Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: scriveremibasta    26/08/2016    4 recensioni
"Mi ha sussurrato tre regole, all'ombra di un cespuglio di rose rosse. Le avevo trovate strane, folli...ma non avevo proferito parola. Lei mi aveva guardato e, all'ombra di quel cespuglio, mi aveva cambiato la vita. Se ne andava sempre senza salutarmi ma non mi offendevo...anzi, mi piaceva da impazzire."
Inuyasha, un giovane ragazzo che si ritroverà a fare da servitore alla famiglia Higurashi.
Tre importanti regole a scandire la sua esistenza, insieme al ticchettio dei tacchi della sua padrona. Ce la farà a rispettarle?
Chissà che non scopra qualcos'altro oltre al segreto che oscura quella famiglia...
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sono preoccupato. Troppo preoccupato.
Kagome è svenuta, i padroni di casa non ci sono per motivi di lavoro ed io non so che fare. Appena mi sono reso conto della situazione, ho chiamato subito Sango e Miroku, le uniche persone di cui veramente mi fidi; ed ora eccomi qua:
Nervoso come non mai e fuori dalla sua camera.
"È colpa tua", "È colpa tua"; questo è l'unico pensiero che mi martella la testa, in questo momento. Ed è vero, diamine, vero! Le ho tirato uno schiaffo, le ho fatto sicuramente male...ma, è come se in quel momento non ci avessi più visto...ho agito d'istinto, non mi sono controllato...ma c'è anche dell'altro, lo sento, lo so.
-Non riesco a capire, sembra tutto apposto...- esordisce Sango, una volta uscita dalla stanza; grazie al fatto che ha studiato medicina e che, nella villa dove lavorava prima, era un'infermiera, siamo riusciti a visitare Kagome. O, almeno, lei c'è riuscita.
Io mi sono solo sentito morire sempre di più, senza capirne nemmeno il motivo; mentre Miroku ha cercato di sdrammatizzare la situazione. E, devo ammettere che un po' c'è riuscito...è in gamba, quel maniaco idiota...
-Dici che dovremmo riferirlo ai padroni?- chiedo a loro due, con voce roca. Sono turbato, quello scatto d'ira mi ha riportato alla mente ricordi sbiaditi, che non riesco a vedere e che appaiono solo come delle macchie...non ricordo...è come se avessi perso la memoria.
E che, adesso, quello schiaffo, sia riuscito a riportare alla luce cose che ho preferito dimenticare. Non lo capisco, ho una brutta sensazione dentro, come se qualcosa stesse per accadere...qualcosa di brutto, troppo, molto brutto...
-Ehi, Inuyasha! Inuyasha! Sveglia!- Miroku mi sventola una mano in faccia, distraendomi dai miei pensieri -Per ora, noi, non possiamo far nulla...chiamaci, se in caso succede qualcosa- ehi, ehi, che cosa vuol dire? Che mi lasciano da solo con Kagome?
-Cosa? Ma non dovreste rimanere anche voi?- chiedo allarmato, trovandomi due sguardi perplessi puntati su di me.
-Eh?- fa Sango -Suvvia, Inuyasha! Sei il suo servitore personale, dovrai pur prendertene cura!- si riprende, poi, con Miroku accanto a lei che annuisce convinto.
-Esatto! E poi se io e Sango siamo soli, possiamo-AHI!-
-Che diamine, smettila di fare il pervertito!-
Si, direi che Miroku ci sa proprio fare nell'alleviare la tensione.
Entro nella stanza, chiudendo la porta in modo da non fare rumore e trovandola piacevolmente addormentata; la camera ora è ordinata, non c'è alcuna cosa in disordine e il solito profumo di rose la riempie. Mi sento in soggezione, stare qui con una persona che sta male e che, ora, dorme indifesa, mi fa sentire nervoso...
Sospiro, okay, calmati Inuyasha, andrà tutto bene.
Mi avvicino al letto con passo lento, facendo attenzione a non fare rumore, per poi sedermici piano, osservando più da vicino la mia padrona. Non pare essere svenuta, dorme beatamente ed ha il volto rilassato, se non lo sapessi, probabilmente, l'avrei data per addormentata.
Sto a contemplare la sua figura per un bel po', notando solo ora quanto il suo corpo sia fragile e debole alla vista "Una ragazza come lei, può avere tutta questa forza?" mi chiedo, tra l'amaro e il curioso,     passando poi ad osservare la porta finestra e il paesaggio che può essere visto oltre il balcone a cui è collegata. Quanti giorni sono passati da quando sono arrivato qui? A me sembra di esserci sempre stato...forse perchè mi sono abituato presto...e, "Fra un po' finirà anche il mese...a pensarci, ci sarà anche la luna pie-"
Cosa? La luna piena? Perchè tutto questo mi turba? Cosa mi succede?

-Dimentica, Inuyasha, dimentica tutto!-

"Papà?" mi allarmo, scattando via dal letto. Cos'era quello?
-Cosa diamine succede?!- sbotto in un sussurro, prendendomi la testa con una mano e stringendo i denti; mi sento confuso...ma, perchè? Che sia collegato tutto alla luna piena? "Probabile, al sol pensiero mi viene l'ansia!" si, ma come può essere collegato? E che può mai significare quel ricordo? Aaaah! Quanti pensieri! Devo rinfrescarmi!
-Calmo, Inuyasha, calmo- sussurro, una volta che mi sono sciaquato la faccia ed appoggiato al grande letto a baldacchino; gambe circondate dalle braccia e schiena poggiata al lato del letto, sono seduto per terra.
-Non c'è nulla di cui preoccuparsi- prendo un grande respiro, cercando di pensare ad altro. Da bambino, usavo questa posizione per riflettere o quando ero arrabbiato e mi sentivo minacciato..."Ma ora non sei più un bambino..." storco il naso, pensando che, si, non sarò più un bambino ma ciò non mi obbliga a comportarmi sempre da adulto.
Ora, dovrei pensare a Kagome...no? E invece...
-Stupido, stupido, Inuyasha!- sussurro, alzandomi e ricomponendomi. Non è il momento di fare in questo modo! Osservo Kagome, che, solo ora, noto essersi spostata su un lato; per ora non sembra ci siano complicazioni...quindi posso stare tranquillo...
Sospiro, abbassando la testa, molto più rilassato di prima.
Un mugolio ed una mano che afferra il mio polso, mi fanno, però, alzare il volto verso la mia padrona; che ora mi guarda con gli occhi socchiusi ed un espressione tra l'assonnato e il delirante
-Inuyasha...- mormora, con voce bassa e roca.
Perfetto, o sono io che sto delirando o lei che è proprio fuori di testa.
Ad ogni modo, so già cosa accadrà.
-Si?- rispondo, mostrandomi calmo, mentre la vocina che ho in testa, anche detta in modo puramente generico "coscienza", si congratula con me per non aver fatto la figura del ragazzino un'altra volta.
-Ho...- sussurra, tirandomi verso di lei -Sete- termina, poi, a tono scherzoso, come se fosse ubriaca.
Ecco, si, lo sapevo che finiva così:
Proteso verso di lei, con le ginocchia poggiate sul letto e la sua bocca a qualche centimetro di distanza dal mio collo. Perfetto. No, davvero, perfetto. Ennesimo tentativo di suicidio, Inuyasha?
Sento il suo fiato caldo sfiorarmi la giugulare, mentre il mio cuore accellera i battiti ed io cerco un modo per sfuggirle. Okay, manteniamo la calma, non può farlo davvero...no?
-Hai davvero un buon odore...- no, proprio ed assolutamente no! Che diamine faccio? Sono paralizzato, anche se provassi a ribellarmi, non ci riuscirei assolutamente..."Cazzo!" impreco, non appena la sento ridacchiare in un modo che, Dio mio, mi fa rabbrividire in un modo che odio.
Poi viene l'inferno.
Sento qualcosa di caldo e bagnato, inumidirmi il collo più e più volte, mentre la sua mano sale, lasciandomi libero il polso ed accarezzandomi il braccio fino ad arrivare alla mia spalla e, poco dopo, al mio collo, che circonda con un colpo secco; in modo da avvicinarlo ancora di più alla sua bocca. Panico.
-Kagome- la chiamo con voce rotta, preoccupandomi sempre di più del suo silenzio che segue a quello che ho detto. Che stia meditando se uccidermi o meno?
Non lo so, non so più nulla.
Almeno, non finchè i suoi denti affondano nel mio collo.

-Allora? Questi sono gli accordi, ci stai?- la voce dell'uomo risuona nella stanza, gli occhi rossi puntati su quelli nocciola del giovane ragazzo.
-No, aspetta, perchè dovrei farlo?!- esclama, quest'ultimo, irato -Infangherebbe il mio nome!-
"Ma è proprio quello che voglio" ghigna l'uomo, verso il giovane -O questo o nulla, decidi- fa, poi, serio e spietato. Conscio che, naturalmente, il ragazzino pompato avrebbe accettato subito.
E infatti: -D'accordo, d'accordo! Ma se provi a dire a qualcuno tutto questo, sei un uomo morto!-
"Oh certo, come se fossi nella posizione di uccidermi" l'ennesimo ghigno e pensiero altezzoso da parte dell'uomo -Perfetto, allora...- annuisce -Giuro che non te ne pentirai...-
"Tsk, i nobili sono tutti facili da manipolare! Con il loro orgoglio, hanno tutti lo stesso carattere..."
Beh, tutti, tranne la sua adorata Kikyou...

-Stupido- mi prende in giro -Credevi davvero che l'avrei fatto?-
Spalanco gli occhi che prima avevo serrato, notando solo ora che si, i canini sono affondati...ma non come me li sono immaginati io...e, anche ora: Kagome ha ripreso a giocare con la pelle del mio collo, mordendola ma abbastanza piano da non lasciare una minima traccia di graffi o altro.
I canini la afferrano delicatamente, tirandola un po' per poi lasciarla andare, e, dopo una leccatina, riprendere da dove aveva iniziato. Per quanto pericoloso e piuttosto inquietante, è abbastanza rilassante...
-Mi farai morire...- sospiro, mentre lei ridacchia alla mia affermazione, poi si ferma e posso immagnare il suo sguardo serio; che, appunto, mi ritrovo presto incatenato al mio.
-Non sei così pesante...- esordisce, riferendosi al fatto che io sia praticamente disteso su di lei, che, a differenza mia, sembra perfettamente tranquilla. Inutile dire che arrosisco, mentre il pensiero sconnesso di come faccia a considerarmi leggero visto il mio fisico, si fa strada nella mia mente. Che poi, cavolo, come ha fatto a trasformare una situazione pesante in una praticamente di tutti i giorni? Sempre che sia da tutti i giorni trovarsi sdraiato su una ragazza con le sue braccia al tuo collo e il volto vicinissimo al tuo.
Che diamine, finisce sempre così...ho bisogno di avere il controllo della situazione io, per una volta...e, forse guidato da questo pensiero, mi alzo quanto basta per sentire le sue braccia lasciare la presa e abbandonarsi al cuscino.
-Kagome- la chiamo, serio, approfittando della situazione -Quindi, tu, sei un vampiro?- chiedo conferma, bloccandole i polsi come per impedirle di scappare. Lei sbuffa.
-Diamine, ma persino in momenti come questo ti metti a fare queste domande?- sospira, sconfitta dalla mia innata sfacciataggine -Comunque, si, sono una vampira...- continua, poi, chiudendo gli occhi -Vuoi che te lo riprovi? Ti ho praticamente rischiato di dissanguare pochi minuti fa...- mormora, strafottente, guardandomi con un solo occhio aperto. Io annuisco, riflettendo su che altro potrei chiederle.
-E Shippo? Che facevate quella volta?- domando, dopo un'attenta riflessione; senza badare al suo ennesimo sospiro. Non mi fermerò finchè non sarò soddisfatto.
-Mai sentito parlare di scambio di sangue tra vampiri?- mi domanda e, visto il mio silenzio, si da da sola la risposta -Evidentemente no- constata, infatti -Bene, gli umani non sono gli unici da cui possiamo bere sangue...anche i vampiri possono darcelo, anche se, così, si va a formare un legame sempre più forte tra i due che usano questa pratica...di solito solo chi è sposato si permette di utilizzarla, oppure chi nutre profonda fedeltà e rispetto verso qualcuno- mi spiega
-Shippo è un caso un po' particolare, io lo aiuto soltanto a sopravvivere...- termina, sistemandosi meglio sul cuscino.
E, ora capisco...non sapevo assolutamente tutto questo...
-Kagome- la chiamo, pronto a farle una nuova domanda -Ecco...- mormoro, non trovando le parole giuste -Tu...dormi in una bara?-
Con mia profonda sorpresa scoppia a ridere, facendomi abbassare la guardia e, naturalmente, approfittandone. Così, ben presto, mi ritrovo sotto di lei, con le sue mani ai lati della mia testa e un sorrisetto a farmi capire di essere stato, ancora una volta, battuto.
-Leggenda- mormora, avvicinandosi un po' al mio volto. Io deglutisco.
-Ti da fastidio l'odore dell'aglio?-
-Leggenda- si avvicina ancora di più.
-Bruci al sole e puoi venire sconfitta solo grazie a paletti in legno e acqua santa?-
-Leggenda- ancora più vicina.
E, il mio sguardo, non può fare altro che cadere sulle sue labbra.
-Non ti rifletti negli specchi?- mormoro, in trance.E lei si fa ancora più vicina.
-Leggenda- ripete, in un sussurro, per poi appoggiare le sue labbra sulle mie.
O, almeno, questo è quello che il mio cervello ha immaginato, oltre ad una carrozza che ci porta via dalla chiesa dove ci siamo appena sposati. Perchè, alla fine, non c'è stato nessun bacio...
Ma solo, una semplice e beffarda risata.
-Ma non mi dire, sei ancora in pigiama!-
Hai perso Inuyasha, Game over.

-Tsk, accidenti quanto è fastidiosa!- sbotto, togliendomi finalmente il pigiama; è da tutta la mattina che ce l'ho ed, considerando che abbiamo servito il pranzo già da un po', è davvero troppo tempo. Ora sono in bagno, pronto a rilassarmi e farmi una doccia calda e ricostituente. E si, sono l'unico servitore ad avere il bagno in camera.
"Forse perchè sono uno dei più importarti..."
-Aaah! Ci voleva proprio!- esclamo, abbandonandomi alla vasca color bianco perla -Ora nessuno mi disturberà più...- sussurro, sempre più preso dai miei pensieri. Sono a un punto di svolta, me lo sento...il mio sesto senso percepisce che sta per succedere qualcosa, anche se, naturalmente, non so cosa...e poi, prima non ci ho fatto caso, ma sento ancora quella strana ansia nel pensare che, tra poco, arriverà la luna piena...è un sentimento davvero brutto, devo ammetterlo...per non parlare di quei ricordi che continuano ad apparirmi sfocati...è come se fosse tutto...un caleidoscopio.
-Riuscirò mai a risolvere questa situazione?- sospiro, chiudendo gli occhi e cercando di rilassarmi, guidato dal dolce e debole canto degli uccellini; e...ci riesco! Quei pensieri mi lasciano in pace finchè non esco dalla vasca, una volta finito di lavarmi i miei lunghi capelli.
Mi lego un asciugamano alla vita e, quando sto per uscire dal bagno, un rumore alla finestra sopra alla vasca mi distrae; ero già pronto a tirare le peggio cose, quando noto che è solo un gatto. Dev'essere molto agile per essere arrivato fino a-"Momento...ha un'aspetto familiare..."
Apro la finestra facendo attenzione a non fargli male o farlo cadere e, credo l'abbia pensato pure lui, visto la sua collaborazione; "È davvero intelligente, per essere un gatto..." penso, con un sorriso dolce e felice. Non chiedetemi perchè...
Intelligente o altro, comunque, ha davvero un'aria familiare: seduto sul davanzale della finestra, mi osserva con quegli scintillanti occhi blu e segue ogni mio movimento con la testa nera e dal lungo pelo; come il resto del corpo, d'altronde. Assomiglia a Kag-"No, aspe, fermo, non c'era scritto che si potevano trasformare anche in gatti, in quel libro?!"
-Kagome?- chiamai, avvicinandomi col volto al suo faccino. Lui, per tutta risposta, dopo avermi guardato per qualche secondo, volta la testa verso una farfalla che passava di lì, senza degnarmi di uno sguardo. Beh, meglio così...almeno non mi viene a spiare persino in doccia...osservo ancora una volta il gatto, ora pronto ad afferrare la farfalla che svolazza di qua e di là. Accidenti, se cade si farà molto male...siamo al terzo piano!
"Non mi resta che fare così" sospiro, prendendo il gattino tra le braccia e mormorando un "Vieni qui, micetto" al quale, lui, risponde con un "Prr" assorto, guardando incuriosito la vasca.
-Bene, tu aspetta qui- lo poggio sul mio letto, una volta giunto in camera, infilandomi velocemente la divisa da servitore e strofinandomi i capelli con un asciugamano, nella disperato tentativo di asciugarli; il micio mi guarda curioso, piacevolmente disteso sul letto. E, devo dire che è davvero ubbidiente...che sia domestico? Eppure non ha il collare...però non sembra un gatto randagio...
-Finito- mormoro, prendendolo in braccio e avviandomi in giardino; dove, non appena giunto, lo lascio correre verso il retro della villa.
-Mmmh! Che buon odore!- esclamo, inspirandone il profumo di fiori e, sopratutto e come al solito, di rose. Mi stiracchio, pensando che fare una passeggiata nel giardino faccia proprio a caso mio, ma, evidentemente, non è così, anche per la voce che mi interrompe...
-Ehi, devi venire con me!- "Ma le buone maniere mai?" mi volto, sapendo già chi ci fosse dietro di me; e, infatti:
-Kagome...che cosa vuoi, ora?- sospiro, lasciando cadere testa, schiena e braccia.
-Il mio servitore personale a completa disposizione...è in casa?- fa, lei, ironica, a braccia conserte e con un sorrisetto sulle labbra -Su, vieni, mi devi accompagnare in paese- mi fa cenno con la mano, poi, iniziando a percorrere la strada che porta all'uscita della villa.
-Ma tu non eri svenuta, fino ad un attimo fa?- sussurro, certo che lei non mi avesse sentito.
E, invece...
-Si, certo, lo ero...ma qualcuno, ha pensato bene di svegliarmi...- mi scocca un'occhiata, ghignando; soddisfatta da chi sa che cosa. Io sospiro, piuttosto rumorosamente, per poi seguirla verso una carrozza, ferma oltre il cancello d'ingresso della villa.
Ma, to' guarda...ha preparato tutto...
-Forza, su- si siede su uno dei sedili, invitandomi a fare lo stesso.
-Si, si, vengo- annuisco io, facendo trapelare tutto il mio disappunto e la mia noia nel farlo.
Mai una gioia.

Il viaggio è abbastanza silenzioso, entrambi guardiamo per i finestrini e, nonostante l'abbia fatto più e più volte, non credo di essere l'unico a scoccare qualche occhiata alla persona seduta vicino a me. L'ho fatto talmente tante volte che, ora, so a memoria il suo vestiario:
Camicia bianca con sopra delle bretelle marroni che terminano con pantaloni del medesimo colore, stretti che le evidenziano le gambe; ai piedi un paio di stivali neri e, in testa, uno di quei berretti in lana che mi pare si chiami coppola. "Un vestiario un po' troppo da uomo per una signorina d'alto rango come lei, no?" le scocco un'altra occhiata, pensando a chi mai potrebbe vestirsi come lei e se, il suo vestiario, c'entri con il posto dove stiamo andando.
-Allora non sei così stupido, alla fin fine- fa lei, ad un certo punto, continuando a guardare fuori dal finestrino. Io la guardo perplesso, ricordandomi, poi, che sa leggere nel pensiero.
La risposta viene, quindi, fuori da sola.
-Dovresti smettere di sbirciare nei miei pensieri...-
-Troppo divertente, mi spiace-
-Strega-
La carrozza cala di nuovo nel silenzio, poi, dopo un po', la voce del cocchiere ci avverte di essere a destinazione: un piccolo ammasso di case e una strada ciottolata che ci porta al centro della città. Dopo aver pagato la corsa, Kagome comincia ad incamminarsi verso la strada ciottolata, guardando dritto come se sapesse a memoria la strada.
Probabilmente, è così.
-Ehi, dove stiamo andando?- le chiedo, raggiungendola con una piccola corsa e fermandomi non appena le sono accanto. Lei mi lancia un'occhiata, per poi rispondermi.
-In un posto dove, come hai pensato tu, bisogna mettere vestiti come questi- fa, tranquilla, continuando a camminare; mentre io, dopo aver annuito, penso ad ogni posto possibile in cui si debba utilizzare questo tipo di vestiario.
-Diciamo che...bisogna stare comodi e liberi di muoversi- mi spiega lei, con un sorrisetto malizioso. La mia perplessità aumenta. Un posto dove, se si va, bisogna essere comodi e liberi di muoversi..."Stiamo andando in un quartiere pieno di mafiosi o che?"
-Non esattamente- ridacchia, facendomi capire che, per l'ennesima volta mi ha letto nella mente.
-Tsk, smettila!- sbotto io, incrociando le braccia. Non posso pensare più a niente così, diamine!
-Non è colpa mia- si difende, ridendo -Per ora, ho assolutamente bisogno di leggere nella mente! E poi, non lo faccio solo con te...- sussurra, poi, per non farsi sentire dalle persone che passeggiano tranquille per le vie della città. Ci stiamo avvicinando sempre di più al centro, visto il numero di passanti, case e negozietti che aumenta.
-Si, ma è fastidioso- borbotto, io, in risposta; lei annuisce, volgendo la sua attenzione verso altro. Lo sguardo attento, che fissa un punto che non capisco perchè possa essere interessante finchè, da esso, che scopro essere l'uscita di un vicolo, non escono due uomini apparentemente normali. Almeno finchè non ne riconosco uno...
-L-lui?!- esclamo in sussurro, non appena mi passa accanto; mentre Kagome lo segue con sguardo vigile e attento. "L-l'uomo della carrozza! Che ci fa qui?!" penso, voltandomi e notando così, chiaramente, che anche lui mi stava guardando. Tuba abbassata a coprire si, il volto...ma non il ghigno che mi rivolge e mi paralizza. Quello che gli passa accanto, è familiare...ma non riesco a capire chi sia, visto il cappello che indossa e il fatto che è di spalle.
-Kagome!- mi volto subito verso di lei, per vedere se sta bene, scoprendo che no, non è nemmeno accanto e me e non so se sta bene -Kagomeee!!- urlo, allora, cercandola con lo sguardo e correndo per ampliarne il raggio.
-Sono qui, non c'è bisogno che urli come un forsennato- la sua voce giunge dal vicolo dove prima, a quanto pare, c'erano quei due; appena la raggiungo, la trovo appoggiata al muro, braccia conserte e sguardo scettico e un po' infastidito.
-Che fai?- le chiedo, vedendola lanciarmi un'occhiata.
-Ah, non so...ti stavo aspettando, sai?- mormora assorta, per poi staccarsi dal muro e voltarsi di schiena, coprendomi la visuale di ciò che, invece, lei vede chiaramente. La mia, già grande, curiosità, aumenta non appena la sento irrigidirsi e deglutire rumorosamente -Ehi, che succed- mi interrompo non appena riesco a passare e avanzare di qualche passo, troppo preso da ciò che mi si staglia davanti: una grande macchia di...sangue.
Mi paralizzo, sentendo brividi freddi scendere lungo la mia spina dorsale, conscio che, dietro di me, ci sia un vampiro -Kagome?- la chiamo, reprimendo la mia paura e voltandomi come se fossi il protagonista di un film horror; la trovo più normale di quanto mi sia immaginato, tradisce solo un tremito dei pugni, che tiene stretti e un tremolio di tutto il corpo.
-Hai paura?- le chiedo, riferendomi al sangue che, magari, le fa impressione. E, non sapevo nemmeno se mi avrebbe risposto, anche perchè, ora, altre persone si erano aggiunte a noi due.
-Che succede qui?!- un poliziotto, dotato di manganello, si fa spazio tra la folla sussurrante e terrorizzata, guardando prima Kagome e poi me -Che stronzi...- mormora, prima di urlarci contro -Dannati assassini! Quindi siete voi, i due che stanno terrorizzando la città! Ad ogni modo, non muovetevi, stanno arrivando i rinforzi!- io, preso dal panico, inizio a balbettare cose senza senso, finchè la mia dannata vocina che, a volte, sa essere persino utile, mi fa rinsavire "Ehi, ehi, Inuyasha! Non delirare e prendi il controllo della situazione!" stringo i denti, pronto a parlare.
-Aspetti, signore!- chiamo il poliziotto che, ora, ha rivolto l'attenzione su di me -Noi non abbiamo fatto nulla!- alzo le mani, in segno di resa, lanciando un'occhiata a Kagome, ancora a testa bassa, apparantemente paralizzata. Il poliziotto grugnisce.
-Dannati che non siete altro! Vi aspettate che io ci creda?! Non mi fiderò mai di due- si ferma, interrotto dalla risata della mia padrona. Ehi, no, fermi un attimo...perchè sta ridendo?!
-Voi polizitti siete davvero il degrando...- mormora, afferrando la visiera del berretto ed abbassandosela, con un ghigno.
-Ehi, bada a come parli, assassina!- le urla il poliziotto, che sembra aver sentito ciò che ha detto.
-E lei badi a come trattarci!- ribatte subito, Kagome, alzando la testa e voltandola leggermente verso il poliziotto, guardandolo male. Io deglutisco, sentendo che la situazione sta degenerando.
-Vorrei vedere il volto di chi mi parla! Girati, assassina!- fa il poliziotto, spavaldo, come se non avesse sentito l'affermazione di prima. Lei sorride, un sorriso cattivo e beffardo, di chi si sta divertendo un mondo.
-Ma certamente...- sussurra, girandosi lentamente verso il poliziotto che, non appena la vede, sbianca.
-Lady Kagome Higurashi!- esclama, senza fiato, paralizzandosi e lasciando la presa sul manganello, che, inevitabilmente, cade sulla strada del vicolo.
-In persona- fa lei, alzandosi la visiera del berretto che, prima, aveva abbassato; non posso vederlo perchè ora è di spalle...ma, scometto che sta ghignando.
-Uffa, ma devi fare sempre la presuntuosa?- le chiedo io, una volta ripresa la nostra "Scampagnata", lei ridacchia, borbottando un giocoso "Se non ti va bene, puoi anche dimetterti" che mi ritrovo a dover scimmiottare -E poi, ti pareva il caso di dire che i poliziotti sono un degrado?- la guardo, dall'alto della mia posizione, a dispetto della sua accovacciata a cercare chissà quale numero di giornale.
-L'ho detto perchè lo sono- sussurra lei, saccente, sotto lo sguardo del ragazzino che si guadagna da vivere vendendo giornali -Come puoi incolpare qualcuno così, su due piedi? Non avevano prove e, poi, non c'era traccia di sangue nei nostri vestiti nè di armi o cadaveri-mi spiega, trovando finalmente il giornale che stava cercando e, dopo averlo pagato, riprendendo il suo cammino.
-Lo so, ma contro i poliziotti non ci si può mettere...- le ricordo, sbirciando sulla pagina che sta leggendo.
-Si, esatto- conferma, lei, annuendo -Quindi, tu, che sei ancora un bambino, non disobbedire alla mamma e non metterti nei guai con la legge- mi scocca un'occhiata, facendomi un sorrisetto, per poi continuare a fare ciò che stava facendo.
"Che palle" penso sbuffando, ma deve fare sempre così? Possiamo fare una discussione dove io non vengo preso in giro? "Evidentemente no, visto che è peggio di una bambina e poi mi dice a me che lo sono..." faccio girare lo sguardo per la città, con le braccia incrociate dietro la testa, mentre lei si diverte a leggere il settimanale.
"Certo che c'è davvero un buon odore..." constato, con un sorriso "Pane, dolci e...zenzero?" il mio sguardo passa dalla strada davanti a me ad un negozietto che sembra essere un panificio; chissà se viene da lì...mi fermo e, dopo aver gettato un'ultimo sguardo a Kagome, entro dentro, confermando che si, avevo ragione: è qui il buonissimo odore.
Dietro la vetrina, fanno sfoggio i migliori dolci e pani, che mi fanno venire subito un fastidioso brontolio allo stomaco.
-Ehi, ragazzo! Benvenuto!- fa un uomo dietro il bancone delle pietanze, è piuttosto muscoloso...credo sia lui il panettiere. Io faccio per rispondere, ma il brontolio del mio stomaco mi precede, facendo ridere l'uomo -Devi essere davvero affamato...su, serviti pure- mi dice, indicandomi col mento le pietanze. Io spalanco la bocca, cercando di non farne uscire la saliva e guardando il signore con sguardo sognante; poi, dopo un "Posso davvero?" e un cenno di si con la testa, dopo un sorriso radioso, da parte dell'uomo, mi faccio servire un paio di biscotti allo zenzero. Quelli che amavo da bambino.
Ringrazio ancora una volta il gentilissimo signore e, starei anche per dare un poderoso morso al primo biscotto, se non fosse per la voce che mi interrompe.
-Naraku! Vecchio amico mio, qual buon vento?- il panettiere accoglie con grande gioia il nuovo arrivato che, non appena mi volto, noto essere un'uomo alto e dai lunghi capelli neri, mossi come i tentacoli di un polipo e gli occhi rosso rubino. Vestito di tutto punto, ha una tuba in testa e porta un monocolo; sorride gentilmente all'esclamazione del panettiere.
-Signor Fontaine, quale onore rivederla- dice gentile, avvicinandosi al bancone e stringendogli amichevolmente la mano. L'altro ride, mentre io comincio a mangiare i biscotti.
-Naraku, devi chiamarmi per nome! Sennò anch'io comincierò a chiamarti Cook! E poi, quel "lei", stona! Dammi del tu!- fa -Comunque sia, cosa posso fare per te?- chiede, gentile.
L'altro guarda la vetrina e sentendosi osservato, sposta lo sguardo su di me che, appunto, era da un po' che lo guardavo. Già pronto ad una strigliata, sorrido cortesemente ma lui mi stupisce, sorridendomi e ridacchiando per il mio ennesimo brontolio di stomaco.
-Lupin, da' a quel ragazzo un altro pacco di biscotti allo zenzero, offro io- dice, porgendogli qualche moneta -Per me, invece, solo tre pagnotte- il gentile signore, che pare chiamarsi Lupin, annuisce e gli porge il tutto.
-Non posso accettare- sussurro io, preso da un moto di orgoglio, quando, con un sorriso, mi viene porso il sacchettino di biscotti -Davvero, signore, non posso- faccio ancora, rifiutando cortesemente.
-Suvvia, ragazzo, mangia! I giovani come te hanno bisogno di nutrimento!- e, dopo avermi lasciato il sacchetto in mano ed aver salutato Lupin, esce dal negozio.
Io guardo per un'ultima volta il panettiere che, capendo la mia muta domanda, mi sorride sornione. Ah beh, già che ci siamo, ne porto anche a Kagome...
"Che brava persona, quel Naraku..."
-Uffa! Mi dici che siamo venuti a fare se, alla fine, non abbiamo fatto nulla?!- guardo Kagome, impegnata a mangiarsi i biscotti che le ho portato, mentre la carrozza ci riporta a casa.
-Sei tu che non hai fatto nulla- mi dice, lanciandomi un'occhiata -Mentre tu te ne stavi beato a mangiare i biscotti, io ho fatto tutto ciò che dovevo fare- termina, finendo anche il sacchetto, per poi porgermelo.
-Si, capisco- annuisco, prendendolo -Ma, mi spieghi che diamine hai fatto?!- sbotto, poi, facendola sbuffare.
-Se avessi voluto dirtelo, l'avrei già fatto...porgiti due domande, se non lo sai- mi dice, stizzita.
Io la guardo per una frazione di secondo, per poi voltare la testa ed urlarle un "Fai come vuoi!".
Accidenti, quel Naraku di oggi pomeriggio era molto più gentile...

-Ah, ma quindi stai meglio! E quando avevi intenzione di dirmelo?!- non appena rientriamo, Sango ci urla, vestita da cuoca e con le mani zeppe di farina.
-Sango, sta' tranquilla, sto bene!- la rassicura Kagome -Grazie per esserti presa cura di me- le sorride, poi, salendo le scale -Ah, io stasera non mangio! Fai scegliere la cena a Souta-
-Dobbiamo parlare- fa,una volta che Kagome è salita, l'altra; e, a me, non resta altro che seguirla in cucina.
-Oh, ma dai, e tu l'hai fatta uscire?!- esclama Sango, una volta che le ho raccontato tutto; Miroku, dietro di lei, è occupato a fare un dolce.
-Che potevo fare? Sai che non posso disobbedirle!- esclamo io, con la bocca piena di crema pasticciera avanzata.
-Si, ma almeno farla ragionare? Non sappiamo ancora cosa le è successo!- mi sgrida -Beh, ad ogni modo, ora portale soltato un po' di cibo...non può digiunare anche oggi- sospira, porgendomi un piatto di insalata -Dovrebbe essere in giardino o nel suo studio...cercala- annuisco, deglutendo l'ultimo boccone e lasciando, così, la cucina.
Decido di andare subito in giardino, perchè "Magari si annoia a rimanere sempre nello studio" e poi lì c'è aria fresca, ottima per me che mi sono rimpizzato a crema.
Per fortuna indovino, trovandola piacevolmente distesa sotto le radici di un'enorme albero, nel retro della villa; appena la chiamo, mi guarda, aspettando che mi avvicini.
-Ti ho portato la cena!- esclamo, non pensando al fatto che sia pomeriggio inoltrato.
Lei mi scocca un'occhiata -Non ne voglio- fa, spicciola, riprendendo a rilassarsi. Ed io gonfio le guance, mormorando un "Non mi ascolti mai..."
Le vado vicino, poggiando il piatto nel terreno e accovacciandomi accanto a lei -Che vuoi fare?- le chiedo -Visto che non vuoi mangiare, qualcosa dovrai pur fare...-
-Beh, si, c'è una cosa che voglio fare- sussurra e, prima che me ne accorgo, mi ritrovo disteso sull'erba con lei sopra di me e piacevolmente appoggiata al mio petto.
-Ah, quindi volevi un Teddy Bear umano...- sospiro, circondandole la vita come se fossi abituato a farlo -A volte anche tu, puoi diventare bambina...- la punzecchio, riferendomi a ciò che mi ha detto in paese, lei ridacchia.
-Non sono l'unica bambina, qui- sussurra, talmente rilassata da mettersi quasi a fare le fusa.
-Si, giusto, c'è Souta-
-Ma io mi stavo riferendo a qualcun'altro...-
Faccio una smorfia, sapendo bene di chi stesse parlando e decidendo di non rispondere. Il silenzio, cala, quindi, su di noi. Silenzio che, ben presto, ci penso io ad interropere.
-Ehi, Kagome- la chiamo -Mi dirai altro sulla tua natura?- provo, cercando di strapparle quanto più informazioni possibili; ma lei nega, facendomi andare la mente ad un'altro dubbio -E...ehi, senti, quelle regole di cui mi hai parlato? Non me ne hai detta nemmeno una...- le ricordo, dandomi dello stupido, perchè era meglio non farlo.
-Ah, si- alza la testa, guardandomi con un sorrisetto -Ubbidisci ad ogni mio ordine, non immischiarti nei miei fatti e fai sesso quando e dove voglio con me, senza opporti-
-Eh?!- se crede che io mi metta a seguire ogni suo ordine così, si sbaglia di grosso! Diamine!
-Scherzavo, tranquillo- ride lei, prendendomi in giro -Ho detto le prime cose che mi sono venute in mente...quelle tre regole non possono essere così facili, no?-
"Facili?! Mi hai praticamente trasformato nel tuo giocattolino!"
-Ti ho già detto di stare tranquillo- fa, rispondendo ai miei pensieri -Non ho intenzione di trasformarti nel mio gioco personale, nè ti dirò così facilmente le regole che dovrai seguire...-
-Uffa, ma così è una fregatura! Come faccio ad ubbidire a delle regole che nemmeno conosco?!-
-Ce la farai, tranquillo...-
"Strega"
No, scusa, come dovrei fare?! Accidenti, qua finisce che mi dimetto davvero...
-Mangia, non ti fa bene restare a digiuno- le porgo il piatto, mettendomi seduto senza badare al fatto che lei fosse sopra di me e decidendo di cambiare discorso per evitare di stressarmi ancora di più, già ci basta l'essere bloccato ventiquattr'ore su ventiquattro con questa qui...
-Sono una vampira, non ho così tanto bisogno di mangiare- mi risponde, rimettendosi nella posizione di prima, che la vedeva appoggiata all'albero.
Ed è in quel momento che decido di dare risposta ad un altro dei miei dubbi.
-Beh...- mormoro, sistemandomi accanto a lei e ripoggiando il piatto nell'erba -Allora...hai bisogno di sangue?-dico, esitante, guardando da un'altra parte; lei, per tutta risposta, spalanca gli occhi, voltando la testa verso di me e guardandomi sorpresa.
-Beh, si, diciamo di si...- sussurra, ricomponendosi. Io arrosisco, più per la domanda che sto per porle che per altro; mi gratto una guancia, nervoso, e poi parlo.
-Ehm...vuoi il mio?-

-Il pulito sporco è gia e lo sporco si pulirà, tanto spesso troppo bene uguale al male è...ed il male, tante volte, il bene porta in sé...vivere e morire fa, e morir la vita dà...- seduto a quella scrivania, lui, non poteva far altro che canticchiare quella triste canzone.
Filastrocca, anzi.
La stessa che usava sempre per ricordare la sua amata; la stessa che, effettivamente, era lei a cantare...Kikyou...lei, colei per cui stava facendo tutto questo...
"Voi, stupidi ricconi, me la paghere...me la pagherete cara!"

-Che diamine stai dicendo?!-
-Beh, quando eri con Shippo sembravi volerlo...e che ne fossi particolarmente attratta, quindi pensavo che- non riesco a terminare la frase che mi sento preso per il colletto della divisa, Kagome è scattata a sedere ed ora, il mio volto, è vicino al suo; contratto dalla rabbia e quella che sembra frustrazione.
-Non lo dire neanche per scherzo- sibila, stringendo la presa sul colletto e guardandomi con occhi furenti -Il tuo sangue...- stringe di più la presa, facendosi sfuggire un ansito -Mi disgusta-

Non ne berrei neanche una goccia


Angolino piccino picciò <3
Il pulito sporco è già, e lo sporco si pulirà..ehm, cioè, volevo dire U.u
Ehilà! :DDDD sono riuscita a mantenere la promessa? :3
Stavolta un capitolo ricco di...avvenimenti ;)
Inuyasha ha un'incontro ravvicinato con Naraku...e a quanto pare gli ha fatto anche una bella impressione...Kikyou, poi, che cosa c'entra? Ed ora oltre ai furti si aggiungono i delitti...
La luna piena si avvicina ed Inuyasha ne è turbato...Kagome, invece, è più che tranquilla...almeno così sembra ;) non si sa ancora il motivo per cui è svenuta, ma almeno un po' di dubbi li ha tolti, al nostro Inu...
Cosa succederà, ora? Non vuole dire tanto facilmente le regole...e se Inuyasha non le rispetterà? Si, lo so...è da infami fare tutte queste domande per mettervi curiosità...xDD
Ma è il mestiere della scrittrice, fare l'infame :3
Okay, no.
Allora, come avrete visto in questa città si va dai nomi giapponesi a quelli francesi...
(Mi riferisco al panettiere xD) ma è solo perchè non è una città solamente giapponese, francese, inglese o chesoio...quindi tranquilli, tutto ha una logica xD
Non credo ci sia altro da dire...
Aspetto vostre.
Vi ringrazio anche per tutte le recensioni (ve se ama) e spero che non smettiate di seguirmi <3
Alla prossima
Bye! <3333
   
 
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