Fanfic su artisti musicali > McFly
Ricorda la storia  |       
Autore: RubyChubb    29/04/2009    2 recensioni
La classe scoppiò in un boato di risate, cosa più tipica della neve d’inverno, e i tre fecero finta di non aver sentito. La loro vita era in quel modo da quando i loro genitori li avevano messi al mondo, c’erano più che abituati. Danny era il parafulmine, quello a cui venivano scoccate le prime frecce; dopo di lui, veniva direttamente Tom, detto anche FletChin, per via della prominenza del suo mento, ed infine Dougie, più propriamente definito Handjob Station. Tutti quei soprannomi avevano il copyright Made in Judd, ovviamente, era stato lui ad averli inventati. Quello stronzo se lo erano portati dietro dal primo anno di scuola elementare, non potevano liberarsene fino al termine di quell’ultimo anno scolastico di liceo. Eppure, in fin dei conti Danny lo invidiava un po’. Aveva una vita facile, piaceva alle ragazze ed aveva tutto quello che voleva. Se ne fregava dei voti, del suo futuro, aveva il papà che lo aspettava a braccia aperte.
Sentì qualcosa bussare alle sue spalle e si voltò verso Dougie. Con un gesto veloce del dito indice il suo amico gli indicò la porta.
Oh no… Ci risiamo.
Genere: Romantico, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Eccomi tornata tra di voi con la mia nuova storia :) Non è un caso che la pubblichi proprio in questo giorno... Vabbè, poche storie, in quanto neodottoressa posso fare tutto quello che voglio oggi [yep]
e visto che mi sento poco bene [la tensione lascia spazio al mal di gola e alla tosse], che ho sonno e che sono in ferie per molti giorni... Beh, eccovi questa nuovissima storia.
E' un po' che la scrivo, c'è che la conosce già e che mi ha dato una mano ad concluderla. E' una Alternative Universe dall'inizio alla fine, quindi è stata molto strano per me trattare questi conosciutissimi personaggi per chi non erano veramente, nonostante avessi già tentato di tramutarli in qualcun altro, ma per la durata pochissimi capitoli. Ecco, la versatilità delle AU è alquanto sconvolgente xD  Dà molta ispirazione, ma finisce per essere piuttosto pericolosa. 
Il preambolo non è servito nient'altro che a riempire questa piccola introduzione che voglio farvi.  Una piccola immagine della controparte femminile, Alicia,  mentre non ne inserisco alcuna del protagonista maschile [perchè in fondo questa storia è incentrata su di lui, anche se non può non sembrare]. Ripeto, in quanto AU, vi troverete davanti ad un Danny Jones piuttosto diverso...  Sia fisicamente che caratterialmente xD

Non posso fare altro che ringraziare tutti quelli che la leggeranno e/o che la commenteranno, senza dimenticare chi ha commentato "Somwhere in the same hotel" :) grazie ragazzeeeeeeeee!!!!

Aggiungo che la storia è di mia invenzione, non ci sono riferimenti a fatti né a cose accadute e i McFly non mi appartengono.  Tutte le citazioni ad opere altrui [canzoni, libri, film e così via] non verranno riportate con scopi di lucro, così come questa storia.

Falling From Wonderland

What happens when Alice and the White Rabbit fall for each other?




PROLOGO




I’m RATLEG scrive:
Suppongo che dovresti dirlo a tuo padre (come ti ho già detto migliaia di volte…)

BecauseTheNight scrive:
Mio padre non mi crede (come ti ho già detto migliaia di volte…). Pensa che sia una bugiarda gelosa…

I’m RATLEG scrive:
Ma alla fine lo convincerai

BecauseTheNight scrive:
Sì, certamente…

I’m RATLEG scrive:
Vedrai che ho ragione

BecauseTheNight scrive:
Ratleg, caro mio, mi duole dirtelo, ma la vita è molto più dura di quanto pensi…

I’m RATLEG scrive:
Anche più di un sistema di disequazioni di terzo grado?

BecauseTheNight scrive:
Decisamente sì! XD Adesso vado a letto, sono piuttosto stanca… Domani la prof mi interrogherà sicuramente… Altra insufficienza in matematica, che pacco…

I’m RATLEG scrive:
Fossi nella mia stessa classe, ti aiuterei molto volentieri!

BecauseTheNight scrive:
Il classico secchione sfigato con gli occhialoni e l’apparecchio per i denti… XD

I’m RATLEG scrive:
Offendi pure :P Buona insufficienza e buonanotte  ci sentiamo domani?

BecauseTheNight scrive:
Solo se il tuo augurio non si avvererà! Notte notte!



Sorrise.
Chiuse la finestra di conversazione e, come tutte le altre sere, spense il suo portatile. Si stiracchiò, sbadigliò e si tolse gli occhiali da vista, appoggiandoli sul comodino accanto al letto.
Un altro giorno se n’era andato, finito come tutti gli altri, immerso nella solita routine. Scuola, studio, computer e letto, poi di nuovo scuola, studio, computer e letto. Indossò il suo pigiama grigio a righe blu, sua sorella gli diceva sempre che un carcerato era molto più alla moda di lui. Passò dal bagno, doveva lavarsi ed indossare l’apparecchio notturno per la dentatura inferiore, per quella superiore ci pensava quello fisso. Fortunatamente aveva avuto la possibilità di nasconderlo all’interno della bocca, cosicché il suo sorriso non si mostrava di ferro come quello di alcuni suoi compagni.
Si infilò sotto le coperte e chiuse gli occhi.
La routine avrebbe avuto un nuovo inizio, con tutti i pro ed i contro che la sua vita gli riservava.


.*.*.*.


Entrò nella classe di matematica, si sedette al suo solito posto ed appoggiò lo zaino alla gamba sinistra del banco. Il silenzio eccessivo non gli dette alcun fastidio, era abituato ad arrivare prima di tutti gli altri, e in quel tempo passato da solo dava sempre una lettura veloce alla lezione del giorno precedente per non farsi cogliere impreparato. Non gli piaceva dare il peggio di sé con una scena muta.
Giorno!”, una voce squillante fece alzare la sua fronte dal libro su cui era chinata.
Una musichetta elettronica sottolineò l’entrata nella classe del suo amico e compagno di corso di matematica, e proveniva sicuramente dal videogioco elettronico tascabile che si portava immancabilmente appresso al culo.
Buongiorno Dougie.”, rispose Danny, “A che livello stai?”
Penultimo.”, disse l’altro, sedendosi sul banco alle sue spalle e lasciando che lo zaino cadesse con un tonfo sul pavimento.
Ma lo hai comprato tre giorni fa…”, gli fece notare Danny, che scosse la testa rassegnato.
Non ci dormo la notte!”, si giustificò Dougie, “Questo livello mi dà dei veri grattacapi. Non riesco proprio a distruggere il nemico finale, ho provato tutte le combinazioni di tasti ma è praticamente impossibile. Ho cercato soluzioni on line, ma niente…”
Ci riuscirai…”, lo consolò con fare pacifico e tornò sul suo quaderno per gli appunti.
Si isolò e non lasciò che la musichetta del videogioco di Dougie gli trapanasse le orecchie. Comunque, tra poco sarebbe arrivato anche Tom, quindi i secondi rimasti per il ripasso stavano lentamente finendo. Infatti, dei passi pesanti e veloci lo interruppero subito. La faccia trafelata di Tom apparve sulla soglia della classe: era sudato e stava ansimando.
Ma che cazzo!”, esclamò, entrando con calma, “Dove cazzo sono tutti gli altri!”
Rapiti dagli alieni.”, rispose Dougie con tono monotono, troppo impegnato sul suo livello.
Tom, mancano venti minuti all’inizio della lezione…”, disse Danny, sollevando le sopracciglia.
L’altro controllò subito l’orologio.
Cazzo!”, esplose, “Si è fermato ancora! Ma porca puttana!”
Compratene un nuovo…”, gli consigliò Dougie.
Mossa sbagliata, si disse Danny. L’orologio di Star Wars di Tom non si criticava mai. Lo aveva comprato che aveva solo sette anni e stava ancora lì al suo polso, sempre attivo e pronto ad essere soccorso dal suo amato -e ossessionato- padrone.
Fatti i cazzi tuoi, Poynter!”, sbuffò subito Tom, quella mattina in vena di numerose e ripetitive parolacce, “Se cambio la pila, vedrai che torna come nuovo!”
Il giocatore alle sue spalle prese a borbottare.
Se cambi il cervello, Tom Fletcher rimarrà sempre il solito sfigato…”
Se gli togli i videogames, Dougie Poynter si ammazzerà dalle seghe!”, si vendicò Tom.
Basta!”, li fermò Danny, “Ogni mattina avete da becchettarvi come le nonne al supermercato!”
I due contendenti si scambiarono un’occhiata di ulteriore sfida, poi Tom sistemò il suo gigantesco blocco per disegni nel ripiano sotto al banco e si sedette davanti a lui. Come ogni mattina il terzetto si completò ed occupò le ultime tre postazioni della seconda fila di banchi, a partire dalle finestre laterali dell’aula di matematica. Attendevano l’arrivo di tutti gli altri compagni che, uno dopo l’altro, occuparono i posti rimanenti.
Sai una cosa, Dad?”, gli si rivolse Tom.
Sentì una punta di fastidio pungergli il collo.
Lo sai che odio quel soprannome.”, gli disse, senza distogliere l’attenzione dai sistemi di disequazioni di terzo grado.
Era l’acronimo del suo nome, Daniel Alan David, Dad. C’era anche chi lo chiamava Daddy Jones, solitamente erano i bastardi che popolavano tutte le scuole del mondo, nessuna esclusa, ma se erano i suoi migliori amici ad appellarlo così, allora era tutta un’altra cosa. Non gli piaceva, ma andava bene.
Ti dicevo…”, lo ignorò Tom, “Ho notato che ogni sera protrai ad oltranza la tua permanenza on line anche dopo la dipartita mia e di quel coglione seduto dietro a te.”
Già, è vero.”, si accodò subito Dougie, che aveva intercettato la conversazione.
E’ vero cosa?”, si preparò Tom, “Che sei un coglione o che lui rimane troppo tempo davanti allo schermo del suo pc?”
Non lo vide, ma Danny si immaginò il suo amico alzare il dito a Fletcher, con tanto di sguardo inviperito.
E’ perché leggo degli articoli e dimentico di disconnettermi.”, si giustificò Danny.
Quali articoli?”, si incuriosì Tom.
Beh… Scienza, cose così…”
Su quale sito?”
National Geografic.”, sparò al primo colpo.
Scienza dell’accoppiamento animale?”, domandò anche Dougie.
Danny si spazientì, sospirò infastidito e non rispose. I due parvero accontentarsi, ma molto presto sarebbero tornati in argomento e avrebbe dovuto inventarsi qualche altra scusa. Non gli andava di parlare delle lunghe chiacchierate a cui loro non partecipavano. Un fracasso li distrasse in gruppo, un rumore di risate grasse e forzatamente sguaiate entrò nella classe insieme ai corpi a cui appartenevano.
Cristo santo!”, esclamò Jake O’Connor, “Gliel’hai fatta proprio grossa!”
Puoi dirlo forte!”, rispose il ragazzo che era con lui, il biondo e tanto affascinante Chris Sandman.
Danny nascose la faccia nelle disequazioni di terzo grado che stava ripassando, era meglio non farsi vedere.
Ecco Harold Mark Christopher Judd, o meglio, Harry-Grande-Pezzo-di-Merda, come lo chiamava personalmente. Era il tipico ragazzo che faceva pentire di aver posato gli occhi su di lui, di averlo guardato, di avergli detto ‘buona giornata’… Ed infine di essere nato. I tipi come Danny, quelli con la divisa scolastica sempre perfettamente a posto, gli occhiali da vista e la media dei voti troppo alta, attiravano la sua antipatia come le caldarroste richiamavano il languorino delle persone che amavano mangiarle d’inverno. Un paragone ancora più semplice? Danny Jones stava a Harry Judd come il miele stava alle api… E cambiando i fattori della proporzione il risultato era sempre quello, era destinato a rimanere perfettamente invariato.
Nei secoli dei secoli, amen.
Fortunatamente, quella mattina Harry sembrava avercela con qualcun altro che non era lui, il suo bersaglio preferito dell’ora di matematica, e Danny sospirò di sollievo. Fu però una cosa temporanea.
Daddy Jones!”, esclamò Harry mentre si sedeva, guardandolo con occhi felici e bocca spalancata, “Ma come siamo belli oggi! E anche tu, Fletcher… E Poynter, che massa di fotomodelli!”
La classe scoppiò in un boato di risate, cosa più tipica della neve d’inverno, e i tre fecero finta di non aver sentito. La loro vita era in quel modo da quando i loro genitori li avevano messi al mondo, c’erano più che abituati. Danny era il parafulmine, quello a cui venivano scoccate le prime frecce;  dopo di lui, veniva direttamente Tom, detto anche FletChin, per via della prominenza del suo mento, ed infine Dougie, più propriamente definito Handjob Station. Tutti quei soprannomi avevano il copyright Made in Judd, ovviamente, era stato lui ad averli inventati. Quello stronzo se lo erano portati dietro dal primo anno di scuola elementare, non potevano liberarsene fino al termine di quell’ultimo anno scolastico di liceo. Eppure, in fin dei conti Danny lo invidiava un po’. Aveva una vita facile, piaceva alle ragazze ed aveva tutto quello che voleva. Se ne fregava dei voti, del suo futuro, aveva il papà che lo aspettava a braccia aperte.
Sentì qualcosa bussare alle sue spalle e si voltò verso Dougie. Con un gesto veloce del dito indice il suo amico gli indicò la porta.
Oh no… Ci risiamo.
Palpitazioni, sudore freddo, balbuzie incessante. Erano quelli i sintomi della sua degenerazione fisica e mentale…. E sentimentale. Tutta colpa di quel maledetto giorno, il primo di quell’anno scolastico, in cui era entrata candidamente in classe accompagnata dal preside. Era nuova e si era persa, non era stata capace di interpretare la cartina del liceo e di trovare la classe di matematica.
Alicia Kristen Eva Lewis.
Capelli scuri, occhi scuri, pelle chiara. Libri sotto braccio, zaino sulle spalle, sguardo basso ed indifferente. La osservò segretamente sedersi vicino alla finestra in silenzio, alla sua sinistra, davanti al banco parallelo al suo. Sistemò i capelli dietro alle orecchie, allacciò le stringhe sfilacciate dell’anfibio destro, prese un libro dalla piccola pila appoggiata sul suo banco e si mise a leggere.
Uno scappellotto atterrò sulla nuca di Danny.
E piantala!”, esclamò Dougie.
Fatti i cazzi tuoi!”, lo rimbeccò prontamente, massaggiandosi la testa.
Provò a concentrarsi sulle regole per la soluzione di un sistema di equazioni di terzo grado ma, sebbene le conoscesse a memoria, non riusciva più a rammentarle.
Signorina Lewis! Vorrebbe essere invitata a cena???”
Un’altra bomba di risate, ma stavolta furono prevalentemente di provenienza femminile.
Fotti tua sorella, Judd.”, gli rispose subito Alicia, senza neanche voltarsi a guardarlo.
No, è te che si fotte!”, incalzò Chris Sand, l’amico più fidato di Harry, il suo cane da combattimento ed emulatore professionista.
Altre risate, altre palpitazioni.
Li odiava, li odiava tutti. Perché non la lasciano in pace?, si chiese Danny, come ogni volta. Non c’era alcun divertimento nell’offenderla, lo trovava piuttosto disgustoso e senza senso. Eppure lei sembrava non farci caso, li lasciava perdere e continuava tranquillamente la sua vita.
Alicia lo aveva colpito come un fulmine spezzava in due la querce più alta e più vecchia. Era entrata nella classe di matematica e, bum!, aveva ucciso il cuore del re degli sfigati e dei secchioni. Non poteva farci niente, era innamorato di lei. Completamente, stupidamente, incondizionatamente innamorato di lei, e se ne fregava di quello che le persone raccontavano sul suo conto. Non dava peso a quanto potesse sembrare stronza, altezzosa, presuntuosa… E facile. Dicevano che era una facile, una che ci stava, ma non poteva essere, no, ne era pienamente convinto.
Era stato Harry a mettere quella voce in giro, era sicuro anche di quello.




.*.*.*.


   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > McFly / Vai alla pagina dell'autore: RubyChubb