’abbraccio < In tutti i sensi > continuò indicando il petto della ragazza
< C-cosa dici > disse Hinata balbettando e con le gote leggermente arrossate.
Vedendo quella scena, Kurenai capì che fortunatamente Hinata non era cambiata, era rimasta la dolce ragazza di sempre
< Dai entriamo, che ti faccio vedere la tua stanza > affermò la donna.
Tutti e tre entrarono e si diressero al piano superiore, dove si trovava un lungo corridoio con due porte ad entrambi i lati. Si diressero verso l’ultima porta sul lato destro e appena Kurenai l’aprì, la ragazza vide che era una stanza enorme, con un letto matrimoniale al centro, un grane armadio sul lato sinistro della stanza, un specchio vicino al letto e una scrivania sul lato destro della stanza.
< Grazie ancora per potermi ospitare > si affrettò a dire Hinata
< Nessun problema. Per me puoi rimanere qui, invece di trovarti un monolocale > disse Kurenai
< Non voglio crearti troppo disturbo e poi voglio iniziare ad essere indipendente > affermò Hinata, guardandola negli occhi.
Guardandola gli occhi della ragazza, Kurenai capì la determinazione di Hinata e non poté far niente per farla desistere. Pensò che era diventata un po’ più forte di prima.
< Verrai a trovarci? > chiese Mirai, abbassando il capo imbronciato. Lei voleva che la ragazza rimanesse a casa loro
< Certo > affermò accarezzandogli i capelli. Sentendo ciò la bambina alzò il capo e gli regalò un grande sorriso. Vedendo questo ad Hinata venne in mente il sorriso del ragazzo che l’aveva urtata alla stazione ed il suo cuore perse un battito.
< In cucina c’è un giornale, così puoi iniziare a vedere qualche offerta di lavoro > fece notare Kurenai.
Sentendo ciò la ragazza si riprese da quel pensiero
< Certo > affermò e dopo aver posato la valigia in camera, scesero in cucina
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Giunti in cucina, Hinata si sedette e iniziò a sfogliare il giornale mentre Kurenai iniziò a fare il thè. Mentre sfogliava il giornale per individuare la pagine dove stavano indicate le offerti di lavoro
< Assume non c’è? > chiese, continuando a guardare il giornale
< Sta in viaggio di lavoro. È partito una settimana fa, dovrebbe tornare tra due giorni > rispose Kurenai, sedendosi a tavola
< Hai trovato qualcosa di interessante? > domandò , volgendo lo sguardo verso Hinata
< Credo di sì. Oggi pomeriggio andrò a chiedere > rispose la ragazza, alzando lo sguardo del giornale
Dopo aver preso il thè, Hinata si recò in stanza per svuotare la valigia e sistemare i vestiti nell’armadio. Appena finì di sistemare l’ultimo maglione, Mirai apparì all’ingresso della stanza
< È pronto > affermò
< Ok, adesso vengo > disse la ragazza, che si avvicinò vicino la bambina, la prese per mano e insieme andarono in cucina.
Appena vide che erano le cinque, Hinata decise di andare a lavarsi per poi andare a chiedere informazioni, in merito al lavoro che aveva visto sul giornale. La doccia non durò molto, il problema fu asciugarsi i capelli, che erano molto lunghi. Dopo fatto ciò uscì di casa e si recò alla fermata dell’autobus.
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Arrivata vicino al bar, restò qualche minuto fuori ad osservalo. L’insegna, con su scritto il nome del bar, era enorme. Dando un’occhiata all’interno, constatò che anche dentro il bar era grande. Decise di entrare, e quando fu all’interno del bar
< Ma tu sei la ragazza di questa mattina > urlò, sorpreso, una voce maschile.
Hinata sentendo quelle parole, si girò verso la fonte del suono e quando vide il ragazza di quella mattina rimase a bocca aperta. Non solo dalla sorpresa ma anche dal fatto che con la divisa del bar era davvero molto carino.
< C-ciao > disse balbettando, verso il ragazzo, il quale si stava massaggiando la testa, in quanto la ragazza vicino a lui, gli aveva dato un pugni
< È questo il modo di rivolgersi vicino a un cliente > affermò una ragazza dai capelli rosa < Scusalo, questo ragazzo è un po’ indisciplinato > continuò sorridendo
< Sei tu che sei indisciplinata. Non si danno i pugni in testa alle persone > affermò il ragazzo, continuando a massaggiarsi la parte lesa, mettendo il broncio
< Tu sei un’eccezione e poi in quella testa c’è solo aria > disse la ragazza
< Mentre nella tua c’è solo cacca > affermò il ragazzo sorridendo, facendo sorridere anche Hinata, che coprì il sorriso che gli era sorto spontaneo con una mano
< Per caso ne vuoi un altro? > chiese la ragazza, già pronta a scagliare un altro pungo sul ragazza, il quale spaventato dalla proposta, scosse il capo
< Vuoi un tavolo per una persona? > chiese la ragazza, rivolgendosi ad Hinata
< No grazie. Sono venuta per il colloquio di lavoro > rispose
< Allora aspetta un attimo che vado a chiamare il proprietario > affermò la ragazza
Dopo cinque minuti, la ragazza si presentò insieme ad un’altra persona
< Ciao. Mi ha detto Sakura che sei venuta per la proposta di lavoro > disse
< Si > affermò Hinata
< Ok. Vieni con me > dichiarò, girandosi ed iniziando a camminare
Si diressero verso un ufficio e una volta sedute
< Piacere di conoscerti, sono Temari > affermò
< Piacere mio, sono Chinata Hyuga > disse, iniziando a sentire un po’ di ansia. Più la guardava e più le incuteva timore
< Hai già avuto esperienze lavorative? > chiese Temari , poggiando i gomiti sulla scrivania e avvicinando il capo verso la ragazza
< Si, solo come babysitter > rispose, allontanando di poco la sedia
< Capito > disse Temari, poggiando la schiena sulla spalliera della sedia
< Per cosa ti servono i soldi > domandò, volgendo lo sguardo su dei fogli sulla scrivania
< Per mantenermi, visto che vado all’università > rispose Hinata
< Ok, ho capito. Inizialmente sarai l’addetta alla lavastoviglie ed aiuterai dietro il bancone > affermò < Domani vieni verso le quattro che ti presento le altre persone che lavorano in questo bar > continuò
< Grazie > affermò Hinata
 
 
Note autore:
Eccomi con la seconda storia. Spero che questo primo capitolo abbia attirato la vostra attenzione. Cosa ne pensate del capitolo ?
Mi scuso per eventuali errori grammaticali.
Alla prossima.
                                                                                                                             
 
   
 
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