Baci rubati in vicoli bui,
carezze fugaci in parchi deserti,
parole sussurrate,
sguardi veloci, di sottecchi, ma intensi.
Bugie, finte fidanzate, segreti e paure.
Attesa, amore, passione e dolcezza…
E di nuovo bugie,
e di nuovo solo baci rubati e attesi.
Ecco cosa siamo Rick e io.
Un segreto.
Al sicuro tra le mura della mia stanza, stesi sul letto tra un groviglio di lenzuola, Rick fa un respiro profondo e mi chiede: -Ci pensi mai, Jack? A come sarebbe non doverci nascondere?-
-Tutti i santi giorni,- gli rispondo posandogli un leggero bacio tra i capelli spettinati.
-Perché non passiamo amarci alla luce del sole?- dice ancora con uno sbuffo.
-Perché alcune persone sono cattive.-
-Già. O forse, hanno solo paura.-
-Paura? E di cosa?-
-Beh, sai… a volte, le cose che non si riescono a capire spaventano.-
Io sbuffo. Rick è una persona dall’animo buono, lo è sempre stato.
-O magari,- replico io, -sono solo stronzi.-
Rick ride, una risata genuina. Alza leggermente la testa, fino a poco fa poggiata sul mio petto, e mi guarda negli occhi. Ha lo sguardo allegro e dolce, lo stesso sguardo che ha catturato la mia attenzione in un locale buio, tra una miriade di persone.
-Non riesci proprio a fare a meno di essere così acido, vero?- mi prende in giro.
-Nah, sei tu che sei troppo gentile, tesoro.-
-Mi ami per questo,- dice ancora.
-Puoi giurarci,- rispondo io prima di baciarlo dolcemente.
-È colpa mia,- sussurra poi, abbassando lo sguardo.
-Che diavolo dici?-
-Sei costretto a nasconderti a causa mia, Jack.-
Mi metto subito a sedere, mentre Rick si lascia cadere sul materasso.
-No. Non è colpa tua,- rispondo deciso. -Non voglio che pensi una cosa simile.-
-Se non fossi un pugile…-
-Non saresti la persona che sei. E che amo,- lo interrompo. -Dio, Rick! Non è colpa tua se nel mondo della boxe l’omosessualità è ancora un tabù… -
-Tabù, eh?- mi fa eco. -Io dire che viene vista ancora come una malattia,- dice con una smorfia.
-Ehi, smettila con questi discorsi, ok? Io non mi faccio alcun problema! Perché dovresti fartene tu?-
-Perché… Dio, Jack! Vorrei urlare al mondo intero quanto ti amo! Vorrei averti accanto a me nel giorno più importante della mia vita e…-
-E mi avrai! Ci sarò!-
-Come amico. Vorrei che tu potessi essere in prima fila come mio compagno.-
Il suo sguardo è così triste che mi fa male al cuore.
-Un giorno le cose cambieranno. Ma tu, ora, devi concentrarti sull’incontro. Manca poco più di un mese. E io sarò maledettamente fiero di te quando avrai quella medaglia d’oro al collo.-
Finalmente Rick sorride. I suoi occhi, neri come il carbone, si illuminano. Allunga il braccio, porta la sua mano dietro la mia nuca e mi tira a sé per un bacio rovente.
*
Quando ci siamo incontrati la prima volta, Rick era già un pugile in carriera. Negli ultimi tre anni ha vinto molti premi, ma questo è l’incontro della sua vita. Qui si gioca il mondiale. Dagli spalti, io non stacco gli occhi dalla sua figura. Il sudore gli imperla il viso spigoloso, le spalle ampie e le braccia muscolose. È in vantaggio, ma la stanchezza inizia a farsi sentire. Il suo avversario gli assesta un colpo che non riesce a schivare e io impreco a voce alta. A voce ancora più alta esulto quando Rick lo ripaga con una raffica di pugni nei punti strategici fino a fallo scontrare con le corde. Rick fa un passo indietro mentre l’avversario si tiene ad una corda, piegato sulle ginocchia. L’arbitro gli si avvicina e inizia a contare… Sento l’adrenalina scorrermi nelle vene, Rick tiene lo sguardo fisso sull’avversario, che d’un tratto, a quattro secondi dalla fine del conteggio, inizia a sfilarsi un guantone. Arrendendosi. Matthew Green abbandona l’incontro e – fanculo al mondo! – Rick Lewis è campione del mondo dei pesi mediomassimi!
Rick corre verso il suo angolo del ring, agitando i pugni in aria. Il coach gli toglie i guantoni, lo abbraccia. Dio, sono così fiero di lui! L’arbitro lo chiama per ufficializzare la vittoria e la folla, già esultante, scoppia in un boato quando il suo braccio viene alzato in aria al centro del quadrato. Io non resisto più e corro verso il ring per godermi la premiazione in primissima fila. Gli occhi mi si inumidiscono quando Rick si volta a cercarmi e, quando mi vede, sorride felice. Poi mi fa l’occhiolino.
Le pedane sono pronte. I pugili vi salgono sopra. Io assisto alla scena fremendo, eccitato e felice. Il mio sguardo è concentrato su di lui anche quando vengono date la medaglia di bronzo e quella d’argento. Finalmente tocca a Rick. Sale sulla pedana al centro, quella col numero uno, e dopo un po’ piega la testa per la tanto sudata medaglia d’oro. La bacia e noto che ha gli occhi colmi di lacrime. E cos’è il mio dover restare nascosto in confronto alla sua felicità? Fingerei di essere anche solo un conoscente per vederlo ancora così felice e orgoglioso.
Una volta presi anche i fiori, Rick si gira verso di me. Il suo sguardo ha una luce diversa rispetto a poco fa. La riconosco, però. Ha qualcosa in mente, qualcosa che sa potrebbe non piacermi. Ma lui è testardo. E sento un pizzico di paura quando con un salto scende dalla padana e cammina verso di me. Che diavolo ha in mente? Sbatto continuamente le palpebre, confuso. Rick si ferma di fronte a me, lo sguardo ancora più determinato.
-Se sono qui è anche grazie a te,- dice a voce alta. Oh mio Dio… -Mi hai aiutato e sostenuto, hai messo i miei bisogni e la mia passione prima di tutto, anche prima di te.-
-Rick…-
-So quanto per te sia difficile stare al mio fianco, far parte del mio mondo,- continua, anche mentre io scuoto la testa. -Hai dovuto rinunciare a tante cose e questo mi fa male, Jack. Mi fa davvero male.-
-Ti ho sempre detto che va bene così, se è questo di cui hai bisogno,- sussurro.
-Lo so,- mi interrompe. Dio, ho centinaia di occhi puntati su di me e questo non mi aiuta affatto a placare la tensione. Oh merda, anche le telecamere! -È a me che non va più bene.- Detto ciò, fa un altro passo verso di me, mi stringe la nuca con la sua mano forte e incolla le sue labbra sulle mie. Ha chiuso gli occhi, ma i miei sono spalancati dalla sorpresa. Il cuore mi martella il petto, il brusio delle persone che ci circondano è più assordante di quanto dovrebbe essere.
-Ti amo,- dice ancora Rick, sulle mie labbra. E io mi lascio andare. Lo abbraccio e ricambio il bacio.
-Ti amo anch’io.-
Non so per quanto tempo ci baciamo, ma ci stacchiamo quando i giornalisti si intromettono con le loro stupide domande.
-Forse il neo campione del mondo dei pesi mediomassimi è gay?- dice una voce maschile. Oh, ma non mi dire Einstein!
-Aspetta un attimo,- dice allora Rick. Si mette al mio fianco e mi prende la mano. Subito, si trova davanti al viso diversi microfoni.
-Sono Rick Lewis, sono un pugile e sono gay. E lui è Jack, il mio compagno da tre anni e l’amore della mia vita.-
Non vorrei piangere, non davanti alle telecamere, ma Dio Santissimo come potrei resistere dopo tutto questo? Dopo questa meravigliosa dichiarazione d’amore?
E cosa accadrà ora a Rick?
-Rick, perché? Perché lo hai fatto? Potrebbe costarti la carriera, il pugilato è sempre stato tutto ciò per cui hai lottato!- dico in un sussurro.
Rick mi accarezza la guancia con un pollice, raccogliendo una lacrima.
-Vero, mu tu sei ciò per cui vivo, Jack,- risponde semplicemente. Gli prendo il viso tra le mani e lo bacio con passione. Qualcuno fischia indignato, qualcun altro applaude, sentiamo gli scatti delle macchine fotografiche, ma noi continuiamo a baciarci.
E a baciarci. Perché ci amiamo. Perché l’amore non dovrebbe mai essere nascosto. L’amore deve essere libero.
Ecco cosa siamo Rick e io.
Semplicemente, due ragazzi che si amano.
S.A
Visto che non è nulla di eccezionale, ringrazio davvero molto chi spenderà un minutino del suo tempo per leggere questa storiella! Sono stata improvvisamente colpita da un eccesso di romanticismo!
A presto!