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Autore: gallade01    01/09/2016    1 recensioni
Piccola fanfic incentrate per lo più sulla coppia LuigixDaisy in un contesto poliziesco con accenni MarioxPeach
La storia seguirà la crescita del loro rapporto tra un'indagine e l'altra. Andando avanti nella storia si aggiungeranno sempre più personaggi.
Dal testo:
"A Daisy bastarono quelle poche righe per comprendere in che situazione si trovava: avrebbe lavorato con i più famosi investigatori dello stato"
Genere: Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daisy, Luigi, Mario, Peach, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4: indagini II

Arrivarono a destinazione mezzora dopo essere partiti dal commissariato. Mario aveva preceduto Luigi e Daisy con la moto, ma non era ancora entrato ancora nel negozio.

Quando Daisy aveva letto l’insegna era rimasta un attimo perplessa, recitava:

“Banco dei pegni e gioielleria W&W”. Quali genere di informazioni avrebbero dovuto trovare in un posto del genere?

Mentre fissava l’edificio Luigi le si avvicinò

“I proprietari di questo negozio hanno le mani in pasta un po’ dappertutto in questa città. Se si viene qua si riesce ad avere informazioni un po’ su tutto” le disse

“Capisco… lei conosce i proprietari?” gli chiese

“Sì, siamo stati compagni, per un certo periodo” Luigi fu un po’ insicuro sulla parola ”compagni”

“comunque” continuò, sospirando “cerchi di non sorprendersi troppo”  disse entrando nel negozio.

“Cosa intende?” Daisy non capiva, di cosa non doveva sorprendersi? La domanda la attanagliava mentre entrava.

Il negozio era enorme: c’erano scaffali enormi con ogni genere di merce, dai cappotti ai televisori, disposti in modo che risaltino all’occhio in ogni posto. In fondo, dietro un bancone con esposti vari oggetti di bigiotteria, c’era un uomo in giacca gialla che sistemava delle statuine in uno scaffale posto tra due porte, una gialle ed una viola. L’uomo sembro accorgersi che c’erano delle altre persone oltre a lui e cominciò a sistemare le statuine più velocemente.

“Benvenuti signori, un attimo solo e sono da voi.” La voce era profonda e roca, a con una nota acuta. Decisamente strana.

“Non preoccuparti Wario, abbiamo tutto il tempo che vuoi.” A sentire quelle parole l’uomo sussultò e, dopo aver riposto l’ultima statuina, si voltò lentamente, rivelando un volto decisamente irritato.

Aveva la faccia più brutta che Daisy avesse visto: tozza, un po’ sproporzionata con un naso rosa scuro enorme.

“Allora dovrai aspettare un bel po’! Per te non ho mai tempo” disse riferendosi a Mario, quando poi osservo meglio l’ispettore la sua espressione si rilassò un attimo, cambiando in una più sorpresa che irata.

“Oh? Come mai siamo così in ghingeri?” chiese riferendosi all’uniforme ”Pensi di far dimenticare alle persone quanto sei basso con l’uniforme? ” concluse con tono derisorio, cominciando a ridere .

“Almeno io non ho bisogno di un rialzo di trenta centimetri nascosto per sembrare intimidatorio” Gli rispose Mario fissandolo negli occhi. Wario si zittì, contraccambiando lo sguardo di fuoco che Mario gli stava lanciando.

“Non ho niente da dire ad un nanetto rosso in divisa” sputò con acredine, senza distogliere lo sguardo dal suo interlocutore.

“Come. Mi. Hai. Chiamato?” scandì Mario, la voce intrisa di rabbia e lo sguardo iroso.

“Oh? Non mi hai sentito? Ti ho chiamato nanetto rosso” gli rispose, marcando le ultime parole.

“Questa non la passi liscia! Fatti sotto!” Gli urlò Mario togliendosi giacca e fondina.

Non aspettavo altro!” gli rispose di rimando Wario alzando i pugni.

In un attimo Mario saltò oltre il bancone colpendo l’uomo con un pugno, spingendolo dentro la stanza alle sue spalle, richiudendosi la porta una volta entrato.

 

Luigi sospirò, quella scena si ripeteva ogni volta che andavano lì, ed era necessario che succedesse, ma comunque non capiva perché dovessero sempre arrivare alle mani.

“Succede sempre così?”La voce di Daisy lo destò dei suoi pensieri, facendogli alzare lo sguardo.

La ragazza era immobile e fissava la porta dietro la quale erano spariti l’ispettore e il commesso, con una nota di… delusione, forse? Luigi non era sicuro, ma probabilmente era indirizzata a Mario.

 

Daisy non sapeva descrivere con che parole descrivere quello che provava in quel momento se non con una parola: delusione. Mai si sarebbe aspettato che un ispettore del calibro di Mario sarebbe arrivato alle mani solo per essere stato preso in giro da una persona che, probabilmente, lo faceva ogni volta che lo incontrava.

“Si, non c’è mai stata una volta che fosse andata diversamente” La risposta dell’ispettore accanto a lei confermò i suoi pensieri, portandole un pizzico di tristezza nell’animo.

“Capisco… allora non sarebbe  meglio che l’ispettore Mario non venga qui, dato che finisce sempre in questo modo?” chiese voltandosi verso l’ispettore.

“Sfortunatamente, non è possibile” le rispose Luigi sospirando ”Con me Wario non spicca una parola, e se c’è lui la bancone l’altro proprietario non verrà mai fuori” Poi, voltandosi verso la porta viola, alzò la voce

”Non ho forse ragione, Waluigi?”

Dopo  quell’affermazione, la porta si aprì e  uscì un uomo vestito come il precedente solo con una camicia viola. Era alto almeno due metri e dieci, incredibilmente mingherlino, aveva la faccia spigolosa, le orecchie grandi, appuntite e a sventola, due occhi a spillo con delle strane occhiaie azzurre ed un enorme naso rosa scuro, con due piccoli baffi neri e dritti.

“È da tanti che non ci vediamo, spilungone verde. Cosa ti porta qui?” chiese il nuovo arrivato appoggiandosi al bancone per essere all’altezza di Luigi.

“Sentirsi chiamare spilungone da te sembra una presa in giro, lampione viola” gli rispose Luigi ridacchiando appena, mentre gli lanciava saette con lo sguardo.

“Ma è una presa in giro, ovviamente” rispose l’uomo alzando le mani ”Comunque non mi hai ancora risposto, cosa vuoi?” chiese, diventato serio.

“Stiamo cercando una collana, con un pendete a forma di cigno sui cui è incastonato un piccolo brillante. Te ne è giunta notizia?”

Waluigi si prese il mento fra le mani ci pensò su per qualche minuto, poi concluse ”no, non mi viene niente”

“Ne sei sicuro, proprio nessuna idea?” insistette Luigi, sapeva che Waluigi aveva  sempre bisogno di un incentivo.

“Assolutamente,  nessun cigno, nessun brillante, nessuna collana di platino” insistette con aria annoiata. Luigi stava per parlare ma Daisy lo precedette “Lei come fa a sapere che la collana era di platino?” chiese avvicinandosi.

“E lei chi è?” chiese Waluigi osservando la ragazza. Non si era minimamente accorto della sua presenza lì.

“Sono il tenente Daisy Flower, e lei non ha ancora risposto alla mia domanda. Come faceva a sapere che la collana era di platino?” insistette, incatenando il suo sguardo a quello dell’uomo.

Bhe’, l’ha detto lui” disse indicando l’ispettore.

“Non è vero. L’ispettore Luigi ha parlato del cigno e del brillante, ma non ha mai fatto cenno al materiale della collana.” Daisy aveva fatto centro: Waluigi era senza paralizzato, incapace di controbattere. Luigi invece se ne stava in disparte, piacevolmente divertito di vedere Waluigi in difficoltà . Daisy era stata veramente brava.

Waluigi non sapeva che fare, ormai si era tradito e quella ragazza non avrebbe demorso, quindi decise di arrendersi.“Datemi un secondo” disse semplicemente, prima di sparire dietro la porta.

“Ottimo lavoro” le disse Luigi una volta che rimasero soli ”L’hai messo nel sacco”

“Grazie”

Dopo qualche minuto Waluigi tornò anche se gli si leggeva in faccia che voleva essere da tutt’altra parte “ un ragazzo era venuto qui volendo vendere un gioiello simile. Noi abbiamo rifiutato ma ci ha lasciato il suo indirizzo” detto questo diede a Luigi un bigliettino scritto

“Grazie Waluigi, spero ci rivedremo presto” disse Luigi avviandosi verso la porta seguito da Daisy.

“Io invece spero proprio di no” gli grido Waluigi dal bancone.

 

Quando uscirono Daisy notò che la moto dell’ispettore Mario non c’era più.

“L’ispettore Mario è già andato via?” chiese a Luigi

“Ogni tanto lo fa” disse salendo in macchina “ dovrebbe essere in sull’argine adesso. Di solito va lì per calmarsi” concluse rispondendo alla muta domanda di Daisy.

 

Quando arrivarono all’appartamento del ladro non servì neanche calcare la mano: nel momento stesso in cui aveva sentito la voce dell’ispettore Luigi si era arreso senza opporre resistenza.

Il ladro non era altro che un ragazzo con debiti da gioco in bolletta, aveva rubato spinto dalla disperazione.

Daisy si sentiva quasi in pena per lui: neanche ventun’anni e già dipendente a tal punto da rubare.

Non poteva farne a meno, la sua parte femminile doveva sfogarsi in qualche modo. La cosa che la sorprendeva di più fu vedere l’ispettore Luigi nella sua stessa situazione, non se lo sarebbe mai aspettato. Ma dopotutto lo conosceva solo da un giorno, quindi si sentiva abbastanza soddisfatta di come era andata alla fine. Erano riusciti a chiudere un caso, anche se piccolo, in una giornata, aveva ottenuto informazione che in futuro le sarebbero tornate utili e le era stato detto che poteva anche andare a casa nonostante non fosse finito il suo orario.

Daisy non poteva pensare che potesse andare meglio poi ricevette un messaggio.

Cia Daisy sono Toadette, ho preso il tuo numero dai fogli. Ti andrebbe di fare una chiacchierata fra donne? ” sorrise, la serata si preannunciava interessante ”Certo. Conosci un buon bar?

Nel frattempo sulla riva del fiume.

Mario se ne stava ad osservare il corso d’acqua in completo silenzio, immergendosi nella fantasia in quel flusso argenteo che scorreva a pochi metri da lui. Poi il suo telefono squilò, lo prese e lesse il nome de chi lo stesse chiamando.

Luigi. Prevedibile.

“Risolto il caso fratellino?”

Si, si. Non era niente di che. Sei ancora sull’argine?

“Sì, è estremamente rilassante. Dovresti provare.”

Magari un’altra volta. Comunque, l’hai fatto apposta, vero?

“Non so di cosa tu stia parlando”

Non fare il finto tonto, sai a cosa mi riferisco.

Di solito non reagisci così facilmente alle

provocazioni di Wario, nemmeno durante le tue giornate nere”

“Probabilmente mi andava di farlo, chi lo sa.”

“Smettila, ho capito cosa vuoi fare.”

“Allora saprai anche cosa devi fare. Ciao luigi”

No Mario, aspe…

Mario interruppe la telefonata, silenziando il cellulare nel caso lo richiamasse, poi prese il casco e salì in sella la moto. << Ne avrai di strada da fare fratellino >> pensò prima di ripartire diretto verso casa.

 

 

Note autore:

due mesi. Sono due mesi che non aggiorno. Perdonatemi, ma la mia fantasia decide da sola quando venire e si è fatta attendere, tanto. In questo capitolo ho provato a cambiare il punto di vista narrativo senza scriverlo, fatemi sapere se è stata una scelta azzeccata o se ho sbagliato completamente.

Fatemi sapere.

Gallade01

 

   
 
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