Anime & Manga > Bleach
Segui la storia  |       
Autore: Fielda    30/08/2016    6 recensioni
“Non puoi vergognarti per qualcosa che ha trasceso lo spazio e il tempo! Qualcosa che è venuto prima di loro!”
“Se voglio sotterrarlo non è perché me ne vergogno” ribatté lei, mantenendo la calma. “Le nostra strade si sono divise tempo fa. È inutile rivangare quello che avrebbe potuto essere”
“Quello che avrebbe dovuto essere!” sbottò lui al culmine dell’ira, alzandosi e andando a piantare le mani nella balaustra del balcone, come a voler sfogare contro il mondo il veleno che covava dentro.
***
Tratto dall’ultimo capitolo:
“Rukia, vuoi dirmi qualcosa?”
Rukia tornò a guardarlo. Aveva gli occhi lucidi e le labbra tremavano dai pensieri che non riusciva a buttare fuori.
“Non lo so”
- Spudoratamente Ichiruki -
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Inoue Orihime, Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo, Renji Abarai
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Premessa: I fatti qui descritti avvengono contestualmente all'ultimo capitolo; se non sapete com'è finito Bleach e non volete spoiler non leggete!
Essendo molto aperto (anche troppo) ho dato una mia interpretazione di questo finale; Ichigo ha dovuto lasciare la Soul Society rinunciando a gran parte dei suoi poteri ormai troppo ampi per essere retti in ambedue i mondi. Non vede gli amici da molto tempo e qui finalmente si ricongiungono.


L’incontro di Sado era finito, e il gruppo di amici stava trascorrendo la serata tra chiacchiere e drink. Erano anni che non si vedevano e avevano molte cose da dirsi.
 
“Capitano, eh? Chi l’avrebbe mai detto?” ridacchiò Ichigo, seduto su una sedia della terrazza con i due amici accomodati sulla panchina poco distante.
 
“Cosa stai insinuando, stupido? Che non me lo merito?” sbottò Rukia incrociando le braccia mentre il marito rideva insieme all’amico. “Potrei dire la stessa cosa di te, sai?” fulminò poi maliziosa, “Chi avrebbe mai detto che avresti sposato una come Inoue?”
 
“Io lo avrei detto” replicò Renji, “In fondo, Ichigo ha un grande potere e Inoue due grandi...” non riuscì a terminare la frase che Rukia gli piantò un gancio nel petto, punta nel vivo e offesa. “Volevo dire, una grande personalità. Che hai capito, scema?”
 
“Fottiti, Renji” sbottò. Certe cose non poteva mandarle giù. “Eddai, non prendertela... Eri offesa anche con Ichigo, ricordi?” “Ehi, non mettermi in mezzo nelle vostre questioni matrimoniali”
 
L’ironia dei due uomini placò Rukia, che sospirò. “Sono cambiate molte cose da quando ci siamo conosciuti” Era rivolta a Ichigo, che sospirò a sua volta. “Già. E sicuramente non sarei qui se non fosse per te”
 
Renji si sentì un momento messo da parte, ma sapeva che il loro legame era molto forte e non vedersi per lungo tempo doveva averli fatti soffrire. Si alzò, stiracchiandosi la schiena, e proferì: “Io vado dentro, comincia a fare freddino qui”
 
“Certo, a dopo” disse la ragazza, e il marito si chinò per posarle un bacio a fior di labbra prima di lasciarli.
 
Tra i due calò il silenzio. Nessuno dei due aveva il coraggio di guardarsi, annegati in pensieri di cui, forse, si vergognavano.
 
“State molto bene insieme” disse infine Ichigo, rosso in viso. “Si vede che siete affiatati”
 
“Grazie” riuscì a dire Rukia, che non se la sentiva di ricambiare il complimento. Ma non ce ne fu bisogno. “A volte vi invidio. Con Orihime non ho lo stesso tipo di rapporto”
 
“Beh... ci conosciamo fin da bambini” tentò di spiegare la ragazza, non solo al suo interlocutore. “Forse era quasi naturale, che saremmo finiti insieme”
 
“Già” concluse Ichigo, una nota di rammarico che non riuscì a nascondere. “In fondo, lui è sempre stato innamorato di te”
 
“E Orihime di te” aggiunse lei, come per giustificarsi. “E tu non te n’eri mai accorto”
 
“Io sono un uomo, cosa pretendi?” sorrise il giovane, grattandosi la testa goffamente, “Però anche tu non ti eri accorta di Renji! Cos’hai da dire, a tua discolpa?”
 
Rukia abbassò lo sguardo. Ichigo si sentì in colpa per aver oscurato il suo umore. “Scusa, ho detto qualcosa che non va?..” disse abbandonando la sedia e andando a sedersi di fianco a lei.
 
“No no, tranquillo” si premurò di rassicurare lei, “è solo che... io me n’ero accorta già da tempo”
 
Ichigo era confuso, e non rifletté prima di parlare. “Ah, allora perché avete aspettato tanto a dichiararvi?”
 
Ci mise qualche secondo per rispondersi da solo, anche se la risposta che si diede era forse frutto di eccessivo egocentrismo. Attese la reazione di Rukia, che si fissava i piedi quasi apatica.
 
“Non lo so” disse infine. “È che... io non sono sempre stata innamorata di lui”
 
Ichigo preferì tacere piuttosto che fare domande inopportune. Alzò gli occhi al cielo sgombro in cui brillavano le stelle e un sottile spicchio di luna nella leggera brezza estiva.
 
“Mi hai messo a disagio con le tue stupide domande” sbottò improvvisamente la ragazza, dando un pugno alla spalla dell’amico. “Farti gli affari tuoi no?”
 
Ichigo sorrise, soprattutto per la tensione che si scioglieva. “Ti ricordo che abbiamo condiviso una stanza e che ti impicciavi in ogni cosa facessi”
 
“E allora? Mica devi vendicarti adesso” Rukia si era rilassata, ma sembrava voler mantenere il silenzio su quell’argomento. Ichigo, fattosi serio, la scrutò. Si era dimenticato quanto si sentisse protetto affondando nei suoi profondi occhi violacei, quelli che aveva visto per la prima volta molti anni prima, nell’unico vero momento in vita sua in cui aveva creduto di morire.
 
“Sei felice, Rukia?” la domanda gli sorse spontanea come una lacrima. Forse era l’istinto di protezione che provava verso di lei a farlo parlare: in cuor suo sentiva di non aver ancora colmato il suo debito.
 
I lineamenti tondi del viso di Rukia mutarono, indurendosi, ma i suoi occhi non si staccarono da quelli dell’amico. “Sì” rispose con fermezza, aggiungendo dopo qualche interminabile istante: “...credo”
 
Ichigo le sorrise, un sorriso caldo e confortevole. Rukia sapeva che non sarebbe stata giudicata, ma solo compresa.
 
“Posso farti una domanda?” azzardò la ragazza. Ichigo annuì lievemente. Era una domanda scomoda, molto scomoda, ma lei, dopo tanto tempo, sentiva di avere il diritto di sapere.
 
“Secondo te sarebbero cambiate le cose se... non avessi dovuto lasciare la Soul Society?”
 
Ichigo si aspettava quella domanda. Non sapeva quando, ma sapeva che prima o poi sarebbe arrivata. O, in caso contrario, l’avrebbe posta lui stesso.
 
“Prima di rispondere ho bisogno di sapere una cosa” il suo tono si fece basso, come se orecchie indiscrete avessero potuto sentirli. “Quando ti sei resa conto di ricambiare i sentimenti di Renji?”
 
Rukia rimase qualche istante senza fiato. Non sapeva rispondere, e scostò lo sguardo da lui per riflettere qualche istante. Senza tornare a guardarlo, come se provasse imbarazzo, sussurrò: “Dopo il matrimonio”
 
Ichigo si sentì come ardere di una gioia misteriosa e incontrollata. Era esattamente la risposta che avrebbe dato se la domanda fosse stata posta a lui. Si sentì perciò sicuro di dichiarare: “Allora sì”
 
Rukia tornò a guardarlo, ma sembrava non condividere la sua stessa gioia. La fronte corrucciata e le labbra serrate trasudavano una dura amarezza. “Ichigo, non possiamo fare questo a loro”
 
La mano del giovane sembrò muoversi di vita propria quando andò a posarsi, leggera come una piuma, sulla guancia della ragazza. “Stiamo solo parlando, Rukia”
 
“No” ribatté lei scostando bruscamente quella mano. “Lo sai cosa intendo”
 
Ritrovando la sua consueta fermezza Rukia lo fissava severa. Si era distaccata, e lui non voleva.
 
“Loro non c’entrano con tutto questo. Lasciali fuori” i suoi occhi bruciavano di passione, la stessa che Rukia gli aveva visto in mille battaglie. “Ichigo, non è colpa loro, non possono rimetterci in questo modo”
 
“La colpa non è neanche nostra, Rukia!” l’ira incombeva, insieme al sentimento di impotenza a cui non si era mai abituato. “Non puoi vergognarti per qualcosa che ha trasceso lo spazio e il tempo! Qualcosa che è venuto prima di loro!”
 
“Se voglio sotterrarlo non è perché me ne vergogno” ribatté lei, mantenendo la calma. “Le nostra strade si sono divise tempo fa. È inutile rivangare quello che avrebbe potuto essere”
 
“Quello che avrebbe dovuto essere” sbottò Ichigo al culmine dell’ira, alzandosi e andando a piantare le mani nella balaustra del balcone, come a voler sfogare contro il mondo il veleno che covava dentro.
 
Rukia lo vedeva respirare affannosamente. Gli si avvicinò, guardinga. “Ichigo...”
 
“Io ho servito la Soul Society al meglio che ho potuto, Rukia. E così hai fatto tu” le sue parole suonavano amare come le ultimi radici d’autunno. “Quello che ci è successo non è giusto”
 
“Lo so” ammise lei, posando dolcemente una mano su quella serrata di Ichigo. “Ma non possiamo combattere il dolore causando altro dolore”
 
Ichigo la guardò. Quel tocco sembrava averlo calmato, come se attraverso di esso un flusso positivo avesse disteso le sue membra. “Non dobbiamo causarne per forza” disse seccamente.
 
Rukia inizialmente sembrò non capire, ma poi il suo sguardo si fece severo e duro. “Ichigo, come ti viene in mente...”
 
“Dammi un bacio.” supplicò, afferrandola per i fianchi e stringendola a sé. “Uno soltanto, dopo seppelliremo questa storia una volta per tutte”
 
Rukia era quasi spaventata da quell’insolenza, ma non poteva fare a meno di subire le conseguenze che il contatto con il corpo di Ichigo le provocava. Affogava nei suoi occhi, vicini come mai li aveva visti, e impulsivamente percorse con le mani il suo petto, senza però fare pressione per allontanarlo.
 
“Qualcuno potrebbe vederci” sussurrò Rukia, come se desiderasse essere ancora pregata. “Muoviamoci allora”
 
Ichigo si chinò su di lei e affondò la lingua tra le sue labbra, incontrando alcuna resistenza. Rukia sembrò aggrapparsi a lui con tutte le sue forze, scivolando con le dita lungo il suo petto e andando a ghermirlo per la nuca. Stavano ambedue trattenendo il respiro, forse nella speranza che insieme ad esso si sarebbe fermato anche il tempo.
 
Servì qualche secondo perché in entrambi si affermasse la consapevolezza che ciò che bramavano da anni si stava compiendo, per quella che sarebbe stata la prima e ultima volta nella loro esistenza.
 
Ichigo la stava divorando con lunghe boccate che mai lo saziavano, lanciando la sua lingua in un’esplorazione frenetica della sua bocca; lei si stringeva sempre più al suo corpo come se da un momento all’altro potessero fondersi e porre fine a ogni tormento.
 
Fu Rukia la prima a divincolarsi, anche se trascinò con sé il viso di Ichigo come calamitato dal suo. “Basta, prima che le cose degenerino” il suo tono non era affatto convinto, ma rifletteva la sicurezza e l’umanità che l’avevano sempre caratterizzata.
 
“Credevo che l’avessero già fatto” disse Ichigo, con il tono assuefatto da quella che sembrava una droga di cui non poteva più fare a meno.
 
“Ichigo, ti prego” supplicò Rukia, e solo allora lui la lasciò andare.
 
La giovane non riuscì nemmeno a guardarlo; si appoggiò alla balaustra, tenendo gli occhi chiusi e tirando lunghi respiri. Ichigo si appoggiò, guardando verso il cielo come se lo avesse appena toccato con un dito.
 
Una sensazione orribile li aggredì quasi istantaneamente; la sensazione di aver toccato il picco della felicità e di aver intrapreso l’inevitabile e interminabile discesa verso l’oblio; come l’ultimo bacio del condannato a morte.
 
Ichigo stava scattando verso di lei ma Rukia era fuggita verso la porta. Prima di aprirla si fermò a guardarlo; quel dolore doveva rimanere privato, chiuso per sempre in un cassetto nell’angolo più remoto della mente.
 
Rientrò, seguita dall’amico, e raggiunse gli altri in salotto.
 
“Oh eccoli!” li accolse Orihime solare, poi si bloccò non appena vide gli sguardi dipinti sui loro volti. “Cosa vi prende? State bene?”
 
“S-sì” assicurò Rukia, strofinando un palmo sugli occhi umidi, “Solo affogati nei ricordi”
 
“Andiamo, non siete ancora così vecchi” Renji le si avvicinò, prendendola sottobraccio. “Almeno, Ichigo non lo è”
 
Orihime si rivolse a suo marito, dispiaciuta nel vedergli quell’espressione così triste. Poi le venne un’idea. “Tesoro, che ne dici di farli dormire qui? Così potremmo vederli ancora per un po’!”
 
“È un’ottima idea, grazie Orihime!” esultò Renji, “Così smaltisco anche la sbornia!”. Ichigo e Rukia rimasero pressoché impassibili per evitare di esporre qualsivoglia emozione compromettente.

 
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Bleach / Vai alla pagina dell'autore: Fielda