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Autore: Fajander    27/08/2016    0 recensioni
Dragon Ball Vengeance è un universo alternativo all'originale dove Gohan, per una serie di motivi, rimane l'ultimo discendente della stirpe Saiyan in vita. Furioso e guidato dalla sete di vendetta, si ritroverà ad affrontare in una lotta perpetua l'essere che gli ha portato via tutto ciò a cui teneva, cambiando radicalmente la sua personalità. Nel corso della storia egli troverà però dei fidati alleati, con i suoi stessi interessi, che lo aiuteranno in quella che si trasformerà pian piano in una battaglia per la sopravvivenza dell'intero universo.
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Cooler, Freezer, Gohan, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Luogo:spazio, nei pressi del sistema solare

Epoca:mentre Freezer atterra su Cooler 01

La squadra Delta, dopo vari giorni di estenuante ricerca, aveva finalmente localizzato l'astronave di cui Lord Freezer gli aveva parlato.
Dato che le possibili rotte erano centinaia, i sei guerrieri si erano divisi per avere la possibilità di setacciare una zona più vasta, e, sebbene tale strategia inizialmente si fosse rivelata vana, alla fine ottenne i risultati sperati. Il capitano Igin, che in quel momento stava dormendo, venne svegliato da un bip della propria navicella.
Aprì pigramente gli occhi, disturbati dalla luce lampeggiante blu dello schermo, massaggiandosi le tempie con le dita della mano destra, e dopo aver fatto un lungo quanto sonoro sbadiglio si decise a controllare il monitor, situato proprio davanti a lui.
Le navicelle monoposto non erano molto comode: l'abitacolo era composto da una postazione in cui il pilota poteva accucciarsi e da un display olografico con cui era possibile tenere d'occhio tutte le principali funzioni del veicolo.
I comandi per pilotare la navicella erano nascosti da uno sportello sul tettuccio, e potevano essere utilizzati tirando una piccola leva, anche se il più delle volte il viaggio era completamente gestito dall'intelligenza artificiale.
La parte anteriore del veicolo era costituita dallo sportello che permetteva di uscire all'aperto e dall'oblò da cui era possibile ammirare i tenebrosi paesaggi spaziali, intervallati puntualmente dalla luce delle stelle o delle meteore.
«Dunque, vediamo di che si tratta... Un avviso da parte dell'IA, spero non abbia finito il carburante.» commentò Igin, tentando di combattere la voglia di tornare a dormire.
Mosse le dita con una certa velocità per scorrere il lungo elenco di notifiche, quando finalmente trovò il messaggio in questione. Una volta aperto il file, la voce robotica femminile del computer lesse al posto suo la comunicazione: «Astronave con le caratteristiche richieste localizzata. I nostri scanner hanno individuato 456 forme di vite al suo interno. Livello di combattimento medio: 1200. Presenza di un saiyan al suo interno confermata.» gracchiò la voce, e fu proprio quest'ultimo dettaglio che fece sobbalzare il soldato, che sbattè la testa di colpo sul tettuccio del veicolo, facendo svanire del tutto ogni residuo di sonnolenza.
«Finalmente! L'ho trovato! Computer, quanto tempo manca a raggiungere l'astronave?» chiese Igin, eccitato dalla scoperta.
Il display mostrò una riproduzione bidimensionale in miniatura dello spazio che separava i due veicoli. Passato qualche secondo in cui l'IA eseguì i dovuti calcoli, essa si decise a rispondere:«19 minuti e 8 secondi. Impostare l'astronave sopracitata come bersaglio?» chiese. Il capitano esitò, pensando alla migliore strategia. "Se aspetto il resto della squadra perderò del tempo prezioso, e a quel punto, considerando che il carburante è agli sgoccioli, potrei perderne definitivamente le tracce. No, devo procedere da solo, dopotutto sono il più forte della squadra Delta e quei soldati hanno un livello medio decisamente inferiore al mio. Posso farcela!" concluse, dando il permesso al computer di procedere. C'era una possibilità di incontrare dei guerrieri più forti di lui, questo Igin lo sapeva, ma se si fosse mosso in fretta e con astuzia avrebbe potuto recuperare il saiyan senza troppe complicazioni. «Computer, attiva l'occultamento visivo.» «Occultamento attivato». "In questo modo non potrò essere rintracciato, non mi vedranno neanche arrivare! Perfetto!" pensò il capitano, sorridendo e stringendo il pugno in segno di vittoria.

19 minuti dopo...

Dopo aver informato qualche minuto prima gli altri membri della squadra, l'èlite giunse nelle immediate vicinanze della maestosa astronave.
Tuttavia, giunto a poche decine di metri di distanza, la sua navicella tornò inspiegabilmente ad essere visibile.
«Occultamento disattivato. Rivelato campo anti invisibilità generato dal veicolo.» spiegò la voce femminile dell'IA, mettendo in agitazione il capitano.
«Che cosa? Soltanto i veicoli imperiali utilizzati per le missioni speciali hanno questo tipo di difesa! Com'è possibile che dei semplici pirati abbiano a disposizione un tale strumento? Beh, al diavolo l'effetto sorpresa!» esclamò Igin, sudando freddo.
Di lì a poco sarebbe stato attaccato, e se non si fosse preparato a dovere sarebbe morto prima ancora di raggiungere il proprio obiettivo.
Sollevò il braccio sinistro, tirò la leva sopra di esso e una piccola cloche venne fuori dallo sportello del tettuccio.
L'uomo la impugnò saldamente ed accelerò al massimo, puntando verso il fianco destro del maestoso velivolo.
La fortuna fu dalla sua parte poichè i cannoni laser nemici non ebbero il tempo di essere attivati dai soldati, che, impreparati, non furono abbastanza reattivi. Ancora pochi secondi e il piccolo veicolo avrebbe sfondato la parete metallica.
Tuttavia, quest'ultima, essendo costituita da una lega metallica ultra resistente, resse totalmente l'urto, facendo esplodere in mille pezzi la monoposto. «Capitano, il nemico si è autodistrutto. Ha tentato di aprire una breccia nel nostro veicolo ma la nostra struttura ha retto del tutto l'impatto.» informò uno dei soldati dell'astronave, sotto lo sguardo soddisfatto dell'anziano capitano. «Effettuate una scansione completa della struttura, per sicurezza.
Non voglio avere intoppi o rallentamenti di alcun tipo.» ordinò, ponendo le braccia unite dietro la schiena e voltandosi per uscire dalla sala.
Ovviamente, il soldato Delta aveva escogitato un piano.
Era sgusciato via dal veicolo qualche secondo prima dell'esplosione, per poi rotolare sulla superficie superiore dell'astronave fino a raggiungerne il fianco sinistro, da cui sarebbe entrato. In questo modo tutti i soldati si sarebbero precipitati nel luogo in cui la navicella era atterrata, lasciando scoperto l'altro lato. Questo piano andò però per il verso sbagliato poichè Igin non aveva immaginato che quel metallo fosse così resistente. "Maledizione! E ora che faccio? Non posso penetrare all'interno, farei troppo rumore e poi non sono sicuro di poter sfondare questo affare! Devo trovare un oblò o qualcosa di simile, altrimenti morirò soffocato!" pensò, aggrappandosi saldamente alle sporgenze del veicolo ed avanzando lentamente, trattenendo il respiro. Il suo volto passò velocemente dal suo tipico arancio a un violaceo pallido, sintomo che non avrebbe resistito ancora a lungo. Finalmente, raggiunta l'estremità di una sporgenza nel punto più alto dell'astronave, Igin notò una piccola rientranza, come una fessura, a qualche metro da lui più in basso.
Cos'era? Probabilmente un danno che non era ancora stato riparato, una breccia insignificante che però avrebbe fatto la differenza. Le vene pulsavano sempre più forti lungo il suo collo e la sua fronte, l'ossigeno diminuiva sempre di più e ormai il cervello si rifiutava di indugiare oltre. Pertanto, senza perdere ulteriore tempo il soldato avvolse di aura il proprio pugno destro, poi si diede una spinta con le gambe e si diresse verso la fessura. Portò indietro il braccio per caricare il colpo e poi colpì la parete con tutta la sua forza, mandandola in frantumi. La forza di gravità artificiale del mezzo trascinò al suo interno il guerriero, che, stremato, ansimò a terra. Il suo respiro riprese con un ritmo accelerato e altisonante, mentre l'atmosfera dell'astronave veniva risucchiata all'esterno, facendo scattare l'allarme dell'intera struttura. «Devo allontanarmi da qui, presto arriverà l'intero esercito.
Grazie a questo però non verrò rilevato!» mormorò il guerriero, toccando un sottile bracciale che stringeva il polso sinistro per verificarne l'assenza di danni.
Era un dispositivo, frutto delle ultime ricerche degli scienziati imperiali, capace di nascondere la propria presenza a tutti i modelli di scouter, anche a quelli più moderni, ben più sensibili.
Al tocco del proprietario il prezioso strumento rispose facendo lampeggiare una piccola luce blu, segno che funzionasse al 100%. Mentre fece ciò il suo scouter emise un bip di allerta: diverse forze combattive intorno con potenza media di 800 erano in rapido avvicinamento dal corridoio di fronte a lui. Il capitano, così, decise di prendere la direzione opposta.
Correndo pigiò dei tasti su ciò che sembrava un orologio legato al suo polso.
Da esso ne fuoriuscì una piantina in 3D olografica dell'intera struttura. Nell'ala est, a circa 80 metri da lui, vi si trovava un puntino rosso lampeggiante: lì vi era il saiyan che stava assiduamente cercando. L'IA generò il percorso più ottimale, ossia privo di forze combattive e al contempo più breve. "Perfetto! Il computer ha svolto un ottimo lavoro! In pochi minuti raggiungerò quella posizione, Lord Freezer sarà entusiasta!" meditava Igin, correndo quanto più veloce poteva saettando lungo i corridoi illuminati da una luce bianca e omogenea. Ancora 30 metri.
Il guerriero voltò a destra, poi a sinistra, poi di nuovo a destra, finchè non si ritrovò di fronte una porta di un metallo massiccio protetta da due energumeni con un mantello rossastro. Uno aveva l'aspetto di una rana, la pelle violacea, occhi gialli e delle macchie nere lungo tutto il corpo; l'altro era leggermente più basso, aveva l'aspetto di un demone, la pelle rossa accesa, occhi di un tetro nero e delle robuste corna apparivano dalle tempie. Come mai il suo scouter non aveva percepito nulla? I due esseri decifrarono l'espressione ebete e sconvolta del loro intruso e così decisero di rispondere ai suoi dubbi: «Che c'è? Ti stai chiedendo come mai non ci hai percepiti?» disse uno, «È merito della nostra signora, Meyra, che sta insegnando a tutti i soldati d'èlite a nascondere la propria aura, permettendoci di apparire invisibili ad ogni tipo di rilevamento!» aggiunse l'altro, sogghignando. «Che cosa?! È possibile una cosa del genere? Mi domando chi sia questa Meyra. Siete dei pirati spaziali abbastanza forniti e preparati, i miei complimenti, ma non sapete con chi avete a che fare! Siete dinanzi al capitano della valorosa Squadra Delta, corpo speciale dell'armata di Lord Freezer!» si presentò Igin, sollevando le braccia in aria diagonalmente, mentre un sorriso orgoglioso mutava l'espressione del suo volto.
I due, guardandosi l'un l'altro, scoppiarono in una fragorosa risata, che fece ribollire il sangue del soldato. «Cos'avete da ridere?! Dubitate forse del mio potere? Fatevi da parte e consegnatemi il saiyan, o vi spazzerò via entrambi!» tuonò Igin, ferito nell'orgoglio. I due soldati si misero in posizione di combattimento, sorridendo beffardi, decisi a non deludere la propria comandante.
L'intruso fece lo stesso e i tre si incontrarono a metà del tragitto, iniziando una feroce battaglia. I movimenti del Delta erano molto più rapidi di quelli dei due, ma quest'ultimi, essendo in vantaggio numerico, riuscivano comunque a trovare dei punti scoperti e quindi a ferire il nemico. Infatti, mentre il soldato demone impegnava il proprio nemico con dei pugni atti a romperne le difese, l'altro sferrò una ginocchiata sul fianco sinistro dell'avversario, facendolo arretrare di qualche metro. Igin non ne risentì molto, ma riuscì a sentirne il dolore. «Siete bravi! La vostra incredibile cooperazione riesce a compensare la scarsa velocità, ma non riuscirete comunque a spuntarla!» disse, balzando in avanti, deciso a mettere a segno qualche colpo. Inizialmente si era diretto verso l'anfibio ma all'ultimo secondo cambiò direzione e sferrò un pugno in pieno volto al demone, che straziò dal dolore, portandosi le mani al naso.
Successivamente Igin, sorridendo compiaciuto, lo afferrò per le corna e lo scaraventò sull'altro, che però schivò l'attacco, facendo sbattere rovinosamente il proprio compagno sulla parete massiccia del corridoio. In quel momento il capitano era scoperto e così l'uomo rana ne approfittò, colpendolo energicamente con una testata sul petto che crepò parte dell'armatura.
Ripresosi dalla botta subita un attimo prima, il soldato demone si unì all'alleato in un attacco energetico combinato, che colpì un impreparato Igin, che fu travolto completamente. L'esplosione annerì le mattonelle che poco prima erano di un bianco puro, e ricoprì l'intera zona di fumo e di odore di bruciato.
Il soldato Delta, stavolta gravemente ferito, si stava risollevando da terra faticosamente, facendo forza sulle gambe.
"Questo scontro non può continuare così, se dovessero riccorere un'altra volta a un attacco simile potrebbero mettermi in seria difficoltà! La mia eccessiva sicurezza mi ha fatto sottovalutare la loro reale forza. Inoltre, sicuramente staranno arrivando altri soldati attirati da questo fracasso! Devo concludere in fretta, prelevare il saiyan e fuggire con una navicella di salvataggio." riflettè il guerriero, spazzando via la fuligine dai suoi vestiti. «Non pensavo di dover utilizzare questa tecnica contro di voi, ma evidentemente siete più forti di quanto pensassi! Purtroppo per voi, state per assistere al mio migliore attacco! Addio!» sentenziò l'uomo di Freezer, sotto lo sgomento dei suoi avversari.
Lo skahriano si lasciò avvolgere dalla propria aura, che concentrò pian piano lungo il suo braccio destro, tramutandolo quasi in una lama di energia. «Non possiamo farlo continuare, attacchiamolo!» disse allarmato l'uomo rana, mentre l'altro annuiva.
Si scagliarono a tutta velocità contro il nemico, ma quest'ultimo urlando «Fendente della morte!» mosse il proprio braccio diagonalmente come se volesse tagliare i propri avversari.
Il soldato simile a un anfibio venne completamente investito da esso e di conseguenza il suo corpo venne affettato a metà, cadendo con un tonfo a terra; l'altro invece era riuscito ad evitarlo, almeno parzialmente, facendosi amputare il braccio sinistro e lacerandosi il fianco.
Ormai inerme e decisamente poco pericoloso, il soldato dalla pelle rossastra urlò di dolore, mentre fiotti di sangue zampillavano dalle ferite.
«Non sei più una minaccia per me, se ti mettono immediatamente nella vasca di rigenerazione, e sono sicuro che questa nave ne sia dotata, potresti addirittura sopravvivere. Sparisci!» disse Igin, calciando con forza il corpo semicosciente del nemico diversi metri più in là, alla fine del corridoio.
«Che combattimento impegnativo... Ed ora, il gran finale!» mormorò, superando il cadavere della guardia e facendo esplodere con un colpo energetico la spessa porta. Al centro della stanza, illuminata da una scarsa luce verdastra, vi era una cassa metallica, rettangolare e con gli angoli stondati, all'interno del quale vi era un bambino, che stava beatamente dormendo, visibile dal piccolo oblò.
"Che cosa? È questo il saiyan? Come hanno fatto a imprigionarlo? Questo potrebbe essere un problema..." pensò il capitano, aggrottando la fronte.
Infatti, quella sorta di vasca era una camera criogenica, che poteva essere aperta dall'interno soltanto quando il tempo prestabilito scadeva, in questo caso un mese, com'era ben visibile da un piccolo display situato sotto l'oblò.
"Non è il momento di porsi simili questioni, devo andarmene da qui o l'intero esercito mi sarà addosso!" ma non appena scollegò uno dei tanti cavi della camera criogenica, un allarme risuonò in tutta la stanza, seguita dalla chiusura dell'entrata con una porta blindata uscita da una fessura appena apertasi. Il corpo del guerriero si fece più pesante e la gravità, aumentata di colpo, lo costrinse a schiacciarsi al pavimento. "Ma...maledizione! Ma che diavolo di astronave è questa?! Sono fottuto!" pensò in preda al panico Igin, riuscendosi a muoversi a stento. Come sarebbe riuscito a liberarsi da quella folle trappola?

   
 
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