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Autore: kuro    29/04/2009    1 recensioni
Visto il movimento del suo volto verso di me, penso, ma non ne sono sicura dato quanto ero intenta a perdermi nei miei pensieri sul suo aspetto, di essermi messa a fissarlo con uno sguardo un po’ curioso e sorpreso abbastanza insistentemente da farlo girare. Non saprei neanche io raccontare il perché mi apparve così fantastico in quel momento, e di come mi appaia sempre fantastico in qualunque momento, forse sarà per l'instancabile aura di tristezza che lo circonda, per la tenerezza che provoca ogni cosa che fa o semplicemente perché è lui...
Storia già un tempo pubblicata sotto il mio vecchio account, rivista e riorganizzata. Spero che le persone che un tempo seguivano tornino a seguirla e che altre persone la leggano. Buona lettura!
Genere: Generale, Romantico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Shinichi Okazaki
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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1. Il ragazzo del posto accanto

 

 

Tutto iniziò un poco importante giorno dei miei diciassette anni. La giornata era iniziata come sempre, in altre parole nel modo più banale possibile. Spesso dopo che il suono della sveglia irrompeva nella mia stanza riempiendola ed entrando nel mio sonno, adoravo rimanere sotto la trapunta solo per il senso di torpore e di infinita estraneità che sentivo nei confronti del mondo, tanto da sentirmi quasi un anima vagante in un mare di nuvole troppo candide e soffici. Rimanevo a pensare molte cose e visto che la maggior parte del tempo lo facevo senza rendermene conto, passavo intere ore a perdermi in pensieri a volte più grandi di me e che spesso non fruttavano altro che inutili preoccupazioni. Sognavo, come ogni diciassettenne, anche se non lo volevo ammettere ed amavo perdermi in romantiche idee da ragazzine al primo amore.

Ero solita alzarmi in ritardo perché odiavo la troppa folla per le strade, quindi mi pregustavo la scena di persone affannate in divisa o in giacca e cravatta alla finestra mentre bevevo una dolce tazza di the alla vaniglia. Finita la colazione, mi spostavo con calma verso la toilette, dove mi aspettava la pulizia del viso e un leggero strato di trucco. Non ero come la maggior parte delle ragazze giapponesi ossessionata dall’aspetto fisico, però diciamo che m’interessava come a una normale persona. Insomma, ero una ragazza nei limiti della normalità, con lunghi capelli neri ed occhi cioccolato non più alta del metro e sessanta. Bello vero?

- Buongiorno Sacchycchan!


- Ran ti ho già detto di non chiamarmi in quel modo! Non farmi arrabbiare!


- Ahahahahah! Perché te la prendi cosi tanto Sachiko? E' così carino Sacchy!


- Non puoi capire Kumiko... io vi chiamo senza dei vezzeggiativi fastidiosi da bambine mongole e pretendo altrettanto!


- Povera Sacchycchan catapultata in questo mondo d’incoerenza infantile! Penso che prima o poi si annienterà da sola per il suo troppo cinismo!

- Ah Ah Ah simpatica davvero Ran.


- Tesorino ti sei svegliata male?


-No sei tu che rovini la giornata è diverso! 


- Ahahahah su Ran lascia la povera Sachiko nei suoi pensieri, se no poi sai che le viene la luna storta! A dopo tesoro!

Mi manda un bacio con la mano e scende dal treno trascinandosi dietro Ran.

 

 

Io, la matta dalle problematiche mentali, ovvero Ran e Kumiko, la perdonabile fighetta intelligente, siamo amiche fin da quando eravamo piccole. Non ho la minima idea di come sia potuto nascere questo legame tra di noi e, di come nel tempo abbia potuto continuare, ma siamo rimaste sempre unite qualunque cosa sia successa a me o a loro. Sono uno di quei legami che non mi so spiegare e per questo lo accetto e basta. Il nostro rapporto è iniziato tutto alle elementari. Io stavo litigando con un bambinetto cretino, come spesso tutti sono alle elementari, che mi aveva fregato i pastelli e Kumiko, che fin da quei tempi era un piccolo genio ed, essendo di buona famiglia, vestiva già tutta per bene, intervenne in mio aiuto con una battutina che io definisco "viperina" (già allora si faceva sentire) le quali testuali parole sono le seguenti: 
"Senti pezzo di idiota, ridalle i pastelli visto che è presumibile che a te, dato il tuo grado intellettivo, non servano a niente"
al che il bambino, come logico che tutti i bullli facciano, sollevò una mano per darle un bel e sonoro cazzotto in faccia. 
"Non si picchiano le ragazze, svergognato!!" era intervenuta Ran fermando il braccio del tipetto dal sangue caldo con un altrettanto sonoro cazzotto in piena faccia, perché anche se non sembra può sembrare stupida, ma quando deve sa essere seria e anche molto matura.
Finite le medie e le elementari passate insieme nello stesso complesso scolastico, alle superiori ci dovemmo separare poiché decidemmo tutte e tre di frequentare scuole superiori diverse. Kumiko entrò nel liceo più da secchioni e figli di papà, però anche se lei non lo è per niente lo ha fatto per volere dei suoi e complicatezze in "casa", ovvero le solite questioni senza senso dei ricchi. Ran invece con la sua voglia di non far niente, è entrata nella scuola più facile e vicina a casa che a detta sua non lo è per niente. Io con la mia voglia di lontananza più possibile dal luogo chiamato casa, ho scelto un istituto in un altro quartiere di Tokyo di media difficoltà. Nonostante questo continuiamo a vederci molto e ad uscire insieme: la mattina prendiamo lo stesso treno che coincide più o meno con gli orari di tutte e tre, al pomeriggio anche e spesso usciamo insieme o andiamo una a casa dell'altra.

 

 

A due fermate dopo quella di Ran e Kumiko, il treno di solito inizia a svuotarsi dandomi così la possibilità di sedermi fino all'ultima fermata, ovvero quella dove devo scendere io. Vago fra i vagoni cercando un posto libero e al primo avvistamento mi ci fiondo sopra senza badare alle persone che mi stanno intorno. Dopo essermi seduta e sistemata, noto che vicino a me c'è un ragazzo di cui non riuscivo a identificare l'età dato i capelli color azzurrino chiaro, probabilmente resi così dai lavaggi e con un piercing al labbro collegato all'orecchio da una catenella, vestito in modo decisamente punk. Visto il movimento del suo volto verso di me, penso, ma non ne sono sicura dato quanto ero intenta a perdermi nei miei pensieri sul suo aspetto, di essermi messa a fissarlo con uno sguardo un po’ curioso e sorpreso abbastanza insistentemente da farlo girare. Fino ad allora non lo avevo ancora visto negli occhi poiché li teneva chiusi mentre ascoltava la musica nelle cuffiette di un vecchio lettore cd, ma quando si girò notai quelle incredibili pozze azzurre comparirmi davanti. I suoi occhi erano pieni di sentimenti che allora non avrei saputo individuare e tranne quel misto di tristezza che si intersecava con le sfumature azzurre intorno all'iride, non ero stata capace di percepire altro. Era molto carino e dovetti ammettere che l'insieme di tutto il suo viso risultava molto grazioso. Trasmetteva un senso di tenerezza assoluta, tanto che mi venne voglia di toccarlo o in qualche modo accarezzarlo. Sul mio volto doveva essere comparsa un'altra qualche strana espressione che gli provocò un piccolo sorriso che appena vidi, mi provocò un blocco al cuore: era di una bellezza inesprimibile.

Non saprei neanche io raccontare il perché mi apparve così fantastico in quel momento, e di come mi appaia sempre fantastico in qualunque momento, forse sarà per l'instancabile aura di tristezza che lo circonda, per la tenerezza che provoca ogni cosa che fa o semplicemente perché è lui...

-Ciao


Mi dice con quel sorrisino, interrompendo il flusso dei miei pensieri e guardandomi strano. Alzo li occhi sorpresa, senza riuscire a capire bene il tempo che passava e quello che stava succedendo.

- Ciao

Rispondo piano dandomi mentalmente dell’ idiota mentre lui scoppia a ridere.

- Ti piaccio?

- Eh?


Arrossisco e penso che in tutta la mia vita non l’ho mai fatto. Il treno si ferma, lui prende la chitarra e si alza al che il mio cuore fa un salto, ma mentre si avvia per uscire le sue labbra si dischiudono e proprio quando ero intenta a osservarle parlano.

- Shin


- Cosa?


Anche questa risposta non era prevista, posso sempre aggiungerla alle figure di merda però. Si gira e sorride di nuovo ridicendomi:


- Shin


Solo allora comprendo e vergognandomene rispondo:

- Sachiko

Mi fa l'occhiolino commentando che è un bel nome dopo di che esce dalle porte ormai prossime alla chiusura del treno.

 

 

Quell'incontro mi aveva talmente sconvolta che per il resto della giornata non pensai ad altro. Solitamente sono una persona con i piedi per terra, seria e realista, ma non mi era mai capitato nulla del genere. Ero stata presa contropiede. Non riuscire a concentrare i miei pensieri su nient’altro che non fosse lui, tanto da non rispondere sul treno alle battutine di Ran, era una cosa che non mi era mai capitato di affrontare.

Quello è stato il giorno più importante della mia vita, il giorno in cui nella mia vita iniziarono tutta una serie d’eventi che non mi sarei mai aspettata. Il giorno in cui la mia vita conobbe te e l’amore Shinichi.

 

 

  
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