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Autore: kike919    25/08/2016    1 recensioni
"Lei non ha avuto la prontezza di alzarsi, forzare la porta e scappare con tutto il cane.
La nonna è un mucchio di sassi. "
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero già depressa a morte prima che la casa della nonna, fragile ed esile come lei, decidesse di piovermi addosso, portandosela via.

Lei non ha avuto la prontezza di alzarsi, forzare la porta e scappare con tutto il cane.

La nonna è un mucchio di sassi. Io sono di granito, non c'è una scintilla che si accenda.

Vago disperatamente nella mia anima per trovare di qualcosa di vivo, ma sento solo l'eco spaventoso delle mie urla interiori, che cercano qualcuno e non lo trovano. Ho smesso di abitare me stessa almeno un anno fa. Non sono meglio di quell'agglomerato di ciotti a casaccio.

Non so piangere. I miei, fatti a forma di fontana, pensano che non provi niente e mi disprezzano.
Ecco perché non ho mai curato la mia depressione. Forse davvero non provo niente, non lo so. Però fidatevi: è sempre meglio provare qualcosa, che quel vuoto spaventoso che ti trascina a fondo, perché ha fame e non ho niente da dargli in pasto. Se non me stessa...

Penso solo alle uova. La vicina aveva una manciata di galline, ogni tanto ce ne regalava un paio. L'ho vista passare via in barella con la faccia inesistente, non ho emesso un suono. Come se quello non fosse il film della mia vita. Forse il film della mia vita non è abbastanza importante, per quello mi eclisso.

Se mi fossi curata, credo saprei piangere. Saprei sentire o meglio, esternare qualcosa per tutta quell'umanità ridotta in polvere.

Non ho emesso un suono nemmeno quando quella bambina bella, con gli occhi verdi grandi, l'unica che ancora gioca a campana perché qualcuno le ha insegnato dei giochi veri, piangeva disperata perché la mamma non esiste più. Quell'esserino che si scioglieva in lacrime.

Io non sentivo niente.

Imbambolata ho osservato quel macabro circo, come se il paese di mia nonna fosse inventato.

Ora sono a casa mia, ma forse non ho mai avuto una casa interiore.

Vorrei spiegare agli altri che non piango, ma dovrebbe far caldo e sento un gelo che neanche in una cella frigorifera. Vorrei spiegargli che non riesco a fare niente ma non è la mia pigrizia; ho la testa pesante e anche se dormo mi sveglio come se avessi sonno... e non ne posso più.

L'unica domanda che riesco a pormi è perché non mi sono lasciata decomporre lì dentro insieme a tanti ricordi ormai andati all'Inferno.

Un depresso vuole morire, è tutto insopportabile. Io volevo solo morire.
Allora perché sono scappata all'ultimo dalla morte?


Non passerà da solo il freddo. Non passerà da sola la solitudine, l'isolamento. Non passeranno da sole le ferite. Non passerà da solo l'ingozzarsi di schifezze solo per sentirsi meno male. Non passeranno da soli i pianti fino a farsi tremare l'anima e la mascella. Non passerà da solo il trascinarmi per la casa come un fantasma stanco. Non passerà da solo il senso d'impotenza e stordimento che non ti fa fare niente. Non passerà da solo il rannicchiarsi in un angolo per sentire meno freddo.
Niente passerà da solo... ma non voglio che mi ammazzi la mia testa laddove un terremoto non c'è riuscito.
Come fare non lo so.
Ma tenderò la mano.
Non voglio sprecare la mia possibilità.
Non voglio morire di me stessa.


 

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Spero vi sia piaciuta. Vorrei solo abbracciare con il cuore chi sta vivendo l'incubo in prima persona. Mi raccomando, aiutate. In tutti i modi che potete. 
Aiutate anche chi soffre di ciò che non si vede.

   
 
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