Lui e Lei, ovvero le disfunzioni di una mente insonne
Lui, brioso e introspettivo ascoltatore, pestava i tasti ossessivamente, tentando per l'ennesima volta di realizzare un'opera che lo soddisfacesse. All'altro capo dello spoglio marmo, su cui ancora si trovavano i rimasugli di un pasto veloce, Lei, oratrice irregolare e incauta, si cimentava con trasporto nella narrazione di un piccolo dettaglio della propria giornata.
Non erano soliti dialogare, ormai non lo facevano da anni. Fra loro erano molto più consueti le pindariche affermazioni di Lei e i voraci silenzi di Lui, spezzati solo dal suo inopportuno e pedante sarcasmo che tanto indispettiva Lei.
Non sarebbero mai stati “una mela”...
In principio non erano neanche soliti frequentarsi, solo esigenze professionali e complementarietà di ruoli comunicativi li portò a incontrarsi sempre più spesso.
Lui in mancanza di ispirazione, smise di brutalizzare la tastiera e, per pura e irreale fatalità, ciò coincise con l'epilogo del flusso di coscienza di Lei: “...è un fottuto bugiardo, ma spero di non essere stata troppo dura con lui. Comunque cosa vuoi fare dopo?”.
Nel profondo silenzio successivo, Lui rifletteva “cosa voglio fare...”; mentre Lei aveva cominciato a disegnare dei torrenti danzanti, non era un'artista, ma le piaceva assecondare la propria inventiva.
“Vedi...” il silenzio si era tramutato in un battito incerto, appena Lui cominciò.
“So per certo che non sono innamorato di te”, mentre la sua voce proseguiva, il battito si faceva più sicuro e si mescolava con il ruvido passaggio della matita di Lei. “Spesso mi dai tremendamente sui nervi con il tuo egotismo, ma a volte... ho semplicemente voglia di te.” il battito si fermò, ponendo l'accento sulle ultime cinque parole.
Lei posò la matita sul foglio, con la mano spostò dietro l'orecchio una ciocca di capelli che le era scivolata sul viso e fissò Lui, sorridendo con ingenuo imbarazzo: “Mi piace come programma”.
Non sarebbero mai stati “una mela” ho detto, avete ragione... ma Io sono un fottuto bugiardo.