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Autore: Hi Fis    30/08/2016    2 recensioni
Breve one shot che presenta una possibile conseguenza al finale numero tre di Bloodborne: per questo può contenere spoiler. Fortemente basata sull'atmosfera del gioco e sui suoi elementi, può risultare lievemente disturbante. Almeno, spero, essendo questo il primo pezzo horror che scrivo.
Genere: Dark, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Il Cacciatore
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Essi pregano.
In questa grande festa le moltitudini piagate, i folli, i perduti, i gretti, i meschini, gli infermi, i degenerati… tutti loro pregano, si prostrano e si flagellano, ciascuno a modo proprio. Non per l’infame Chiesa, o per gli Antichi: nemmeno per un Dio o per il Diavolo. Nemmeno in nome del Sogno o dell’Incubo.
Antica  Yharnam, perduta  Yharnam, sacra  Yharnam: in questa eterna notte, offri la devozione dei tuoi sognatori ai Tre!
Custodi, testimoni, giudici, principi, signori… angeli: coloro a cui si tendono le dita deformi, i volti piagati, i corpi straziati. Una folla di occhi solo per vederli, una torma di bocche solo per supplicarli: l’empia Chiesa ha osato bollarli come Eretici! E la folla riunita sulle rive del grande lago offre ai Tre Santi il sacrificio di un’odiosa spia: legato sul nero altare, il membro del Coro si dibatte come un pesce lasciato a soffocare, mentre le sue proteste sono affogate a loro volta nel ritmo dei canti profani, nello schiocco delle fruste e nelle urla di estasi e sofferenza. La più nera cacofonia di devozione:
La la! Ph’nglui mglw’nafh wgha’nagl fhtagn!” nella loro casa morta, loro aspettano sognando...
Ma anche i devoti hanno dimenticato: dal più giovane postulante, ancora innocente dall’infusione del sangue, fino all’arcivescovo nero, l’unico che possa bagnarsi nelle sacre acque, tutti loro hanno dimenticato la vera origine di coloro che essi venerano.
Non potrebbe essere altrimenti: è passato davvero tanto tempo. Troppo, per credere che i Tre un tempo siano stati Cacciatori della Chiesa, membri del braccio secolare di un'istituzione più che abominevole: le cose cambiano, o per meglio dire, non si possono nascondere in eterno, nemmeno nei Sogni. Ma la rivelazione ultima, la testimonianza di Kos, non li ha semplicemente sfigurati: no, dalla verità, essi sono stati trasfigurati. E quella conoscenza ha generato retribuzione contro l’empia Chiesa per i peccati con cui ha gravato  Yharnam e i suoi abitanti: l’origine di quella cerimonia sulle rive del lago, che si ripete notte dopo notte, generazione dopo generazione.
Sii timorato del sangue antico…
Lei è la prima a rispondere all’invocazione: il suo nome è stato forse Selene un tempo...
La invocano ormai come la Manticora della Pallida Luna: madre degli uomini belva, mangiatrice di carne, signora dei serpenti… molti i suoi appellativi. Appare sulle acque da un raggio di luna: una donna vestita di rosso, in preziosi abiti bordati di pizzo di antica eleganza. Sul capo, un tricorno a coprirle una criniera di capelli oscuri come il giaietto e sulla schiena una grande spada, che sembra fatta di luce di luna. Con la destra, tra affusolate dita femminee, brandisce un cannone argenteo, la bocca oscura come lo spazio tra le stelle. Nella sinistra invece, coperta di pelliccia nera e dai lunghi artigli ricurvi, un fischietto e un acuminato pugnale d’osso dall’aspetto profano. Potrebbe perfino apparire bella, se non fosse per i suoi terribili occhi: quando si fissano sul sacrificio, un sorriso mostra zanne piuttosto che denti. E sulla lingua con cui si carezza le labbra, è impresso il marchio del più bestiale abbraccio.
Essa è Furia.
Tutti i maledetti di  Yharnam cadono in silenzio alla sua apparizione, e sfregano terra con la fronte: dove uno dei tre prende forma, gli altri non sono mai troppo lontani. È la loro notte di festa dopotutto, e sono sempre attesi e benvenuti dai loro devoti.
“Per voi!” implora il nero arcivescovo, grande deforme e più piagato tra tutti i presenti, indicando l’altare con dita adunche.
Il sacrificio è accettato, e la Manticora ulula alla luna, un grido acuto come un fischio, così sottile da far impazzire chi l’ascolta: in risposta, il disco d’argento nel cielo diventa oscuro come pece, mentre le acque del lago si tingono di rosso.
Esso precipita dall’oscurità celeste per secondo: Il Vero Discepolo dell’Oltre.
Se sia stata un tempo una donna dal nome di Nausicaa, oppure invece un uomo, solo gli altri angeli lo sanno per certo. Esso è verità serbate e ben custodite: paludato in vesti scure come la cenere di ossa, esso non rivela niente ai postulanti. Una maschera nelle fattezze di teschio gli copre perfino il volto, una maschera di cui i sei occhi scrutano senza mai chiudersi al di sotto dell’ampio copricapo conico: tra tutte quelle sei aperture, una è sempre più oscura delle altre, come un cielo nero, ma quella tenebra pare muoversi di orbita in orbita, scivolando su ciò che la cupa maschera nasconde. Brandito con una mano e appoggiato sulla spalla, il braccio di un Amygdala, i minori tra gli antichi, spasima e si contrae pronto alla violenza: nessuno tra i Sognatori ricorda più quali gesta abbiano portato ad una simile congiunzione. Che una creatura così impossibilmente sottile brandisca una clava così brutale…
Ma è inutile spiare tra le vesti, nei punti in cui l’oscurità si rimbocca su altra oscurità, perché nel Discepolo la carne non è più carne, né il sangue, sangue. Laddove la stoffa nera si apre, filiformi e mobili tentacoli lattei, o forse ratte radici, scivolano e spasimano con ritmi dementi. Legato alla cintura, il Discepolo porta una croce di ferro, strumento di esorcismi e simbolo di superstizioni ormai infrante, dunque retta al contrario e percorsa da lievi fulmini. L’altra mano è completamente coperta da tentacoli, che si avvolgono alle dita in un gesto di solitario intendimento, disegnando la runa di uno strano fiore.
Esso è Inconosciuto.
Ma è dalle rosse acque che Lui prende forma: il Rosso Re del Mare.
Fu Balthazar un tempo? Nemmeno la Chiesa, che pure odia lui più di tutti fra i tre, né è più certa. Una corta spada lievemente ricurva in una mano, e una pistola altrettanto lunga nell’altra: due pugnali alla cintura e guanti borchiati a proteggere le mani, neri come anime arse da un boia. Nemmeno lui mostra qualcosa di sé stesso: il porpora regale lo cinge dai piedi al collo, l'elaborato florilegio di un cavaliere, mentre il suo volto è celato dietro un elmo argentino di forma triangolare, ornato da uno scarmigliato impennaggio bianco sulla nuca. Il suo mantello è ciò che scorre nelle vene di  Yharnam, e discende nelle acque del lago, ora immobili come ghiaccio. Una singola insegna orna la spada e i suoi neri pugnali, il simbolo dell'ordine di Cainhurst, che l'hanno elevato loro pari, prima di servirlo dopo averlo fatto Re. Si dice, che nell'argento metallo del suo elmo i peccatori possano vedere riflesse tutte le proprie colpe: ed è per sua mano, e per il sangue, che i salvati sono resi tali, e i condannati giustiziati. Il Re Scarlatto cammina in tutti i sogni, impalpabile come fumo: sotto la luna di  Yharnam, non vi è luogo dove lui non possa giungere. E non vi è essere che non possa giudicare.
Esso è Retribuzione.
I Tre Apostoli, coloro che per primi si ribellarono alla Chiesa, e che ebbero il coraggio di rivelare la verità e il peso dei peccati di cui si era macchiata: per questo fu ordinato il loro martirio.
Ma gli Antichi, gli esseri al di là delle stelle, avevano già steso la loro mano protettrice: essi tornarono dall'abisso, perché erano già troppo forti per restarvi imprigionati. E da allora,  Yharnam, nera capitale del luogo tra Incubi, Sogni e veglia, prega per loro.
Il sacrificio mormora la sua litania, sperando che gli inni che gli sono stati impartiti possano proteggerlo:
"Kos, donaci occhi! Donaci occhi, per redimerci dalla nostra bestiale ignoranza! Donaci occhi, come facesti per il Vacuo Rom!"
Ma le sue parole non possono tenere lontani i Tre Santi, né la sua fede redimerlo: al massimo, può solo infastidirli.
Ed è sulle sue grida che il carnevale di  Yharnam comincia davvero.


Prendetevi pure un momento: so che io l'ho fatto dopo aver finito di scrivere questo breve racconto.
Il motivo, è che per scrivere qualcosa devo immaginarla, più dettagliata meglio è. Non vi raccomando particolarmente questo panorama :I
Credo in effetti di aver esagerato questa volta, ma bando alle ciance.
Non amo particolarmente i finali lasciati gratuitamente aperti. Per cui, ho voluto immaginare cosa potrebbe succedere al vostro avatar dopo il terzo finale di Bloodborne: non so voi, ma non mi sento particolarmente bendisposto nei confronti della chiesa. Personale interpretazione ovvio, ma questo, più tre i "archetipi" che più mi hanno colpito in Bloodborne, ovvero Forza (Selene), Consapevolezza (Nausicaa) e Bloodtinge/Dexterity (Balthazar), hanno creato questa breve storia, che spero sia almeno riuscita a colpirvi.
A presto.

  
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