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Autore: MaKli    24/08/2016    1 recensioni
Sono passati tre anni da quando Elena è caduta nel sonno magicamente indotto da Kai e ognuno ha tentato di andare avanti come lei aveva chiesto, ma non tutti ci sono riusciti.
Damon dopo essere stato cacciato malamente da Bonnie decide di averne avuto abbastanza e si rifugia in un paesino sperduto del Montana per tornare alla vita di un tempo, ma incontrerà una persona che lo riporterà sulla giusta strada.
Ma questa strada è davvero quella che Elena voleva per lui?
Questa storia inizia a partire dalla 6x22 e non tiene conto nè della settima stagione nè dello spin-off di "The Originals". Sarà incentrata sulla Delena, e su di un nuovo personaggio che stravolgerà nuovamente la vita di Damon e automaticamente quella di tutti gli altri.
Non sarà una Damon x Nuovo Personaggio!
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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Thanks Buddy...


Quando arrivai davanti all'appartamento di Bonnie capii subito che qualcosa non andava.
Un altra volta.
Un forte odore stagnante aleggiava nel pianerottolo, forse da un giorno o forse da più.
Non tentai nemmeno di bussare ma con un calcio spalancai la porta, credendo di essere pronto a quello che avrei visto, ma non era così; Bonnie era riversa in una pozza del suo stesso vomito, i capelli erano sudici e il tanfo di urina era quasi insostenibile per i miei sensi troppo sviluppati che però mi permisero di tirare un sospiro di sollievo quando riuscii a percepire il seppur debole battito del cuore della strega.
Senza pensarci la presi di peso portandola fino al bagno, infilandola dentro la doccia e aprendo l'acqua ghiacciata.
"Bon! Ehi, mi senti? Sono qui!" Gli diedi dei leggeri buffetti sulle guance tentando di farle riprendere conoscenza, con scarsi risultati.
"Andiamo Bon! Ne abbiamo viste di peggio! Apri quei dannati occhi o giuro che appena ti svegli ti ammazzo con le mie mani!" 
Ora cominciavo a preoccuparmi, non era mai stata così a lungo incosciente, iniziai a scuoterla per le spalle fino a quando le sue palpebre iniziarono a tremare, schiudendosi appena.
"Per fortuna, tutto okay? Cerca di focalizzarti su di me! Va tutto bene, Bon resta sveglia." La supplicai.
"P-per... Per Favore... No..." La voce di Bonnie era un rantolo quasi incomprensibile, ma significava che almeno era viva.
Pochi secondi dopo sentii il suo corpo farsi nuovamente rilassato fra le mioe braccia, segno che era svenuta nuovamente. Il battito del suo cuore iniziava a farsi leggermente più fortre, e il mio cuore sembrò diventare meno pesante. 
Se fosse morta cosa diavolo avrei fatto? Cosa avrei detto ad Elena?
Era colpa mia se era arrivata a questo punto, non avrei dovuta lasciarla sola per così tanti giorni.
Sospirando decisi di lavarla, pur sapendo che si sarebbe indignata, perchè puzzava veramente troppo e poi la portai in camera sua, in quel letto lurido che aveva affittato assieme al resto della casa fatiscente.
Dannazione, era la terza volta in sei mesi che si riduceva così e non sapevo veramente come aiutarla ormai.
Far riaccendere l'umanità di Stefan era stata una passeggiata al confronto di questo, questo era qualcosa che non sapevo come trattare.
Subito dopo che Elena era caduta nel sonno indotto da Kai, Bonnie era cambiata.
I suoi occhi si erano fatti ogni giorno più cupi e tristi e i sensi di colpa la consumavano.
Ogni cosa aveva iniziato a pesare sulle sue spalle come macigni, sembrava morire davanti ai miei occhi e non avevo avuto altre idee per aiutarla se non convincerla a partire, allontanarsi dai ricordi di tutte le cose brutte che le erano successe (e la colpa lo devo ammettere era stata anche la mia nella maggior parte dei casi), non sapendo ciò che avrei causato.
Sei mesi dopo avevo ritrovato Bonnie quasi in Overdose in un lurido motel a pochi chilometri da New York, più o meno nelle stesse condizioni di oggi.
Avevo combattuto tre anni insieme e contro di lei per farla smettere ma non serviva a niente, bastava un ricordo troppo doloroso che ci ricadeva ed ero stufo.
Oltre che essere stufo ero arrabbiato, perché per quella stupida strega tossicodipendente avevo sacrificato l'unica cosa che mi rendeva felice e lei stava sprecando la sua dannata e breve esistenza.
"Coraggio Bon, cerca di riprenderti..." Sospirai esausto, lasciandomi cadere sulla poltrona color caffè che avevo sistemato nella sua camera la scorsa crisi.
"Damon..." Venni svegliato poco tempo dopo dal sussurro debole di Bonnie che mi chiamava.
"Hey BonBon, come ti senti?" Gli chiesi dopo essermi avvicinato al letto, spostandogli una ciocca di capelli dal viso.
"Come una che è quasi morta per overdose." Mi rispose con voce roca.
"Direi che il paragone è alquanto azzeccato strega.
Vado a prenderti un bicchiere d'acqua." Ridacchiai leggermente per poi alzarmi.
Quando tornai in camera Bonnie si era addormentata nuovamente, con la faccia contratta in una espressione dolorante.
Passai tutta la notte a vegliarla, pregando che riuscisse a svegliarsi nuovamente per più di cinque minuti senza vomitare l'anima o dicendo poche parole deliranti ma non successe.
Avrei potuto curarla con il mko sanugue, ma sapevo che lei non voleva; me lo aveva fatto capire chiaramente la prima volta facendomi scoppiare tutte le vene del mio dannato cervello più volte.

Messaggio ricevuto Bonnie.

Riprese realmente coscienza verso le dieci del mattino successivo, e nonostante continuasse ad avere un colorito cadaverico tirai un sospiro di sollievo.
"Ben svegliata dormigliona..." Risposi fingendomi infastidito ma in realtà mi sentivo pervaso da un senso di speranza in ogni parte del mio essere.
"Damon perchè non puzzo?" No, forse era un altro dei momenti deliranti.
"Ecco Bon, esiste una semplice cosa chiamata doccia che in genere si fa da soli, se non si ha una compagna incredibilmente sexy o un amico che ti salva la vita circa ogni mese; che si, in questo caso è anche assolutamente affascinante."
Lei mi guardò per alcuni istanti con lo sguardo vuoto e temetti che stesse per svenire nuovamente ma poi un altro rantolo poco chiaro uscì dalle sue labbra. 
"Perchè..."sussurrò con voce incerta, guardandomi con occhi sbarrati.
"Perchè la mia bellissima maglietta puzza come un barbone ricoperto di vomito? Merito tuo streghetta."
"No, Damon. Perchè mi hai salvata?" La sua voce questa volta fu un po' più forte e riuscii quasi a cogliere una nota di rimprovero.
"Che diavolo di domanda è? Sei mia amica, è compito mio. Te piuttosto, avevi promesso che non ci saresti ricaduta."
"Perchè non mi lasci morire? Sarebbe più facile per tutti, io troverei la pace e voi avreste finalmente il vostro lieto fine. Quindi  Damon, Perchè mi hai salvata?" Mi chiese con voce tremante e occhi lucidi.
Oh. Cristo. Dio.
Adesso era nuovamente nella fase del martire e sinceramente mi ero rotto le palle, era mesi che ascoltavo e sorbivo quel piagnisteo.
"Va bene, lo vuoi sapere davvero? Perchè stai sprecando la tua vita. E non te lo posso permettere. Non ho sacrificato Elena per vederti ridotta in questo stato. Sei mia amica, ti voglio bene e non capisco..."
"E allora non volermi bene, se voglio morire perché non lo accetti e basta? Sai che c'è? Voglio che tu esca dalla mia vita, non ti sopporto più! È colpa tua tutti quello che è successo in questo dannato posto, hai cercato di uccidermi in passato, tenta di nuovo! Io ti odio, e non voglio più averti intorno! Torna ad essere il Damon egoista e menefreghista, quello senza amici e sentimenti, perchè ti riusciva decisamente meglio!" Urlò così tanto che la sua voce si spense mentre pronunciava le ultime parole.
Adesso ero incazzato, incazzato e, anche se odiavo ammetterlo, ferito.
"Bene Bonnie, se è quello che vuoi..." La interruppi con un l'indice prima che potesse vomitarmi altri insulti addosso " ma sappi che quando tirerai le cuoia e ti renderai conto di tutto quello che hai sprecato, io non piangerò per te! 
Quando ti guarderai indietro e vedrai il vuoto nella tua vita non ti sarò accanto. Aspetterò con gioia il momento in cui morirai almeno vivrà chi se lo merita! Hai fatto la tua scelta, bella merda! Ora divertiti con i tuoi amici tossici." Finito di parlare mi fiondai fuori da quel disgustoso appartamento e salii sulla Camaro, non sapendo esattamente dove fossi diretto.
Ma a chi volevo farla a bere? Sapevo benissimo dove sarei finito anche quella volta.
L'appartamento di Rick, ormai abbandonato e decadente era diventato il mio nuovo luogo di bevute preferite.
Mi piaceva immaginare che lui fosse ancora lì con me, anche se non era così.
Dopo la morte di Jo e delle gemelle era partito senza tante cerimonie, promettendo di tornare non appena avesse metabolizzato il tutto.
Ci eravamo salutati con uno sbrigativo e fintamente disinteressato abbraccio che sapeva di addio tre anni prima e non lo avevo più né visto né sentito tranne che per lo scorso ringraziamento, quando mi aveva inviato una cartolina dal Nord Dakota, dicendomi che li gli alcolici erano una bomba e che qualora avessi voluto raggiungerlo uno sgabello vuoto al suo fianco ci sarebbe sempre stato.
Gli avevo solo risposto con un sarcastico bigliettino dove diceva:


 
Bel modo di metabolizzare il tutto amico, bevi un po' anche per me.


Non che ce ne fosse bisogno, bevevo già troppo da solo e potevo immaginare gli sguardi esasperati di Elena quando svenivo a causa di un bicchiere di troppo.

Ma bere aiuta.

Placa la fame, placa il dolore.

Il dolore sordo che sentivo nel cuore quando mi svegliavo ogni mattina, sentendo l'altra parte del letto fredda e ancora intatta era difficile da metabolizzare, così come la sete di sangue sempre più forte che mi accompagnava durante il giorno.
Avrei voluto così tanto mandare tutto a quel paese e andare via. Distrarmi da tutto quello che succedeva intorno a me senza dover spegnere quel dannato interruttore, ma lei non avrebbe voluto questo per me.
Lo ripetevo ogni giorno nella mia testa come un mantra ma ero stanco, basta comportarsi bene.
Io non ero così, non ero quello che raccoglieva le amiche da terra e le puliva dal vomito o che piangeva perché era stato mollato dal suo migliore amico.
No, quello era Stefan.
Io ero l'egoista e senza sentimenti buoni.
Bonnie aveva detto chiaramente che non ero portato per quel ruolo.
Ma lei mi avrebbe voluto ancora?
Mi avrebbe amato se fossi tornato ad essere quello di una volta?
In cuor mio sapevo la risposta, e non era positiva.
Frustrato tirai un pugno contro la parete vuota e un buco si aprì, alzando un casino di polvere.
Curioso mi avvicinai all'apertura che si era creato, guardandoci dentro.
Sapevo che Alarick era tendente al paranoico e aveva nascondigli per tutta la casa ma addirittura murare qualcosa mi sembrava una esagerazione.
Dentro trovai solo un vecchio e rovinato diario pieno di informazioni inutili tranne una.
Un piccolo accenno a una città sperduta ma che per me sarebbe stato il biglietto di ingresso per il parco di divertimenti.
Grazie amico.

Angolo Me!
Ciao a tutti, questo era il primo capitolo, come vi è sembrato?
Questa è la prima storia che scrivo in prima persona e iniziare a scrivere in questo modo proprio con il personaggio di Damon mi terrorizza un po' perchè temo di finire nell' OOC.
Quindi consigli o commenti sono ben accetti, anche se negativi! Gli aggiornamenti dovrebbero essere uno a settimana o giù di lì, dipenderà molto dal mio orario scolastico! Fatemi sapere come vi è sembrata :D

Ps. il titolo della storia significa letteramente Difetti e l'ho scelto grazie ad una delle mie canzoni preferite del Bastille che si chiama appunto Flaws 
   
 
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