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Autore: Dangerina15    31/08/2016    0 recensioni
Sequel di " Forever Enemies".
Le avventure del Capitano Alyssa Cortès e dell'ex Commodoro Joe Jonas non sono finite! Qualcosa sconvolgerà le loro esistenze, qualcosa che potrebbe portarli indietro...alle origini di tutto!
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 6

PROMESSE







 
POV JOE


Un piccolo raggio di sole penetrò nella cabina alle prime luci dell'alba, che delicatamente mi sfiorò il viso, destandomi dalle braccia di Morfeo che mi aveva catturato. Un'atmosfera silente e tranquilla nello scenario di distruzione che Alyssa aveva provocato, in preda alla rabbia e al dolore. Aprii lentamente gli occhi e, quando fui in grado di mettere a fuoco l'ambiente in cui mi trovavo, girai la testa e vidi Alyssa che dormiva profondamente, lasciandosi stringere tra le mie braccia, con la testa e la mano poggiate al mio petto; era l'immagine più dolce che avessi visto negli ultimi tempi. Era bella come una dea: una donna dalla bellezza disarmante, i suoi lunghi capelli neri le coprivano parte del braccio e le correvano giù per la schiena nuda, rivelando la sua meravigliosa femminilità che di solito cercava di nascondere tra le vesti di capitano. Il suo corpo era perfetto, delicato come le ali di una farfalla. La vedevo finalmente cedere ad un piccolo momento di serenità; quella notte ci eravamo abbandonati l'uno all'altro nella speranza di poter alleviare tutti i pesanti fardelli che ci portavamo dietro. Accennai un piccolo sorriso; più la guardavo e più mi rendevo conto di quanto fossi fortunato ad avere accanto a me una donna come lei che, nascosta dietro la maschera della spavalda delinquente, celava la fragilità di un cuore che aveva solo bisogno di essere amato incondizionatamente e di essere protetto dalle ombre oscure che lo predavano. Le diedi un leggero bacio sulla fronte che la fece appena muovere. Sorrisi nuovamente senza staccarle gli occhi di dosso. Lei fece un piccolo sospiro, segno che il risveglio era ormai prossimo. Aprì debolmente gli occhi e dolcemente alzò lo sguardo verso di me, dove i miei occhi incrociarono i suoi.
<< Non volevo svegliarti.>> le dissi sussurando. Lei sorrise delicatamente senza proferire parola; si limitò ad accoccolarsi meglio a me, poggiando la testa nell'incavo della mia spalla, lasciando che potessi stringerla ancora di più. Portò la sua mano sulla mia guancia e l'accarezzo delicatamente così mi voltai a guardarla e la baciai con dolcezza. Restammo in silenzio per un lungo, indeterminato tempo. Ad un tratto, lei cercò la mia mano, la incrociò alla sua e la strinse forte.
<< E' così bello svegliarsi sapendo che ci sei tu ad aspettarmi.>> mi rispose lei con un filo di voce. A quelle parole, la strinsi forte a me, dandole un bacio sulla testa e le cominciai ad accarezzare i capelli.
<< Passerei tutta la vita a guardarti dormire, amore mio. Più passano i giorni e più mi rendo conto di come tu mi abbia letteralmente stregato. Ti amo, delinquente.>>
<< Ti amo anche io, più della mia stessa vita.>>
Ancora un bacio, e poi un altro. Poi, allontanandosi dalle mie labbra, lei voltò lo sguardo verso l'oblò della cabina e sospirò.
<< Come vorrei che questo momento non finisse mai.>> disse, diventando cupa. Si staccò lentamente da me ma prima che potesse alzarsi, la fermai per un braccio.
<< Andrà tutto bene. Abbiamo affrontato centinaia di pericoli e niente ci ha ostacolato. Non ci fermerà neppure questo.>> le risposi e le accarezzai la guancia. Lei sorrise, mi baciò la mano e andò a vestirsi pronta per affrontare ciò che ormai era deciso: tornare a Ronda e cambiare il suo destino.


POV ALYSSA


Non riuscivo a nascondere la paura e l'inquietudine che albergava nel mio cuore; e questo Joe lo aveva capito molto bene. Uscii dalla cabina, investita dalla meravigliosa brezza marina che soffiava sul ponte della Gold Treasure, e presi in mano il fatidico ciondolo che ci avrebbe condotti indietro a Ronda, alla corte del Conte Alejandro Cortès. Joe mi raggiunse di li a poco.
<< Sei pronta?>> mi chiese.
<< Non sarò mai pronta per questo ma diciamo che devo farlo ad ogni costo.>> risposi quasi ironicamente. << Dobbiamo essere preparati a tutto, Joe.>>
<< Sta tranquilla, tesoro. Conosco le buone maniere, sarò un perfetto pretendente alla tua mano.>> rispose lui per smorzare la tensione.
<< Senti un po', prode cavaliere d'Inghilterra, vedi che sono un osso duro da conquistare.>>
<< Ah davvero? Contessa Alyssa...>> cominciò lui e, baciandomi la mano, fece una riverenza molto ben eseguita. << La vostra beltà è pari solo allo splendore della luna in una notte stellata. Concedetemi l'onore di portarvi sotto braccio. Sarà un vero piacere.>>
Sorrisi di nascosto; dovevo ammettere che non se la cavava per niente male.
<< Siete davvero galante, Joe, sono tentata di accettare il vostro invito.>>
<< Hai visto che ti ho conquistata?>> rispose Joe ridendo e vantandosi di avermi sedotta in poco tempo. Io gli diedi uno schiaffo sul braccio, quasi offesa. << Ahi, ma cosa ho fatto?>>
<< Sei il solito rubacuori.>>
Scoppiammo in una risata fragorosa che ci riportò alla realtà.
<< E' arrivato il momento di far visita a Ramon.>> riprese ancora Joe che, prendendomi per mano, mi portò dall'uomo che ci avrebbe aiutato in questo viaggio.
Arrivammo davanti alla porta della sua cabina; avevo lasciato Ramon con lo sguardo di chi si era sentito ferito e allo stesso tempo dominato dai sensi di colpa per gli errori del suo passato. Sospirai.
<< Ci siamo...>>
Bussai.
Nessuna risposta.
Provai ancora, un po' più forte della prima volta.
Ancora silenzio.
<< Ramon. Ramon siamo noi, Joe e Alyssa, apri la porta, dobbiamo parlarti.>> disse Joe cercando di richiamare l'attenzione dell'uomo al di là della porta. Nulla.
<< Forse dorme.>> risposi; ero inquieta, troppa calma dentro quella cabina.
Provai a girare il pomello della porta e improvvisamente si aprì, segno che non era mai stata chiusa a chiave. Non appena essa si spalancò, trovammo Ramon straiato a terra, in stato di totale incoscienza; accanto a lui un fazzoletto, macchiato di sangue.
<< Ramon!>> urlai, gettandomi sul corpo dell'uomo. Tentai di rianimarlo; lo strattonavo, lo schiaffeggiavo mentre piangevo in preda al panico. << Apri gli occhi, Ramon, ti prego! Sono io, la tua piccola Alyssa, guardami ti supplico.>>
<< Vado a chiamare Gary.>> disse Joe e in un lampo sparì. Continuai ancora i miei tentativi di rianimare quel corpo inerte sulle tavole di legno della nave; non doveva morire, non poteva andarsene anche lui. D'un tratto, un flebile gemito fece capo nelle mie orecchie. Sollevai Ramon fino a portarlo a sedere, poggiato su di me; respirava a fatica.
<< Contessina...>> disse con un filo di voce ma io lo interruppi, mettendogli una mano sulla bocca.
<< Non affaticarti. Adesso Gary ti curerà e starai bene.>> risposi fingendo un mezzo sorriso impastato di lacrime di dolore. Lui alzò la mano tremante fino a sfiorarmi la guancia, per asciugare le lacrime che scendevano copiose.
<< Sono malato, contessina, mi resta ben poco da vivere. L'unica cosa di cui mi pento della mia vita è quella di non avervi cercata prima; vi avrei vista crescere e diventare la meravigliosa donna che siete oggi. Perdonatemi, Alyssa, vi chiedo umilmente perdono.>>
<< No, Ramon, non hai nulla di cui scusarti. Mi dispiace tanto di essere stata così dura con te; ti ho ferito nel momento più bello, quando invece di odiarti avrei dovuto abbracciarti e ringraziarti per non esserti dimenticato di me.>>
<< Come potevo farlo, contessina? Non me lo sarei mai perdonato.>> rispose e tossì ripetutamente, macchiandosi di sangue. Nel frattempo giunsero Joe e Gary che presero Ramon e lo portarono sul letto; Gary lo visitò rapidamente.
<< E' malato di tubercolosi.>> furono le sue uniche parole.
Rimasi impietrita. Ebbi un improvviso cedimento di gambe, che mi costrinsero a tenermi alla parete della cabina per non perdere l'equilibrio
<< Quanto gli resta?>> chiese Joe gelato.
<< Poco..>> rispose Gary sospirando.
Non avrei potuto accettare di vederlo andare via senza combattere per poterlo salvare. Mi avvicinai nuovamente a Ramon e gli strinsi la mano.
<< Tu non morirai, dovesse essere l'ultima cosa che faccio. Io e Joe vogliamo intraprendere quel famoso viaggio, voglio cambiare il mio destino e cambierò anche il tuo. Te lo prometto.>> dissi tutto d'un fiato. Ramon strinse la mia mano e sorrise debolmente.
<< Non preoccupatevi per me, contessina. Prendete il ciondolo.>> rispose. Eseguii subito i suoi ordini. << Per poter tornare a Ronda, voi e Joe dovete premere insieme questi due simboli.>> e indicò con il dito la decorazione del ciondolo. << dovete poi farlo oscillare da destra a sinistra e pensare il nome del luogo e il tempo in cui volete andare e lui vi porterà lì in un momento.>> concluse Ramon sospirando per la fatica. Non gli diedi nemmeno il tempo di finire di parlare che afferrai Joe per una mano e, capendo immediatamente le mie intenzioni, eseguimmo le istruzioni dateci da Ramon.
<< Un' ultima cosa: non interferite troppo negli avvenimenti del passato. Potrebbero influenzare in maniera negativa il vostro presente.>>
<< Sta tranquillo, faremo attenzione.>> rispose Joe sorridendo amaramente.
<< Ti salveremo, Ramon, è una promessa.>> continuai ferma nella mia decisione.
Un bagliore accecante ci avvolse in un attimo; tutta la cabina in cui ci trovavamo sembrò sparire nel nulla, insieme con Gary e Ramon. Sentii come una fortissima folata di vento che ci avvolse in un turbine e improvvisamente venimmo risucchiati verso il basso, come se le tavole di legno in cui poggiavamo si fossero volatilizzate nel nulla.


POV JOE


Era una sensazione stranissima; non capivo più cosa stesse succedendo e dove mi trovassi. D'un tratto mi sentii mancare la terra sotto i piedi ed ebbi la sensazione di cadere nel vuoto. In quegli attimi che sembravano eterni pensai al nome del luogo in cui eravamo diretti: “ Ronda, portaci a Ronda” continuavo a ripetermi in testa per distrarmi da tutto quel trambusto che stava accadendo. Improvvisamente tutto si fermò e caddi di netto al suolo. Alyssa cadde alla stessa velocità sopra di me, provocandomi un dolore atroce alla schiena.
<< Che dolore...>> dissi strizzando gli occhi. << Devo dire che come mezzo di trasporto, non ci siamo proprio. Tesoro, mi stai schiacciando..>> continuai verso Alyssa che, nel frattempo, aveva lentamente alzato lo sguardo verso di me.
<< Scusami, davvero!>> rispose lei imbarazzata, alzandosi in un attimo. Mi aiutò a rimettermi in piedi e cominciammo a guardarci attorno; eravamo atterrati in un boschetto desolato, l'unica cosa che si percepiva era il cinguettio degli usignoli e lo scorrere dell'acqua, segno che dovevamo trovarci vicino ad un piccolo torrente o un fiume. Alyssa si guardava attorno; i suoi occhi erano persi nella maestosità della natura.
<< Riconosci questi luoghi?>> le domandai avvicinandomi. Lei tenne lo sguardo fisso su ciò che stava guardando.
<< Non li ho mai dimenticati...>> riprese lei e un sorriso amaro le comparve in viso << Che strano effetto mi fa essere di nuovo qui.>>
<< Bentornata a casa, contessina.>> le risposi prendendole la mano; le feci una riverenza e un baciamano.
<< Andiamo, Joe. Sono sempre il capitano della Gold Treasure, non una madamigella frivola da quattro soldi.>> mi rimproverò lei ridendo.
Improvvisamente lo strepitio degli zoccoli di un cavallo; qualcuno si stava avvicinando. Alyssa mi prese la mano e mi trascinò dietro un fitto cespuglio.
<< Nessuno deve vederci. Almeno non per ora.>> riprese lei mantenendo l'assoluto silenzio. La seguii a ruota e restammo in ascolto. Due voci fecero capolinea alle nostre orecchie: una donna e un uomo. La donna aveva una voce sottile, quasi fanciullesca, segno che doveva essere ancora in giovane età. L'uomo invece aveva un tono più scuro, graffiato, ma allo stesso tempo caldo. I due soggetti si avvicinarono verso di noi al galoppo, tra le risa di chi stava passando un pomeriggio di spensieratezza.
<< Forza, padre. Altrimenti vincerò io, di nuovo.>> disse la ragazza. Alyssa d'un tratto si irrigì.


POV ALYSSA


Riconoscevo quella voce.
Mi irrigii di botto. Cominciai a respirare affannosamente. Temevo di sentire la voce dell'uomo che accompagnava la ragazza.
<< Sono vecchio, bambina mia. Anche il mio cavallo si rifiuta di andare più veloce.>> rise lui.
<< Non inventatevi queste scuse, che quando volete sapete gareggiare seriamente.>>
<< Allora vuoi la vera competizione? Bene, signorinella, al galoppo!>>
I due soggetti si allontarono velocemente a cavallo. Joe si voltò a guardarmi ma ciò che trovò fu solo uno sguardo perso nel vuoto e delle mani tremanti.
<< Alyssa, che succede?>>
Non risposi.
<< Che ti prende? Hai conosciuto qualcuno?>>
Non risposi ancora.
<< Alyssa! Chi erano quelle persone?>> urlò lui per riportarmi alla realtà ma l'unica cosa che ottenne fu che mi voltai con le lacrime agli occhi pronunciando una sola, fatidica frase.
<< Io e mio padre.>>
  
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