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Autore: The_Black_Widow    25/08/2016    1 recensioni
Dal testo: "Per salvare lei e tutta Storybrooke aveva deciso di diventare il nuovo Dark One, temporaneamente, almeno finché non avrebbero trovato un modo per liberarla. Nel frattempo avrebbe controllato l'Oscurità assicurandosi di non ferire nessuno. Era certa di poterlo fare perché non era sola, la sua famiglia l'avrebbe aiutata a combatterla".
L'idea per questa fanfiction mi è venuta subito dopo aver visto il finale della quarta stagione, prima degli spoilers, delle foto bts, delle still, ecc. Un (maldestro) tentativo di omaggiare questa stupenda serie tv, da fan devota quale sono, provando a immaginare come potrebbe proseguire la storia.
Insomma una 5^a Stagione alternativa!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Nuovo personaggio, Regina Mills, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9

L'Autore e la Salvatrice

 

   Ogni passo sull'asfalto ancora umido dall'ultimo rovescio gli costava un'immensa fatica, sembrava che la forza di gravità fosse aumentata al punto da raddoppiare il peso del suo corpo già stanco, e il cerchio alla testa che lo accompagnava da giorni rendeva tutto più difficile. Trascinandosi pesantemente era arrivato al molo dove era ormeggiata la Jolly Roger, la sua casa, il suo rifugio. Annebbiarsi la mente con litri di alcol non era più sufficiente, e il senso di impotenza si era impadronito di lui, tanto che l'unica cosa che sentiva di poter fare era scappare, o nascondersi dagli errori commessi a cui non si poteva rimediare, o dalle responsabilità o, più semplicemente, dalla paura. Eppure tutto si poteva dire del famoso Capitan Uncino, tranne che fosse un codardo. Le avventure leggendarie vissute da lui e il suo equipaggio parlavano da sole. Sprezzante del pericolo, era sempre riuscito a cavarsela, anche nelle situazioni più pericolose. Peccato che fosse tutto più semplice quando le decisioni da prendere erano state sempre e solo in funzione dell'unica cosa che contasse veramente per lui all'epoca: la propria sopravvivenza. Ma adesso le sue priorità erano cambiate. Prima di tirare su il piede per salire la piccola scala che portava al ponte della nave si concesse qualche istante per fissare l'orizzonte, meta immaginaria e desiderata da ogni marinaio, e che acuiva in lui il bisogno di prendere il mare, nonostante il cuore lo tenesse saldamente ancorato alla terra.

Sobbalzò quando percepì il tocco delicato di una mano sulla schiena, si voltò di scatto con gli occhi sgranati per incrociare quelli di Emma. Forse perché spaventato, o sorpreso, non riuscì a proferir parola, solo un debole gemito gli sfuggì dalle labbra dischiuse, quando la mano di Emma cominciò a salire piano arrivando a sfiorargli la nuca con le dita sottili, poi afferrarono una porzione di capelli costringendolo a chinarsi verso di lei, che premette forte le labbra sulle sue. Fu meraviglioso naufragare ancora una volta, dopo tanto tempo, in quelle sensazioni, le loro bocche che si muovevano esperte una contro l'altra, il profumo di Emma che gli invadeva narici e cervello, e la mano buona che istintivamente aveva subito trovato la strada verso il fianco della donna, per far aderire meglio i loro corpi. Emma ne aveva imitato il gesto con la mano sinistra, mentre l'altra aveva allentato la presa sui capelli di Killian e aveva cominciato a scendere accarezzandogli il collo, poi la spalla, e l'uomo maledì il clima rigido del Maine che lo costringeva ad indossare giacche troppo spesse. Voleva sentire le mani di Emma sulla sua pelle e toccarla a sua volta; voleva fare l'amore con lei; voleva risvegliarsi accanto a lei e scoprire che era stato tutto un incubo: l'Oscurità, il pugnale, il sacrificio, il viaggio a Camelot, l'assassinio di Robin Hood, tutto. Poi le sentì davvero le dita di Emma, mentre quel bacio stordente diventava sempre più appassionato, le sentì poggiarsi sul suo petto all'altezza del cuore, sentì i polpastrelli spingere contro la stoffa della sua camicia sempre più forte, come a volergli entrare dentro. E fu esattamente quello che accadde. Killian tentò di allontanarsi spingendola via, quando le dita della donna si strinsero saldamente intorno al suo cuore. Quando ci riuscì lo vide pulsare luminoso nella sua mano, ma a gelargli il sangue nelle vene fu il ghigno terrificante che le aveva deformato il viso rendendolo irriconoscibile. Poi quel volto cambiò davvero. Hook fece un passo indietro rischiando di inciampare: davanti a lui adesso c'era Cassandra, con la stessa espressione che prima si era impossessata dei tratti di Emma. Ebbe appena il tempo di sussurrare un “No” esterrefatto prima che il dolore lo pervadesse, oscurandogli la vista e gli altri quattro sensi, mentre Cassandra gli stritolava il cuore con evidente piacere...

Riaprì gli occhi facendoli settare a destra e a sinistra lungo il perimetro della stanza in penombra. Aveva il fiatone ed era sudato fradicio. Si portò una mano sul petto per sentire il cuore battere all'impazzata, come se la poltrona sotto il suo sedere, e gli scaffali pieni di libri intorno a lui, non bastassero da soli a testimoniare dove si trovasse, e che quello appena vissuto era solo il peggior incubo che avesse mai avuto nella vita. Un po' alla volta si calmò prendendo respiri sempre più grandi, e abituandosi alla fioca luce rossastra che caratterizzava la biblioteca della villa della Stregone. Non ricordava quando vi fosse arrivato, né da quanto tempo dormisse su quella scomoda poltrona, comunque doveva essere da tanto a giudicare dalla fitta di dolore ai lombi che provò nel tentativo di tirarsi su. I battiti del suo muscolo cardiaco smisero di rimbombargli nella testa permettendogli di focalizzarsi sugli altri suoni, in particolare sul fitto vociare che proveniva dalla stanza adiacente, e che diventava sempre più forte e vicino. La finta parete che faceva da porta alla biblioteca roteò e fece entrare un nutrito gruppo di persone: Gold, Belle, David, Mary Margaret e Regina.

-Sarebbe stato meglio conoscere prima questi particolari- sentì sbottare infastidita il sindaco

-Beh scusa tanto Regina se ho trascorso buona parte del mio tempo in coma nell'ultimo mese e mezzo- disse sarcastico Gold a cui, evidentemente, erano rivolte le lamentele della mora.

-Killian!- esclamò Belle notando il pirata, che finalmente era riuscito nell'impresa di alzarsi in piedi. -Non dirmi che non ti sei mosso da qui da ieri!-

Hook evitò di rispondere, così come evitò di incontrare lo sguardo disgustato di Regina, probabilmente non doveva avere un bell'aspetto, e nemmeno un buon odore. -Che succede?- chiese bofonchiando. Nessuno gli prestò attenzione.

-Qualsiasi siano le intenzioni di questa strega, adesso che ha tra le mani il potere dell'Oscuro avrà la strada spianata- Regina era tornata a rivolgersi a Gold

-Temo di sì. Aveva già tentato di coinvolgere me nei suoi piani, quando ero io ad avere quel potere. Purtroppo il Signore Oscuro non può nulla contro il pugnale- rispose l'uomo

-Credimi, ne sono ben consapevole- la voce di Regina si incrinò per un momento, ma tornò subito al suo tono normale dopo aver deglutito a vuoto. -Chi è questa donna e perché ha preso Emma?-

-Morgana- rispose Gold in un sospiro, -Non conosco bene la storia, ma suppongo voglia più o meno quello che desiderano tutti: il potere. Ed è convinta che per ottenerlo dovrà...- fece una pausa ad effetto e concluse, -... beh, uccidere Merlino-

-Pensi che lei sappia dove si trova?- chiese Mary Margaret, che fino a quel momento era stata in silenzio ad ascoltare, proprio come suo marito

-Non saprei, ma non mi sentirei di escluderlo.-

Ci fu un lungo momento in cui nessuno disse nulla perché impegnato a pensare alle varie eventualità.

-Allora dobbiamo trovarlo prima di lei- disse Uncino determinato, e tutti finalmente si ricordarono dalla sua presenza. -Voglio dire: è ancora l'unico che può liberare Emma dall'Oscurità, giusto?-

-E come?- sbottò Regina, -c'eri anche tu a Camelot, la sola pista che avevamo, o l'alcol ti ha cancellato la memoria oltre a ogni decoro?-

Hook strinse i pugni per la rabbia, detestava essere trattato come uno stupido. -Ricordo benissimo Camelot e cosa ha significato. Dobbiamo... dobbiamo solo capire come fare. Ci sarò un modo. Costringeremo questo fantomatico mago a guarire Emma, dopo di che lo lasciamo a sbrigare i suoi conti in sospeso con quella strega-

-Ti illudi se pensi che mi farò sfuggire l'occasione di vendicarmi.- Il tono di Regina era altrettanto ostile, e quando notò Killian e David irrigidirsi, capì che avevano frainteso le sue intenzioni, perciò aggiunse: -Di Cassandra, o come diavolo si chiama, ovviamente! Non permetterò a nessun altro di ucciderla, devo farlo personalmente.- Mary Margaret scosse la testa, sapeva in cuor suo che si trattava di una minaccia senza fondamento

-Ammesso che tu ci riesca- disse Gold facendo voltare il sindaco indignata. -Sono stregoni troppo potenti per te; forse solo la signorina Swan può competere con loro, adesso che ha il potere Oscuro-

-Pensavo che in tutti questi anni avessi imparato a non sottovalutarmi Tremotino-

-Non sto mettendo in discussione le tue capacità, sto solo dicendo che Morgana e Merlino sono maghi di livello superiore. Soprattutto Merlino, per questo Morgana ha bisogno della Signora Oscura per sconfiggerlo-

-Beh vorrà dire che dovrò usare altre armi per batterla, basterà individuare il suo punto debole, tutti ne hanno uno.- Tremotino fece un'espressione che significava “se lo dici tu”.

-Quindi come procediamo?- tornò a domandare Uncino, ricadde il silenzio, finché Gold non riprese la parola

-Henry- disse semplicemente. Regina e Mary Margaret si voltarono a guardare l'ingresso convinte che il ragazzo fosse arrivato. -I suoi poteri di Autore possono fare al caso nostro- chiarì l'ex Signore Oscuro.

Killian si illuminò per una frazione di secondo, poi si ricordò che quella non era più una pista praticabile. -La penna è stata distrutta- disse mestamente, Gold non parve sorpreso

-Immaginavo dovesse esserci un buon motivo per cui non siete mai ricorsi a lui, non poteva essere solo iper-protezione materna- commentò facendo un leggero cenno alla sua ex allieva. -In ogni caso la penna rotta non costituisce di per sé un problema.- Regina aggrottò le sopracciglia perplessa

-Che vuoi dire?- gli chiese

-Voglio dire che è rimpiazzabile. Basta costruirne una nuova.- Gli sguardi sorpresi di Belle e degli altri lo fecero sorridere. -Purtroppo per farlo c'è bisogno del legno di un albero particolare... magico-

-Fammi indovinare- lo interruppe Regina, -Quest'albero si trova nella Foresta Incantata per caso?- Gold annuì eloquentemente e tutti tornarono a scoraggiarsi.

-Non è possibile!- sbottò incredulo Hook. Era esasperato da questa situazione assurda che li poneva puntualmente davanti ad altri ostacoli ogni volta che ne superavano uno. E, a giudicare dalle espressioni degli altri, non era il solo a pensarla così.

-Non abbiamo modo di aprire portali- disse in un sussurro rassegnato Mary Margaret

-Lo so- commentò Gold. -Forse, paradossalmente, ci conviene sperare che invece Morgana possa farlo.- Tutti lo guardarono sorpresi.

-Stai suggerendo di attendere una sua mossa e colpire per provare ad anticiparla?- chiese dubbioso David

-Precisamente principe-

-Mi sembra un piano troppo azzardato persino per te Tremotino-

-Senza contare il fatto che, se qualcosa dovesse andare storto, rischieremmo grosso tutti, se Morgana è davvero potente come dici, e Regina è l'unica strega dalla nostra-

-State dimenticando un altro dettaglio- si intromise, stizzito, Killian. -Per tenere d'occhio quella megera dovremmo sapere esattamente dove si nasconde-

-Il pirata ha ragione, Emma e Morgana sembrano sparite nel nulla- convenne Regina.

Dopo qualche istante, in cui la sala ripiombò in un silenzio così forte che si poteva sentire il rumore dei pensieri che mulinavano nella mente di ognuno dei presenti, Uncino andò via platealmente, senza far nulla per nascondere la rabbia, e lasciando che le sue ultime parole (-Restate pure qui a rimuginare quanto volete, io sono stanco!-) riecheggiassero tra gli scaffali impolverati.

   Nei sotterranei della città, trasformati in un luogo piuttosto accogliente grazie ai poteri di Morgana, la Signora Oscura cercava di assecondare la sua volontà di scappare, e di disobbedire così al comando ricevuto dalla strega di Camelot che, prima di sparire col pugnale, le aveva intimato di restare nel loro covo fino a nuovo ordine, mentre lei usciva per un “giro di perlustrazione”. Odiava quella parte del suo potere, perdere la volontà era la cosa che più temeva da quando era diventata l'Oscuro, per questo si era data tanto da fare per trovare il pugnale prima di chiunque altro. Quello che non si aspettava era che lo stesso finisse nelle mani di quella che, probabilmente, era il nemico più forte con cui si erano confrontati finora. Pericolosa perché in possesso di poteri straordinari, e perché dava l'impressione di essere una persona che non si fa troppi scrupoli al fine di ottenere ciò che vuole. La cosa che non riusciva a spiegarsi era perché, da quando c'era qualcuno a guidare le sue azioni, le voci nella testa, quelle che per mesi le avevano dato il tormento, e che l'avevano enormemente influenzata, erano sparite. Ma se da un lato questa improvvisa scomparsa le aveva dato un minimo di sollievo, dall'altro le aveva fatto piombare addosso, come un macigno, la terribile consapevolezza, e il senso di colpa, per le sue deplorevoli “gesta” da Signora Oscura. La morte di Robin, in particolare, era qualcosa che, nonostante le attenuanti, non si sarebbe mai e poi mai perdonata. Quando aveva scelto di assecondare l'Oscurità, sedotta dall'enorme potere che ne derivava, non si era curata delle conseguenze. Ingenuamente e presuntuosamente, aveva pensato di riuscire a dominarla, e non avrebbe potuto sbagliarsi più di così. Avrebbe dovuto ascoltare Regina. Chi meglio di lei poteva metterla in guardia sul fascino pericoloso del potere Oscuro? E lo aveva fatto, con discorsi ai quali Emma si era mostrata sorda e indifferente, ma soprattutto con i fatti, perché la storia personale di Regina era la prova più concreta di quanto possa essere facile lasciarsi prendere dalle tenebre, e quanto proporzionalmente difficile liberarsene. Se adesso era già tardi non lo sapeva ancora, contrastare Morgana, al momento, sembrava impresa impossibile, ma quello che sapeva con certezza era che ora avrebbe lottato con tutta se stessa per liberarsi della strega e dell'Oscurità.

Sentì chiaro un brivido quando Morgana si rimaterializzò nell'antro, con l'aria di chi si diverte molto.

-Non ti sei mossa vedo- la prese in giro, godendosi la smorfia di stizza apparsa sul volto di Emma. -Ho fatto un giro in città, mi piace molto Storybrooke. Mi affascinano le tecnologie di questo mondo, e come il popolo della Foresta Incantata vi si è adeguato. Magari mi ci stabilisco anche io, che dici?- continuò sistemando sul tavolino alcuni oggetti presi chissà dove, sfruttando la sua capacità di cambiare aspetto probabilmente. -Non ho visto i tuoi amici, però ho preferito non cercarli per non attirare troppo l'attenzione. Dove pensi possano essersi nascosti?- chiese infine con fare innocente. Prima che Emma potesse rispondere impugnò il pugnale e aggiunse: -Niente bugie-

-Se non sono da Gold, forse sono alla villa dello stregone- disse suo malgrado la bionda

-Per stregone intendi Merlino? Credevo che non fosse qui-

-Infatti. C'è solo la villa, che presumibilmente è arrivata qui dopo il secondo sortilegio-

-Secondo sortilegio? Questa storia diventa sempre più interessante. Quando avremo tempo mi racconterai tutto. Ora che ne diresti di far loro una sorpresa?- Emma la guardò perplessa. -Sì- rispose incoraggiandola Morgana, -Vai da loro, magari dal tuo bel fidanzato, e ti fai raccontare cosa hanno scoperto su Merlino, se sanno dove andare a cercarlo per esempio.-

Emma scosse la testa incredula. Cosa faceva credere a quella strega che Killian e gli altri si sarebbero confidati con lei dopo tutto quello che era successo, e sapendo benissimo che al momento era sotto l'influsso del pugnale? E poi che importanza aveva sapere dove si nascondeva Merlino se rimaneva comunque irraggiungibile? Espresse i suoi dubbi a Morgana che rise di gusto.

-Ho le mie risorse Emma, sempre. Non dubitarne mai- le disse guardandola con intenzione, e la bionda sentì un fremito di paura serpeggiarle sulla pelle. Non dubitava affatto delle sue capacità, anzi, temeva che fosse in grado di fare molto più di quanto prometteva. -Voglio confidarti un piccolo segreto- ricominciò la strega approcciandosi all'elegante poltrona che aveva magicamente ricavato dalla roccia, come il resto dell'arredamento del loro nascondiglio. -Quando a Camelot ho conosciuto i tuoi amici, abbiamo fatto una visita al castello di re Artù. In una stanza che un tempo era il laboratorio di Merlino, e che poi è diventata un reliquiario, una sorta di magazzino dove il re conserva ogni tipo di artefatto magico. Mi segui?- si fermò per assicurarsi che la ragazza fosse attenta. Emma annuì. -Bene- riprese, -Conosco molto bene quel posto, perché io stessa vi avevo conservato degli oggetti molto preziosi, che un giorno mi avrebbero aiutato nel miei propositi di vendetta.- A questo punto infilò una mano sotto la mantella dei suoi abiti di fattura antica, ma meno poveri di quelli che indossava fingendo di essere la giovane e ingenua Cassandra. Quando la tirò fuori stringeva nel pugno qualcosa di piccolo, perché completamente nascosto dalle dita e dal palmo. Si sedette e tornò a fissare Emma. -Sai come siamo arrivati qui da Camelot?- La bionda fece di no, senza mai staccare lo sguardo dal pugno chiuso della donna dagli occhi ambrati. Quest'ultima riaprì la mano con lentezza studiata, mostrando alla Signora Oscura un piccolo oggetto oblungo e trasparente.

-Un fagiolo magico- sussurrò Emma, Morgana sorrise

-Ce n'erano due, ma tua madre e gli altri non potevano saperlo-

La mente di Emma prese a lavorare velocemente, quest'ulteriore vantaggio per la strega proprio non ci voleva. Era l'unico o ne aveva altri? Nel suo racconto aveva parlato al plurale, a quali altri oggetti magici si riferiva?

-Quindi Emma. Mi piace il tuo nome- divagò per un secondo Morgana riprendendo il monologo, -Raggiungere Merlino, ovunque si trovi, non sarà un problema. Dobbiamo solo scoprire dov'è.- La mora interruppe per un attimo il flusso dei suoi pensieri per concludere il ragionamento che Emma aveva già intuito da sé.

-E dopo?- si azzardò a chiedere la bionda

-Dopo io e te faremo grandi cose- la risposta fu accompagnata da un occhiolino. -Vedi Emma, non devi pensare che io sia presuntuosa quando dico che ho enormi poteri, il problema è che da soli non sono abbastanza per avere la meglio su quel dannatissimo Merlino- pronunciò quest'ultima frase con evidente stizza, poi il tono tornò pacato, -Ma contro la mia magia combinata alla tua non potrà nulla!-

-Perché vuoi ucciderlo?-

-Non è importante che tu lo sappia, tanto, se anche volessi, non potresti rifiutare di aiutarmi- le disse accennando vistosamente al pugnale poggiato sul suo grembo. Emma deglutì a vuoto, aveva la netta sensazione che quella storia non si sarebbe conclusa bene in nessun caso.

-Cosa vuoi che faccia adesso?-

-Te l'ho detto. E' tempo che tu vada a riconciliarti col tuo innamorato.-

   La linea dell'orizzonte era sempre lì, sempre simile a se stessa, a come l'aveva vista nei suoi sonni agitati. Dopo aver vagato per un po', ormai stanco, sia fisicamente che emotivamente, Killian aveva deciso di rientrare alla nave per darsi una sistemata e provare a rilassarsi e a svuotare la mente. Si fermò nei pressi della scaletta per salire e, proprio come aveva fatto nel suo ultimo incubo, si voltò a scrutare il punto di contatto tra cielo e mare senza una ragione precisa. Non aveva molto senso in effetti voler ripercorrere certi ricordi, anche se scaturiti da una mente provata.

La situazione era davvero particolare, tutto somigliava terribilmente a quell'incubo, persino le sensazioni, per questo la reazione fu identica quando percepì una presenza alle sue spalle, e un leggero tocco sulla schiena. Stavolta però fece in tempo ad indietreggiare, finendo con l'inciampare e cadere disteso. Cosa che gli diede la perfetta visuale di Emma che lo fissava turbata e dispiaciuta.

-Sta... sta lontana- balbettò lui rimettendosi in piedi e tenendo un braccio largo per rimarcare le distanze

-Non volevo spaventarti- si scusò Emma.

I due rimasero a guardarsi negli occhi per una frazione di tempo indefinita. Occhi nei quali si erano specchiati vicendevolmente milioni di volte, e che adesso quasi stentavano a riconoscere.

-Hai paura di me- affermò con un filo di voce la ragazza, Killian non rispose, mentre si rialzava. -Non ti biasimo per questo, al tuo posto ne avrei anche io- concluse spostando lo sguardo verso il mare. Il tono non era minaccioso, sembrava piuttosto mortificata.

Hook dovette lottare contro l'istinto di abbracciarla. C'era qualcosa in lei che lo spingeva a credere di avere davanti la donna che amava, ma la logica gli imponeva di essere cauto.

-Hai ucciso Robin...-

-Lo so...- e le lacrime che brillavano sulle sue guance sembravano sincere. Killian si avvicinò di qualche passo

-E' stata Morgana a ordinarti di venire qui?- Emma sospirò e poi annuì. -Perché?-

-Lei pensa che, dato il nostro legame, mi rivelerai quello che avete scoperto su Merlino- Uncino aggrottò la fronte

-Significa che lei non sa dov'è?-

-No- Killian ridacchiò nervosamente a questa risposta

-E tu pensi che io me la beva?- chiese sarcastico. -Dovresti spiegare a quella megera che fa malissimo a sottovalutarci. Saremmo stati anche un po' ingenui a scegliere di fidarci di lei quando non sapevamo chi fosse, ma questo non significa che siamo stupidi-

-E' la verità Killian. Se lo sapesse lo avrebbe già raggiunto- Il pirata tornò serio

-A che gioco state giocando tu e la tua amica?-

-Io...- provò Emma, ma lui la interruppe

-No! Non mi fido di te!- le urlò, e lei parve ferita dalle sue parole

-Hai ragione- disse Emma avvicinandosi di nuovo, -Morgana ha il pugnale, e con quello può farmi fare qualsiasi cosa voglia, senza che io possa ribellarmi.- Ormai era a pochi centimetri da Hook, e gli parlava con voce quasi ipnotica. -Infatti mi ha mandato qui con l'obbiettivo di scoprire tutto quello che sapete- poggiò la mano sul petto dell'uomo, -Con ogni mezzo.-

Il cuore di Killian batteva ad un ritmo insostenibile, di sicuro Emma poteva sentirlo sotto il suo tocco. Che sia stato un sogno premonitore oppure no, non era difficile indovinare quello che sarebbe accaduto. Chiuse gli occhi e trattenne il respiro.

-Non costringermi a farlo- lo supplicò lei

-Uccidimi- rispose lui tenendo la sua posa e, imprevedibilmente, la mano della bionda si spostò dal petto per salire ad accarezzargli il viso

-Vorrei avere la forza di oppormi, ma sarebbe comunque pericoloso, quella strega è troppo potente- sussurrò Emma poggiando la fronte a quella del pirata. -Come pensate di agire e cosa avete scoperto?- le labbra di Emma erano invitanti come nel sogno, e anche la voglia di lasciarsi andare era la stessa.

-Non ti dirò niente-

-Se non lo farai Morgana mi costringerà a farti male sul serio!- e in tutta risposta Killian si esibì in un sorriso beffardo.

La mano di Emma esitò un istante prima di tornare sui pettorali dell'uomo

-Killian... - sussurrò la bionda, aveva lo sguardo implorante. Lui non si mosse e la mano di lei andò a serrarsi intorno al suo cuore.

Un urlo strozzato e la presa divenne più forte.

-Parla Killian. Ti prego!-

-N... no-

-Hook!-

Il pirata provò a resistere con tutte le sue forze ma il dolore era insopportabile, pur avendolo già sperimentato, Cora gli aveva riservato un trattamento simile molti anni prima, quando aveva provato ad ucciderla al soldo di Regina. Presto si trovò senza più forze.

-Parla!- insisté Emma, quasi altrettanto sofferente. E alla fine Killian si arrese.

-He... Henry- balbettò. Emma finalmente allentò la presa

-Cosa?-

-Forse esiste un modo per fargli riottenere i poteri- spiegò lui affannosamente. La Signora Oscura tolse bruscamente la mano dal suo petto.

-No. Regina non può pensare di coinvolgere Henry!-

-Infatti non vorrebbe, ma è l'unico modo. Tremotino ha detto che ci serve un albero dalla Foresta Incantata- concluse Uncino tra un colpo di tosse e l'altro.

Emma si allontanò, aveva uno sguardo spaventato e preoccupato insieme, sembrava stesse valutando e soppesando le informazioni avute. Killian si ricompose, aspettando incerto una sua mossa, e maledicendosi per non aver resistito di più. Poi, inaspettatamente, Emma si riportò nuovamente a pochi centimetri dal suo viso, passandogli una mano dietro la nuca per far toccare ancora le loro fronti.

-Devi promettermi- gli disse, -Che, qualunque cosa accada, farete di tutto per fermarla. E che, se uno qualunque di voi dovesse trovarsi in pericolo di vita, a causa mia, non esiterete ad uccidermi.-

La trasparenza dei suoi occhi era disarmante, pensò Killian, non vi era alcuna traccia di Oscurità, e la cosa lo confondeva.

-Emma...- sussurrò lui

-Promettimelo- insisté Emma, provocandogli un brivido.

Rimasero a fissarsi ancora un po', in silenzio. Che fosse sincera o no, Killian non avrebbe mai potuto prometterle una cosa simile.

-Ti salveremo Emma. Questa è l'unica cosa che posso prometterti- le disse accarezzandole il volto ancora segnato dal potere Oscuro. E quando si sporse in avanti per baciarla, lei si smaterializzò.

   Camminava a testa bassa Henry, e senza prestare attenzione a quello che lo circondava nelle strade, comunque poco animate, della città. Il passo era veloce, alimentato dal nervosismo e dall'adrenalina che ancora gli scorreva in corpo dopo la discussione avuta con sua madre poco prima. Arrabbiarsi e inveire contro Regina era l'ultima cosa che volesse, ma non aveva potuto evitarlo, perché anche lei, come nessuno del resto, sembrava non capire i suoi sentimenti, quella combinazione di rabbia, delusione e frustrazione che teneva in costante tensione i suoi nervi. Aveva accettato di restare a casa con Roland ancora una volta, mentre “gli eroi” si riunivano per decidere la prossima mossa, che sperava riguardasse solo la sconfitta di Morgana. Non perché non volesse più indietro la sua madre biologica, ma perché ormai aveva smesso di credere che ciò fosse possibile. Aveva paura che Emma avrebbe trascinato giù, nell'abisso in cui era sprofondata, chiunque avesse tentato di salvarla, e il pensiero di perdere qualcun altro delle persone che amava era semplicemente insopportabile. E camminava svelto, quasi correva, per spegnere quella fiammella di speranza che, timida e determinata, ancora bruciava in lui, riaccesa dal racconto di Regina.

-Come fai a non odiarla?- le aveva chiesto riferendosi a Emma, una volta soli; visto che Roland era andato a farsi il bagno da solo come il “bimbo grande” che era.

-Henry...- aveva risposto esasperata Regina

-No! Lei ha distrutto il tuo lieto fine!-

-Non è stata colpa sua-

-Invece sì! E' stata lei a scegliere di arrendersi, non ha voluto combattere! Dovresti volerla morta invece che salvarla!-

-Henry adesso basta!- Il ragazzo in quell'istante aveva avuto la netta sensazione che Regina lo avrebbe schiaffeggiato per la prima volta in quindici anni. -So che Emma è il tuo eroe, e capisco che sei arrabbiato, ma non devi dimenticare che è soprattutto tua madre!- lo aveva rimproverato. Henry aveva distolto lo sguardo. -Essere la Salvatrice non l'ha resa perfetta. E' umana, e in quanto tale commette errori. Non smettere di credere in lei. Riuscire a perdonare è il vero atto di eroismo, la vendetta la strada che percorrono i cattivi. La storia mia e dei tuoi nonni avrebbe dovuto insegnartelo-

-Quindi non cercherai di uccidere Morgana per vendicare la morte di Robin?- l'aveva provocata il ragazzo, e Regina, colta in contropiede, non aveva saputo cosa rispondere, farfugliando qualcosa che somigliava a un “è diverso”. Henry ne aveva approfittato per infliggere l'ultima stoccata. -Come pensavo- aveva ripreso sprezzante, -I bei discorsi valgono solo per Emma. Sei un'ipocrita mamma, e io non accetto lezioni dagli ipocriti.-

-Salveremo Emma, e se nel farlo Morgana dovesse perdere la vita, beh non mi dispiacerà- aveva specificato la donna, una volta ritrovata la sua sicurezza. Henry però si era già avvicinato alla porta. -Henry dove stai andando? E' pericoloso!- gli aveva detto ancora Regina preoccupata, mentre il ragazzo spariva sbattendola.

Senza una meta si era incamminato a testa bassa, rimuginando e cambiando idea di continuo, ignorando di proposito il telefono che, imperterrito, gli vibrava in tasca. Si ritrovò a compiere un mezzo giro su se stesso quando, con la spalla, andò a urtare qualcuno che procedeva alla sua stessa velocità ma in direzione contraria, Killian.

-Henry!- esclamò il pirata, sorpreso quanto lui. -Ti sei fatto male?-

-Sto benissimo- rispose bruscamente il giovane, che si spostò per proseguire

-Ho incontrato Emma- disse l'uomo facendolo fermare. Istintivamente Uncino sentiva che la persona più giusta a cui rivelarlo fosse proprio Henry. Il ragazzo si riavvicinò

-Stai bene?- gli venne naturale chiedere, dando per scontato che, dopo un faccia a faccia con Emma, difficilmente si restava illesi. Hook annuì

-All'inizio ho avuto paura, ma poi...- fece una pausa e sospirò. -Henry era lei!- strinse forte la spalla del ragazzo come per rafforzare il concetto. Henry aggrottò la fronte

-Ti sei lasciato ingannare- rispose freddamente. Era difficile credere che potesse essere vero, molto più probabile che l'amore, e il forte desiderio di riavere Emma con sé, avessero illuso l'uomo.

-No- fece convinto quest'ultimo. -Le cose che ha detto, la sua voce. Erano una richiesta di aiuto. Sta tornando in sé.-

Non smettere di credere in lei”.

Le parole di Regina ancora vivide nella mente. E Henry voleva crederci con tutto se stesso che la Salvatrice fosse tornata a lottare.

-Ne sei sicuro?- chiese con voce incerta

-Sì. I suoi occhi non mentivano. Era la nostra Emma- confermò Uncino, e queste parole furono ossigeno che andò ad alimentare la fiammella di speranza che Henry avrebbe voluto spegnere, trasformandola in fuoco ardente e vigoroso. -Mi ha fatto capire che Morgana può aprire un portale- continuò il pirata, -Stavo andando da Gold per dirglielo. Regina ti ha detto dell'albero?-

-Sì.-

Sapeva dell'albero e della concreta possibilità di riottenere i suoi poteri di Autore, che mai aveva bramato come adesso. Sarebbe stato lui l'asso nella manica vincente.

Perdonare è il vero atto di eroismo”.

Sarebbe stato lui a salvare sua madre.

   Quando Emma tornò al nascondiglio trovò Morgana intenta a versarsi una bevanda fumante, comodamente seduta al famoso tavolo costruito dal nulla, e sorridente.

-Oh bentornata!- esclamò felice la strega. -Vieni, prendi una tazza di tè. L'acqua di questo mondo ha un sapore buonissimo, non ne ho mai viste di più limpide, sai com'è, vivendo tra Camelot e la Foresta Incantata...- Il tono falsamente affabile infastidì la Signora Oscura, che rispose bruscamente

-Non mi va il tè-

-Perché devi sempre essere così ostile? Io ci sto provando a rendere questa nostra collaborazione piacevole, oltre che proficua, ma tu fai di tutto per rendermi le cose difficili- sbuffò Morgana

-L'ultima cosa che vorrei è collaborare con te, ma non ho molto margine di scelta, mi pare-

-Bene. Se la metti su questo piano smetto di provarci. Del resto mi serve la Signora Oscura, non un'amica.- Morgana riprese a versare il liquido ambrato in una seconda tazza, che avvicinò alla bionda. -Bevi il te Emma- le ordinò, sorridendo soddisfatta quando vide compiersi il suo volere. -Raccontami quello che vi siete detti tu e il bel pirata, e non provare a mentire-

Emma mandò giù un sorso piuttosto rumorosamente. Le parole che avrebbe usato per il suo racconto affollarono subito, obbedienti, la sua mente, accalcandosi in fila sulla sua lingua, pronte per essere proferite.

-Mi ha detto che devono andare nella Foresta Incantata per recuperare una cosa- disse perdendo la lotta contro se stessa

-Cosa?- chiese l'altra iniziando a spazientirsi

-Un albero- rispose la bionda, a Morgana sfuggì una risata

-Come scusa? E a cosa mai dovrebbe servirgli un albero?-

Emma strinse forte i pugni sotto il tavolo fino a farsi male, se avesse potuto si sarebbe strappata via la lingua pur di non rispondere, ma non poté evitarlo.

-E' un albero dalle proprietà magiche. Da esso soltanto è possibile ricavare il legno per costruire la penna dell'Autore-

La risata della strega mutò in un sorriso sorpreso

-Vuoi dire che tu e i tuoi amici sapete dell'esistenza dell'Autore? Ma certo, sarà stato l'Apprendista a rivelarvelo- borbottò tra sé e sé, -Peccato che non serva a nulla procurarsi una nuova penna. Solo chi è stato prescelto può usarla, perciò senza di lui è un pezzo di legno qualunque.-

Emma cercò di restare impassibile, ma chiuse gli occhi disperata quando Morgana arrivò da sola alla giusta conclusione.

-A meno che...- riprese la strega, -...Oh! Te l'ho già detto che adoro questa città?- esclamò battendo entusiasta il pugno sul tavolo. -Quindi i tuoi amici, pieni di risorse, hanno trovato l'Autore. Quando?- chiese alla bionda che, purtroppo. Rispose prontamente

-Prima che diventassi la Signora Oscura-

-E perché mai non avete sfruttato i suoi poteri per salvarti?- ragionò a voce alta Morgana, poi tornò a rivolgersi a Emma, -Quello dell'Autore è un grande potere. Merlino ha sempre voluto che fosse usato solo per registrare gli eventi e tramandarli, ma con esso si può scrivere la Storia. Modificarla a proprio piacimento, far accadere cose inimmaginabili. Non lo sapevate?-

Emma sibilò un debole e sommesso “sì”

-Ovvio- commentò l'altra, -Ed è quello che sperano di fare adesso i tuoi. Una mossa intelligente, devo dargliene atto, ma grazie a te potremo giocare d'anticipo sfruttando l'altro nostro piccolo vantaggio- disse picchiettando la tasca dove teneva il fagiolo magico. Poi arrivò la domanda che la Signora Oscura temeva più di tutte. -Chi è l'Autore, e perché ha bisogno di una penna nuova?-

Il nome di suo figlio si schierò immediatamente sulla punta della sua lingua, accompagnato dal resto delle informazioni richieste da Morgana. Immaginò di poter sbarrare loro la strada per una volta.

-E'... Killian- pronunciò dopo una piccola, impercettibile, esitazione.

Ce l'aveva fatta. Aveva sostituito le parole giuste con una bugia improvvisata. Aveva disobbedito al pugnale, ed era una sensazione magnifica riconquistare una briciola di libertà. Mascherò gioia e stupore, mentre la strega chiedeva delucidazioni.

-Il tuo Killian? Il pirata gentiluomo?- disse dubbiosa, Emma sentiva il proprio cuore martellarle nel petto. Dopo aver riflettuto l'altra continuò. -Navigando per mare avrà avuto modo di visitare molti mondi, sì, ma non immaginavo fosse un amante della scrittura-

-Infatti. Ha ricevuto i poteri dopo che il precedente Autore li aveva persi per averne abusato. Killian non si sentiva all'altezza e ha deciso di spezzare la penna, per non cadere nella stessa tentazione- continuò a mentire la bionda con sempre meno difficoltà.

-Che animo nobile. E quanta dedizione!- commentò Morgana, -Non vedevo un uomo così innamorato da... boh, non ne ho idea! Credo che vada premiato-

-Cosa? Che... che significa?- domandò Emma non presagendo nulla di buono.

-Aiuteremo il tuo adorato Uncino a riottenere i suoi poteri, e lui, in cambio, ci consegnerà Merlino-

-E dopo cosa accadrà a Hook e agli altri?-

Morgana non rispose, ma sorrideva mentre si riportava alla bocca la sua tazza di tè, e con un lento soffio diradava le ultime scie di vapore che, sottili, risalivano ancora dalla superficie.

 

 

Widow's corner

A R. per il supporto e l'incoraggiamento,

grazie amica mia, ti voglio bene.

   
 
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