Cos'era la Shinsengumi?
Forse agli occhi della città solo un altro gruppo di marionette del governo.
Non così per loro che ci erano dentro.
Per Hijikata ed Okita in particolare, la Shinsengumi era Kondo.
Kondo non era solo un comandante, era la persona che seguivano, colui per cui avrebbero dato la vita.
Forse per questa loro devozione, il vice comandante ed il capitano della prima squadra erano in conflitto tra loro.
Ed ora che la Shinsengumi era stata sciolta, ora che Kondo era stato portato loro via, potevano contare solo l'uno sull'altro.
Per quanto Okita non sopportasse Hijikata, aveva sempre pensato di poter contare sulla forza dei suoi nervi.
Se Kondo era il cuore della Shinsengumi e lui il braccio, il vice comandante rappresentava senz'altro la mente di quell'organizzazione.
Ma la reazione di Toshi era stata la peggiore.
Non aveva intenzione di biasimarlo per il suo pianto, anche se la collera gli impediva di sfogarsi con le lacrime, Sogo riusciva a comprendere fin troppo bene il senso di perdita che avvertiva Hijikata.
Per quanto Okita stimasse e volesse bene il suo comandante, il suo rapporto non era mai stato come quello che aveva Hijikata.
Anche per questo lo invidiava.
Per la scioltezza con cui Toshiro riusciva a parlare apertamente dei suoi problemi con Kondo.
Per tutte le volte che li aveva visti ridere insieme.
Sogo invece si era sempre emarginato, come se avesse paura di mostrare il vero sè stesso ai suoi compagni, per paura di non essere accettato.
Aveva delegato a sè stesso il ruolo di cattivo, lui era quello che doveva sporcarsi le mani per il bene di Kondo.
Lui era il cattivo ragazzo, il Baragaki.
Ed ora che il vicecomandante era crollato, doveva incollarsi ancora una volta la sua maschera e tirare su Hijikata.
Per quanto odiasse ammetterlo la Shinsengumi aveva bisogno di lui, solo Hijikata in assenza di Kondo poteva mobilitare tutti e convincerli ad agire e ribellarsi contro il pese che aveva preso il loro cuore.
Avrebbe messo il suo astio da parte per il bene di Kondo.