Film > Il gobbo di Notre Dame
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Autore: AcquaSaponePaperella    24/08/2016    2 recensioni
Questa raccolta verrà scritta prendendo spunto dai prompt della challenge "Il gioco della vita challenge" indetta da Alexlovesmal sul forum di EFP.
# Secondo compleanno
# Compiere sei anni
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'arcidiacono salì le scale, attirato dal pianto del bambino. Quando spalancò la porta, la scena che gli si presentò dinnanzi fu la solita a cui era abituato da molto tempo ormai. Il giudice Claude Frollo, se ne stava in piedi in disparte a guardare il piccolo rannicchiato in un angolo. Solo indifferenza e fastidio trapelavano dallo sguardo del giudice.
Quest'ultimo si accorse della presenza dell'arcidiacono e sospirò quasi sollevato, chiudendo di scatto il libro che aveva in mano.
"Meno male che siete venuto: ancora una volta non avrei saputo come calmare questo mostro."
L'arcidiacono strinse i pugni e sussultò leggermente dalla rabbia.
"Volete smetterla di chiamare "mostro" quel povero..."
"Ovviamente adesso vi occuperete voi di lui come d'accordo, vero? Mi è venuto un mal di testa..."
L'arcidiacono si innervosì ancora di più: non lo stava ascoltando o faceva finta di non averlo sentito? E non sapeva quale fosse il comportamento più maleducato. Poi, da quanto buono era, pensò che probabilmente Frollo non lo avesse sentito perchè la loro discussione veniva sovrastata dalle continue grida del bambino, ma quest'ipotesi non era molto probabile, pensò perspicacemente alla fine.
L'arcidiacono si avvicinò al neonato. Gli faceva una grandissima tenerezza: seduto per terra dimenava le manine strette a pugno e scalciava, con il visino pieno di lacrime e rosso dallo sforzo di urlare, per poi incrociare le ginocchia per nascondervi la faccina, scosso questa volta da singhiozzi silenziosi. Si stava comportando come tutti gli altri bambini. Come faceva il giudice a chiamare "mostro" quella creaturina indifesa?
"Hai fame, piccolo?" domandò dolcemente.
"Ormai è da un sacco di tempo che sto cercando di insegnarli a dire qualcosa, ma proprio non spiccica parola. Ma io sono un uomo paziente..." disse Frollo. L'arcidiacono incendiò con lo sguardo il libro che il giudice teneva sottobraccio. Purtroppo era a conoscenza dell'"alfabeto" che il giudice voleva inculcare nella testa del bambino già in così tenera età.
"Comunque il mostro non è affar mio adesso." si disinteressò Frollo, che stava per andarsene, quando l'altro lo fermò. "Frollo, voi vi ricordate che giorno è oggi?" Il giudice aggrottò la fronte. "Di che cosa state parlando?" L'arcidiacono si massaggiò una tempia. Era da ieri che ci rifletteva.
"Un anno fa esatto avete... ehm... trovato il bambino..." cominciò a spiegare.
Frollo parve ridestarsi. "Già..." disse atono. "Quindi?" La sua voce era piatta, come a voler sottolineare quanto per lui tutto ciò non avesse importanza, domandandosi invece perchè il vecchio glielo stesse rimembrando.
"Il bambino è giunto qui quando aveva più o meno solo un anno.... E considerando che è passato un anno da allora adesso ha due anni... Possiamo ritenere questo giorno il suo secondo compleanno..." mormorò, sorridendo al piccolo.
Frollo sgranò gli occhi. Che il vecchio fosse un povero pazzo già lo sapeva, ma cosa stava delirando adesso?
Cercando di assumere l'atteggiamento più cortese del suo repertorio, gli rispose: "Non sappiamo la data di nascita del... "bambino", come lo chiamate voi. E mai lo sapremo. Quindi non penso festeggeremo mai un suo compleanno... Come se mi importasse del resto! Di certo io adesso non mi metto a suonare le campane per celebrare un avvenimento che esiste solo nella vostra immaginazione. E quel mostro dovrebbe essermi grato per avergli dato la possibilità di continuare a invecchiare. Se volete scusarmi, mi congedo: ho molto lavoro da sbrigare."
E se ne andò, lasciando il prete solo a rielaborare quelle parole sputate con disprezzo verso l'infante che nel frattempo si era addormentato.
"Avete fatto bene ad andarvene, Frollo. Perchè avrei fatto ricordare alla vostra coscienza, sempre se esiste ancora, com'è che volete che il bambino invecchi..." sussurrò tra i denti fra sè e sè l'arcidiacono, che prese ad accarrezzare nuovamente la testolina di Quasimodo. "... e com'è che l'avete "trovato" un anno fa..." concluse con voce grave.  

   
 
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