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Autore: Diotima_    24/08/2016    4 recensioni
[COMPLETA-primi capitoli MODIFICATI]
Ash ormai è grande e torna a casa ... più persone aspettano il suo ritorno ... altre la sua partenza ...il giovane ragazzo vivrà delle nuove avventure ... saprà come affrontarle?
Dal testo:
"Si diressero verso il cortile di casa, Ash si bloccò davanti all’entrata della rimessa. Si guardò intorno e poi la aggirò, ritrovandosi di fronte ad un cancello. Estrasse una chiave, il cigolio della serratura si disperse nell’aria notturna. Sempre tenendo per mano Misty, entrarono."
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Gary, Misty, Pikachu, Serena | Coppie: Ash/Misty, Drew/Vera
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
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Certe volte prendiamo in giro noi stessi dicendo che tutto andrà secondo i nostri piani, che il mondo è così come noi lo immaginiamo e che niente può sconvolgerci.
 
Ma la realtà è diversa e il destino guida i nostri passi in luoghi ignoti, sconosciuti al nostro cuore. Un incontro può cambiare tutto, il nostro modo di essere, di pensare, ci può segnare.
 
Serena lo sapeva bene, ecco perché aveva deciso che quel giorno doveva assolutamente andare da lui, nonostante tutto.  Sistemò in valigia i suoi vestiti più belli, scelse con cura il cappello da indossare e con calma prese il volo per Kanto.
 
Durante tutto il viaggio pensava e ripensava al suo viso e alle avventure vissute insieme. Doveva solo dargli tempo, sì, aveva bisogno di tempo. Ash non aveva mai amato, era logico che un sentimento così grande lo spaventasse, lui non sapeva come comportarsi e aveva agito d’istinto, come sempre d’altronde.
Ora doveva solo ricominciare.
 
Appena arrivata all’aeroporto, ricacciò indietro le lacrime che lottavano per uscire allo scoperto e si diresse verso casa Ketchum, sarebbe arrivata lì nel pomeriggio.
 
Attraversò la foresta con il cuore in gola, il suo primo incontro con Ash, quel Pokémon selvatico…
Era successo per un motivo.
 
Scorse la casa in lontananza, si sentiva un gran fracasso, risate, canzoni, decise di avvicinarsi.
 
Dalla finestra vide due ragazzi seduti sul divano, che scherzavano tra di loro. Una ragazza seduta a tavola intenta nel mangiare un panino e …
 
Eccolo! Ash stava correndo intorno al tavolo, fuggiva da una ragazza dai capelli rossi che impugnava una mazza.
“Vieni qui ragazzino, non scappare!”
“Eh no, stavolta non mi prendi!”
“Se ti prendo ti picchio!”
 
Il ragazzo rideva in un modo che Serena aveva visto poche volte, era davvero felice. Non sopportava l’idea di vederlo così in compagnia di un'altra ragazza! Doveva intervenire.
Suonò il campanello.
Delle voci si avvicinavano sempre di più.
“Devo aprire la porta, pausa!”
“Per questa volta la scampi Ketchum! Solo per questa volta.”
Ash aprì la porta, con quel sorriso ancora impresso.
 
Si ritrovò Serena davanti. Che gli sorrideva, lui invece aveva cambiato espressione. Era diventato più serio, ma la ragazza non lo notò, gli si gettò subito al collo.
 
Arrivarono in cucina, lei lo stringeva ancora. Ash iniziò con le presentazioni.
 
-Ragazzi lei è Serena! Serena, ti presento Vera, con lei c’è Drew.-
 
La ragazza con i capelli castani le strinse la mano.
 
-Che piacere conoscerti, Serena!-
Poi si voltò verso Ash e gli fece l’occhiolino.
 
-Io sono Vera, e lui è il mio ragazzo.- le sussurrò.
-Ehm, piacere.- disse imbarazzato Drew.
Serena sorrise a tutti e due, sembravano simpatici.
 
-Lei è Lucinda.-
Una ragazza dai lunghi capelli neri si avvicinò a lei.
-Ciao Serena, a quanto pare passeremo delle belle vacanze quest’anno. Di certo la compagnia non ci manca. Benvenuta a bordo!-
-Grazie!-
 
Poi prima che Ash pronunciasse una parola andò dritta dalla ragazza dai capelli rossi. Solo in quel momento si rese conto dello strano colore dei suoi occhi. Allungò la mano e le disse:
-Io sono Serena, ho accompagnato Ash nel suo ultimo viaggio a Kalos.-
 
Misty la guardava in modo strano, chinò la testa ad un lato, perché tutta quella tensione? Fino a prova contraria era quella biondina che si era gettata tra le bracca del “suo” ragazzo. “Suo”. Ma se non lo sapeva nessuno? Neanche l’interessato…
 
Sospirò, strinse la mano di Serena e si presentò:
-E io sono Misty, colei che ha seguito, o meglio inseguito, il ragazzino qui presente fin da quando aveva dieci anni.-
E gli fece una smorfia.
 
-Per molti anni.-
Precisò il ragazzo che la stava guardando con un misto di disapprovazione e tenerezza.
 
 
Ma certo! Misty, come aveva fato a non collegare? Lei era la ragazza dell’esca portafortuna di Ash.
Questa notizia non la rassicurò per niente.
Lui le aveva parlato di lei ma non ci aveva dato poi tanto peso. Vedendolo ora, invece, iniziò ad avere paura.
 
Dopo le presentazioni i ragazzi andarono nelle loro camere, si dovevano cambiare per la festa che si sarebbe svolta in serata.
 
 
Misty,  agitatissima, stava scegliendo l’abito più adatto,  era successo tutto in fretta, l’aver rivisto Ash, la consapevolezza che tra lui e quella ragazza fosse successo qualcosa, lo aveva capito subito dagli occhi di lei, così attenti ad ogni minimo movimento di lui.
Dopo essersi rilassata con un bagno caldo, aprì l’armadio e ne tirò fuori un vestito color carta da zucchero senza maniche, era un regalo delle sorelle, uno dei tanti.
Lo infilò, mise un velo di trucco sul viso e scostò i capelli ad un lato con un fermaglio a forma di stella marina dello stesso colore del vestito. Si guardò allo specchio, aveva un’aria triste, quei pensieri su Ash e Serena la stavano tormentando. Decise che invece di quegli occhi tristi doveva esserci un sorriso. Sforzandosi di sollevare gli angoli delle labbra, scese giù in sala.
 
 
La ragazza di Kalos era seduta sul bordo del letto e con un asciugamano cercava di non far sgocciolare i suoi capelli dappertutto. Sorrideva, aveva visto Misty andare in camera a testa bassa, lei era la vincitrice, per il momento. Ma anche quella sera lo sarebbe stata. Il vestito rosso mono spalla era appeso alla porta, pronto per essere indossato. Si asciugò i capelli, se li stirò, mise il vestito e con passo fiero andò verso la sala.
 
 
Ash era in camera sua, ritornarci dopo tanto tempo aveva uno strano effetto, doveva ancora abituarsi, aprì il suo zaino e ne tirò fuori una foto, scattata qualche settimana fa. Ritraeva lui e Serena che sorridevano felici, si stavano dirigendo verso la conquista  dell’ultima medaglia.
Stette a guardarla per qualche secondo, poi alzò lo sguardo e notò che appeso alla parete c’era un quadro, il quadro realizzato da Tracey alle isole Orange. Misty era appoggiata alla sua spalla, entrambi dormivano, a causa del canto di Jigglypuff. Il ragazzo aveva disegnato un sacco di cuoricini intorno al ritratto, che strapparono un sorriso ad Ash.
“Come eravamo piccoli” pensò.
 
Poi si rese conto che era tardissimo e iniziò a vestirsi. Indossò una camicia (di malavoglia, ma sua madre lo aveva praticamente costretto) e un paio di jeans scuri. Guardandosi cominciò a sistemarsi i capelli… una battaglia persa. Decise di uscire dalla stanza, di lì a poco sarebbe iniziata la festa.
 
Arrivato in sala vi trovò Misty che aiutava Delia ad appendere le decorazioni.
 
Fu rapito dai suoi occhi che lo stavano osservando, non poteva non sorridere quando i loro sguardi si incrociavano. Il vestito le stava alla perfezione, era stranamente bellissima quella sera, ma no lei lo era sempre, anzi, da quando era bellissima? Non era un maschiaccio che si comportava malissimo, che lo prendeva sempre in giro?
Il flusso dei suoi pensieri fu interrotto dalle parole urlate di sua madre.
 
-Sei arrivato finalmente! Su pigrone, aiuta Misty ad allestire casa!-
 
-Sì, mamma. Come vuoi.-
 
Sbuffando iniziò a portare le vivande sul tavolo. Ma il campanello suonò, non perse l’occasione e andò ad aprire. Decise che un giorno avrebbe dedicato un’ode per il campanello, lo salvava sempre.
 
Brock in giacca e cravatta era di fronte la porta. Dietro di lui Gary e Tracey lo salutavano, anch’essi vestiti con abiti eleganti.
 
-Ciao Brock! Da quanto tempo! Come sei elegante! Anche voi ragazzi! Ma perché? È una festicciola, non un galà. Mi sento a disagio.-
 
Brock rise entrò in casa, salutò Delia e abbracciò Misty.
-Ciao Misty! Come stai? Come va la palestra?-
-Bene Brock, tutto bene, grazie. Che piacere rivederti!-
Gli occhi della ragazza diventarono lucidi, era tanto tempo che non vedeva il suo amico, che per lei era stato una sorta di fratello maggiore.
 
Nel frattempo Gary e Tracey erano ancora fermi sull’uscio della porta.
 
-Ashy caro, non tutti sono sciattoni come te, sai?!-
 
-Gary non siamo qui per litigare su, ciao Ash, come va? Grazie per l’invito.-
 
-Tutto a meraviglia Tracey, se solo il tuo amico qui non cogliesse occasioni per stuzzicarmi.-
 
Ma Gary non lo ascoltava più si era precipitato da Misty.
 
-E tu chi sei, eh? Assomigli tanto ad una ragazzina impertinente che ho conosciuto un po’ di anni fa, ma lei non era bella quanto te. Piacere sono Gary Oak.-
 
Le baciò la mano.
 
Misty era divertita ma allo stesso tempo indispettita, non era insolente, ok forse un po’, ma non lo avrebbe mai ammesso.
 
-Gary sono sempre io, Misty, che cretino.-
 
-Sì signori, è lei. Nessun dubbio. Vedo che i brutti modi ti sono rimasti.-
 
Adesso iniziava ad arrabbiarsi sul serio. E con lei anche Ash che aveva visto il baciamano dell’amico.
 
-Lasciala stare Gary.-
 
-Cos’è Ashy? Sei geloso? Non sarà mica la tua fidanzata?-
 
Ash era in pieno imbarazzo, mentre la ragazza stava arrossendo.
 
-N… no. Ho solo visto che le stavi dando fastidio.-
 
Ad interrompere i due fu Serena che uscendo dalla sua stanza lasciò tutti a bocca aperta, tutti tranne Misty, ovviamente, che stava fissando lo sguardo di Ash, incuriosito dalla sua entrata in scena.
 
-E lei chi è? Ma da quante belle ragazze ti fai accompagnare durante il tuo viaggio?- ammise Gary.
 
La ragazza dagli occhi azzurri si rese conto che tutti si erano volti verso di lei, un po’ impacciata decise di presentarsi.
 
-B…buonasera! Io sono Serena.-
 
Tutti e tre i ragazzi si avvicinarono dicendole il proprio nome. Ash rimase con Misty.
 
-Serena è così, fa colpo su tutti.- disse ridendo.
 
La ragazza ci rimase malissimo.
 
-Già, proprio su tutti.-
 
E dicendo così se ne andò, ma in corridoio si scontrò con Lucinda, appena uscita dalla sua stanza.
 
-Ehi Misty, dove corri?-
 
 La prese per un braccio e vide i suoi occhi arrossati. Capì la situazione all’istante.
 
-Vieni in camera mia, così mi racconterai tutto.-
 
La ragazza le ispirava fiducia, e poi in quel momento aveva bisogno di qualcuno con cui sfogarsi.
 
La seguì e le raccontò dei loro viaggi, del suo sentimento, dell’emozione che aveva provato quando lo aveva visto, dopo tanto tempo. Degli sguardi di Serena, dei suoi sospetti e di quello che era successo poco prima.
 
Lucinda la ascoltò in silenzio per tutto il tempo, annuendo o scuotendo il capo di tanto in tanto. Poi, come se fosse un giudice, emise la sua sentenza.
 
-Sai, io ti posso capire, Ash è sempre disponibile con tutti e certe volte il suo comportamento può essere frainteso, sono convinta che i tuoi sospetti su Serena siano fondati, anche io ho visto i suoi modi di fare, ma per quanto riguarda lui… beh non ci vedo niente di strano. Guarda me nello stesso modo in cui guarda lei. Posso dirlo perché ultimamente mi sono avvicinata molto ad un mio amico, Paul, so che quando ti piace una persona, la guardi con occhi diversi. E so come ti guarda lui… dovresti parlargli.-
 
Le sorrise dolcemente, Misty era diventata dello stesso colore dei suoi capelli.
 
-Tu credi davvero che sia interessato a me?-
 
Si pentì subito di quelle parole, perché Lucinda scoppiò in una fragorosa risata.
 
-Misty! Il ragazzo di cui ti sei innamorata è un bambino, non sa nemmeno in che anno vive. Ma i suoi occhi non mentono. Pensaci su. E adesso torniamo alla festa, ci stanno aspettando.-
 
La ragazza annuì, in quel momento le fu chiaro il motivo per il quale Ash considerasse Lucinda come una sorella, era impossibile non volerle bene.
 
Insieme arrivarono in sala, ciò che regnava era la confusione.
La ragazza si guardò intorno e vide che era sola, quella che ormai era diventata sua amica aveva raggiunto gli altri, e la stava salutando dall’altra parte della “pista da ballo” improvvisata.
 
La stava raggiungendo quando vide Ash andarle incontro, con una faccia preoccupata.
 
-Ma si può sapere che ti è preso? Perché te ne sei andata così?-
 
-Niente, non è successo niente.- mentì -Non ti preoccupare.-
 
Il ragazzo parve confuso.
 
-Io certe volte non ti capisco. Sei strana.-
 
-Non sono affatto strana. Ho le mie buone ragioni.-
 
-E allora spiega…-
 
Ma Misty non aveva nessuna intenzione di dirglielo, non lì, non in quel momento.
Così colse l’occasione per fargli notare che ai presenti si erano aggiunti Vera e Drew e che stavano ballando scatenati.
 
-Da quando balla così?-
 
-Da quando sta con lui, “l’amore cambia le persone”. Mi dice sempre le stesse parole.  Non so se in questo caso sia un cambiamento in meglio o in peggio.-
 
Scoppiarono a ridere e iniziarono a ballare anche loro, con gli altri.
Mangiarono e si divertirono un sacco.
Brock raccontava di tutti i due di picche ricevuti in quegli anni, confermando di non essere cambiato nemmeno di una virgola.
Si sfidarono ad ogni gioco di società che Tracey aveva portato con sé.
 
Tra risate, musica e divertimenti, la serata procedeva bene, tutti erano allegri, quasi tutti.
 
Serena era inquieta e regalava a chiunque la guardasse un sorrisetto nervoso.
Ash mosso dalla sua coscienza le si avvicinò. Non era giusto far finta di niente.
 
-Ti va se andiamo un po’ in giardino? C’è troppa confusione qui.-
 
Misty si accorse subito della loro assenza, smise di fare il tifo per Brock e Drew (che avevano iniziato a sfidarsi a braccio di ferro) e cercando di non farsi vedere li seguì.
Capite le loro intenzioni di recarsi in giardino, salì in camera sua, che affacciava nel cortile di casa.
 
Loro erano lì, l’uno di fronte all’altra.
 
Per via del chiasso al piano di sotto, non riusciva a sentire le loro parole. Ma li vedeva chiaramente.
 
Era in atto un’accesa discussione, il volto di Ash era contratto.
 
Poi però, all’improvviso la mano di lui si posò sul viso di Serena, e la distanza tra di loro diminuì sempre di più.
 
Ormai in lacrime decise di non assistere allo spettacolo che le si presentava davanti. Chiuse la finestra. E schiena contro il muro si lasciò cadere.
 
I suoi pensieri erano carichi di rabbia, verso Ash, ma soprattutto verso se stessa:
 
“Che idiota che sono, per un attimo mi ero illusa, illusa di essere al centro delle attenzioni di qualcuno. Lucinda si sbagliava.
Ci casco sempre quando si tratta di lui, non imparerò mai. Io capisco di non saper esprimere al meglio i miei sentimenti. Capisco che è difficile starmi accanto, che gli altri non sanno ciò che sto provando.  Ma non posso farci niente.  Mi sono costruita una corazza, che nemmeno io posso togliere, o almeno, non posso toglierla da sola. Ogni delusione fa alzare un muro, e poi un altro, ed un altro, fino all’infinito. E di certo lui non mi aiuta.”
 
Rimase così per un tempo lunghissimo.
 
Quando Ash rientrò in casa, con Serena al seguito, gli altri erano stanchi, e sbadigliavano.
 
-Noi torniamo a casa Ashy, forza andiamo, abbiamo un po’ di strada da fare. Brock dorme da noi!- esordì Gary.
 
-Va bene ragazzi, grazie di tutto. Ci vediamo domani!-
 
Guardò i tre ragazzi allontanarsi e una volta rincasato notò che all’appello mancava qualcuno.
 
-Ma Misty dov’è?- chiese.
 
-Non so, è da un po’ di tempo che non la vedo. Forse è andata in camera sua. Anche se non è da lei andar via senza salutare.-
Rispose Vera, iniziava a preoccuparsi, effettivamente era un bel po’ che non sentiva la sua voce.
 
-Vado a controllare, voi andate a dormire non vi preoccupate! Buonanotte.-
 
Salutò con disinteresse tutti e corse al piano di sopra, una volta di fronte la porta della stanza della ragazza esitò a bussare, poi prese coraggio e bussò.
 
Nessuna risposta.
 
Decise di entrare lo stesso.
La camera era buia, ma si vedeva chiaramente una figura seduta sul letto.
 
Il ragazzo accese la luce; sul letto vi era Misty, che singhiozzava.
Ash si preoccupò e subito corse da lei.
 
-Ehi, cosa è successo, perché stai piangendo?-
 
Lei alzò lo sguardo e si rese conto chi aveva di fronte.
Per dei secondi interminabili rimase in silenzio, poi gli parlò.
 
-Non sto piangendo, è una tua impressione, e adesso vai via.-
 
Ma il ragazzo non si muoveva di un centimetro, percepiva il suo dolore e provava un desiderio irrefrenabile di placarlo, di stringerla fra le sue braccia e dirle che andava tutto bene. Ma rimaneva immobile.
 
-Ti prego vattene Ash.-
 
Niente da fare, non si allontanava, allora la ragazza decise di passare alle maniere forti. Iniziò a prenderlo a cuscinate e a urlargli cose poco gradevoli, tanto da costringerlo a scappare via dalla stanza senza che lui avesse detto una parola.
 
Ash si rese conto di essere fuori dalla stanza di Misty solo dopo aver sbattuto la faccia sulla sua porta. Era come in trance.
 
Perché si era comportata così? Lui non aveva fatto niente. Non meritava quel trattamento. Poteva ancora sentire il suo pianto dall’altra parte.
 
La rabbia prese il posto dello stupore e si avviò deciso verso un’altra porta, se quella ragazza non parlava, sicuramente qualcun altro poteva parlare per lei.
 
D’altro canto Misty non sapeva il perché si era comportata così, era arrivata addirittura a cacciarlo via in malo modo, ma non poteva far finta di niente. Decise di dormirci su, aveva aspettato tanto tempo per parlare con lui, una notte non poteva cambiare molto. Dopo essersi cambiata si addormentò, stremata dalle troppe emozioni della serata.
 
 
Ma quel bacio, ci era veramente stato?
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
Piccola nota: scusate per il ritardo! Questo è il mio quinto capitolo. Spero vi piaccia. Fatemi sapere cosa ne pensate. A presto!
 
  
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