Tanto tempo
fa, in una terra lontana lontana viveva
un re. Si chiamava Re Giuggiolo. Il povero re era disperato
perché non riusciva
ad avere figli nonostante scopasse tutte le notti. Allora
assoldò un gigolo che
avrebbe ingravidato sua moglie. La moglie di re Giuggiolo
restò incinta e nove
mesi dopo nacque una bellissima bambina, la chiamarono Berta.
Sfortunatamente
subito dopo il parto alla regina venne voglia di una siringa e
morì di
overdose. Il povero re Giuggiolo non riusciva a consolarsi quindi
assoldò una
squadra di prostitute che gli tennero compagnia tutte le notti.
Alla cerimonia di presentazione della bambina vennero tutti i re dei paesi vicini, anche la regina Dumberta con suo figlio Belloccio. Fu alla cerimonia di presentazione che Dumberta e Giuggiolo ebbero l’idea che cambiò la vita ai loro figli: Belloccio avrebbe sposato Berta e così i due regni si sarebbero uniti. Siccome le disgrazie (si sa) non vengono mai da sole arrivò nel regno un mago cattivo di nome Ratface. Il cattivo voleva impadronirsi del regno di re Giuggiolo, ma fortunatamente una delle prostitute della corte del re andò a letto con lui e così seppe del piano. Allora re Giuggiolo decise di mettere a morte il mago ma nel compilare il modulo di pena inflitta crocettò a casella sbagliata e il mago fu solo bandito e privato dei poteri. Ratface prima di andarsene giurò vendetta.
(colonna
sonora introduttiva)
THE DUCK
PRINCESS
Intanto
Belloccio e Berta passavano tutte le estati
insieme odiandosi reciprocamente. Belloccio e il suo amico Broly
(figlio
illegittimo di Dumberta) facevano in continuazione scherzi a Berta.
Passata la
pubertà Berta crebbe e diventò bellissima. Aveva
lunghi capelli biondi e
lucenti, due magnetici occhi azzurri e due tette così.
Belloccio crescendo
divenne un uomo alto e ben piazzato, con corti capelli castani e
lucenti occhi
blu. Broly invece divenne obeso goffo e pasticcione. Gli caddero tutti
i
capelli e fu costretto a mettersi un ridicolo parrucchino a vita.
Quando i due
principi ebbero compiuto vent’anni si rincontrarono per
l’estate come sempre ma
qualcosa era cambiato nell’aria. Belloccio infatti si era
fumato tre o quattro
canne prima dell’incontro e si mise a ridere come un cretino
appena vide Berta.
Berta era ancora offesa con il principe per tutto quello che le aveva
fatto
passare quando erano piccoli ma vedendo che Belloccio rideva a tutte le
sue
battute allora si convinse che era cambiato. In breve,
l’amore vinse e strinse
i giovani cuori. Dopo qualche secondo di idillio totale durante il
quale i ragazzi
ebbero l’impressione di essere sospesi in aria, i due
andarono a letto insieme.
Dopo una notte molto lunga Berta chiese a Belloccio: “Tesoro,
tu cosa ci trovi
in me?”. Belloccio rispose pronto “A letto sei
bravissima”. “Si, e poi?”
insistete Berta. “Poi cosa? Che altro
c’è?” rispose stupito Belloccio. Berta
ci
rimase malissimo (permalosa la ragazza) e decise di tornare a casa il
mattino
stesso. Mentre Berta e re Giuggiolo tornavano al loro castello
però Ratface (il
cattivo) interruppe il loro viaggio. Il mago si trasformò in
uno strano animale
e attaccò la carrozza.
Intanto alla
reggia di Dumberta Belloccio non
riusciva a capacitarsi che Berta se ne fosse andata. Il suo insegnante
Rimmel
però lo accusava di insensibilità. Belloccio
allora capì che doveva
riconquistare il cuore di Berta se voleva andare di nuovo a letto con
lei. Per
questo fu felicissimo quando il capitano della guardia di re Giuggiolo
arrivò
al loro castello dicendo che la carrozza era stata attaccata da quello
che lui
definì un “peloso animale”. Belloccio
pensò che se salvava Berta da questo
“peloso animale” sarebbe riuscito a farla
innamorare e l’avrebbe convinta a
scopare di nuovo. Purtroppo quando Belloccio arrivò sulla
scena dell’attacco
(no, non del crimine! Quello è CSI!) trovò la
carrozza rovesciata su un fianco
e re Giuggiolo steso in una pozza di sangue. Belloccio si
avventò sul vecchio
che continuava a perdere sangue e lo scosse :”Re Giuggiolo!
Siete ferito?” Un
altro schizzo di sangue colpì il principe in piena faccia.
“Allora? Siete
ferito?” Il povero re fece segno di si con la testa.
“Dov’è Berta?”. “Il
peloso
animale, il peloso animale! Non è quello che sembra, non
è quello che sembra!”
farneticò Giuggiolo morendo. “Re Giuggiolo,
perché voi persone in punto di
morte con informazioni vitali parlate sempre per enigmi? Re
Giuggiolo?”. Ma re
Giuggiolo morì senza spiegare questo antico mistero.
Belloccio giurò sul
cadavere di re Giuggiolo che avrebbe salvato Berta da questo peloso
animale
anche a costo della vita.
Ma dove era
finita Berta? Ratface le aveva fatto un
tremendo incantesimo, la povera principessa era stata trasformata in
una
papera. Solo con la luce della luna poteva riprendere le sue sembianze
umane e
solo se si fosse trovata sul lago. Se la poveretta si fosse trovata
all’alba
lontana dal lago si sarebbe comunque ritrasformata in papera e non
avrebbe
potuto tornare umana se non fosse tornata al lago. Quindi Berta era
prigioniera
di Ratface e solo un principe che le avrebbe giurato amore eterno e che
lo
avrebbe dimostrato al mondo intero poteva liberarla. La ragazza
però era molto
socievole e quindi si fece dei nuovi amici: Striscio, un lombrico e
Macinino,
una pietra rotonda. Berta però era molto infelice sul lago
perché, nonostante
non ci fossero sbarre, quel luogo era una prigione. Quindi la sera
piangeva e
il giorno piangeva starnazzando. Tutte le sere Ratface veniva al lago e
stuprava la povera Berta. Il suo piano era quello di avere un erede che
potesse
prendere il trono che era stato del povero e Giuggiolo. Fortunatamente
Striscio
e Macigno procuravano a Berta dei contraccettivi efficaci.
Passarono
alcune settimane e Belloccio continuava a
non darsi pace. Lui e il suo amico Broly si esercitavano tutto il
giorno in
“afferra la freccia”. In pratica Broly tirava una
freccia a Belloccio mentre
questi era girato di schiena, il principe avrebbe dovuto girarsi,
prenderla al
volo e centrare la mela legata in testa al suo amico. Dico
“avrebbe dovuto”
perché il principe era una frana. La freccia gli si piantava
sempre in mezzo alle
scapole.
Intanto al
lago successe una cosa molto strana. Una
notte mente Berta stava piangendo (tanto per cambiare) uno strano
uccello
ferito da una freccia le cadde hai piedi. Era un povero gabbiano
trafitto a un
ala. Visto che Berta aveva fame prese l’uccello e lo mise su
un fuoco per farlo
arrostire ma il gabbiano si svegliò. Disse che si chiamava
Muffin. Berta si
presentò e rinunciò a mangiare
l’uccello, non sta bene mangiare qualcuno con
cui si è fatta conoscenza. La fortuna volle che Muffin fosse
un agente segreto
e quindi elaborò in fretta un piano per liberare Berta
dall’incantesimo. Lui,
Striscio e Macino si sarebbero introdotti nel palazzo di Ratface e gli
avrebbero sottratto il navigatore satellitare GPS bluetooth con radio
FM
integrata, connettore per Ipod, supporter per fotocamera digitale da
cinquecento megapixel e fornelletto da campo retrattile. I tre amici
avanzarono
furtivi fino alla stanza di Ratface, che era andato al Pokerclub.
Muffin prese
il navigatore satellitare GPS bluetooth con radio FM integrata,
connettore per
Ipod, supporter per fotocamera digitale da cinquecento megapixel e
fornelletto
da campo retrattile ma quando stavano per uscire apparve…
Mikaela, la donna
delle pulizie filippina di Ratface. I tre fuggono disperati ma Mikaela
era
sempre un passo avanti a loro. Allora Macina intervenne facendo cadere
Mikaela
nel fossato con i coccodrilli. Preso il navigatore satellitare GPS
bluetooth
con radio FM integrata, connettore per Ipod, supporter per fotocamera
digitale
da cinquecento megapixel e fornelletto da campo retrattile Berta e i
suoi amici
cercarono di capire quale tasto dovessero schiacciare. Dopo numerosi
(2.798.678.456.283.074.607.425.464.620.348.537.465.340) tentativi
riuscirono a
trovare le mappe satellitari e Berta decise di mettersi in viaggio con
Muffin
per raggiungere il castello di Belloccio.
Belloccio
oltre ai suoi disastrosi allenamenti
passava ore su Internet cercando informazioni sul peloso animale. Dopo
numerose
ricerche scoprì che il mostro che aveva attaccato la
carrozza del defunto re
Giuggiolo altri non era che Bigfoot. Questa creatura era infatti la
più figa
che il principe aveva trovato da combattere che corrispondesse alle
descrizioni
fornitegli dal re e dalla guardia scampata al massacro. Belloccio
allora partì
con Broly alla ricerca di Bigfoot nella foresta oscura del male. Il
luogo di
caccia era stato scelto per il nome oscuro e tenebroso da Belloccio, a
discapito di Broly che avrebbe preferito cercare nel boschetto solare
delle
farfalle (quello vicino all’acquario di Genova). Proprio nel
momento in cui i
due ragazzi stavano attraversando il bosco Berta e Muffin lo stavano
sorvolando. Attirata dalle grida di Broly Berta volle vedere chi faceva
tanto
chiasso e scese di quota. Belloccio, quando vide quella graziosa anatra
che
volava sopra di lui si dimenticò subito di Bigfoot e decise
di catturarla per
mangiarla nonostante avesse degli ottimi panini pomodoro e tonno nello
zaino
(detestava il tonno). Berta spaventata scappò verso il lago
inseguita dall’audace
principe che continuava a bersagliarla di frecce. Berta non era
preoccupata, la
mira di Belloccio era talmente scarsa che non avrebbe colpito nemmeno
un
gigante. Muffin e Berta attirarono il principe fino al laghetto appena
in
tempo. La luna spuntò da dietro le nubi e Berta si
trasformò da anatra a
principessa. Quando Belloccio vide Berta davanti a se, bella come una
stella
non riusciva a capacitarsi… dove era finita
l’anatra? Berta gli spiegò tutta la
storia (che non sto a ripetere). Belloccio capì e disse a
Berta di venire al
ballo che sua madre Dumberta aveva organizzato l’indomani
sera. Li il principe
avrebbe dichiarato il suo amore davanti al mondo intero e
l’incantesimo sarebbe
stato rotto. Ratface, nascosto nell’ombra ascoltò
attentamente il piano. Dopo
che Belloccio se ne fu andato il mago uscì dal suo
nascondiglio stringendo in
mano l’arco di Belloccio. Berta, capendo che era stata
scoperta scoppiò a
piangere (che novità). Le lacrime di Berta si fecero
più copiose quando Ratface
le ricordò che l’indomani sera non ci sarebbe
stata la luna (no luna, no
trasformazione, no party). Ratface per sigillare la sua vittoria
gettò l’arco
di Belloccio sul fondo del lago.
Il mago
rinchiuse Berta nella torre del suo
castello, una torre costruita direttamente sul lago, con
l’acqua dentro.
Intanto al castello Belloccio fece una scorta di magiche pilloline blu
preparandosi per la notte. Arrivata la sera Berta era ancora rinchiusa
nella
torre con Broly che era stato catturato da Ratface. Il mago
spiegò a Berta il suo
piano malvagio: con le sue arti magiche avrebbe trasformato Mikaela in
una
copia perfetta di Berta (no, non centra niente la tecnica della
trasformazione!
Questo non è Naruto!) e l’avrebbe mandata al
ballo. Quando Belloccio avrebbe
giurato alla finta principessa il suo amore la vera Berta sarebbe morta
(si, lo
so che Berta non è ancora incinta. Non lo so
perché Ratface ha cambiato idea,
forse per aumentare la suspance).
Muffin
Striscio e Macino allora liberano Berta e la
aiutano a scappare verso il castello di Belloccio. Ci fu una corsa
contro il
tempo. La papera volò con tutte le sue forze per arrivare in
tempo ma (guarda
un po’ che sfiga) arrivò troppo tardi. Appena
Belloccio terminò il giuramento a
Mikaela Berta sentì un forte dolore al petto e
cominciò a volare disperata
verso il lago. Contemporaneamente Ratface entrò nel salone
del ballo e svelò a
tutti il suo piano, a dimostrazione smascherò anche Mikaela.
Belloccio capendo
la trappola che gli era stata tesa dal mago si mise a correre disperato
verso
il lago magico.
Broly intanto
era riuscito a trovare una via di fuga
dalla torre e cercò di scappare. Belloccio arrivò
sul lago quando la tragedia
si era già consumata. Berta, nella sua forma umana, giaceva
a terra morta. Un
furore scosse il principe che prese la spada e decise di combattere
contro
Ratface. Il mago apparve alle sue spalle e accettò la sfida.
Belloccio si
scagliò contro di lui ma l’uomo si
trasformò in una creatura mostruosa e
gigantesca: Bigfoot, il peloso animale. Il mostro strappo la spada
dalle mani
del principe e la spezzo, poi con un poderoso calcio lo
gettò nella polvere.
Macino, Muffin e Striscio però recuperarono l’arco
e lo lanciarono a Belloccio.
Al ragazzo mancava ancora qualcosa: una freccia.
“Principe!!!”. Belloccio si
girò appena in tempo per vedere Broly dall’altra
parte del lago con l’arco
teso. Voleva lanciargli una freccia, come negli allenamenti. Ma il
principe non
era mai stato bravo in quell’esercizio, non gli era riuscito
nemmeno una volta.
Poi pensò a Berta, lei gli avrebbe dato la forza. Lui
sarebbe riuscita ad
afferrare quella freccia al volo perché lo stava facendo per
lei! Belloccio
stramazzò a suolo colpito alla schiena dalla freccia che non
era riuscito a
prendere al volo (patetico vero?). I due innamorati ebbero un colpo di
fortuna,
infatti Ratface morì colpito da un infarto fulminante
proprio quando stava per
uccidere definitivamente Belloccio (questa non è fortuna,
questo chiamasi
CULO!!!!!). Allora Berta si risvegliò in forma umana.
L’incantesimo era rotto! Berta
e Belloccio si sposarono, ebbero molti figli (Belloccio aveva preso
molte
pilloline blu) e vissero per sempre felici e contenti.
FINE