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Autore: winchestersimpala    31/08/2016    5 recensioni
Aprii leggermente la porta e mi trovai davanti quattro ragazzi vestiti normalmente ed un uomo sulla cinquantina in giacca e cravatta. Rimasi a fissare per alcuni interminabili secondi il ragazzo che si trovava al centro del gruppo. Era tremendamente affascinante. Capelli biondi, occhi blu, un braccio completamente tatuato e l’altro lo era per metà e una cicatrice che copriva la maggior parte del suo gomito sinistro. Sentii le mie guance avvampare quando quest’ultimo mi rivolse un sorriso.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Hayley Williams, Taylor York
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1.

 

Era una giornata come tutte le altre, caratterizzata dal caldo estivo tipico di Los Angeles. Le vie della città erano invase da centinaia di auto, i negozi erano pieni di ragazzi e ragazze che avevano appena finito la scuola ed avevano finalmente iniziato le vacanze estive. Ah, i tempi del liceo… Quanto ho odiato quel periodo della mia vita, carico di ansia da prestazione, notti insonni passate sui libri per provare a persone che nemmeno mi conoscevano di non essere meno intelligente dei miei compagni, persone che ti giudicano in base alle apparenze pur non conoscendoti… Il mio inferno personale.

Fui riportata brutalmente alla realtà dall’autista in coda dietro di me che suonando il clacson mi avvisò che il semaforo era diventato verde. Feci un cenno con la mano per scusarmi e ripresi a guidare verso la sede dell’etichetta discografica che aveva deciso di sponsorizzare me e la mia band.

Erano passati due anni da quando avevamo cominciato a diventare una band abbastanza famosa, soprattutto tra i giovani, ed era passato solamente un paio di settimane dall’uscita del nostro nuovo album, il che significava un tour mondiale e decine di band da ascoltare per poi sceglierne una che avrebbe aperto i nostri concerti.

Io e Taylor, il chitarrista della mia band, eravamo diretti agli uffici della nostra etichetta per discutere proprio di questo particolare.

 

“Mi sembri distratta questa mattina Hayley”. Mi disse Taylor, notai un cenno di preoccupazione nella sua voce.

“Sì, hai ragione…” dissi io stringendo il volante tra le mie mani, sentì che Taylor mi stava fissando nella speranza di una risposta più articolata, ma non distolsi lo sguardo dalla strada. “È solo che da quando Jeremy se n’è andato non è più lo stesso… Saremo in grado di esibirci con la stessa energia che avevamo prima?” Jeremy, il bassista della nostra band, aveva avuto da poco una figlia e decise di uscire dalla band per dedicarsi a tempo pieno alla sua famiglia, decisione che sia io che Taylor rispettammo pienamente, ma che ci lasciò spiazzati perché ci ritrovammo a dover ricostruire una band dal nulla.

Taylor posò una mano sul mio braccio e mi disse dolcemente: “Certo che riusciremo ad esibirci con la stessa energia. Il fatto che Jeremy sia andato via ha sconvolto i nostri piani, è vero, ma non dobbiamo farci condizionare da questo”. Taylor aveva ragione, ma c’era una parte di me che non voleva convincersene. Gli rivolsi un sorriso e svoltai a sinistra per parcheggiare la mia auto.

Una volta scesi dalla vettura io e Taylor notammo una Jeep nera parcheggiata davanti all’ufficio principale della nostra etichetta, il che ci sembrò molto strano dato che erano solo le 8.30 del mattino ed era una riunione di cui nessuno oltre a noi sapeva nulla.

Mentre entravamo nell’edificio controllai il mio cellulare per vedere se avessi ricevuto messaggi per eventuali cambiamenti dell’incontro con quello che sarebbe stato il nostro manager, ma non avevo ricevuto nulla. Strano.

Prendemmo l’ascensore e raggiungemmo il terzo piano nel giro di pochi minuti. Mano a mano che ci avvicinavamo all’ufficio che ci interessava sentivamo delle voci che né io né Taylor fummo in grado di riconoscere.

 

“Sei sicura che era oggi che dovevamo incontrarci?” Mi chiese Taylor preoccupato.

“Certo che ne sono sicura Tay, ho controllato dieci volte che fosse il giorno giusto prima di uscire di casa”. Dissi passandomi una mano tra i miei capelli rosso fuoco. La situazione non mi piaceva molto, eravamo ancora dei novellini nel mondo della musica e non sapevamo bene come funzionassero le cose, così io e Taylor eravamo indecisi sul da farsi.

“Dici che mi conviene provare a bussare?” Chiesi a Taylor, curiosa di sapere chi ci fosse dietro a quella porta.

Taylor era ancora più indeciso di me, così non aspettai che mi rispondesse e bussai.

“Sì?” Disse cordialmente una voce dall’altra parte. Aprii leggermente la porta e mi trovai davanti quattro ragazzi vestiti normalmente ed un uomo sulla cinquantina in giacca e cravatta. Rimasi a fissare per alcuni interminabili secondi il ragazzo che si trovava al centro del gruppo. Era tremendamente affascinante. Capelli biondi, occhi blu, un braccio completamente tatuato e l’altro lo era per metà e una cicatrice che copriva la maggior parte del suo gomito sinistro. Sentii le mie guance avvampare quando quest’ultimo mi rivolse un sorriso. Decisi di distogliere la mia attenzione da lui per parlare all’uomo in giacca e cravatta.

 

“Sono Hayley Williams, sono venuta con Taylor York, avevamo una riunione per discutere degli ultimi particolari riguardanti il tour”. Dissi cercando di sembrare il più calma possibile, nonostante sentissi Taylor sghignazzare alle mie spalle. 

“Oh, certo! Me ne ero quasi dimenticato. Prego, accomodatevi”. Disse l’uomo indicando le sedie di fronte alla sua scrivania.

Io e Taylor entrammo nell’ufficio e Taylor chiuse la porta alle sue spalle.

“Io sono Charles, mi occuperò del vostro tour mondiale”. L’uomo in giacca e cravatta mi porse la mano che strinsi immediatamente per non sembrare scortese, anche se la presenza di quei quattro ragazzi mi rendeva difficile concentrarmi, mentre Taylor sembrava a suo agio.

“Sicuramente vi starete chiedendo chi sono questi ragazzi nel mio ufficio” disse Charles fissando prima me e poi Taylor ed indicando il gruppo alle mie spalle. “Loro saranno la vostra band di supporto. Il nome della band è Our Last Night. Il loro genere è diverso rispetto al vostro, ma abbiamo pensato che potesse essere un esperimento interessante quello di far esibire sullo stesso palco due band con stili diversi. Ragazzi, loro sono Hayley e Taylor, presentatevi”. Okay, la situazione stava cominciando a sfuggirmi di mano.

Il mio sguardo cadde di nuovo sul ragazzo biondo tatuato, ma venni distratta immediatamente da un altro membro della band che si presentò: “Io sono Woody, sono il bassista della band”, gli strinsi la mano e gli rivolsi un sorriso. Successivamente prese la parola un ragazzo moro con gli occhi azzurri, doveva essere il fratello del ragazzo che non smettevo di fissare, la somiglianza era incredibile.

“Io sono Matt” allungò una mano per stringere la mia per poi indicare l’altro ragazzo seduto su uno sgabello. “Lui è Tim, il nostro batterista, mentre invece lui…” disse dando una spinta al ragazzo biondo “è mio fratello Trevor”.

“Piacere di conoscervi ragazzi, siamo dei fan da quando avete pubblicato il vostro primo album. O almeno, io e mio fratello lo siamo”. Disse Trevor sorridendo. “Piacere nostro. Vorrei poter dire lo stesso della vostra band, ma purtroppo non ho mai avuto l’occasione di ascoltare qualche vostra canzone”. Dissi io fissando negli occhi Trevor, per poi cercare di dare la stessa attenzione agli altri membri della band. “Vorrà dire che ti consiglieremo delle canzoni da ascoltare allora!” Disse Matt entusiasta.

Dopo qualche istante di esitazione, Woody propose di andare a bere qualcosa tutti insieme in modo da poterci conoscere meglio, così ci avviammo verso le nostre macchine.

 

Una volta saliti nelle nostre vetture rimasi qualche istante a fissare l’ammasso di asfalto di fronte a me.

 

“Cos’era quello?” Disse Taylor ridendo. Io lo guardai confusa e gli chiesi a cosa si riferisse, mentre il mio sguardo seguì Trevor mentre saliva sulla sua auto.

“Quello che stai facendo anche ora Hayley, non riesci a distogliere lo sguardo da quel ragazzo”. Mi appoggiai contro lo schienale del sedile e mi lasciai andare ad un sospiro. “Non lo so Taylor, c’è qualcosa di lui che mi affascina. Non so cosa sia esattamente, so solo che vorrei conoscerlo meglio”. Dissi quasi in preda allo sconforto. Vidi che la Jeep cominciò a muoversi, così misi in moto la mia auto e seguii i quattro ragazzi verso il luogo in cui avremmo potuto conoscerci meglio.

Il silenzio regnava sovrano nella macchina, non avevamo nemmeno acceso lo stereo. Io ero assorta dai miei stessi pensieri e Taylor era troppo concentrato a guardare fuori dal finestrino.

 

“Avrai sei mesi di tour per conoscerlo”. Disse Taylor rompendo il silenzio e cogliendomi di sorpresa.

“Cosa?” Chiesi io.

“Trevor. Hai sei mesi a disposizione per conoscerlo. Poi, da quello che ho visto, anche lui mi sembra abbastanza interessato a te”. Aggiunse fissandomi negli occhi. Mi sentii arrossire per la seconda volta quel giorni e notai che i ragazzi davanti a noi stavano parcheggiando, così fermai la mia auto proprio di fianco alla loro.

Taylor aveva la tipica faccia di qualcuno che aveva in mente un piano.

“Che non ti venga in mente di far stronzate Taylor”. Dissi lanciandogli un’occhiataccia.

“Dai, Hayley, quand’è stata l’ultima volta che ti sei lasciata andare?” Mi chiese lui con un’espressione compassionevole sul volto. Sfilai le chiavi dalla serratura sbuffando, decidendo di non rispondere.

“Okay, te lo dico io dato che non vuoi rispondere. Da troppo Hayley, da quando quello stronzo ti ha trattato come nessun uomo ha il diritto di fare. Perché non…” “Non mi sembra il tipo di conversazione da affrontare in questo momento Taylor”. Tagliai corto io aprendo la portiera e scendendo dall’auto. Anche Taylor scese dalla vettura e dopo averla chiusa ci avviammo verso il gruppo di ragazzi che ci stava aspettando.

Trevor mi venne incontro porgendomi un foglio di carta piegato, lo guardai confusa e allungai la mano per prenderlo.

“Hai detto di non aver mai sentito la nostra band, così Matt ed io abbiamo scelto alcune canzoni che potresti ascoltare per conoscerci meglio”. Mi disse con un sorriso abbozzato sulle labbra. Ricambiai il sorriso e misi il biglietto nella borsa dopo averlo ringraziato, per poi raggiungere insieme il resto del gruppo. Notai che una volta arrivati Matt fece l’occhiolino a Trevor ma pensai che non poteva essere collegato a ciò che era appena successo.

Entrammo nel locale e una cameriera davvero molto gentile ci trovò subito un tavolo. Ci sedemmo e dopo esserci sistemati cominciammo a farci delle domande per poterci conoscere meglio. Il primo a rompere il ghiaccio fu Matt, il quale era seduto proprio di fianco a me. “Hayley, vorrei chiederti una cosa, è più una curiosità che una domanda…” Disse giocherellando con il menù plastificato. “Spara”. Dissi io guardando per un istante Taylor, il quale stava avendo una discussione abbastanza animata con Tim e Woody. “Siete solo in due nella band…” Continuò Matt. “Avete assunto qualcuno per il tour o vi esibirete solo tu e Taylor utilizzando delle basi registrate?” Era una domanda insolita, soprattutto considerando il fatto che non ci conoscevamo nemmeno e quindi davo per scontato che la sua domanda sarebbe stata di natura personale, ma era comunque una domanda sensata. “No, non useremo delle basi. I ragazzi che hanno inciso con noi l’album verranno con noi in tour, ma adesso non sono presenti perché non fanno ufficialmente parte della band e quindi non hanno dovuto partecipare alla riunione di stamattina”. Trevor era completamente assorto dalla nostra conversazione. Notai che osservava ogni mio minimo movimento, era come se mi stesse studiando. Era una cosa abbastanza inquietante a dire il vero, ma allo stesso tempo era affascinante vederlo così concentrato. 

Decisi che era arrivato il mio turno delle domande quando fummo interrotti dalla cameriera che ci aveva accolti poco tempo prima per chiederci se eravamo pronti per ordinare. Ordinammo tutti la stessa cosa, ovvero una birra e qualche snack.

“Invece cosa mi potete dire di voi? Non so nulla della vostra band oltre al fatto che siete fratelli” Dissi aprendo la mia bottiglia di birra. Matt sorrise mentre beveva il suo drink, lasciando la parola al fratello.

“Beh, posso cominciare col dirti che abbiamo deciso di formare questa band quando ancora eravamo al liceo ed il nome è stato scelto qualche giorno prima di una competizione alla quale avremmo partecipato. In realtà è stato proprio Matt a sceglierlo. Ci ha salvato il culo”. Disse Trevor scoppiando a ridere. La sua risata era così contagiosa che mi ritrovai a ridere senza nemmeno accorgermene. “Poi, vediamo…” Continuò lui. “Appena Matt prese la patente decise di portarmi a fare un giro, ero seduto sul sedile di fianco a lui in una posizione davvero strana e mettendo il braccio fuori dal finestrino mi sono fatto questa”. Disse indicando la cicatrice sul gomito sinistro. Istintivamente allungai la mano per toccarla, ma poi mi ricordai che conoscevo a malapena il ragazzo e magari questo mio gesto avrebbe potuto turbarlo. “Posso?” Chiesi titubante. “Certo”. Rispose lui tranquillamente. La pelle era molto spessa in quel punto, potevo solo immaginare il male che aveva provato. “Mio Dio…” Dissi completamente assorta dal contatto delle mie dita sulla sua pelle. “Come hai fatto esattamente?” Chiesi. 

“Avevo il braccio fuori dal finestrino e Matt, da bravo fratello maggiore, mi disse di tirarlo dentro perché avrei rischiato di farmi male, ma io ovviamente non gli diedi retta. Lui per sbaglio passò troppo vicino ad un’auto parcheggiata e il mio gomito decise di fare amicizia con la portiera di quell’auto. Inutile dire che mi sentivo svenire dal dolore”. Spiegò lui sorridendo. Sorrisi a mia volta e ritrassi la mano per bere un sorso di birra.

La serata passò velocemente ed era inutile dire che sia io che Taylor adoravamo la compagnia di quei ragazzi.

Stavamo ritornando alle nostre macchine quando sentii qualcuno prendermi la mano, mi girai di scatto e vidi che si trattava di Trevor, il quale posò il suo indice sulle mie labbra per farmi capire che non dovevo dire nulla e mi fece cenno di seguirlo. Lo seguii poco lontano dalla sua auto e dopo qualche istante di esitazione iniziò a parlare.

“So che ti sembrerà strano quello che ti sto per chiedere dato che ci conosciamo solo da stamattina, ma volevo chiederti se magari domani avevi tempo, e soprattutto voglia, di… Ecco, di prendere un caffè insieme”. La sua domanda mi lasciò senza parole, non perché non sapessi cosa rispondere, ma perché ero talmente sopraffatta dai miei pensieri, i quali mi stavano mandando il cervello in tilt, e a malapena riuscivo a formulare una frase di senso compiuto. Dopo qualche secondo finalmente riuscii a riprendere il controllo della mia mente e accettai la sua proposta. “Certo, mi farebbe molto piacere”. Vidi un sorriso farsi strada sul volto di Trevor, il quale disse: “Ci vediamo domani mattina alle 9.00 davanti alla sede dell’etichetta della tua band allora”. “Perfetto”. Risposi io sorridendo e solo in quel momento mi accorsi che la mia mano era ancora intrecciata alla sua. Venni colpita da un forte senso di imbarazzo, condiviso da Trevor, il quale si rese conto della stessa cosa. Entrambi fummo distratti da Taylor che mi stava chiamando a gran voce nel bel mezzo del parcheggio.

“Devo andare…” Dissi in un bisbiglio tenendo lo sguardo fisso a terra.

“Si, anche io. Ci vediamo domani allora?” Mi chiese Trevor.

“Puoi contarci, a domani”. Dissi io e senza pensarci due volte mi allungai verso di lui per dargli un bacio sulla guancia, per poi avviarmi verso la mia macchina. Inutile dire che il mio cuore sembrava che stesse per esplodere da un momento all’altro per la felicità.

 

 

Nota dell’autore: Eccomi qua con una nuova storia che spero di portare a termine. Un paio di cose: in realtà la ff dovrebbe essere nella categoria dedicata agli our last night ma purtroppo non esiste, e poi vorrei ringraziare infinitamente b e l l a d o n n a per il banner.

Spero che recensirete la mia storia, al prossimo capitolo!

   
 
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