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Autore: Scorpion92    24/08/2016    0 recensioni
Questa longfic è ambientata 3 mesi dopo la conclusione di The Last of us. Ellie cerca di andare avanti con la sua vita, ma il passato è pronto più che mai a riemergere...
Genere: Angst, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ellie, Joel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Si trova sempre una ragione per cui lottare,
si trova sempre una ragione per cui lottare,
si trova sempre una ragione per cui lottare.

Ellie se lo ripeteva in loop, con gli occhi serrati e le braccia abbarbicate attorno alle ginocchia, cercando di non crollare. Ma per quante volte avesse potuto ripetere il suo mantra, quel giorno sicuramente non sarebbe bastato.

La sensazione di forza e sicurezza che le dava di solito il ritmico susseguirsi di quelle parole non riusciva minimamente ad eguagliare il senso di frustrazione che la attanagliava. Forse era perchè quella frase ormai le ricordava troppo Joel, forse semplicemente perchè era arrivata a quel punto di non ritorno nel quale per quanti tentativi si possano fare, non si può più ignorare una parte di noi che viene a galla.

Sarebbe stato proprio quello l'inevitabile giorno della verità, solo che Ellie non lo sapeva ancora: in quel momento si stava semplicemente aggrappando ad un ultima irrazionale illusione di poter ignorare tutto quanto, di poter evitare una verità che poteva addirittura farla sentire peggio di così.

Ma razionalmente sapeva benissimo che dopo il litigio con Joel non poteva semplicemente ritornare sui suoi passi, non poteva più fare finta di nulla. Doveva trovare la forza e il coraggio di arrivare ad una conclusione su ciò che era accaduto; anche se era spaventoso, anche se ormai era sola al mondo a dover affrontare questa sfida. La sua paura più grande, quella che aveva confidato solo a Sam, si era avverata: adesso era davvero sola.

Probabilmente era per questo che si trovava a vivere il momento più brutto di tutta la sua vita: per quanto fosse stato terribile la fuori aveva sempre avuto compagnia, aveva sempre avuto qualcuno su cui contare. Riley, Marlene, Joel. Ma in quella sfida era sola, irrimediabilmente sola.

Joel aveva dimostrato di non volerla aiutare a far luce sul suo passato, soprattutto su ciò che era accaduto a Salt Lake City quando lei era ancora svenuta.

C'erano troppe cose che non le tornavano: come mai Joel non aveva aspettato che si svegliasse lì, alla base delle luci, invece di andarsene subito? Qual'era il motivo di tutta quella fretta?! Ok, magari lei non era più necessaria per estrarre una cura, ma dopo tutto il loro folle viaggio per arrivare al quartier generale delle luci era assurdo che non avesse neanche potuto vederlo!

E Marlene? Ellie non aveva avuto nemmeno la possibilità di parlarle: ci teneva davvero e sapeva che anche per lei era lo stesso: perchè non aveva convinto Joel a restare fin quando non si fosse svegliata?. Che poi, ripensandoci, non le era sembrato un sonno poi tanto normale.

Ellie era già svenuta altre volte: ad esempio dopo il tuffo dalla torre radio aveva perso conoscenza per qualche minuto; ma subito dopo, appena si era risvegliata si era sentita vigile e piena di adrenalina dopo l'esperienza traumatica. Anche questa volta aveva avuto un incidente simile, cioè era quasi annegata nel tunnel della metro e poi era rinvenuta; solo che questa volta si era risvegliata in uno stato di strano torpore, come se le avessero dato dei sedativi. E che motivo c'era di darle dei sedativi dopo averle fatto la rianimazione e accertato che respirasse ancora?

E poi c'era la faccenda dei vestiti. Che tra tutte queste domande forse sembrava quella più marginale, ma stranamente era una delle questioni più pressanti per Ellie. Forse perchè era un "dettaglio di ordine pratico" che in qualche modo spostava le sue preoccupazioni su un piano reale oltre che teorico.

Si era svegliata con un camice da ospedale. E ok, questo ci può stare, Joel ha detto che dopo che l'avevano rianimata dal canale ovviamente avevano preferito toglierle i vestiti zuppi e darle un camice. E questo è ok, ma poi perchè i suoi vestiti non li avevano ripresi?!

Joel sapeva quanto lei ci tenesse, perchè ne avevano parlato in passato: sapeva che se lei avesse perso i suoi vestiti si sarebbe sentita smarrita! Erano l'ultimo paio che fossero stati veramente suoi e risalivano a prima del disastro. Certo erano logori e usurati ormai, ma la facevano sentire davvero se stessa, non come quelli racimolati da chissà dove o da chissà chi, che ci si ritrovava addosso in questo nuovo mondo senza regole!

E poi quei jeans le facevano un bel sedere! Joel aveva riso molto a quella battuta! Era strano che lì avesse lasciati lì, non così strano ed allarmante come il resto certo, ma Ellie sentiva che questo era il particolare definitivo per avvalorare la sua tesi della loro improvvisa fuga da quel luogo. Restava ancora da capire il motivo di tale fuga.

Anche se paradossalmente questo aspetto era uno sui quali Joel era riuscito ad essere più "convincente", o meglio più disinvolto: aveva detto che li aveva semplicemente dimenticati, e che si sarebbe fatto perdonare facendole imbastire un abito da Valentino appena fossero tornati alla Diga! Era quindi riuscito a scherzarci su con leggerezza, non come invece aveva fatto con tutte le altre domande che gli aveva rivolto.

Su quelle era stato evasivo, vago, "misurato" nelle risposte. Aveva detto che avevano dovuto andarsene in fretta perchè Marlene stava sperimentando una sorta di quarantena dalle spore e anche perchè in un ala dell'ospedale era scattato un allarme Clicker e lui non aveva intenzione di lasciarla in una situazione di pericolo senza motivo. Aveva preferito portarla nel posto che considerava più sicuro: la Diga.

Questa spiegazione sembrava avere senso, ma era il modo in cui la diceva a non convincerla del tutto. Sembrava sempre teso, e sceglieva sempre le parole con cura, non si discostava quasi mai dalla sua versione iniziale e quando lei cercava di fare domande più approfondite si innervosiva.

I suoi tentativi di spingerla a dimenticare insieme ai suoi sforzi per eludere le frequenti domande non avevano fatto altro che alimentare i sospetti di Ellie durante le ultime settimane, per cui lei si era ormai irrimediabilmente convinta che lui le stesse nascondendo qualcosa, qualcosa che aveva sicuramente a che fare con la loro fuga dal St. Mary, e non avrebbe mollato fino a quando lui non avesse detto la verità.

Era questo che l'aveva spinta, 3 giorni fa, ad attaccare Joel faccia a faccia in maniera inequivocabile, portandoli ad una conversazione al limite, che probabilmente aveva compromesso per sempre il loro rapporto. Ogni qual volta, in quei giorni, Ellie aveva ricreato mentalmente il loro diverbio si era sentita via via sempre più incerta: aveva fatto davvero la cosa giusta? E se fossero state solamente delle sue paranoie? Aveva davvero messo a rischio il rapporto con Joel per nulla?

Qualunque fosse stata la verità, ormai, il danno era fatto: non si poteva più tornare indietro.
Quelle parole non volevano smetterla di riecheggiare nella sua testa, lottando per sovrastare il mantra che si era autoimposta, creando così una cacofonia di voci contrastanti che si confondevano dentro di lei.

-"Prima mi convinci che è la lotta più importante della mia vita, poi quando è il momento di risolverla non mi aiuti! Che diavolo di problema hai?"
La sua voce era risuonata in modo strano, potente ed aspra tra le quattro mura del cubicolo di Joel.

-"Ma non stai tentando di risolverla! E' così che staresti tentando di uscirne? Facendomi in continuazione delle stupide domande su Soult Lake city? Diventando paranoica su ogni piccolo particolare? Non è questo il modo di risolverla Ellie!"
Joel era scattato in piedi nervosamente, i suoi gesti erano una naturale estensione dell'ansia che lasciava trasparire dalle sue parole.

"A me sembra invece l'unico modo! Perchè, la tua è una soluzione? Aspettare di dimenticare è per caso una soluzione? Per me non lo è, in queste settimane non è servito a nulla. Ma lo vuoi capire, io il passato non posso nè dimenticarlo nè accettarlo!"

-"Ma non c'è bisogno di riesaminare! Che diavolo devi riesaminare? Ciò che è stato è stato..." Con lo sguardo basso Joel aveva iniziato a percorrere avanti e indietro i pochi metri tra una parete e l'altra.

-"O forse NON VUOI che lo io riesamini, perchè hai qualcosa da nascondere, non è così?

-"Basta Ellie basta!!!" Joel aveva pronunciato queste parole esasperato, colpendo contemporaneamente il muro con un pugno "E' vero, sono scappato dalla base delle luci ok? Forse sono stato troppo precipitoso, probabilmente ho sovrastimato l'allarme clicker ma..."

-"Ma cosa Joel? Queste sono cazzate! Si capisce chiaramente! Dammi una spiegazione valida del perchè non ho potuto neanche parlare con Marlene della cura!!
E' la mia vita, è una mia scelta, se è vero che ci sono dozzine di persone dalle quali si è estratta una cura perchè non mi hai dato la possibilità di decidere se farne parte? Dopo l'inferno che abbiamo attraversato apposta per questo non ho potuto nemmeno dire la mia!"

-"Il lusso di fare delle scelte non è più di questo mondo. Ho voluto farla io per te: e tu non hai idea del favore che ti ho fatto. Tu non hai davvero idea.."

-"E questo cosa vorrebbe dire?"

Un silenzio carico di tensione era calato tra loro. Passandosi una mano tra i capelli Joel sembrò per un attimo uscire dalla difensiva, aveva fatto un sospiro profondo e infine aveva detto:

-"Senti, vuoi una spiegazione del perchè siamo scappati, ok: è la cosa più onesta che posso dirti: Ero spaventato come mai nella vita. Eri quasi morta, il nostro viaggio non era servito a niente, ero incazzato per tutto questo e non volevo restare un secondo di più: un "minimo" pretesto, che poi tanto minimo forse non era, e me ne sono andato portandoti con me, senza voltarmi indietro. E credimi lo rifarei infinite volte." Il suo sguardo questa volta non aveva vacillato, neanche per un secondo.

-"OK Joel, ok. Questa è la cosa più vera che mi racconti da settimane. E ti credo. Ma il fatto che io ti creda non rende meno grave la cosa! Cioè TU eri incazzato, TU? E io cosa avrei dovuto dire, questo viaggio ha riguardato ME, la cura avrei dovuto essere io e non TU. Io sn quella che si può incazzare, perchè mi hai portato via la possibilità di fare la cosa giusta!”

-"Ah ha riguardato solo te giusto?? Come se dopo tutto quello che abbiamo condiviso ciò che ti riguarda non colpisse anche me vero? E invece lo fa Ellie, eccome se lo fa. Tu non hai idea di quanto io sia legato a te..."
Il suo tono si era fatto improvvisamente più dolce e malinconico. Questa volta il silenzio che era calato tra loro era pieno di un senso di colpa quasi reciproco, e di uno strano senso di inevitabilità.

-"E' vero, ma nonostante tutto, ciò non ti autorizza a prendere decisioni al posto mio, come se fossi un oggetto! Come se ciò ti permettesse di poter disporre della mia vita".
Questa era stata la frase che aveva portato all'inizio della fine. Ed era uscita in maniera così spontanea, così potente, così rabbiosa dalle labbra di Ellie da sorprendere lei stessa in primis. Era come se tutta la rabbia che aveva provato ogni volta che si era sentita incapace di opporsi agli eventi, anche se lo avesse voluto, fosse uscita condensata tutta in quella frase, così maledettamente irreversibile.

Joel si era voltato lentamente verso di lei: la rabbia aveva completamente trasfigurato quegli stessi lineamenti che poco prima si erano addolciti.
-"Come se a te fosse in realtà dispiaciuto essere un oggetto, essere lo strumento per salvare l'umanità.."

-"E questo cosa vorrebbe dire? Non l'ho chiesto io di esserlo! Non ho chiesto nulla dell'inferno che ho vissuto: non ho chiesto io di essere morsa, non ho chiesto nemmeno di essere immune, mi è semplicemente capitato! Come la maggior parte delle cose nella mia vita non ho potuto far altro che vederle accadere senza poter fare nulla. Sono l'unica cura, o meglio lo ero, e avrei sacrificato la mia vita per salvare l'umanità, per fare in modo che il sacrificio di Tess non fosse stato vano. Cosa a cui anche tu dovresti tenere per inciso. E quindi si, sarei morta per dare una speranza all'umanità, e quindi direi che 'mi sarebbe dispiaciuto', ma sarebbe stata comunque la cosa più giusta da fare"

-"Certo, la parte dell'eroina che si sacrifica ti calzava a pennello. Avresti buttato via la tua vita per salvare questo branco di animali che ci ostiniamo a chiamare umanità. Ora che non rivesti più questa parte, questo 'ruolo', ecco che subentra la crisi."

-"Se è vero come dici che sono solo un oggetto, allora lo sono anche per te: sono solo il rimpiazzo di una figlia che hai perso".

-"ora non più, stai buttando via la possibilità di vivere, la verità è che sei delusa di non esserti sacrificata, è che sei delusa di non essere morta, forse fin dai tempi di Riley, perchè non hai mai avuto la minima idea di cosa fare con la tua vita".

La cosa più spaventosa è che poteva essere vero.
   
 
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