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Autore: lightwood4life    25/08/2016    1 recensioni
Continuarono a guardare le stelle e ogni tanto lo stregone indicava all'altro delle costellazioni inesistenti.
-...e quella è la costellazione del porcellino d'India- Il nephilim rideva e guardava il compagno con una luce diversa, quella che aveva quando dimenticava i problemi e tutto il resto. Quando c'erano solo loro due.
Magnus amava quella risata, debolmente accennata ma che gli faceva illuminare il volto.
Non rideva spesso ma ogniqualvolta che il Nascosto riusciva a farlo anche solo sorridere, sentiva i fuochi d'artificio nel petto ed era come se fosse l'artefice di un piccolo miracolo.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedico questa fanficion a tutte le persone

innamorate come me. Non permettete che

nessuno vi giudichi o vi dica come amare e

chi amare. L'amore è una cosa astratta e

imprevedibile, non si può decidere la persona che

ti ruba il cuore.



C’è chi si fissa a vedere solo il buio.
Io preferisco contemplare le stelle. 
Ciascuno ha il suo modo di guardare la notte.


Victor Hugo




Quella sera Alec e Magnus erano usciti per fare una tranquilla passeggiata mano nella mano.

Era buio, non c'erano molte persone in giro. Ogni tanto si vedeva qualche coppia di adolescenti camminare mano nella mano accanto a loro.

I mondani potevano vederli quella sera, però. Lo stregone era riuscito a convincere il Lightwood a rendersi visibile, l'unica cosa ce desiderava era un'uscita normale con il suo splendido ragazzo.

In quel momento si ritrovò a ringraziare l'evoluzione e il progresso della mente umana che gli permetteva di tenere per mano il suo ragazzo.

Certo, c'erano e purtroppo sarebbero sempre rimaste persone con la mentalità chiusa che avrebbero sempre immaginato l'amore di coppia tra un uomo e una donna. Magnus odiava gli stereotipi. Ma scacciò quel pensiero.

In quel momento le uniche cose che contavano erano la mano calda del suo Alexander che premeva contro il suo palmo, e l'amore che provava per lui.

Dio, se lo amava.

Quel Nephilim era entrato nella sua vita come un esplosione vulcanica. Inaspettata, spaventosa, ma bellissima.

Magnus aveva sempre cercato l'amore, e non aveva mai messo di farlo. Molti gli avevano spezzato il cuore, ma lui s era sempre ripreso. A volte con fatica, ma ce l'aveva sempre fatta.

I secoli passavano però, e pino piano smise di cercarlo, ma con quel Lightwood capì che l'amore non va cercato: è lui che ti trova.

Stavano camminando per Central Park, quando decisero di fermarsi.

Si accostarono di lato, sul prato, e si sdraiarono per terra.

La luna quella notte era quasi piena, e baciava la pelle candida dello shadowhunter facendolo sembrare un angelo.

Non che non lo sembrasse sempre, chiaro, ma la luna regalava al ragazzo un pallore quasi disumano, ma a modo suo bellissimo. Inoltre gli faceva risaltare gli occhi, quelle due pozze blu con cui Magnus faceva l'amore solo a guardarle.

-Le stelle sono bellissime sta notte- sussurrò Alec, mettendosi sdraiato su un fianco per guardare l'altro in faccia.

-Tu lo sei di più- quell'affermazione fece colorare le guance dell'ultimo di un rosso adorabile, e Magnus si ritrovò a ringraziare ancora una volta persino l'Angelo Raziel, per avergli donato il più bello dei suoi discendenti.

Continuarono a guardare le stelle e ogni tanto lo stregone indicava all'altro delle costellazioni inesistenti.

-...e quella è la costellazione del porcellino d'India- Il nephilim rideva e guardava il compagno con una luce diversa, quella che aveva quando dimenticava i problemi e tutto il resto. Quando c'erano solo loro due.

Magnus amava quella risata, debolmente accennata ma che gli faceva illuminare il volto.

Non rideva spesso ma ogniqualvolta che il Nascosto riusciva a farlo anche solo sorridere, sentiva i fuochi d'artificio nel petto ed era come se fosse l'artefice di un piccolo miracolo.

Gli prese la mano e poi gli disse:

-Hai le mani gelate. Hai freddo? Se vuoi possiamo tornare a casa...-

Alec avvicinò il volto a quello dell'altro ragazzo, i loro nasi si sfioravano quasi.

-Basterebbe il calore del tuo corpo- e come suo solito arrossì. Erano rare le volte in cui flirtava o esprimeva apertamente i suoi sentimenti, e ogni volta arrossiva.

Allora lo sguardo del più grande si intenerì e circondò il fidanzato con un braccio, attirando il suo corpo a se, come una calamita.

Si ritrovarono Magnus che accarezzava la guancia di Alexander, e l'ultimo con la testa nascosta nell'incavo del primo.

E restarono lì, sotto le stelle a baciarsi e ridere per un tempo indefinito, ma a loro non imporava.

   
 
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