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Autore: Demon1901    25/08/2016    12 recensioni
Questa storia partecipa ad un sfida chiamata “sfida dei clichè” nella quale dovevo prendere una traccia e trasformarla in qualcosa di originale, spero di esserci riuscita.
Sun, il titolo della storia ha un doppio significato, letto all'inglese vuol dire sole mentre letta all'italiano assume un significato in urdu, vuol dire “ascolta”.
Buona lettura.
[«Wali Shazad?» disse la ragazza con il burqa ma il volto scoperto.
In risposta lui non riuscì a formulare niente di meglio di un «Huh?»
«Sei un idiota.» E continuava a sorridere.]
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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La strada era deserta nonostante il sole picchiasse forte nel cielo. Una ragazza, completamente coperta, avanzava velocemente con un passo deciso finché, arrivata a fine strada, girò bruscamente in un piccolo vicolo e proseguì sicura di sé fino al momento in cui non lo vide: si sosteneva con una gamba e schiena appoggiati al muro mentre con una mano portava la sigaretta alle labbra. Non degnò nemmeno di uno sguardo quei passi decisi che gli si avvicinavano, altrimenti non gli sarebbe sfuggita quella andatura che celava dentro di sé l’impazienza, fretta e soprattutto fermezza.
La figura coperta dal burqa nero lasciava scoperti solo gli occhi, giunta davanti al ragazzo si fermò e con una voce piuttosto arrabbiata disse: «Tu essere schifoso! Come osi mettere i tuoi sporchi occhi addosso a mia figlia?!»
Sentendo queste parole il ragazzo sbarrò gli occhi, cercando di non lasciarsi prendere dal panico, simulò una risata forzata.
«Non capisco, credo abbia sbagliato persona signora» disse il ragazzo mentre si raddrizzava e buttava via ciò che restava della sigaretta.
«Oh non ho sbagliato persona, chiunque ti riconoscerebbe Walì Shazad»
Wali Shazad era senza parole. Non riusciva a comprendere la situazione ma soprattutto non sapeva come ribattere. Quale era la risposta giusta? Cosa sapeva esattamente questa donna davanti a lui? In quell’istante però era incapace di trovare risposte e non riusciva a pensare ad altro, se non che accettare la scommessa era stata una delle decisioni più sbagliate che lui avesse mai preso. Tuttavia l’aveva fatto, aveva accettato e ora si trovava davanti ad una donna con tre figli maschi abbastanza giovani da ridurlo in brandelli in qualsiasi momento.
Cercò d’improvvisare: «Signora, vivo in questo villaggio proprio come lei. Lei conosce il mio nome come qualsiasi altra persona che ci vive»
«Cerchi d’ingannarmi Wali? Non sono un’idiota come mia figlia. Credi che non sappia niente delle tue stupide scommesse o delle gente che frequenti? Tu hai convinto mia figlia a… A» e alzò la mano così velocemente che Wali, aspettandosi uno schiaffo, chiuse istintivamente gli occhi in attesa del bruciore che lascia la mano sulla guancia, sì gli era già capitato con altre ragazze e ricordava la sensazione. Aveva ancora gli occhi chiusi quando qualcosa di morbido si posò sulla sua guancia, era tanto sorpreso che per un momento non realizzò quello che stava succedendo, lentamente aprì gli occhi e vide Sundus con un gran sorriso sul viso.
«Wali Shazad?» disse la ragazza con il burqa ma il volto scoperto.
In risposta lui non riuscì a formulare niente di meglio di un «Huh?»
«Sei un idiota.» E continuava a sorridere.
Il ragazzo, ormai ripresosi dallo shock iniziale, capì l’intera situazione: Sundus era la ragazza sulla quale aveva scommesso, doveva convincerla a fare un piccolo make-over, un cambiamento nel suo look attuale. Per vincere Wali aveva iniziato a flirtare con lei perché era una delle cose gli riuscivano meglio, quel giorno sarebbe stato il loro primo appuntamento e sarebbe anche stata la cosa che avrebbe portato Wali alla vincita della scommessa.
«Sundus! Mi ero completamente dimenticato che ti piace scherzare ma addirittura fingerti tua madre?»
«Potevo farlo solo oggi visto che la prossima volta avresti riconosciuto la mia voce» replicò lei con non curanza.
Quella infatti era anche la prima volta che s’incontravano e quindi Wali non aveva la minima idea del suono della sua voce.
«Non è stato divertente ed inoltre non hai mantenuto la parola»
Wali sapeva essere molto convincente, era una delle qualità che si apprendevano facilmente quando la maggior parte del tuo tempo passi a flirtare online e l’altra metà a scommettere, anzi è una dote necessaria per praticare efficacemente le due cose.
«Dovevo venire qui senza il burqa ma avevo precisato che l’avrei fatto solo se tu ti fossi presentato qui con una macchina. Io non vedo una macchina quindi allo stesso modo tu non vedrai cosa c’è sotto questo burqa» concluse il discorso facendogli un occhiolino.
«La macchina è a fine vicolo, andiamo»
Lentamente entrambi s’incamminarono verso la stessa direzione, il momento inziale di loquacità era passato, ora regnava un silenzio assoluto, si sentivano solo i loro passi quasi sincronizzati finché non si accomodarono dentro la macchina.
Sundus una volta dentro si tolse completamente il velo dal capo il che sorprese molto Wali, non che non gli piacesse ma tutte le ragazze in quel paese avevano mille ripensamenti prima di decidere di uscire con un estraneo, lei invece era particolare: non dubitava nemmeno per un secondo di quello che faceva.
«Perché mi guardi così?»
«Perché sei bellissima» rispose lui.
«Lo sai che anche io ho guardato quel film vero? Non funziona. Sai guidare vero?»
Forse era una delle poche volte che Wali non si stava ispirando a nessun film, il suo commento era stato del tutto sincero e molto più profondo di quanto lo poteva sembrare, quello che voleva veramente dire era che lei era bellissima nella sua sicurezza, non dubitava e non aveva paura di essere scoperta.
Durante il viaggio di quasi un’ora toccarono svariati argomenti, alcuni personali e altri superficiali, riempirono tutto il tragitto con chiacchere e Wali non poteva far altro che sorridere sinceramente sentendosi molto leggero. Era la prima volta che non doveva convincere una ragazza che era al sicuro, che non avrebbe spettegolato alle sue spalle e rassicurarla su diverse cose, stranamente era la prima volta che stava condividendo un rapporto vero.
Arrivati al ristorante Sundus aveva già subito il grande cambiamento: aveva lasciato il burqa nella macchina scoprendo la piccola camicia giallo limone con ricami floreali molto leggeri e una semplice gonna blu, combinazione che dava subito nell’occhio. Si era sciolta pure i capelli che ora le circondavano il viso e il rossetto rosso era il tocco decisivo per farla apparire affascinante. Non sembrava più la ragazza silenziosa che vedeva passare tutti i giorni lungo la via, anzi faticava a credere che fosse la stessa persona. Quella ragazza sempre coperta dal burqa nero, con il viso coperto e che non attirava su di sé nemmeno uno sguardo, ora era il centro d’attenzione degli vicini di tavolo. I suoi pensieri furono interrotti dalla suoneria nel cellulare, era arrivato un messaggio da Ali, il ragazzo con cui aveva fatto la scommessa, anche lui si trovava lì per vedere il “cambiamento” con i proprio occhi. Il messaggio era composto da poche parole: Hai vinto. È una bomba fratello ;)
«Suppongo sia arrivato il messaggio di conferma…» disse Sundus mentre beveva il suo milkshake al gusto di mango.
«Cosa?» Wali era davvero spaesato, già prima Sundus aveva parlato di scommesse ma non aveva preso sul serio ciò che aveva detto.
«Hai vinto no? Insomma sono qua senza il mio burqa mostrando a tutti la mia bellezza nascosta» ribatté lei con un tono divertito, come se si stesse prendendo gioco di lui.
«Perché quella faccia? Prima nel vicolo la mammina ti aveva informato che sapeva tutto delle tue scommesse» continuò lei assumendo un tono che si utilizza mentre si parla ai bambini.
Wali non sapeva cosa replicare così rimase in silenzio tastando il terreno e la lasciò parlare: «Non avrai creduto davvero che io abbia fatto questo per il tuo fascino irresistibile o per le tue parole seducenti…»
«Allora perché?» Wali era un po’ infastidito, non dalle parole di Sundus ma piuttosto dagli sguardi che stava attirando su di sé dagli tavoli vicini.
«Voglio qualcosa in cambio» disse lei sicura di sé.
«Cosa vuoi?».
Non riuscì a rispondere perché arrivò il cameriere che invece di prendere l’ordine stava analizzando ogni dettaglio di Sundus.
«Ehi, ehi mister» schioccò le dite Wali, richiamando l’attenzione dell’uomo su di sé, «Puoi andare, non vogliamo ancora ordinare»
«Lei no ma forse la signorina vuole prendere qualcosa, è una giornata calda, avrà sete» e ritornò a fissarla.
«Ho detto che puoi andartene.» ripeté con una voce così fredda che il cameriere non osò ribattere.
«Stavi dicendo che volevi qualcosa Sundus»
«Sì, mi serve il tuo aiut…» non aveva ancora completato la frase che il cameriere si ripresentò con un drink, interrompendo di nuovo la conversazione.
«Cosa della frase “non ci serve niente” non hai capito?»
«Signore mi è stato detto di portare questo drink alla signorina»
«Chi te lo ha detto?» chiese Wali con un tono minaccioso.
Il cameriere indicò un tavolo più giù, erano i ragazzi che la stavano fissando.
«Bene, non lo vogliamo, puoi riportarlo a loro e alzati Sundus, stiamo per andarcene»
Non le diede nemmeno il tempo di rispondere e la trascinò fuori prendendola per il braccio.
«Ehi calmati! Smettila di correre, cosa c’è?»
«Cosa c’è? Devo dirtelo io cosa c’è che non va?»
Sundus semplicemente annuì.
Wali frustrato si portò le mani nei capelli: «Prima ti chiamano “una bomba”, poi ti fissano, arriva il cameriere e ti analizza dai capelli fino ai piedi, nemmeno dovesse mandarti la proposta di matrimonio e poi arriva il drink offerto da quei bast…»
Si zittì all’improvviso.
«In tutto questo cosa esattamente non ti è piaciuto? Perché sei così infastidito? Non sarai mica geloso?» chiese lei con un tono malizioso.
«Geloso? E di cosa?» rise mentre una parte dentro di lui bruciava, forse era proprio così, cercò di controllare quei sentimenti incompresi e continuò:
«Ma certamente sono molto infastidito. Sei venuta con me, ero lì accanto a te ma tutti avevano lo sguardo puntato su di te
«Ora capisco, hai appena provato la sensazione di essere ignorato» rise di gusto lei.
«Certo, certo ridi pure ma andiamocene da questo posto».
Una volta che si misero comodi dentro la macchina Wali riuscì a controllare quei sentimenti contrastanti e riprese il discorso:
«Mi stavi dicendo che ti serve il mio aiuto, per cosa e perché mai ti aspetti che io ti aiuti?»
«Io ho aiutato te a vincere la scommessa, ogni bravo uomo salda il proprio debito e tu ne hai uno nei miei confronti»
Annuendo Wali le fece un segno di continuare il discorso.
«Voglio una cosa molto precisa e devi aiutarmi ad averla»
«Cosa vuoi?» le chiese ancora una volta.
«Zahir.»
«Zahir» ripeté con una voce scettica.
«Sì voglio che tu mi aiuti a conquistare Zahir, il tuo amico».
Nel petto di Wali all’improvviso riapparve quel bruciore e disse solo poche parole:
«Ti riporto a casa
 
 
to be continued…
 

Questa storia partecipa ad un sfida chiamata “sfida dei clichè” nella quale dovevo prendere una traccia e trasformarla in qualcosa di originale, spero di esserci riuscita. Lla mia traccia era: “Il personaggio A non viene calcolato da nessuno. Ma una volta che personaggio B, per una sfida, gli fa un make-over completo di stile, personaggio A comincia ad attirare tante attenzioni... di cui personaggio B è geloso.”

Alla fine come vedete ho scritto che la storia continua quindi questo è una specie di prologo o prendetelo come il primo capitolo, proprio per questo motivo non mi sono soffermata moltissimo a descrivere i protaganosti perché conto di farlo nei prossimi capitoli. Quindi se vi è piaciuta spero di vedervi anche al prossimo capitolo!
Una curiosità: Sun, il titolo della storia ha un doppio significato, letto all’inglese vuol dire sole mentre letta all’italiano assume un significato in urdu, vuol dire “ascolta
Alla prossima.
   
 
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