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Autore: cristalskies    31/08/2016    4 recensioni
E se, dopo Rise, Beckett non si fosse più fatta sentire fino alla rapina in banca di Cops & Robbers?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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Era quasi arrivata al distretto e, scendendo dal taxi, si sorprese della felicità che provava anche solo nel sentire il calore del sole sulla pelle.

Assaporò la sensazione per pochi istanti, sentendosi libera, poi si unì allo sciame di newyorkesi che stavano per attraversare la strada.

Dopo aver salutato gli agenti all’ingresso del distretto raggiunse finalmente il piano della omicidi. Sembrava essere una giornata tranquilla vista la quiete che si respirava all’interno dell’edificio.

 

Esposito era appoggiato sulla scrivania del suo partner e stava sorseggiando con calma il suo caffè mentre parlava con Ryan, che era seduto dando le spalle all’ascensore, quando la vide arrivare. L’irlandese seguì lo sguardo sorpreso dell’amico e si girò per vedere cosa avesse rubato l’attenzione del collega, scorgendo quindi Beckett mentre si avviava verso la sua scrivania per lasciare il cappotto e le sue cose.

-Beckett! Non credavamo di vederti, oggi- La salutarono con tono perplesso, intercettandola. C’era qualcosa di diverso in lei ma non riuscivano bene a capire cosa.

-Esposito, Ryan- Li salutò entrambi avvicinandosi a loro -Devo parlare con la Gates, avete visto se è nel suo ufficio?-

I ragazzi la la stavano guardando come se avessero visto un alieno, squadrandola da capo a piedi. Dopo un breve momento di sorpresa, Esposito individuò l’anomalia.

-Stai sorridendo!- Affermò con tutta la grazia che lo contraddistingueva, cogliendola alla sprovvista e guadagnandosi un’occhiataccia per quel commento fuori luogo.

-Non che tu non possa sorridere, o essere felice. Noi adoriamo vederti felice!- aggiunse Ryan, provando a stemperare l’uscita infelice di Esposito.

Kate fece mente locale e si rese conto che non entrava di buon umore al distretto da mesi. Di sicuro da prima della morte di Montgomery. Era così evidente il cambiamento da ieri ad oggi?

-Sono... - Kate non sapeva bene come reagire di fronte all’evidenza del suo cambiamento d’umore rispetto all’ultima volta che li aveva visti e abbassò quindi lo sguardo a terra tentando di nascondere un sorriso ancora più ampio, mordendosi il labbro inferiore. Non voleva nemmeno pensare a cosa avrebbe potuto fare Castle se fosse stato presente, vista la conversazione avuta quella mattina. Probabilmente avrebbe gonfiato la coda come un pavone e l’intero distretto avrebbe saputo che stavano assieme di lì a 10 minuti.

-Sono felice che siate felici che io sia felice. Ma devo proprio scappare, ho bisogno di parlare con il capitano e poi ho un impegno- concluse, facendosi largo tra i due e lasciandoli là impiantati.

Non che volesse nascondere la sua nuova relazione, specialmente a loro, ma ci sarebbe stato tempo nei giorni successivi. Anche se visti gli eventi del giorno precedente era probabile che i Bro avessero già fatto il collegamento. Ma Castle non vedeva l’ora di essere lui a raccontarlo, non poteva togliergli tutto il divertimento. Giusto?

 

-Buongiorno, Signore. Posso disturbarla?- Chiese, introducendosi nell’ufficio della Gates dopo aver bussato.

Per fortuna quel giorno non era in riunione ma era assorta nel controllo dei fascicoli di alcuni casi appena chiusi.

-Detective Beckett, si accomodi. Credevo fosse il suo giorno libero. Non mi aspettavo di vederla qui, soprattutto dopo quanto accaduto ieri. Il sig. Castle e la sua famiglia stanno bene?- Le chiese cortesemente il capitano, sapendo che prima del suo arrivo i due lavoravano assieme.

-E’ così infatti, sono solo di passaggio. Castle sta bene, devono solo riprendersi dallo spavento preso. Sono passata al distretto perchè vorrei chiedere un permesso per la prossima settimana- Spiegò Kate.

-Ha un sacco di permessi e ferie accumulate, Detective. Non vedo nessun problema nell’iniziare a usarne un po’. Anzi, il contrario. Che giorno le serviva di preciso?-

-In realtà...- chiarì quindi Beckett schiarendosi la voce -Stavo pensando all’intera settimana, da oggi in poi…-

La Gates alzò lo sguardo dalla scrivania, alzando il sopracciglio sorpresa. Per quel poco che aveva visto e letto di lei era chiaro fosse una instancabile stacanovista. Neppure l’attentato di un cecchino era riuscita a tenerla ferma a lungo, nonostante poi avesse deciso di dedicarsi al lavoro d’ufficio per un po’ di tempo.

-Vorrei poi tornare in servizio attivo al mio ritorno, Signore- Aggiunse quindi Kate.

-Accordato, Detective. Si prenda la settimana. Aspetto con ansia di vederla all’opera sul campo!- Acconsentì il capitano, concedendole un raro sorriso di incoraggiamento.

-La ringrazio, Capitano- Salutò quindi la Detective accomiatandosi.

Si diresse verso la sua scrivania per riprendere la borsa e incrociando di nuovo Ryan ed Esposito, che avevano interrotto il loro confabulare appena l’avevano vista uscire dall’ufficio del capitano.

-Ci si vede la settimana prossima, ragazzi. Io penso me ne andrò in ferie…- Li salutò uscendo, senza lasciare loro il tempo di chiederle nulla.

Quando le porte dell’ascensore si chiusero davanti a lei si ritrovo a ridere da sola. Stava andando da Castle e, per la prima volta da molti anni a questa parte, gioiva del fatto che non avrebbe dovuto presentarsi al lavoro per un’intera settimana.

Questa giornata si stava rivelando perfetta. Sicuramente imprevedibile fino anche solo alla mattina precedente, ma perfetta.

 

Erano le 11am in punto e da cinque minuti si trovava impalata davanti alla porta di Castle. I suoi pensieri correvano su binari sconnessi e non riusciva ad interrompere quel flusso ininterrotto neanche per potersi permettere di suonare il campanello.

Stava per introdursi al loft come nuova fidanzata di Castle? Si erano confessati di amarsi la sera prima, quindi erano ufficialmente insieme? Lui era di certo sembrato propenso a pensarla così. O era stata tutta una sua impressione?

Quante altre donne nella stessa situazione aveva visto passare, quella porta? Certo, Castle negli ultimi anni aveva dimostrato di non essere il playboy che i giornali sembravano ritrarre e lei non aveva nessuna prova per pensare che lo fosse mai stato. Come erano finiti i suoi due matrimoni? Si rese conto che nonostante tutto il tempo passato assieme non glielo aveva mai chiesto.

Nemmeno quando lo aveva visto tornare e poi chiudere di nuovo con Gina. E quella storia era davvero chiusa del tutto?

Alexis avrebbe approvato la loro relazione? Castle le aveva già detto qualcosa?

E soprattutto, perchè si stava torturando pensando alle sue ex fuori dall’ingresso di casa sua, al posto di suonare il campanello come una persona normale?

Persa nei suoi ragionamenti fece quasi un balzo all’indietro quando vide la porta del loft aprirsi e rivelare uno stupito Richard Castle.

-Beckett, ciao!- la salutò, evidentemente non sorpreso quanto lei di trovarla lì. Aveva forse acquisito sul serio dei poteri psichici? Aveva avvertito la sua presenza dall’interno?

-Eduardo, il portiere, mi ha avvisato che stavi salendo e stavo venendo a cercarti, visto che non ti vedevo arrivare. Pensavo quasi ti fossi data alla fuga, magari con uno dei miei vicini più bello e affascinante di me…- le spiegò sorridendo.

Tipico di Castle ricamare una storia anche solo sul suo ritardo di qualche minuto.

-Dubito di poter trovare qualcuno di più… Rudemente affascinante di te, Rick- gli diede corda, innescando un sorriso ancora più ampio sul viso di lui.

-Vieni, c’è sempre il rischio più che concreto che sia il vicino ad innamorarsi follemente di te e che possa quindi poi decidere di rapirti!- le disse, trascinandola all’interno del loft.

Kate non riuscì a trattenere una risatina e si lasciò abbracciare affondando il viso sul collo di lui.

-Ricordati che ho una pistola, non mi lascerei trascinare via da te così- Gli sussurrò all’orecchio, mordicchiandolo poi sul lobo.

Se l’aumento del battito di lui era un indizio, Kate stava ottenendo una buona reazione alla sua risposta.

Stava per baciarlo quando lo schiarirsi di una gola per attirare l’attenzione li fece distaccare velocemente e si ritrovarono Alexis che li fissava a braccia incrociate.

-Vedo che alla fine siete riusciti a chiarirvi… E sembra ci siate riusciti molto bene!- li richiamò.

Né Beckett né Castle sapevano più dove guardare, dall’imbarazzo di essersi fatti trovare avvinghiati sulla porta di casa dalla figlia di lui. Il primo a riprendersi fu lui, strinse la mano di lei nella sua e stava per spiegare la situazione alla ragazza quando lei li anticipò.

-Era ora che vi decideste a stare assieme… Perchè state assieme, vero?- Chiese, rivolta più a Kate che al padre.

Kate fu colta alla sprovvista. Due paia di occhi azzurri la fissavano in attesa di una sua conferma.

-Noi… Si, suppongo di sì. Stiamo insieme- cobfermò -Per te va bene o credi possa essere un problema se io e tuo padre ci frequentiamo?-

Oddio. Non sapeva più dove guardare per l'imbarazzo, ma era importante per lei che Alexis e Martha approvassero. Sapeva bene quanto Castle tenesse alle sue due rosse preferite.

-Detective Beckett- Si intromise quindi Castle, allacciando il braccio alla sua spalla e stringendola a lui -Stai forse chiedendo la mia mano a mia figlia?-

Et voilà, con una delle sue uscite era riuscito a sciogliere la tensione del momento e Kate si ritrovò a ridere alla sua battuta, poco prima che Alexis si avvicinasse e per abbracciarla.

-Benvenuta nella famiglia Castle, Kate. Sono felice per voi!- le sussurrò quindi, prima di lasciarla andare per tornare in cucina.

-Quindi ora è ufficiale, stiamo insieme. Siamo una coppia. Castle e Beckett, uniti nell’amore contro il crimine. Caskett, giustizieri contro le malvagità del mondo…- Castle avrebbe potuto continuare a lungo se lei non lo avesse opportunamente interrotto baciandolo.

-Caskett, Castle? Sul serio?-

-Io lo trovo fantastico, anche meglio di Brangelina. Poi l’alternativa sarebbe Bestle, o Rickterine... No, credo non ci sia neanche paragone con Caskett, vince su tutta la linea!-

-Già, non c'è proprio paragone…- Acconsentì quindi lei, preferendo tornare a baciarlo piuttosto che discutere sul loro nomignolo.

Si divisero solo quando Alexis li chiamò dalla cucina per chiedere cosa preferissero avere per pranzo, raggiungendola assieme.

Aveva tante cose da dirgli. E aveva una intera settimana che era certa avrebbero passato insieme. Chi lo sa? Forse avrebbero perfino potuto andare nella sua casa negli Hamptons. Era finito il tempo delle occasioni perse.

Ora che si erano finalmente trovati era certa che nulla è nessuno li avrebbe più divisi.







 

Dopo non so più nemmeno quanto tempo mi riaffaccio a questa finestra chiedendo umilmente perdono a chi ha seguito la storia.

La vita vera e le varie vicessitudini castellose hanno inferto duri colpi, nell’ultimo periodo. Ma eccoci qui, la storia è conclusa.

Grazie di cuore a chi ha commentato, a chi mi ha scritto e a chi ha semplicemente perso un po’ del suo tempo per leggerla!

CDR

 
   
 
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