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Autore: ChiaraBJ    31/08/2016    4 recensioni
La vita di Ben è sottosopra... Semir è accusato di aver commesso un brutale omicidio, tutte le prove sono contro di lui.
Questa volta sarà Ben a dover ‘tirare fuori dai guai ’ il suo socio. Ma ovviamente c'è sempre qualcuno che vuole mettere il bastone fra le ruote e ostacolare il giovane ispettore nella ricerca della verità: una vecchia conoscenza:il commissario Bohm!
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ben Jager, Semir Gerkan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La rivincita di André Bohm

Intanto nella sala prove di Ben all’interno della stanza insonorizzata, Semir stava seduto di fronte a Bohm a debita distanza con la schiena appoggiata al muro.
Avrebbe potuto prendere una sedia, ma preferiva stare alla stessa altezza del commissario che era ancora ammanettato ad una gamba del pianoforte.
Il piccolo ispettore parlava con Bohm o almeno ci provava. Cercava in tutti i modi di fargli capire che lui, con la morte di Maja Dekker e del suo fidanzato, non c’entrava nulla. Purtroppo il commissario non voleva saperne, continuando a ripetere che per lui il piccolo ispettore era colpevole e che a confermarlo c’erano prove schiaccianti.
Alla fine Semir intuendo che il commissario non avrebbe mai cambiato opinione fino a che non si fosse trovato il vero assassino, alzandosi da terra cortesemente chiese:
“Vuole un’altra birra Bohm? Avrà la gola secca a forza di sparare cretinate, sa cominciavo a …simpatizzare per lei, Ben mi sembrava esagerato, quasi ‘cattivello’ nei suoi confronti, ma adesso …”
“Vada al diavolo Gerkhan, lei e il suo collega” rispose acido Bohm interrompendolo “Sequestro di persona, due omicidi, vi farò marcire in prigione lei e il suo compare! Farò in modo che vi diano l’ergastolo con isolamento a vita”
Semir fece spallucce non facendo molto caso allo sproloquio del commissario.
“Lo prendo come un sì, ne prenderò una anche per lei” disse uscendo dalla stanza.
Semir stava chiudendo il frigo quando nel piccolo piazzale antistante al capannone dove aveva trovato rifugio, sentì arrivare un’auto che si fermò con una brusca frenata.
“Oh, eccoti arrivato socio!” pensò tra sé “Certo che questo modo di frenare non mi sembra il più adatto per passare inosservato…scommetto che hai pure tirato il freno a mano” ma, mentre formulava  questo pensiero, gli venne un dubbio.
Possibile che Ben fosse stato così sprovveduto?
Ben era sì una persona che amava a volte farsi notare, ma quello non gli sembrava il momento giusto per farlo,  a meno che…
E se fosse stato fatto apposta, proprio per far attirare l’attenzione, per metterlo in qualche modo in guardia?
Semir si avvicinò alle finestre, purtroppo  non poté vedere chi era, tutte le imposte erano chiuse e sulla porta d’entrata non c’era lo spioncino.
Si avvicinò alla porta, alzando la sicura alla pistola sequestrata a Bohm.
Sentì il classico rumore di una portiera che si apriva, subito dopo anche quello di un’altra, poi il rumore sordo di due portiere che si chiudevano a distanza ravvicinata.
Semir ne dedusse che nel piazzale era arrivata sì un’auto, ma con minimo due persone a bordo.
Ben si avvicinò alla porta bussando in maniera decisa.
“Conosce la combinazione e bussa alla porta rischiando di farci scoprire…a meno che…” Semir aveva la mano sospesa sopra la maniglia, in pochi secondi una miriadi di pensieri invasero la sua mente.
Pensò che molto probabilmente Ben era accompagnato da qualche collega, anche se non sapeva spiegarsi bene il motivo, tenuto conto che il ragazzo gli aveva confidato che voleva coinvolgere il meno possibile i colleghi del distretto.
Magari era  in ‘compagnia’ di qualcuno di ‘pericoloso’. 
Forse la Schrankmann o il commissario Kruger che alla fine aveva ceduto alle pressioni della procuratrice e aveva costretto Ben a svelare il loro nascondiglio.
E se invece fossero i ragazzi della band di Ben? Sarebbe stato un bel problema. 
Spiegare la sua presenza forse non sarebbe stato difficile, ma convincerli e mandarli via, se avessero anche insistito nel voler provare nello studio dove era tenuto prigioniero Bohm…
Alla fine Semir decise che avrebbe aperto la porta.
“Chi è?” chiese, la mano ormai sopra la maniglia.
“Pizza a domicilio, una 5-0-9 senza origano” rispose il ragazzo scandendo bene le parole.
“Che cosa stai dicendo” disse piano Ritter premendo di più la pistola sulla schiena di Ben.
“E’ il nostro segnale, per farmi aprire” disse sicuro Ben.
“Guarda che se è un giochetto dei vostri ti ammazzo seduta stante, e poi questa porta si apre con un codice numerico, perché hai bussato? ” Ben sentì il fiato dell’uomo vicino all’orecchio.
“Perché io non conosco il codice” rispose sicuro il poliziotto.
“Pizza 5-0-9 ? Ma che cavolo sta dicendo…” si chiese Semir, ma subito ebbe una folgorazione “Ben è nei guai, questo è il codice che usiamo in presenza di ostaggi, mapporca e adesso?”
Semir valutò l’unica cosa sensata da fare…chiedere aiuto a colui che sarebbe stato felicissimo di vederli dietro alle sbarre.
Si allontanò dalla porta per essere più credibile poi urlò.
”Ben dammi un paio di  minuti e ti apro sono appena uscito dalla doccia” e si catapultò nella stanza insonorizzata dove c’era Bohm.
“Allora questa birra?” disse sprezzante Bohm appena vide Semir.
“Commissario Bohm, mi ascolti bene, per favore faccia quello che le dico, ne va della sua vita, della mia e di quella di Ben, adesso la libero, le riconsegno la pistola, le assicuro che lei avrà il vero assassino di Maja Dekker”

Pochi istanti dopo Semir andò ad aprire.
Davanti a lui comparve l’alta figura del suo socio con le mani alzate, ma anche un altro ragazzo che teneva una pistola puntata alla testa del suo partner.
“Faccia un passo indietro Gerkhan e lei entri” disse Ritter spingendo in malo modo Ben all’interno della sala “E tenga le mani alzate”
Dopo di che con un piede chiuse la porta.
“Semir” disse spavaldo Ben “Ti presento Oliver Ritter l’assassino di Maja Dekker, hai visto che bel tatuaggio che ha sul polso?”
“Bravo socio, ma dovevi arrestarlo, non farti sequestrare” disse decisamente seccato Semir che continuò “Almeno un movente c’è l’ha? Sai anche i muli vorrebbero saperlo”
“I muri, non i muli” lo corresse Ben.
“No fidati i muli…”confermò Semir.
“Mi spiace interrompere questo idillio” disse sarcastico Ritter “Ma non ho tempo per dare spiegazioni, e sentire i vostri battibecchi, adesso devo farvi fuori …far sparire i vostri cadaveri…”
“Aspetta un attimo” lo interruppe Semir “Se devo morire almeno voglio sapere il perché”
“Perché non se lo fa dire dal suo collega?” sbottò infastidito Ritter.
“Molto bene” disse Ben traendo un profondo respiro “Al  nostro amico piace scrivere, ma siccome non ha molto talento ha deciso di impossessarsi del manoscritto scritto da Maja Dekker, lo voleva spacciare per suo. Ovviamente nessuno doveva sapere che il manoscritto non lo aveva scritto lui, quindi ha ucciso Maja in quanto autrice …”
“Poi” dedusse allora Semir “Doveva eliminare tutti quelli che erano a conoscenza del manoscritto, quindi me e il suo fidanzato. Doveva far sparire anche tutte le copie, quindi quella che avevo io in casa e quella che aveva la ragazza in mano al momento del suo omicidio, ma nel strappandoglielo di mano ne ha lasciato un pezzo tra le dita. Bravo Holmes!”
“Elementare Watson” replicò compiaciuto Ben.
“Complimenti ispettori” si intromise Ritter “Adesso basta chiacchere. Vi farò fuori con le vostre pistole, verrà fuori che vi siete uccisi a vicenda, omicidio-suicidio. Vi piace l’idea?” continuò il ragazzo nella sua lucida follia “Diranno che avete preferito morire che finire in carcere, in fondo tutti sappiamo come vengono trattati gli ex poliziotti. Con voi morti, Maja, il suo ragazzo, Angie…niente testimoni. Che sollievo finalmente tutti quelli che sono a conoscenza del manoscritto sono o saranno eliminati e per mano mia. Potrò finalmente diventare un grande scrittore”

“Spiacente Ritter , ma non la farà franca”
Bohm fece la sua comparsa da dietro il divano col suo solito fare teatrale, la pistola spianata davanti lui:
“Sono il commissario dell’LKA André Bohm, la dichiaro in arresto per l’omicidio di …” ma venne bruscamente interrotto da Ritter.
“Non so chi diavolo sia lei e francamente me ne infischio” replicò altrettanto in maniera teatrale Ritter “Ma le consiglio di abbassare la pistola se non vuole che faccia saltare la testa al suo collega”
“Quello non è un mio collega!” lo informò Bohm e nei suoi occhi apparve come un brillio.
Nella stanza calò il gelo.

Ben aveva una pistola puntata alla tempia, la sua testa era vicinissima a quella di Ritter.
A circa otto metri da loro Bohm teneva l’arma spianata davanti a lui, mentre Semir era a fianco di quest’ultimo sempre con le mani alzate.
“Allora? Quanto ci vuole? Metta giù la pistola” insistette Ritter vedendo che Bohm non accennava ad abbassare l’arma.
Ma chi spiazzò tutti fu proprio Ben.
“Commissario Bohm, quando è stata l’ultima volta che è andato al poligono?”
“Ben” esclamò esterrefatto Semir “Ma sei impazzito? Che diavolo stai dicendo? Bohm potrebbe colpirti e…” il piccolo ispettore non osò nemmeno finire la frase.
“Vedi altre soluzioni socio?” e rivolto a Bohm “Commissario, questo è il momento di far vedere quanto vale”
“Non penso sparerà, all’Accademia ci insegnano che non si ‘gioca’ con la vita degli ostaggi” lo sfidò Ritter che impercettibilmente premette di più il dito sul grilletto.
Bohm aveva la testa di Ritter a portata di tiro, ma per quanto odiasse Jager e Gerkhan, non se la sentiva di sparare, in fondo loro tre erano colleghi, e ora aveva anche la conferma che erano innocenti.
Ora tutti erano dalla stessa parte.
Nella stanza la tensione saliva man mano che passavano i secondi.
“Bohm, spari” disse ancora più convinto Ben.

Il tempo sembrò fermarsi per qualche istante.
Ben guardava Bohm dritto negli occhi e altrettanto faceva il commissario.
Sembrava quasi che in quella stanza ci fossero solo loro.
Due rivali ora costretti a collaborare per trovare una via d’uscita per sopravvivere.
In quei frangenti Ben pensò che ora la sua vita dipendeva da ciò che avrebbe deciso di fare Bohm, quel stesso Bohm che con ironia e qualche volta anche con cattiveria aveva sbeffeggiato, insultato, picchiato, rapito e imbavagliato.

Semir dal canto suo avevo una paura folle.
Il fatto che Bohm li odiasse era un più che valido motivo per non abbassare l’arma e sparare senza tanto pensarci.
Se Ben fosse rimasto ferito o, peggio ancora morto, sarebbe stato considerato un effetto collaterale.
Ferito o morto Ben sarebbe caduto a terra, Bohm avrebbe sparato ancora e l’assassino colto alla sprovvista e senza il giovane ispettore a fargli da scudo sarebbe stato a suo volta ferito o ucciso.

Uno sparo rimbombò nella stanza mettendo la parola fine a tutti i pensieri dei tre poliziotti.
In un modo o nell’altro la situazione che si era creata sarebbe giunta ad un epilogo.

Ben sentì la pressione della pistola alla tempia diminuire, poi dietro di lui un tonfo sordo.
Il giovane ispettore si voltò, vedendo il corpo senza vita di Ritter a terra.
Bohm lo aveva freddato colpendolo in mezzo alla fronte.
“Non ci posso credere Bohm” disse spaventatissimo Ben “Gli ha sparato!!! Poteva colpirmi, farmi secco!!!”
“Me lo ha detto lei di sparare Jager” replicò con un sogghigno Bohm “E comunque sono tre settimane che non vado al poligono, forse ho sbagliato mira, volevo colpire lei!”
E soffiò sulla pistola imitando i cow-boy dei film.
“Beh direi che mi è andata bene, grazie commissario” rispose Ben allontanandosi un po’ dal cadavere di Ritter e riprendendosi dallo spavento.
“Di niente, ma la prossima volta potrei spararle davvero…non dimentico io…” replicò riponendo la pistola nella fondina.
“Adesso che farà Bohm, ci arresterà tutti e due?” chiese Semir voltandosi verso il commissario.
“Mi piacerebbe davvero molto sbattervi in galera, vedervi dietro le sbarre è il mio …sogno segreto. Poi se penso che mi avete preso in ostaggio, legato ad un pianoforte, imbavagliato…dovrei minimo farvi radiare. Ma alla luce degli eventi propongo una tregua,  in fondo avevate ragione,   anche se mi secca ammetterlo” e porse inaspettatamente la mano ai due ispettori.
Ben e Semir si guardarono in faccia poi strinsero la mano a Bohm.
“In fondo se siamo vivi è anche merito suo” ringraziò Semir.
“Sicuramente, e ora se non vi dispiace vorrei riavere il mio cellulare”
“Certo” disse Ben “Anzi usi pure il mio, io e il mio socio le lasciamo volentieri il campo e la gloria dei riflettori”

Ben e Semir uscirono dalla sala prove, il piccolo ispettore prese affettuosamente per un braccio il suo socio “Grazie Ben, senza di te sarei in galera o morto”
“Semir piantala, te l’ho già detto … tu avresti fatto lo stesso” ribadì Ben “E ora chiamiamo il commissario Kruger, dobbiamo scagionarti dal tutto. Sarà felice di sentirci, che ne siamo venuti fuori sani e salvi. E poi sarebbe meglio avvisare anche tuo fratello e tua moglie. Andrea sarà felicissima di sapere che stai bene, sicuramente vorrà vederti e abbracciarti”
“Grazie di tutto Ben, sei un vero amico” Semir si stava emozionando.
“Lo so” replicò l’altro stampandosi in volto un enorme sorriso “E sai mi è venuta anche un’idea, due persone, anzi tre sono morte per quel manoscritto, sarebbe bello che il libro venisse pubblicato in memoria di Maja Dekker, del suo fidanzato e Angelika”
“Desumo che tu sappia già come proseguire, come sempre avrai gli agganci giusti, vero Ben?” disse Semir conoscendo già la risposta “E sono sicuro che la famiglia di Maja sarebbe felice e orgogliosa”
“Bene non ci resta che chiedere al nostro ‘commissario simpaticone’ di darci una copia del libro una volta conclusa l’inchiesta, caso mai nelle note conclusive faremo scrivere che il libro ha ‘visto la luce’ anche grazie al nostro intervento e a quello di Bohm…”
I due ispettori si scambiarono un sonoro cinque, poi Semir avvicinò Ben a se abbracciandolo forte.
“Ti ho già detto grazie?” domandò Semir ritrovando finalmente un po’ di serenità.
“Sì” rispose ormai stanco di sentirselo dire Ben.
“Davvero?”
“Sì adesso basta…”
“No davvero Ben, grazie”
“Ho capito basta, guarda che altrimenti la prossima volta ti sbatto in galera io…”
“Ok, grazie…”
“UFFF…BASTA!!!”
 
N.D.A. Il codice usato da Ben è lo stesso usato nell’episodio ‘L’eclisse’. Il commissario Bohm nel telefilm non ha un nome, ho scelto André perché l’attore che lo interpreta si chiama così. Posso già anticiparvi che in futuro avremo ancora tra i piedi il nostro ‘Mr. LKA’ nella solita veste da ‘antipatico patentato’ e in una decisamente più insolita… alla fine, vi risulterà addirittura simpatico e Ben decisamente antipatico (ma solo un pochino perché alla fine Ben è sempre il ‘mio’ Ben).
Come sempre voglio ringraziare i miei recensori Furia, Cladda, Maty, Summer _moon e Skatelover.
I lettori che hanno inserito la storia in una delle liste e quelli silenziosi (siete davvero tanti…un immenso grazie!!!).
L’ultimo ringraziamento come sempre alla mia ‘Beta Reader’ che ha ispirato questa storia. Grazie Maty!
E ora una piccola anticipazione: le prossime due storielle fanno parte della serie ‘Legami speciali ed indissolubili’…la prima sarà abbastanza ‘all’acqua di rose’ questo perché la seconda sarà la più ‘tremenda’ f.f. che abbia mai scritto (secondo me) …e stavolta credetemi non sto scherzando. Bacioni a tutti. ChiaraBJ.
Angolino musicale: Madonna I’ll remeber (ricorderò)
Per ascoltarla: https://www.youtube.com/watch?v=RWJ_yWAaXAI
…E mi ricorderò la forza che mi hai dato Ora che sto in piedi da solo Mi ricorderò come mi hai salvato me lo ricorderò…Dentro io ero una bambino che non sapeva guarire un’ala spezzata Fuori di me cercavo una via…E mi ricorderò Ora che sto in piedi da solo Mi ricorderò come mi hai cambiato me lo ricorderò…Non ho mai avuto paura di piangere Ora ne ho finalmente un motivo ricorderò


 
  
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