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Autore: Tinucha    24/08/2016    3 recensioni
Leon Vargas e Violetta Castillo, due ragazzi uniti da un passato burrascoso, entrambi orfani di genitori a causa di un incidente mortale. E se quel giorno avessero perso la vita sia German e Maria, i genitori di lei che Lucia e Fernando? Se Violetta e Leon si rincontrassero, cosa accadrebbe?
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Un po' tutti, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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POV LEON
«Sicura di stare bene? Ti vedo strana» borbotto, mentre Camilla scrolla le spalle, alzando il volume della radio e serrando le palpebre. «Mai stata meglio» tuona, canticchiando. Quel viaggio in auto è fatto di strani silenzi, sembra prolungarsi, fino a quando non intravedo la figura irata ed imbronciata di Federico. «Ti ho portato un po' di benzina» affermo, trattenendo una risata. «Grazie, mio padre voleva farmi il culo» sghignazzo, scendendo dall'auto ed aiutandolo in quella che ai suoi occhi sembra essersi trasformata in un'impresa titanica. «Cos'ha tua sorella?» scrollo le spalle. «Non ne ho idea, sembrava di buonumore fino a pochi istanti fa, poi quando ho provato a parlarle ha alzato il volume ed ha cominciato a cantare» confesso dispiaciuto. Sorride, abbandonando la latta oramai vuota tra le mie mani, per poi dirigersi verso la mia macchina ed aprire lo sportello chiuso dalla parte di Camilla. «Forza ragazza dai capelli rossi, abbandona il tuo fratellone e sfreccia con me per le vie pericolose di Buenos Aires» noto l'espressione confusa di mia sorella, tramutarsi in pochi secondi in accondiscendente, ed il ghigno sulla faccia di Federico si allarga. «Vargas, rubo la tua sorellina, prometto di riportartela sana e salva» alza le mani, innocentemente, mentre vedo Camilla scendere, seguendolo con i passi. «Sorella, esse-o-erre-e-elle-elle-a, sorella. Federì, ho quasi diciassette anni, smettila di farmi sentire piccola» il biondo rotea gli occhi, esasperato. «Dannazione, somigli sempre di più a Ludmilla» inutile dire che Camilla con molta maturità gli fa il gesto dell'ombrello, sistemandosi sul sedile della sua auto. «Amo le donne aggressive» «Vedi di non amare mia sorella, allora» borbotto «E portarmela a casa in orario, o sarò io a farti il culo, non tuo padre» lo ammonisco con un inquietante sorriso.






POV VIOLETTA
«Come sto?» sorrido guardandola intenta a mangiucchiarsi le pellicine ed a guardarsi da capo a piedi. «Sembro troppo?» «Perfetta zia, sei perfetta» «Sicura? Mi sento di aver osato troppo per quella che dovrebbe essere una semplice cena di lavoro» roteo gli occhi «Ancora con questa 'cena di lavoro'? Se lo fosse per davvero ci sarebbero anche Antonio, Gregorio, Beto e Jackie, non credi?» inarco un sopracciglio divertita, rendendomi conto da chi ho ereditato la capacità di arrossire. «Sono agitata» «Ti piace Pablo» «COSA?! NO. NO. A ME NON PIACE PABLO» «Sì zia, ti piace Pablo» sorrido come una demente ed il campanello suona, facendo tendere ogni singolo muscolo alla bionda. «Non andare a letto tardi» «Va bene, mammina» sorride dolcemente, baciandomi la fronte ed afferrando la sua borsa per poi correre alla porta. Lo sguardo di Pablo appena la vede mi fa capire che non ci sarà nessuna cena di lavoro.



«Violetta?» «Sì nonno?!» mi volto con un sorriso mentre prende a torturarsi le labbra. «Voglio farti vedere una cosa, amore mio, ma devi promettermi che sarai forte» aggrotto la fronte. «Di cosa si tratta?» «Promettimelo e basta» annuisco, mentre lui prende a frugare in uno dei cassetti chiusi a chiave della sua scrivania, estraendone un album. «So che hai bisogno di guardarlo da sola, ma ti prego, sii forte, okay?» avverto ogni mia singola membrana vibrare, consapevole di avere un mondo tra le mani, ed annuisco, baciandogli una guancia e correndo di sopra.





POV LEON
Riapro la porta di casa, lentamente, sussultando nell'avvertire due figure distese sul divano. Emma sorride, gli occhi chiusi, il capo accostato al petto di Andres che la stringe per la vita. Un moto di gelosia mi pervade, mentre involontariamente trattengo un sorriso. Ho sempre visto Emma e Camilla dal punto di vista di un padre. Vedo il mio migliore amico sbattere le palpebre, per poi sbadigliare. Riapre gli occhi, guardandomi in piedi di fronte a se, con le braccia incrociate al petto. «È già arrivata la mia ora?» «Prendila in braccio, dobbiamo portarla a letto, coglione» ridacchio, mentre lui senza nessuno sforzo esegue il mio ordine, dirigendosi verso la scala. «Cosa avete fatto mentre ero via?» «L'ho drogata, l'ho fatta ballare su un cubo e poi le ho fatto mischiare più cocktail, cosa volevi che facessimo?» rotea gli occhi, divertito. «L'hai turbata sessualmente? No, perché lo fai sempre e lo sai che lei ha tachicardie per tutto quando ci sei tu di mezzo» sogghigna «Abbiamo solo parlato un po'» «Di cosa?» china il capo «Dei vostri genitori» mi irrigidisco, voltandomi a guardarlo. «Andres, te l'ho detto mille volte, non voglio che ne parlino» «Perché?» guardo altrove, aprendo la porta della camera della bionda. «Poggiala sul letto» lo fa, mentre io le rimbocco le coperte, baciandole una tempia. «Non puoi impedirlo, Leon, né a lei, né a Camilla, ne hanno bisogno»


Quando Andres va via e Camilla ritorna con un sorriso stampato in volto, mi lascio andare steso sul divano, accendendo la TV e facendo zapping tra i canali. «Ti sei divertita?» domando, vedendola salire le scale. Annuisce. «Vado a dorm-..» «È Federico?» la interrompo, il suo sorriso scompare all'istante. «Non so di cosa parli» le guance scarlatte, il continuo deglutire, le manine strette a pugno. «È lui il tuo amore impossibile» «Devo andare a dormire, domani a prima ora abbiamo ballo, Leon, ed ho bisogno di riposare» «Rispondi» «Leon..» la guardo, china il capo, imbarazzata, ri-scendendo quei pochi gradini saliti. «Non devi dirlo a nessuno, okay? Lo so che è sbagliato, e me la sto vedendo io» aggrotto la fronte, confuso, un'espressione priva di espressività sul mio volto. «Come puoi dire che amare è sbagliato? Proprio tu che credi nell'amore?» «Leon, io..» «Non posso credere a ciò che sto sentendo, Camilla, volevi insegnarmi l'amore, ma probabilmente qualcuno dovrebbe insegnarlo a te. Non decidi tu se un brivido deve percorrerti la pelle, non è sbagliato, è solo umano. Siamo fatti per amare, lo sai, vero?» «Ma Federico è..lui insomma prospetta altro nella sua vita» «Non prospetta nulla, Cami, assolutamente nulla» la correggo. Guarda la punta delle sue converse, senza fiatare. «Non voglio mettermi di mezzo tra lui e Ludmilla» roteo gli occhi, sbuffando. «Come devo dirtelo che sono soltanto amici? D'accordo si sono divertiti, ma devi capire che al mondo esistono questi mezzo rapporti, e poi hanno chiuso definitivamente, non ti butterò tra le braccia di Federico, anche perché in cuor mio spero che tu possa innamorarti a quarant'anni se non oltre, so come ragiona lui, e so bene che semmai dovesse nascere qualcosa nel suo cuore, non sarebbe un mezzo rapporto tra di voi» «Lo credi davvero?» sospiro imbronciato «Sì, lo credo davvero. Ora va' a dormire, nana malefica» ridacchia, avvicinandosi e baciandomi una guancia. «Grazie fratellone»





POV VIOLETTA
Le mani tremano mentre lentamente apro quell'album, un tuffo al cuore quando ai miei occhi si ripresenta la mia immagine, una ragazza che avrà all'incirca la mia età sorride mirando l'obbiettivo, sbatto le palpebre più e più volte, realizzando che il nonno ha sempre avuto ragione quando mi ha detto che somiglio in tutto e per tutto alla mamma. Sembra viva, sorridente, accesa, eppure è bastato un secondo a spegnerla. Involontariamente chiudo di scatto l'album serrando le palpebre.
Quattro vite uccise senza pietà da un destino crudele che ha saputo solo riservare dolore. Un destino che ha portato via la vita anche a chi ha amate quelle persone. Infilo quell'oggetto di ricordi nella mia tracolla, chiudendo gli occhi per un istante, ho solo bisogno di sentirmi forte.
   
 
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