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Autore: tikei_chan    29/04/2009    3 recensioni
Missing Moment. Jacob ha appena concluso la trasformazione e dopo un discorso fatto con Sam penserà ad un modo per rivelare tutto a Bella senza infrangere le regole.
Gli torneranno utili le leggende che Billy gli aveva raccontato quando era piccolo e che lui stesso aveva riportato a Bella.
Fanfiction classificata 1° al contest "Cose da lupi" indetto da Speednewmoon
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Billy Black, Jacob Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più libri/film
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Legends, believeem or not

 

L'uomo smise di parlare e stette immobile.

Certamente era curioso di sapere cosa pensasse suo figlio di ciò che gli aveva appena raccontato, ma preferì lasciargli il tempo di elaborare.

Il bambino lo guardò ancora per qualche secondo con l'espressione attenta e sognatrice che aveva mantenuto mentre lo ascoltava, poi fece un ghigno divertito.

“Tu ci credi?” Domanda che, l'uomo se ne rese conto, aveva il palese scopo di schernirlo.

Rispose al figlio in tono greve, poiché in parte si sentiva addosso il peso dell'alfa, e in quanto tale, percepiva il compito di proteggere le tradizioni, e in parte ferito dal suo scetticismo e dal modo in cui si prendeva gioco delle loro origini.

Jacob, queste “leggende” ci sono state tramandate dai nostri avi per innumerevoli generazioni di Quileute, e in esse affondano le nostre radici. Possiamo capire molte cose su noi stessi da tali racconti, ti prego quindi di non riderne.

Il contrasto fra l'espressione severa e il tono pacato che usò, donarono al rimprovero austerità ed efficacia, che rimisero a posto il piccolo Jake.

Egli rabbuiandosi, abbassò la disordinata testa mora per osservare l'intreccio del tappeto sul quale era seduto. Non si sentiva più di poter mantenere il contatto con le scure iridi del padre, che talvolta lo facevano sentire talmente piccolo che avrebbe potuto trovarsi sotto le sue suole.

Fu l'uomo a rompere il silenzio irreale che aleggiava nel soggiorno di casa Black.

“È tardi, vai a dormire Jake.” Disse seccamente. Non sembrava arrabbiato, pareva più che altro infinitamente stanco.

Seguito con lo sguardo dal padre, il bambino si alzò e si diresse verso le scale, mormorando fra sé parole che Billy non colse.

Pazzo! Come si fa a pensare che certe stupidaggini siano vere...

 

 

*

 

 

Jacob era in camera sua, steso sul letto con il viso affondato nel cuscino.

Esattamente come qualsiasi ragazzino depresso.

Ripensava agli avvenimenti recenti che gli avevano sconvolto la vita, chiedendosi in continuazione come fosse possibile che quella follia gli fosse piombata sulle spalle così all'improvviso.

Gli venne in mente quando, da piccolo, aveva ascoltato le leggende dei Quileute per la prima volta e ricordò nitidamente la serietà sul viso di Billy.

Jacob non aveva mai voluto credere a quelle favolette che riteneva buone solo per bambini e vecchi superstiziosi, e da sempre era stato colpito dall’ostinazione del padre a considerarle veritiere.

Ripensò sorridendo tristemente a quando sulla spiaggia le aveva riportate a Bella; per assicurarsi di non fare la figura dell'idiota, aveva specificato più volte che lui non ne riteneva vera neanche una parola.

Tutta quella situazione gli sembrava d’un tratto così assurda.

“Posso?” Chiese qualcuno dal corridoio.

Jacob si girò verso la porta, rendendosi conto con sorpresa che non era stato Billy a parlare.

La voce appena udita lo riportava a ricordi molto poco piacevoli, offuscati dal dolore di un corpo in mutazione.

Sapeva benissimo di chi si trattava: la stessa persona che era stata chiamata a stargli accanto nei momenti più bui degli ultimi giorni.

Sam.

“Entra.” Disse con voce stanca.

Il ragazzone avanzò fino a fermarsi in piedi accanto al letto dove lui era sdraiato.

Jake lo squadrò per un momento, trovando nel suo sguardo qualcosa di diverso dal solito.

Vi riconobbe autorità, ma non la stessa condita di arroganza che era solito vedervi, bensì una nuova, più sicura e consapevole.

Inoltre gli parve che un lampo di compiacimento corresse nelle iridi scure che proprio in quel momento lo stavano guardando dall’alto in basso.

Il capo della “setta”, come lui aveva sempre usato chiamarla, gli si sedette accanto.

“Come stai?” Chiese, col tono tipico di chi va a trovare un amico malato, ma senza pari interessamento.

“Male.”

Jacob, acido, guardò con sfida il viso scuro del ragazzo d'oro di La Push.

Sam resse per poco l’occhiata penetrante di Jake e, scegliendo di ignorarla per non alimentare inutili tensioni, abbassò lo sguardo al pavimento.

“Jacob” cominciò, parlando con una serietà tale da sembrare già uno degli anziani “so quello che pensi di me. Conosco anche il tuo risentimento per quello che è successo ad Embry, ma ora dovresti capire che è rimasto lo stesso di sempre, solo con qualche mutamento fisico.

Qui fece una pausa, tornando a fissare negli occhi il ragazzo sdraiato.

“Noi sappiamo come ti senti, e ti possiamo aiutare.”

Jake serrò le labbra, e Sam attese pazientemente per minuti interi che dicesse qualcosa.

Gli aveva appena offerto un aiuto, che, tutti e due lo sapevano, lui non era nella posizione di poter rifiutare.

“Okay.”

Scandì infine il ragazzo, sentendosi in obbligo di rispondere a quel discorso.

In fondo Sam non si era mai imposto e non aveva mai fatto il lavaggio del cervello a nessuno, ora lo capiva.

Sam non attese che il ragazzo aggiungesse altro, gli bastarono quelle due sillabe tirate fuori con le pinze da uno così diffidente nei suoi confronti.

“Bene” Sospirò, alzandosi dal letto.

Fece per andarsene, ma fu fermato da Jacob sulla soglia della porta.

“Aspetta.” lo richiamò “Posso chiederti una cosa?”

Sam assentì con il capo.

Mmm…non mi è permesso dire niente di tutto questo a nessuno, vero?”

L'alfa capì dagli occhi e dalla voce incerta di Jake a chi si stava riferendo; Billy gli aveva accennato al legame che lo univa a Bella.

Fece un nuovo cenno d'assenso “Non puoi dirlo a nessuno” aggiunse, sperando che il neo-licantropo non facesse pazzie.

Poi se ne andò, lasciandolo da solo nella stanza.

Passò un giorno prima che Jacob uscisse nuovamente di casa, un'intera settimana prima che si allontanasse dai confini della riserva.

Scelse di sgattaiolare via durante la notte, e lo fece quando finalmente ebbe trovato una soluzione al suo continuo arrovellarsi.

Stavolta le antiche leggende dei Quileute l’avrebbero aiutato, perché lei sapeva già tutto, senza rendersene conto.









Ehilà! Questa semplicissima one-shot ha partecipato al Contest Cose da lupi ( di seguito posto il giudizio di speednewmoon) ottenendo un risultato che non avrei mai sperato! O_O
Faccio i complimenti alle altre due partecipanti, princess of vegeta, di cui ho già letto la bellissima fic, e sophie_95, che non ha ancora postato...non vedo l'ora di leggere anche la tua!! =D

1° Classificata: "Legends,believe'em or not" di tikei_chan

Grammatica e sintassi: 9,3
Il testo non presenta gravi errori,ho riscontrato solo alcune incongruenze per quanto riguarda la punteggiatura( ad esempio,vi sono alcuni periodi dove non viene aggiunta la virgola quando occorre,mentre in altre due frasi viene utilizzata senza motivo; oppure quando il Jacob bambino mormora la frase :"Pazzo! Come si fa a pensare che certe stupidaggini siano vere." Sembra una frase spezzata,che rimane aperta senza una conclusione:in questi casi è preferibile utilizzare un punto interrogativo o tre puntolini che facciano pensare ad una domanda retorica indiretta). Precisa e ordinata,periodi organici e coesi.
Lessico e stile: 10
Utilizzi un linguaggio semplice, ma chiaro e incisivo. Chi legge ha la possibilità di immergersi completamente nelle parole di Sam, nei pensieri di Jacob. Uno stile che cattura subito a primo impatto,senza giri di parole. Molto belle alcune espressioni che hai utilizzato e che mi hanno colpito per la loro profondità.
Originalità: 8,5
L'unica pecca(se proprio poi vogliamo trovarcela) è stata la trattazione del momento che hai voluto descrivere: ho adorato l'incipit, il trovarsi davanti un piccolo Jacob così scettico riguardo le antiche leggende che il padre gli stava raccontando. Sei riuscita a rendere in un colpo solo, sia la concretezza tipica del carattere di Jacob,sia quella curiosità e quella prontezza di spirito tipiche di un bambino. Poi la trattazione passa al presente,alla fase di New Moon dove Jacob deve affrontare la propria trasformazione in licantropo: qui devo ammettere che la descrizione dei fatti mi ha colpito un po' di meno ma,ripeto, è solo una considerazione personale,non me ne volere!^^ Il risultato rimane sempre più che positivo.
IC: 10
Se ci fosse stato anche un 11 nella mia scala di valutazione,te l'avrei assegnato senz'altro!xD Bravissima,veramente. I personaggi che hai rappresentato sono quanto di più simile agli originali del libro!
Jacob è il Jacob che conosciamo all'inizio di New Moon: ancora un ragazzino, eppure già con un potere enorme con cui fare i conti. Sei riuscita ad esprimere al meglio la sua iniziale diffidenza nei confronti di Sam, il suo timore nel non saper come rivelare la verità a Bella, lo scetticismo nei confronti del padre. Ho amato il fatto che le leggende dei Quileute all'interno della storia assumono via via un significato diverso man mano che si succedono i fatti: all'inizio sono solo "favolette a cui credono i bambini e i vecchi superstiziosi"; poi si rivelano nella vita reale,impedendo al protagonista di poter vivere una vita normale. Infine saranno il pretesto per poter far cogliere una parvenza di verità a Bella. Sam e Billy sono presentati in maniera presso che perfetta,non ho nulla da aggiungere. Jacob me l'ero immaginato un pelino più arrabbiato in questo frangente,ma qui tu hai privilegiato un altro aspetto del suo carattere: la sua rassegnazione all'inevitabilità delle proprie origini.
Gradimento personale: 5

Totale: 42,8/45

   
 
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