Videogiochi > Kingdom Hearts
Segui la storia  |       
Autore: black dalia    27/08/2016    0 recensioni
Sora Strife è una normale sedicenne: a due genitori a cui vuole un gran bene, un fratello minore ribelle e leggermente iperprotettivo e dei cari amici.
Ma non si è mai innamorata.
Almeno fino a quando non si trasferisce con la sua famiglia in una vecchia casa dove fa la conoscenza di Riku.
Ma è possibile amare un ragazzo morto?
(Riso, lieve Akuroku e altre coppie)
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Axel, Riku, Roxas, Sora, Xemnas
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Gender Bender | Contesto: Nessun gioco
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

PARANORMAL LOVE

 

Cap.7)Un’immagine vale più di mille parole

 

 

24 Maggio 2013

 

Axel batté le nocche contro la porta d’ingresso ed incrociò le braccia mentre udì qualcuno scendere giù da delle scale, all’interno della casa, e correre verso la porta prima che essa si spalancasse rivelando un ragazzo sui 14 anni dai capelli biondi spettinati e gli occhi azzurri.

 

-Pov Roxas


Appena ho udito qualcuno bussare alla porta sono sceso di corsa dalla mia stanza, al piano di sopra, per andare ad aprire; dev’essere quel gruppo di investigatori.
Finalmente, qualcuno che può spiegarci che diamine sta succedendo in questa casa!
Arrivo alla porta e la spalanco solo per trovare, di fronte a me, un ragazzo piuttosto alto ed allampanato, di bell’aspetto, con i capelli di un color rosso vivo, vestito come un punk e con due occhi verdissimi.
Aggrotto la fronte, accigliato; evidentemente mi sono sbagliato.
-Mi scusi, pensavo fosse qualcun altro- gli dico e sto per chiudergli la porta in faccia ma lui la ferma con un piede -aspetta un attimo! Sto cercando qualcuno che dovrebbe abitare qui… un tipo di nome Roxas, lo conosci?- mi chiede con un sorrisetto ed aggrotto di più la fronte; non è possibile che sia davvero il tipo con cui ho scambiato le e-mail.
-Questa è l’ultima volta che do il nostro indirizzo a qualcuno che neanche conosco- dico con una smorfia, riaprendo la porta, e lui mi guarda sorpreso -aspetta! Tu sei Roxas?!- alzo il sopracciglio alla sua incredulità -sì, qualcosa in contrario?- gli chiedo sfoderando il mio sguardo più duro ed incrociando le braccia; ma per chi mi prende questo tizio? Per un bambino?
Lo guardo mentre sospira e scuote la testa prima di dire -guarda ragazzino che non abbiamo tempo da perdere con i tuoi amici immaginari- a quelle parole lo fulmino con lo sguardo ma lui sembra non notarlo continuando imperterrito -i tuoi genitori sanno che ci hai fatto venire qui?-
-certo che lo sanno e sono d’accordo e quello che ti ho scritto nelle e-mail è vero!- gli dico fissandolo fumante perché ha il coraggio di pensare che sia tutto frutto della mia immaginazione; che diamine, non sono mica Sora!
-Ora, hai intenzione di rimanere li fuori con i tuoi amici…- gli dico lanciando un’occhiata dietro di lui dove vedo tre persone, una delle quali è un ragazzo biondo con una strana acconciatura che mi saluta allegramente, vicine a due auto -oppure vieni dentro e controlli?-
-beh, visto che siamo qui- dice, guardandomi accigliato, poi mi porge la mano -il mio nome è Axel Rife- gliela stringo il più velocemente possibile -piacere- poi guardo ancora dietro di lui, verso i suoi amici -hanno intenzione di entrare anche loro o farai tutto da solo?- gli chiedo incuriosito ma appena lo vedo sorridere assottiglio lo sguardo, diffidente.
-Oh, entreranno anche loro stanno solo aspettando che tu e chiunque altro è in casa, esca fuori- dice ed io sgrano gli occhi -cosa?! Perché?!-
-sai, più di una volta abbiamo avuto gente che provava ad incasinare le nostre letture solo per farci credere che c’era qualcosa quando in realtà non c’era nulla così abbiamo deciso che, quando andiamo ad ispezionare una casa, la gente deve uscire così possiamo ottenere una lettura pulita- dice sorridendomi di nuovo -quindi, ti consiglio di prenderti qualcosa con cui passare il tempo perché rimarrai fuori di casa fino a che non avremmo finito-.

 

 

 

 

Leon sospirò, spegnendo il motore della macchina che aveva appena parcheggiato nel vialetto di casa.
Scese dall’auto ed aggrottò la fronte quando notò che c’erano altre due vetture parcheggiate vicino alla sua abitazione: si avvicinò alla casa con cautela e rimase sorpreso nel vedere, sdraiati sull’erba del prato, i suoi due figli.
-Roxas, cosa sta succedendo? Perché siete fuori di casa?- chiese l’uomo, il biondino alzò lo sguardo su di lui e si tirò a sedere -sono arrivati quei ragazzi di cui ti ho parlato e ci hanno detto di aspettare fuori altrimenti non sarebbero stati in grado di ottenere una buona lettura, qualsiasi cosa significhi- rispose riportando lo sguardo sulla casa -non hanno fatto saltare in aria ancora niente quindi li ho lasciati fare- finì scrollandosi le spalle.
Il moro guardò l’orologio e sospirò -quanto tempo hanno bisogno ancora? Cloud tornerà tra un’ora e devo preparare la cena-.
Sora si tirò a sedere, guardando il padre sorpresa; di solito, Leon non era molto permissivo nel lasciare che degli sconosciuti entrassero in casa.
Era evidente, per la ragazza, che l’episodio della possessione l’aveva parecchio scosso.
-Non ci hanno dato un orario ma penso che abbiano quasi finito, sono dentro da una paio d’ore ormai- rispose Roxas alla domanda precedente.
A quel punto, Sora si alzò, pulendosi i pantaloni dall’erba, prima di avviarsi verso l’entrata dicendo -io vado a chiedergli quanto tempo ci vorrà ancora, sono stanca di stare qui ad aspettare- subito dopo anche Roxas balzò in piedi -vengo con te, voglio vedere cosa stanno facendo!-
-perché non entriamo tutti quanti?- domando Leon mettendo una mano sulla spalla del ragazzo e conducendolo verso la porta.
-Sembra che non ci sia nulla di anormale in questa casa- questa fu la frase, detta dal ragazzo dai capelli color ardesia che stava analizzando qualcosa su di un computer portatile, che salutò l’entrata dei tre nell’abitazione.
-Come non c’è niente?!- esclamò Sora, sorpresa dalla dichiarazione: Axel si girò verso di lei e sgranò gli occhi quando li vide -che diavolo?! Vi ho chiesto di aspettare fuori, non di farvi arrestare!- esclamò il rosso.
Sora sbatté un paio di volte le palpebre e spostò lo sguardo verso Leon, che era dietro di lei ancora vestito nella sua uniforme e guardando cupamente divertito, mentre Roxas alzò gli occhi al cielo.
La ragazza sorrise e scosse la testa -no, lui è Leon, nostro padre- disse, chiarendo il malinteso.
-Così non avete trovato niente?- chiese il biondino avvicinandosi al computer per vedere quello che stavano facendo -no- affermò Zexion scuotendo leggermente il capo per dare enfasi alle sue parole -la lettura dei campi elettromagnetici ha dato esito negativo così come quella agli infrarossi ed anche Namine non ha avvertito nulla-
-Namine?- chiese Sora, piegando leggermente la testa di lato, adocchiando l’unica ragazza del gruppo di investigatori -sono una sensitiva- spiegò lei, sorridendo leggermente alla castana -di solito, quando sono in presenza di uno spirito riesco a percepirlo e, delle volte, ho come una specie di visione di esso ma qui non ho avvertito proprio nulla, mi dispiace-
-ma… non è possibile! In questa casa ci sono due fantasmi, non potete non aver trovato nulla!- esclamò Sora scioccata, Demix sorrise timidamente -forse sono solo nascosti, succede a volte… giusto, Zexy?- disse cercando di essere ottimista -le probabilità che i fantasmi siano abbastanza senzienti per questo è molto ridotta… la casa è normale, per gli standard scientifici, e Namine non ha avvertito nulla, conclusione: non ci sono fantasmi in questa abitazione- rispose il ragazzo con un tono che, a Sora, ricordava quello di un professore.
-E se avessimo delle prove che dimostrano il contrario?- chiese Leon entrando nella discussione -questo cambierebbe le cose- rispose Axel incrociando le braccia come il castano annuì prima di chiedere a sua figlia -Sora, le foto delle scritte che ti ho dato, dove le hai messe?- alla menzione di quello la castana sgranò gli occhi -oh! Le ho messe nel taccuino dove ho anche scritto tutto quello che Xemnas ha fatto in queste settimane!- esclamò -è in camera mia, vado subito a prenderlo!- e corse verso le scale, salendo.
Una volta arrivata alla camera vi entrò, dirigendosi verso la scrivania su cui era poggiato il taccuino, fino a quando non sentì un soffio gelido ed una voce che la fece fermare -che cosa stanno facendo quegli stranieri in casa?- Sora si voltò verso la fonte della voce e vi trovò Riku, che aleggiava in un angolo della stanza e la guardava con un profondo cipiglio.
-Sono venuti a dimostrare che tu esisti ma hanno detto che non hanno rilevato nulla, il che è strano visto che sei qui di fronte a me; non sono entrati nella mia stanza?- gli chiese piegando leggermente la testa di lato, confusa.
A quelle parole, l’argenteo distolse lo sguardo un po’ imbarazzato -sì, ma non mi piaceva che fossero qui senza di te così mi sono nascosto proprio come sta facendo Xemnas-
-Xemnas si sta nascondendo?- gli chiese la castana, sorpresa -sì, non senti come l’aria è più leggera senza che lui l’appesantisca con la sua oppressione?- allo sguardo vuoto di Sora, il ragazzo scosse la testa sorridendo -sei incredibile…- disse -grazie!- rispose lei con un sorriso sbarazzino che scatenò una lieve risata da parte del fantasma poi, senza perdere altro tempo, la castana afferrò il taccuino e fece per uscire dalla stanza ma si fermò sull’uscio -ehm, Riku? Posso chiederti un favore?- alla domanda, detta con un tono un insicuro che suscitò un po’ d’ansia nell’argenteo, lui annuì -certo, dimmi pure-
-potresti venire giù con me?- a quella richiesta Riku aggrottò la fronte, sentendosi insicuro, ma Sora lo incoraggiò -ti prego! Voglio che sappiano di te e Xemnas! Potrebbero avere delle idee per aiutarti, Roxas mi ha detto che hanno molta esperienza quindi dovrebbero sapere cosa fare- poi, vedendolo ancora titubante aggiunse -puoi tornare di sopra quando vuoi-.
Riku abbassò lo sguardo a terra, soppesando la richiesta per un lungo momento, fino a quando non si lasciò sfuggire un sospiro, che riecheggiò nella stanza, prima di alzare la testa ed annuire leggermente -va bene, verrò giù con te-
-sì! Grazie Riku, sei il migliore!- esclamò Sora allegramente, andandogli incontro per abbracciarlo per poi fermarsi ad un paio di passi da lui, ricordandosi che non poteva stringerlo: sentì il viso scaldarsi per l’imbarazzo di aver dimenticato, per l’ennesima volta, che il suo amico non aveva un corpo, così si voltò per nascondere il rossore dallo sguardo dell’argenteo, tenendo il taccuino stretto tra le mani, e si diresse verso la porta -è meglio scendere, non vorrei che Leon pensasse che mi sia successo qualcosa- ed uscì con Riku che la seguiva, aleggiando ad un paio di passi da lei.
Scesero le scale e si diressero verso il salotto, dove si era riunito il gruppo, ma poco prima di varcare la soglia Sora si rese conto che l’argenteo non era più dietro di lei: lo vide aleggiare vicino all’entrata ed il suo viso mostrava una profonda preoccupazione.
-Cosa c’è che non va?- gli chiese la castana, inclinando leggermente la testa di lato, confusa -sai… sai cosa faranno appena mi rileveranno?- chiese Riku guardandola con apprensione -no, non lo so… perché? Sei preoccupato?- il silenzio che seguì la domanda portò un sorriso morbido sulle labbra della ragazza; sì, il fantasma era preoccupato.
-Andrà tutto bene, non gli permetterò di farti del male! Sei un mio amico, non un cattivo fantasma, giusto?- disse Sora con un tono serio per far capire a Riku che, davvero, non avrebbe dovuto avere paura di loro fino a quando fosse stato con lei ed era felice di vedere un piccolo sorriso sul suo volto.
Così, con l’argenteo al seguito, entrò in salotto: immediatamente, Namine alzò il capo fissando dritto verso di lei e, Sora, sussultò leggermente quando si rese conto che stava fissando esattamente dove si trovava Riku.
La biondina schiuse leggermente la bocca, coprendola con una mano mentre con l’altra tirava la t-shirt del biondo -Demix, presto! Passami il mio album!- esclamò la ragazza mentre lui la guardò sorpreso per poi scattare verso i loro zaini e, dopo aver cercato un po’, tirare fuori un quadernetto ed una matita che porse alla biondina.
-Hai avvertito qualcosa, sorellina?- gli chiese mentre lei apriva l’album e, trovata una pagina bianca, si mise a disegnare.
-Che cosa sta facendo?- chiese Leon guardando la ragazza che faceva scorrere velocemente la matita sul foglio -come abbiamo detto prima, Namine è una sensitiva: delle volte, appena avverte una presenza, ha una visone dello spirito così lei lo disegna mentre è ancora fresco nella sua mente- gli spiega Axel, incrociando le braccia la petto -è un’abilità molto utile per capire con che genere di spirito abbiamo a che fare-.
Passarono un paio di minuti, in cui l’unico suono che si sentiva nella stanza era il graffiare della matita sulla carta, prima che Namine finì il disegno, posando la matita sul tavolo del soggiorno e lasciando fuori un lieve sospiro.
-Mi dispiace che ci sia voluto così tanto ma l’immagine è molto intensa- disse la biondina mentre il gruppo la circondò per poter vedere lo schizzo: Sora trattenne il respiro mentre guardava il disegno di Riku, preciso dalla forma della mascella fino alla lunghezza dei capelli.
Lo sfondo era scuro ed il corpo del ragazzo era avvolto da viticci neri, che alla castana ricordarono le ombre che lo avevano tirato nel muro un mese prima, aveva una benda sugli occhi ed il volto era vuoto con solo un piccolo cipiglio dimesso che gli faceva assumere un’espressione desolata.
La ragazza rabbrividì guardando l’immagine e si girò per vedere Riku che aleggiava ad un paio di passi da lei con il corpo in bilico, come se volesse scappare ma cercava di rimanere lì il più a lungo possibile.
Appena fecero contatto visivo, l’espressione del ragazzo mutò da ansiosa ad incuriosita, molto probabilmente per via della faccia preoccupata dell’altra, e fece per aprire la bocca per chiederle qualcosa ma Sora scosse leggermente la testa, mimando con le labbra un “più tardi” e riportò la sua attenzione su Namine.
-Perché lo hai disegnato così?- le chiese e la biondina aggrottò la fronte, guardandola -è quello che ho visto- rispose, stringendo le dita attorno all’album -sembra intrappolato e perso… non so come spiegarlo ma è come se lui non sapesse chi è-
-quello che mi piacerebbe sapere è come mai non lo abbiamo rilevato durante l’ispezione di prima?- si chiese Axel toccandosi il mento -è legato a te, non è vero?- chiese Namine a Sora, facendo puntare tutti gli sguardi su di lei -l’ho percepito quando sei venuta giù… lo puoi vedere, non è vero? Non sembravi sorpresa dal mio disegno- gli chiese la biondina dolcemente -beh…- iniziò la castana lanciando uno sguardo dietro di se solo per scoprire che Riku se n’era andato, deglutì e sorrise nervosamente -lo vedo quando indosso questa- disse prendendo la collana d’argento tra le dita -l’ho trovata in casa e Riku mi ha detto che era sua e quando la indosso posso vederlo e parlargli… ma non so perché funzioni così-
-mmh…- Axel canticchiò pensoso, avvicinandosi a Sora per dare una migliore occhiata alla collana -suppongo che abbia senso… gli spiriti, di solito, si legano agli oggetti che pensavano fossero importanti in vita- poi prese il ciondolo tra due dita -potresti prestarcela per un po’?-
-no!- esclamò Sora, sorprendendo anche se stessa con il suo sfogo, poi prese il ciondolo dalla mano di Axel e si allontanò di un paio di passi -mi dispiace ma Riku è un mio amico e voglio che lui sappia che posso vederlo e sentirlo, io… penso che ci rimarrebbe male se non potessi-
-lo prenderemo solo per qualche minuto poi…-
-ha detto che non vuole toglierselo! Quale parte di no, non capisci?- esclamò Roxas avanzando verso il rosso per mettersi tra lui e la sorella; non sapeva cos’era che lo irritava di Axel, forse quel suo sorrisetto accattivante o l’atteggiamento sfrontato, ma qualunque cosa fosse gli faceva venire voglia di saltare alla gola dell’altro ragazzo.
-Ehi, calmati! Non ho mica intenzione di costringerlo- gli disse Axel voltandosi verso di lui, sorridendogli divertito e facendogli l’occhiolino -lo sai, però, che sei proprio carino quando ti arrabbi-
-spero che tu non ci stia provando con mio figlio- quella voce bloccò Axel che si girò solo per trovare Leon che lo fissava con uno sguardo di fuoco, la mani appoggiate alla cintura in una posa minacciosa.
Il rosso ridacchiò nervosamente, mettendo una mano dietro la testa -eh eh… assolutamente no, signore… lo stavo solo prendendo in giro…- poi notò che lo sguardo dell’uomo non si era affievolito, così si schiarì la gola ed abbassò la testa in segno di scusa -mi dispiace- Leon scosse la testa, sbuffando -va bene… allora, avete deciso di restare?-
-tu che ne dici, Zexion?- chiese Axel al loro tecnico che aggrottò la fronte -non so se abbiamo abbastanza materiale su cui indagare… certo c’è il disegno di Namine…-
-c’è anche questo- lo interruppe Sora, porgendogli il taccuino -ho scritto tutto quello che è accaduto in queste settimane, poi quello che mi ha detto Riku e ci sono le foto della notte in cui Xemnas ha scritto sul muro!-.
Zexion prese il libretto ed iniziò a sfogliarlo, tirando fuori le foto che la ragazza aveva messo dentro per poi esaminarle: Leon aveva fatto un buon lavoro nel scattare le foto; le immagini delle lettere scritte col sangue sembravano proprio vere, come se stesse guardando il muro dal vivo.
-Questa è una buona documentazione- dichiarò il ragazzo assottigliando lo sguardo -Zexy ha fatto un complimento?! Voglio vedere!- esclamò Demix correndo al lato del tecnico per osservare le immagini -wow! Sono davvero raccapriccianti!- esclamò il biondo.
Axel emise un fischio alla vista delle foto -però, devo ammettere che è impressionante- disse per poi rivolgersi a Leon -con il vostro permesso vorremmo rimanere qui per la notte-
-finché non mi create problemi- rispose il castano alzando le spalle -avete qualcosa per dormire?-
-non penso che dormiremo molto stanotte ma abbiamo, comunque, un paio di sacchi a pelo nel bagagliaio delle auto, così non avremmo nessun problema- rispose il rosso ma prima che potessero continuare la discussione il richiamo urgente di Zexion li fece voltare verso di lui -Axel!-
-che cosa?-
-le foto- rispose il tecnico, guardando con occhi socchiusi le immagini sul tavolo.
Tutti gli occupanti nella stanza si avvicinarono al tavolo per vedere che le immagini del nome di Xemnas nei riquadri delle foto era cambiato: ora sembravano schizzi di sangue di una scena del crimine.
-Non riesco a spiegare questo fatto in termini scientifici- disse Zexion guardando verso il rosso che stava sorridendo cupo -bene gente, prendiamo il resto dell’attrezzatura… ho l’impressione che questa notte sarà davvero interessante- disse strofinando le mani, eccitato.

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti!
Rieccomi con questo nuovo capitolo! ^^
Mi dispiace che ci sia voluto tanto tempo ma con i miei parenti in visita ed il lavoro che aumentava sempre di più non sono riuscita a trovare il tempo di fare nulla ma, fortunatamente, questa settimana è stata relativamente tranquilla quindi sono riuscita a sfornare questo capitolo! :D
Come avete letto vi ho ufficialmente presentato i nostri investigatori; spero vi sia piaciuta la mia scelta del cast e sappiate che le sorprese su di loro non sono ancora finite ;D
Nel prossimo capitolo ci sarà un po’ di azione ma non vi dico altro perché non voglio fare spoiler ;P
Penso di riuscire a pubblicare il prossimo capitolo tra un paio di settimane ma se farò tardi spero che non ve la prendiate (io cerco sempre di rispettare le scadenze ma non ho un computer mio e se ho impegni e non posso andare in biblioteca non posso proprio farci nulla).
Ci sentiamo alla prossima e lasciatemi tante recensioni perché mi piace sapere i vostri pareri sulla storia.
Saluti e baci da black dalia

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Kingdom Hearts / Vai alla pagina dell'autore: black dalia