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Autore: WikiGabry    29/08/2016    1 recensioni
(Aggiornamenti ogni domenica)
Tutti i cuccioli (tranne Everest) vengono licenziati dalla serie-documentario su di loro per via di un capriccio del direttore che desidera più ascolti, e vengono spediti oltreoceano, in Italia.
Qua incontreranno il loro nuovo padrone (il sottoscritto), ed intraprenderanno con lui un viaggio in camper attraverso la nostra penisola...
Ci tengo a precisare che questa FF sarà il primo racconto di una trilogia di storie sulla PAW Patrol con un unico tema: i viaggi on the road
Se vi chiedete il motivo di questa idea, ve lo spiego subito: quando ero più piccolo (8-9 anni) amavo immaginare di fare viaggi fantastici con i miei beniamini della TV, quindi, visto che PAW Patrol è una serie per bambini, ho deciso di rispolverare questa idea.
Sebbene la serie non mi piaccia molto (la trovo troppo infantile per i miei gusti), ho provato a scriverci sopra qualcosa alzando un po' il rating di età: spero che apprezziate lo sforzo ;)
Enjoy It! :D
N.B. Triangolo Chase/Skye/Rubble
Genere: Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Autostrada A5 Torino-Monte Bianco, Piemonte, Italia
Sabato, 11 giugno 
Ore 8:45

La luce del sole si fece strada tra i fori delle mini-tapparelle della finestra che dava sul letto mio e dei cuccioli maschi, costringendoci ad aprire gli occhi.
Zuma fu il primo a saltare giù dal mio letto e si stiracchiò, soddisfatto:-Ah, che bella dormita...
Marshall fece per imitare l'amico, ma un improvviso sussulto del camper lo fece cadere per terra:-Siamo già in viaggio verso la prossima tappa?-intuì il dalmata, leggermente frastornato.
Io tirai su la tapparella e osservai fuori: effettivamente, ci trovavamo in autostrada, e dovevamo aver superato il confine tra Valle d'Aosta e Piemonte da massimo dieci minuti:-Ottima deduzione-ammisi io
-Andiamo a fare colazione, dai!-ci incitò Rubble, evidentemente attratto da qualche profumo, partendo a razzo verso la parte anteriore del camper.
Ridacchiando, io e gli altri cuccioli (eccetto Skye, che dormiva ancora con mia sorella) lo seguimmo.
Mio padre era alla guida, mentre mia madre aveva appena finito di preparare il mio cappuccino ed i croccantini dei cuccioli.
Rocky ingoiò l'ultimo boccone di cibo e mi domandò:-Dove si va oggi?
-Oggi si va al Parco Nazionale del Gran Paradiso a vedere gli stambecchi-gli risposi io, di rimando
-Mi sono persa qualcosa?-intervenne Skye, giungendo in cucina in compagnia di mia sorella
-Oggi andiamo a vedere gli stambecchi-la informò Chase
-Wow, che bello!-approvò la cagnolina, prendendo possesso della sua ciotola piena di cibo.
Questo discorso si consumò mentre il camper viaggiava a tutta velocità verso la destinazione successiva...

Ronco Canavese, Torino, Piemonte, Italia
Sabato, 11 giugno
Ore 9:45

-Ragazzi, siamo arrivati!-avvisò mio padre, parcheggiando.
Scendemmo dal mezzo: la temperatura si era alzata rispetto al giorno precedente, ed ora toccava quota 13 Cº, ma il cielo rimaneva quello nuvoloso del giorno prima, il che mi indusse a tenermi la felpa.
Davanti a noi campeggiava un piccolo edificio, che identificai facilmente come il centro visitatori del Parco.
Entrammo nella costruzione e ritirammo una mappa del Parco, dopodiché recuperammo gli zaini e ci dirigemmo verso il sentiero indicatoci dalla cartina, pronti a dare la caccia (con gli occhi) a questo parente cornuto delle capre...

Parco Nazionale del Gran Paradiso, Piemonte, Torino, Italia
Sabato, 11 giugno
Dalle ore 10:00 alle ore 11:30

Era oramai un quarto d'ora che ci muovevamo in salita sulla stretta stradina di montagna, e il Parco cominciava a mostrarsi nei suoi meravigliosi panorami fatti di montagne e vastissimi prati verdi.
Dello stambecco, però, non c'era ancora traccia...
-Sei sicuro che non abbiamo fatto un giro a vuoto?-mi domandò Rubble, ansimando, leggermente spazientito dalla mancanza di avvistamenti
-Stai tranquillo-replicai io-Vedrai che la nostra fatica non andrà sprecata...
-E poi-intervenne Skye-Anche se non dovessimo trovare gli stambecchi, questo panorama ci ripagherà di tutto...
-Che pensiero profondo...-sospirò Chase, guardando la piccola cocker con uno sguardo sognante, contrapposto alla punta di invidia che notai negli occhi di Rubble.
Rocky stava per scoppiare a ridere per lo sguardo dell'amico pastore tedesco, ma io lo presi in braccio e gli tappai la bocca appena in tempo:-Gabry, ma il triangolo l'avevi considerato?-sussurrò il meticcio, ridacchiando
-Non sprecare fiato inutile e cammina...-gli risposi io, divertito, mettendolo giù.

I cattivi pensieri di Rubble non trovarono fondamento: dopo neanche cinque minuti, infatti, in una radura poco sotto di noi, avvistammo il primo stambecco: aveva una corporatura massiccia, un folto pelo marrone, dei grossi occhi gialli e delle corna lunghe almeno cinquanta centimetri.
Stava brucando l'erba, e non sembrava accorgersi minimamente di noi:-Che ti dicevo?-feci io, all'indirizzo di Rubble
-Wow, non me li immaginavo così grandi...-commentò Zuma
Marshall, evidentemente per vedere meglio l'animale, si avvicinò al ciglio del sentiero ma, purtroppo per lui, si sporse troppo e finì nel prato tre metri sotto di noi, a poca distanza dallo stambecco: preoccupato per le sue condizioni, domandai:-Marshall, stai bene?
-Sì, tranquillo-fu la risposta
-Ora ti vengo a prendere-lo avvertii io-Ma stai immobile: gli stambecchi odiano le intrusioni nel loro territorio e, se quello ti scoprisse, potrebbe farti del male...
Detto questo, cominciai a percorrere silenziosamente il pendio della piccola collinetta su cui era presente il sentiero, ai piedi della quale si trovava la radura: era fondamentale non fare passi falsi, altrimenti io e Marshall saremmo finiti al pronto soccorso...
Per darvi un idea della velocità a cui mi mossi, per fare dieci metri impiegai due minuti, ma alla fine tutto si risolse per il meglio: riportai il cucciolo sano e salvo al resto del gruppo e la nostra visita poté proseguire...

Camminammo per il Parco ancora per un'oretta e mezza scarsa, avvisando ancora un paio di stambecchi, un camoscio e addirittura una marmotta, che mise la testa fuori dalla tana proprio nel momento in cui stavamo passando noi: che c**o...
Poi decidemmo di tornare al camper, pronti a partire per la seconda ed ultima tappa piemontese, ossia Torino.

Torino, Piemonte, Italia
Sabato, 11 giugno
Dallo ore 13:30 alle ore 19:00

Giungemmo nel capoluogo piemontese intorno all'una e mezza del pomeriggio, complice un nucleo di traffico, e fummo accolti da un clima caldo e soleggiato: l'opposto di quanto avevamo visto sulle Alpi...
-Allora anche in Italia c'è il sole...-fu il commento ironico di Rocky
-Eh, già-commentai io-Abbiamo un debito pubblico che fa spavento, ma il sole non ci manca...
Mio padre parcheggiò il camper in una via attigua al celebre Corso Vittorio Emanuele II, permettendoci di scendere.
-Ora che si fa?-domandò Chase, curioso
-Adesso andiamo a smaltire il pranzo che abbiamo appena fatto-gli risposi io
-Vuoi farci correre?-si informò Rubble, preoccupato
-No, no-ridacchiai io-Ora affitteremo delle bici, e andremo a farci un giro nel Parco del Valentino, che è considerato uno dei più belli d'Italia...
-Mi piace questa idea, andiamo!-approvò Zuma, cominciando ad avviarsi nella direzione da me indicata.
In poco tempo, trovammo un negozio di bici: mentre gli altri affittarono una normale monoposto, io scelsi una specie di piccolo risciò, dove presero posto i cuccioli (eccetto Skye che, naturalmente, preferì stare nel cestino della bici di mia sorella): il costo? Meglio non dirlo, ma tanto non pagavo io...
Dopodiché, da Corso Vittorio, entrammo nel parco, oltrepassando il celebre Arco della Vittoria: nonostante la temperatura fosse afosa, il polmone verde di Torino offriva svariati angoli d'ombra che incontravamo spesso durante il nostro percorso, che si snodava tra fontane, statue e fiori coloratissimi.
Mollando un attimo le bici, riuscimmo anche a visitare il noto Borgo Medievale, con i suoi meravigliosi giardini e piccoli corsi d'acqua.
Alla fine del giro, durato circa un paio d'ore, riconsegnammo le bici al venditore:-Questo giro mi è proprio piaciuto-commentò Skye, soddisfatta
-Sì, anche a me-si affrettarono a ribattere Chase e Rubble
Io ignorai questa nuova piccola competizione, preferendo rispondere alla domanda di Marshall:-Dove si va ora?
-Ora vedrete alcuni pezzi di storia-gli risposi io, controllando il programma che avevo sul cellulare-Andremo infatti a visitare uno dei musei più importanti d'Europa, il Museo Egizio...
Grazie alla metropolitana, non ci impiegammo molto a raggiungere la casa dei faraoni e, pagato il biglietto, accompagnai i cuccioli in giro per l'edificio, mostrando loro l'incredibile collezione di reperti egiziani che il museo poteva offrire: i cagnolini, in teoria, non potevano entrare, ma bastò un mio sguardo infuocato per zittire le proteste dell'inserviente...
Piccola informazione bonus: durante tutta la visita, tenni Marshall in braccio, poiché avevo paura che facesse qualche casino...
Terminata la visita, il sole stava già calando, colorando di rosso la bellissima Mole Antonelliana.
Mentre percorrevamo con la metro il tragitto per tornare a Corso Vittorio, mi venne in mente una cosa: avevo una piccola commissione da sbrigare...
Appena misi fuori la testa dalla stazione sotterranea, raggiunsi uno Juventus Store che si trovava nelle vicinanze, e ne uscii con un pacco di medie dimensioni in mano:-Cosa c'è lì dentro?-chiese Rocky, incuriosito 
-Ve lo dico quando torniamo sul camper...-risposi io, misterioso, mentre percorrevamo Corso Vittorio Emanuele II alla ricerca del nostro mezzo, che trovammo abbastanza in fretta.
Una volta che mi fui seduto sul divano in compagnia dei cuccioli, aprii il pacco, che conteneva cinque piccole maglie bianconere con il nome delle rispettive reclute della PAW Patrol sulla schiena: per curiosità, Rubble aveva il numero 2, Zuma il 3, Rocky il 4, Marshall il 5 e Chase il 6 (li avevo scelti io a caso).
Il labrador si rigirò la maglia tra le zampe:-È bellissima, grazie...
-Ma come hai fatto ad averle?-domandò Marshall
-Un amico di mio padre lavora in quel negozio-gli spiegai io-Quindi, appena avete deciso di tifare la mia squadra del cuore, ho deciso di farvi confezionare queste maglie...
-E per me niente?-intervenne Skye
-Tranquilla-feci io, tirando fuori un piccolo e grazioso parasole rosa-Visto che non ti piace il calcio, ho fatto levare lo stemma: ti piace?
-Oh mio Dio, certo che mi piace-ribatté la cagnolina, eccitatissima-Grazie, grazie, grazie!
-Di niente, ragazzi-ridacchiai io, divertito da tutto quell'entusiasmo
Quella sera, non facemmo niente di particolare, e andammo tutti a letto relativamente presto: tra stambecchi e faraoni, la giornata ci aveva positivamente stancato...
   
 
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