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Autore: samv_s    28/08/2016    4 recensioni
“Un giorno, tre autunni.” Sussurrò Yixing in cinese, sorridendo appena.
“Come scusa?” Chiese Jongdae non capendo.
“Un giorno, tre autunni. - Ripeté l’amico – È un proverbio cinese. Lo si dice quando qualcuno ti manca così tanto, che un giorno pesa come fossero tre anni.”
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chen, Chen, Suho, Suho
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Un giorno, tre autunni.

 
 
“Il volo delle 12.30 in arrivo da Lisse, è in fase di atterraggio.” La voce dall’altoparlante scosse Jongdae che spostò lo sguardo sul grande tabellone dei voli. Vide le lettere cambiare nella zona degli arrivi e sorrise. Spostò una ciocca di capelli e sistemò meglio la camicia raddrizzandosi sulla sedia imbottita.
Passarono pochi minuti prima che le prime persone uscissero dalla grande porta verde riversandosi all’interno dell’aeroporto. Jongdae balzò in piedi sentendosi nervoso tutto ad un tratto. Ma nel momento in cui vide una figura fin troppo familiare andargli incontro e sorridergli, sentì la poca tensione scivolargli di dosso.
“Ben tornato!” Esclamò entusiasta abbracciando il ragazzo di fronte a se che lo strinse forte. Erano passati mesi dall’ultima volta che si erano visti. Si staccarono passando qualche minuto ad osservarsi sorridenti, prima che Jongdae lo aiutasse con i bagagli dirigendosi verso l’uscita. Quando uscirono dall’aeroporto, il vento freddo di Seoul li colpì in pieno viso. Era ormai Dicembre inoltrato e mancava giusto una settimana al Natale.
 
 
“Beh, come è stato il tuo soggiorno a Lisse? Hai avuto occasione di visitare Amsterdam?” I due erano comodamente seduti sull’ampio divano con una coperta a riscaldarli. Da quando erano giunti a casa, Jongdae aveva tartassato l’altro di domande curioso di sapere.
“Incantevole. Certo, tra i numerosi impegni di lavoro non ho avuto chissà quanta possibilità di visitare, però non mi lamento. Sono stato ad Amsterdam un paio di giorni per una convention e ti ho preso una cosuccia. – Rispose Junmyeon accarezzando dolcemente i capelli di Jongdae steso al suo fianco. Gli era mancato così tanto. – Ma è una sorpresa e dovrai aspettare fino al 25.” In tutta risposta, Jongdae si alzò di scatto mettendo il broncio. Volevo il regalo di Junmyeon subito, la troppa curiosità lo stava divorando. L’altro soffocò una risata davanti a quell’espressione così buffa.  Si avvicinò premendo le sue labbra su quelle dell’altro in un bacio casto e dolce, sussurrando un “mi sei mancato”.
 
“Un giorno, tre autunni.” Sussurrò Yixing in cinese, sorridendo appena.
“Come scusa?” Chiese Jongdae non capendo.
“Un giorno, tre autunni. - Ripeté l’amico – È un proverbio cinese. Lo si dice quando qualcuno ti manca così tanto, che un giorno pesa come fossero tre anni.”
 
E allora, Jongdae capì.
Quel tocco morbido, quel sorriso, quella voce, quelle labbra. Tutto di Junmyeon gli era mancato durante quei mesi in cui erano stati lontani per cause lavorative. Certo, aveva avuto la compagnia dei suoi amici più stretti ma nessuno poteva rimpiazzare le dolci carezze di Junmyeon o quei “ti amo" sussurrati dopo aver fatto l’amore.
In quei lunghi mesi, si era svegliato solo in quel letto troppo grande. Aveva pranzato in silenzio troppe volte in quella casa così vuota, ed ora che Junmyeon era tornato sentiva come se fosse tornato nuovamente a respirare dopo una lunga apnea.
Junmyeon era sempre stato e sarebbe rimasto, il suo tutto. E Jongdae non poteva chiedere di meglio.
 
   
 
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