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Autore: Cricrip    24/08/2016    1 recensioni
Zosan AU
L'Alleanza di Cappello di paglia è nei guai: Rufy è scomparso. Per prepararsi all'imminente attacco di Barbanera, Law (sostituto di Rufy) decide di allearsi con Water Seven. Per sancire tale alleanza però, Water Seven pretende un matrimonio: Roronoa Zoro dovrà sposare Califa della Galley-La. Le nozze sono fissate, ma non tutti ne sono entusiasti: Zoro infatti, all'insaputa di tutti, aveva una relazione segreta con un certo membro della ciurma... e ora Sanji è costretto a guardarlo andare all'altare senza poterlo fermare.
Dal testo:
"Il cuoco non sapeva staccare i suoi occhi da Zoro. Perché quelli erano gli ultimi istanti in cui poteva farlo liberamente: finita la cerimonia, lo spadaccino sarebbe stato della donna che stava per prendere in moglie. Che persona era? Come poteva Sanji definirsi un uomo? Lui che se ne stava lì buono, buono, applaudendo perfino, mentre cercava di ignorare quella sensazione di vuoto e mancanza che si sentiva crescere dentro, non volendo altro che sprofondare?
Che genere di persona poteva mai essere, Sanji, che trovava strategicamente accettabile che l’uomo che amava se ne andasse per sempre da lui?"
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kalifa, Roronoa Zoro, Sanji, Trafalgar Law | Coppie: Sanji/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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10.BAMBOLA VOLONTARIA
A pezzi.
Ecco come si sentiva Sanji. E non solo perché il suo corpo gli faceva male ovunque…
Erano passati alcuni giorni.
Aveva sentito da Chopper che Zoro stava ormai più che bene. Solo la prima notte le ferite si erano riaperte, ma il cuoco non aveva menzionato la sua parte di colpa in quella faccenda. C’erano state voci di una figura misteriosa – nient’altro che un’ombra – che si era introdotta nell’edificio e aveva messo fuori gioco le guardie… tuttavia, dato che niente di grave sembrava essere successo, nessuno aveva dato gran peso alla cosa.
Sanji non aveva più rivisto lo spadaccino da quella notte.
Gli erano giunte solo notizie di seconda mano, a sentire le quali Zoro si era ripreso in tempi sorprendentemente rapidi (quindi per lui nella norma) e ora andava in giro come se niente fosse, anche se, sempre secondo le voci, il Marimo appariva più scorbutico e pronto alla rissa del solito.
Sanji sapeva che avrebbe dovuto dimenticare quella notte. Lo sapeva, eppure non ci riusciva. La voce, il respiro, il tocco solo suggerito di Zoro… il suo calore…
Basta.
Il cuoco scosse la testa, accendendosi furioso una sigaretta. Tornò a concentrarsi sul suo lavoro.
Si trovava in quello che poteva definirsi il suo ufficio, e stava ricontrollando i rapporti riguardanti l’attacco di Thriller Bark a Water Seven: stando a quanto aveva scoperto Robin, esso era stato causato dal patto appena stipulato dalla fazione dei costruttori con i Mugiwara, che Moria credeva sarebbe andato a discapito del suo quartiere.
Ma a Sanji quella motivazione puzzava. Era stato un attacco strano, blando quasi. Era vero che avevano messo in campo i generali, il samurai e Absalom… ma perché Perona e Moria non si erano visti? E gli altri esseri decisamente più mostruosi che brulicavano sotto Thriller Bark? E come avevano fatto a indovinare il punto esatto del confine in cui le loro difese non erano al meglio?
C’era qualcosa sotto, Sanji poteva intuirlo, ma per ora non riusciva a vedere ancora con chiarezza. E questo per colpa delle continue immagini che la sua mente gli riproponeva…
Stupido Marimo.
In più, per i pochi momenti in cui la sua memoria gli dava un po’ di respiro, ecco che arrivava l’ennesimo giornale di Water Seven, che a Franky piaceva leggergli, in cui almeno due pagine erano dedicate alla felice coppietta di novelli sposi che erano scampati alla tragedia della prematura dipartita di Zoro.
Se lo spadaccino fosse morto, il patto sarebbe saltato, e questo faceva gola a molti. Non tutti a Water Seven erano a favore delle nozze. C’era diffidenza nei confronti dei Mugiwara, che avevano fama di essere degli scapestrati distruttori incuranti delle regole.
Fama più che meritata per la verità.
-Hai finito con quelle scartoffie Sanji?
Il cuoco alzò lo sguardo verso Franky.
L’amicizia fra i due uomini si rafforzava sempre di più con il passare dei giorni: ormai si incontravano ogni giorno, una volta nella fabbrica di Franky e una da Sanji, nel quartiere generale dei Mugiwara.
-Eh? Immagino di sì.- in realtà non stava cavando un ragno dal buco.
-Zoro si è ripreso?
Il cuoco si scrollò nelle spalle, ostentando indifferenza.
-A quanto ho sentito…
Franky non disse nulla, ma i suoi occhi indagatori erano su di lui.
-Cambiando argomento- disse poi, e Sanji notò nell’altro un certo nervosismo- Hai presente Nico Robin?
Il cuoco represse a stento un sorrisetto.
Robin era venuta a parlargli una volta in ufficio, e lì aveva trovato il cyborg, che era rimasto imbambolato a fissarla per almeno due minuti buoni prima di poter ritrovare l’uso della parola.
-Sì. Perché?
-E’ libera?
Stavolta il sorriso furbo di Sanji si allargò su tutto il suo viso.
-Difficile dirlo.- raccontò il cuoco- Svolge un lavoro complicato, che la porta ad agire quasi sempre nell’ombra… ma a quello che so, sì: è libera e disponibile. Ma se mi chiedi qualcosa sui suoi gusti in fatto di uomini, non saprei proprio cosa risponderti: da quando la conosco non è mai uscita con nessuno… se escludiamo Crocodile, ma quelli erano affari.
Franky si fece pensieroso.
-Capisco…
In quel momento qualcuno bussò alla sua porta, e un soldato semplice entrò titubante, portando un plico di scartoffie con sé.
-Che roba è?- chiese Sanji storcendo il naso.
-Costi e tasse, signore.- disse il nuovo arrivato, scaricando quanto aveva portato sulla sua scrivania- Mentre qui invece ci sono i documenti per l’approvvigionamento alimentare.
Bé, quest’ultimo era già più il suo campo… ma da quando Nami era dispersa anche le faccende “monetarie” rientravano nelle sue incombenze. E, poteva aggiungere, stava facendo anche un lavoro migliore della donna, visto che gran parte del denaro, Nami l’imboscava per lei.
Sanji sospirò, immaginando tutto il lavoro d’ufficio che gli sarebbe toccato.
-Ah,- aggiunse il soldato semplice- il capitano Trafalgar mi ha mandato a dirle che la vuole vedere subito.
Sanji si irrigidì.
Oh-oh.
Credeva di sapere bene di cosa Law volesse parlargli. E la conversazione non sarebbe stata affatto piacevole.
-Ho capito, grazie, puoi andare.
Il soldato si defilò in fretta.
-Che vorrà?- chiese Franky.
-Se mi va bene, uccidermi.
 
Quando entrò nell’ufficio, Law era seduto sulla sua poltrona, le gambe incrociate sul tavolo e le mani dietro la testa, mentre il cappello maculato gli ricadeva sugli occhi.
Sanji rimase in piedi davanti alla scrivania.
-Volevi vedermi?
-Sei abbastanza intelligente da capire da solo che cosa ci fai qui, vero?- disse Law, inchiodandolo con quei suoi occhi grigi cerchiati di nero.
-Non ricapiterà.- liquidò la faccenda il biondo.
Per tutta risposta il chirurgo fece un sorriso sarcastico.
-Come no. L’unica cosa a cui stai pensando adesso è quando sarà la prossima volta.
Non era una domanda.
-Ti sbagli.- rispose lo stesso Sanji, dovendo però distogliere lo sguardo da quello di Law.
-Non potete continuare così.- affermò perentorio il capitano degli Hearts.- Prima la rissa in quel bar di Water Seven – sì, l’ho saputo – e poi certe scenate sul campo di battaglia che quasi ci facevano perdere il confine, nonché la credibilità con i nostri nuovi alleati.
-La situazione si è completamente risolta mi pare- volle puntualizzare il biondo, pur sapendo benissimo cosa l’altro intendesse.
-Già, una risoluzione davvero esemplare!- commentò Law ironico- Uno dei nostri uomini migliori, quello che di più incute timore nell’Alleanza, che ha la fama di un demone… che quasi si fa ammazzare da uno stupido zombie solo perché non vuole lasciare andare la mano del suo compagno.
D’istinto, Sanji tornò a coprire con la manica il suo polso, dove il livido lasciatogli da Zoro ancora svettava sulla sua pelle pallida.
-Io non c’entro niente con questo. Ha fatto tutto da solo.
-Se gli avessi detto tutto dubito che ci avrebbe anche solo provato.- ribatté inflessibile l’altro.
-Non glielo dirò, Law.
Gli occhi del chirurgo si assottigliarono.
-Spogliati.- ordinò al cuoco.
Sanji non si mosse.
-Spogliati- ripeté minaccioso- O vengo lì a farlo personalmente.
Dopo un momento di indecisione, le dita del biondo erano sulla sua giacca nera per aprirla. Una volta che questa fu slacciata, fu il turno della camicia azzurra. Allentò prima la cravatta, poi i bottoni cominciarono a sfilarsi uno dopo l’altro, rivelando il petto muscoloso ma asciutto di Sanji, martoriato da lividi e ferite, che si estendevano anche a braccia e gambe.
-Sembra peggiore di quello che è- si giustificò il cuoco. Ma era una scusa debole, e lo sapeva.
-Ti stanno uccidendo.- replicò Law impassibile.- Vi state entrambi autodistruggendo e questo non lo posso permettere. L’Alleanza non se lo può permettere. Sembrate stare facendo a gara a chi si suicida prima, o nel modo più lento e doloroso possibile nel tuo caso. E se Mugiwara-ya tornasse, cosa penserebbe trovandovi in questo stato?
Sanji spalancò gli occhi.
-Rufy non…
-Cosa? Non farebbe niente? Se ne starebbe lì a guardare? Non credo proprio.
-Se Rufy fosse qui non ci sarebbe bisogno di tutto questo!- gridò Sanji, mandando in pezzi la scrivania di Law con un calcio pieno di frustrazione.
Il chirurgo non si scompose, ma alzò un sopracciglio.
-E’ proprio di questo che stavo parlando.
Sanji, stringendo i pugni, non disse niente.
-Spero ti renderai conto della necessità di misure drastiche da adottare…
Il cuoco sbuffò.
-Mi manderai dall’altro capo dell’Alleanza?
Law scosse la testa.
-Siamo in guerra, se non l’avessi notato. Devi andare dove serve, sei troppo prezioso per allontanarti  senza un valido scopo. D’altra parte bisogna tenervi lontano: servite entrambi vivi e in grado di combattere.
-E quindi?
Sanji non aveva proprio idea di dove l’altro volesse andare a parare.
Law si alzò dalla poltrona, e calpestando i resti della sua distrutta scrivania si avvicinò al biondo.
-Lui pensa che sia stata tua l’idea di tutto.- rivelò a bruciapelo.
Sanji spalancò gli occhi.
-C-cosa?
-Gli ho detto che sei stato tu a proporre il suo matrimonio politico con Water Seven.
Il cuoco restò lì a fissarlo a bocca aperta, per un attimo senza parole.
-E perché l’avresti fatto?- la voce di Sanji era calma quanto pericolosa.
-Per ottenere un effetto che poi si è effettivamente verificato.
I pensieri del cuoco vorticavano veloci, recuperando e collegando fra loro frammenti di memoria.
Quel “Cuoco, mi sposo” detto con noncuranza mentre passavano l’uno accanto all’altro in un anonimo corridoio, senza che lo spadaccino nemmeno si fermasse… Quei due mesi prima del matrimonio in cui non gli aveva rivolto una parola, senza fare alcun tentativo per avvicinarlo…
Aveva pensato che l’avesse fatto perché aveva deciso che la sua vita sarebbe andata in quella direzione… e quindi Sanji sarebbe dovuto rimanere indietro.
Perciò gli era apparso irragionevole quel modo di comportarsi dello spadaccino dal matrimonio in poi. Quel suo continuo cercare di avvicinarsi, come per assicurarsi che il cuoco fosse ancora lì.
Stupido Marimo. Dove pensava che sarei andato?
-Una parte di me vorrebbe prenderti a calci.- disse infine Sanji.
-Ma l’altra sa che ho fatto bene, non è vero?
Il cuoco non rispose.
-Ha funzionato bene per un po’- continuò Law, avvicinandosi a Sanji sempre di più- ma adesso siamo al punto di rottura. E bisogna pensare a qualcos’altro.
-Cosa hai in mente?
Formulò quella domanda, ma il cuoco era sveglio, aveva cominciato già a capire cosa aveva escogitato il chirurgo per fermare i tentativi di Zoro e insieme convincere la Galley-la che lui non rappresentava un pericolo per il matrimonio.
Law si fermò ad un centimetro di distanza dal cuoco, invadendo il suo spazio personale.
-Questo.
Mani tatuate lo afferrarono per la camicia ancora sbottonata, attirandolo verso il loro proprietario. La bocca di Law si avventò sulla sua, reclamandola per un bacio irruente e pretenzioso.
Dopo un attimo di indecisione, in cui l’immagine di Zoro gli comparve davanti, Sanji si lasciò andare, assecondando il movimento del chirurgo.
Mi dispiace… disse alla figura dello spadaccino, i cui contorni si facevano sempre più sfocati Abbiamo fatto tutti e due una promessa a Rufy, lo sai. Non è come se potessimo venire meno…
Quando il chirurgo si staccò, leccandosi le labbra, Sanji si ritrovò a chiedere:
-Kidd non si arrabbierà per questo?
Law rise.
-A Eustass-ya ci penso io.- disse sicuro- Tu invece vedi di toglierti quell’espressione di sofferenza dalla faccia: non bacio così male.
No, Law non baciava affatto male… solo che aveva un incorreggibile difetto: non era Zoro.
-La cosa deve essere credibile, Sanji-ya. Devono vederti entusiasta, e devono vederti sorridere.
-Non preoccuparti: lo sai che sono bravo a fingere.
-Bene, allora abbottonati la camicia. Ci serve un posto più affollato per questo.
Non ci volle molto a Sanji per essere presentabile. Poi si lasciò trasportare da Law fuori dalla stanza in cerca del perfetto palcoscenico per il teatrino che dovevano mettere su, mentre in faccia si stampava un sorriso falso.
Come quello di una bambola.
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Ciao a tutti! Bé, come si dice? Se le cose vanno male… facciamole andare ancora peggio XD Lo so sono cattiva. Allora ve l’aspettavate questo cambio di rotta? Vi soddisfa? Oppure volete linciarmi perché non scriva più abomini del genere? Poco male, tanto io continuo. Ringrazio tutti quelli che ancora seguono questa storia, spero vi stia piacendo:) Un grazie particolare a akiralovemanga kimhimchan che hanno messo la storia tra le preferite, e poi a Bluly che con le sue recensioni continua a darmi speranza per questa storia;) E ora: come reagirà Zoro quando saprà della cosa? Leggete e scopritelo.
Alla prossima! Ciaociao!
   
 
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