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Autore: _Fire    28/08/2016    2 recensioni
AU Malec || Magnus!Badboy
Alec è al suo primo anno quando incontra Magnus Bane, senza sapere il suo nome.
Le loro strade si incrociano nuovamente al terzo anno di Alec, ma il ragazzo che aveva visto piangere quel giorno di due anni prima non c'è più: ha lasciato posto a un ragazzo sfacciato e arrogante.
Come una stella che si trasforma in un buco nero.
Alec riuscirà a portare un po' di luce sul suo cammino o verrà inghiottito dall'oscurità?
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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«Carino come hai arredato questo posto» commentò Camille, guardandosi intorno, una volta entrata nell'appartamento.
«La tua espressione disgustata dice il contrario.» ribatté Magnus, acido. «Ah, no. È semplicemente la tua faccia.»
«Possiamo avere una conversazione da adulti, per favore?» domandò lei, con voce irritata, alzando le sopracciglia.
«Non voglio avere alcun tipo di conversazione con te.»
«E allora perché mi hai fatto entrare?»
Magnus esitò e lei sorrise. Vinceva sempre.
Si accomodò sul divano e accavallò le lunghe gambe che uscivano dalla minigonna.
«Non ti siedi vicino a me?»
Il suo tono era civettuolo, particolare che non era cambiato nemmeno un po' dai tempi del liceo.
«Preferisco starti il più lontano possibile»
Camille alzò gli occhi al cielo. «D'accordo, stai pure lì impalato.»
Dopo un paio di minuti che la ragazza aveva passato in rigoroso silenzio a rimirarsi le unghie smaltate di un color rosso sangue, Magnus si sedette sul bracciolo del divano, ovviamente quello più lontano da lei.
«Ora vuoi dirmi cosa vuoi? Ho decisamente di meglio da fare che stare qui con te»
«In passato non avresti voluto altro»
«In passato» ripeté lui, laconico.
«Non vorresti tornare indietro?»
«A quando mi trattavi con un valletto in attesa di portarmi a letto? Ti sembrerà assurdo, ma no» rispose Magnus, con una risata sarcastica.
«Non sarebbe più così, è ovvio. Adesso siamo cresciuti-»
Le sue parole vennero interrotte dalla suoneria di Magnus: sul display comparse il nome Alec. Magnus avrebbe voluto rispondere, ma con Camille lì non gli parve il caso, così spense il cellulare.
«E chi sarebbe questo Alec?»
«Non sono affari tuoi» disse subito lui, cercando di troncare lì la conversazione. Non voleva che Camille coinvolgesse anche Alec nella sua rete di intrighi, bugie e inganni, soprattutto considerando che non gli aveva ancora raccontato la sua storia per intero.
«Oh. Ho capito.» Camille sorrise e ammiccò. «Allora le voci che ho sentito su di te sono vere. Lui è la tua ultima conquista?»
«Non sono più il Magnus di quelle voci. Ho smesso fare il puttaniere. Alec è un'altra cosa.»
«Lo dicevo anche io, qualche volta, ma stai mentendo a te stesso.»
«Te ne devi andare. Mi hai stancato.» disse Magnus, alzandosi. «Tanto ho capito che non hai intenzione di dirmi perché sei qui»
Camille lo raggiunse e si mise di fronte a lui. «Non siamo così diversi dopotutto» sussurrò, provando ad avvicinarsi alle sue labbra.
Magnus la allontanò immediatamente. «Tu potresti darmi solamente il passato – un passato che non voglio più. Alec è il mio futuro.»
Camille gli rise in faccia e gli mormorò una cosa all'orecchio prima di uscire dalla porta.

 

* * *
 

Non appena sentì il rumore della porta che sbatteva, Magnus si lasciò cadere sul divano e si prese la testa tra le mani.
Si era comportato con asprezza e strafottenza davanti a Camille, ma la verità era che il suo arrivo lo aveva profondamente turbato. Da quando era tornato, l'ultimo anno di liceo, aveva pensato di aver superato la questione e che la ragazza non gli avrebbe più fatto né caldo né freddo. Si era illuso di potersi lasciare ogni cosa alle spalle, di poter dimenticare e basta: rivederla aveva sconvolto tutte le sue certezze. Ovviamente non nutriva più alcuna attrazione o sentimento di affetto per lei, ma non le era nemmeno indifferente.
Con lei si sentiva di nuovo il ragazzino imbranato che si era illuso di essere amato, nonostante il tempo che era passato e quanto era cambiato da allora. Non riusciva a cancellare l'umiliazione a cui l'aveva sottoposto.
In più, aveva scelto un pessimo momento per tornare: il migliore della sua vita. Se fosse tornata un po' prima, sarebbero potuti addirittura andare per bar e locali insieme. L'idea lo disgustò – no, lo disgustò realizzare che per un periodo era stato quello che più aveva odiato.
Ma ora c'era Alec.
E lui aveva detto che Alec era il suo futuro. Sapeva di tenere al ragazzo, ma non aveva mai guardato veramente in faccia i suoi sentimenti in tutta la loro potenza. Certo, in parte era stato preso dal momento, e aveva voluto dire qualcosa che dimostrasse a Camille che era veramente andato avanti, ma doveva ammettere che lo sperava e lo voleva davvero. Era stato con tanti ragazzi, forse anche troppi per uno della sua età, eppure nessuno gli aveva mai fatto desiderare di trascorrere più di una notte con lui – e adesso addirittura Alec gli faceva pensare di trascorrere la vita insieme?
Gettò la testa all'indietro, poggiandola sul morbido. Chairman lo raggiunse e lui prese ad accarezzarlo, cercando di zittire la sua mente. Solo in quel momento si ricordò della telefonata del ragazzo in questione: si affrettò ad accendere il cellulare e a richiamarlo.
«Pronto?»
«Ciao piccolo. Scusa, prima ero uscito a fare la spesa e avevo scordato il telefono a casa» disse lui, cercando di sembrare il più sincero possibile. Non voleva dirgli di Camille: l'avrebbe evitata ed ignorata finché non avesse deciso di andarsene, e a quel punto tutto sarebbe tornato come prima. E poi, una volta pronto, avrebbe raccontato ad Alec la storia dall'inizio.
Dall'altro capo giunse un lieve sospiro di sollievo. Magnus sorrise istintivamente per la tenerezza, un po' colpevole. Alec si era sicuramente preoccupato e si era fatto come minimo dieci film mentali sul perché lui non aveva risposto.
«Non preoccuparti»
«Cosa volevi dirmi?»
«Uh, una sciocchezza. Possiamo parlarne domani»
«Pranziamo insieme?» propose Magnus, prendendo la palla al balzo. Uscire con Alec gli sembrava un'ottima idea per allontanare il pensiero di Camille e risollevare il suo stato d'animo.
«Certo» rispose Alec, e a lui sembrò quasi di sentirlo sorridere.
«Ti passo a prendere a scuola» aggiunse. «Ti aspetto nel cortile sul retro» specificò poi, precedendolo.
«Mi hai letto nel pensiero» ridacchiò Alec.
«Ti conosco»
«Mi conosci» confermò Alec. Si sentirono delle altre voci. «Max mi vuole, devo andare»
«Digli che mi deve una telefonata»
«Buonanotte, Magnus»
«Buonanotte, piccolo.»
Riattaccò e si diresse verso la camera da letto, ma non gli veniva sonno. Sapeva di star sbagliando: il suo rapporto con Alec si basava sulla fiducia, e in quel momento lui non era sincero. Dopotutto, però, non stava mentendo, stava omettendo dei fatti. Non era la stessa cosa, no?
Gli risuonarono in mente le parole che Camille gli aveva sussurrato.
«Gli spezzerai il cuore.»

 

* * *

 

Alec era appena uscito dalla stanza di Max, dopo che il bambino si era addormentato, e stava tornando nella sua, quando venne interrotto da Isabelle.
«Pss, Alec!» lo chiamò, a bassa voce, sporgendosi dalla soglia della sua camera da letto.
«Ma non dormivi?» obiettò lui, guardando i pantaloncini e la canotta viola della sorella.
«Ho il sonno leggero e ti ho sentito»
Il ragazzo si dovette trattenere dal ridere per non svegliare il fratello. «Raccontala a chi non ha dormito in camera con te per dieci anni»
Isabelle sbuffò. «Okay, va bene»
«Che c'è?» chiese allora Alec, sapendo che c'era qualcosa che voleva sapere e non sarebbe riuscito ad andarsene da lì finché non avesse risposto.
«Hai chiesto a Magnus del ballo?»
«Non ancora. L'avevo chiamato e non ha risposto, poi ha richiamato lui poco fa. Ha detto che era uscito e si era dimenticato il telefono.» raccontò Alec, cercando di credere a quello che diceva. In realtà, invece, quella storia non lo convinceva tanto: di solito Magnus non usciva mai senza cellulare. Scacciò questi inutili pensieri, sentendosi sciocco. Sicuramente non era nulla di che e si stava preoccupando per niente.
«Ma lo farai, vero?» insisté Isabelle, temendo che l'accaduto gli avesse fatto cambiare idea.
«Domani» rispose. «Ora posso andare a dormire?»
«Direi di sì. Buonanotte» lo salutò la ragazza, soddisfatta.
«Buonanotte» mormorò lui, tornando sui suoi passi.
Addormentarsi gli risultò complicato: continuava a pensare a un modo per chiedere a Magnus del ballo. Ormai aveva deciso che voleva davvero farlo, perché non riusciva a immaginare nessun altro al suo fianco quella sera. Inoltre, non lo spaventava più l'idea che tutti l'avrebbero visto con un ragazzo: aveva accettato la sua sessualità, e poi in ogni caso non avrebbe mai più rivisto quella scuola o nessuno dei suoi studenti. Potevano pensare quello che volevano di lui, non gli importava. 
«Sempre che Magnus dica di sì» gli ricordò una voce nella sua testa.
Alec, infatti, temeva che Magnus rifiutasse la sua proposta. Forse non voleva più saperne di licei e balli scolastici, ora…
Chissà con chi era andato lui al suo ballo scolastico. Ripensandoci, Alec sapeva davvero poco degli anni del liceo di Magnus, giusto le voci che giravano nei corridoi. Non gli aveva ancora raccontato nulla. L'avrebbe fatto, prima o poi? 









 

Note dell'autrice:
Credevo che non sarei riuscita a pubblicare prima di Settembre e invece eccomi qui! Avete trascorso delle belle vacanze? 
Come avrete intuito dal titolo, presto arriveranno i problemi - cosa poteva portare Camille, del resto... 
Spero che il capitolo, anche se breve, vi sia piaciuto. Magari fatemi sapere c;
Non so precisamente quando pubblicherò il prossimo, ma per ogni evenienza vi lascio la mia pagina autrice ♡
Alla prossima, 



PS.
Non potete capire quanto mi sono divertita a scrivere le risposte acide di Magnus nei confronti di Camille :')
   
 
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