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Autore: Notteinfinita    02/09/2016    0 recensioni
Lizzie partecipa alla recita della scuola nella speranza di essere la Giulietta di Ethan ma il destino ci mette lo zampino e così...
*****
Piccola OS in occasione dei quindici anni dalla creazione di Lizzie Mcguire.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: David 'Gordo' Gordon, Elizabeth 'Lizzie' McGuire, Ethan Craft, Katherine 'Kate' Sanders, Miranda Sanchez
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Romeo e Giulietta





Guardo il palco e sospiro.

Uffa, dovevo esserci io là sopra.

Quando a scuola hanno aperto le iscrizioni per il corso di teatro ed ho scoperto che avrebbe partecipato anche Ethan mi sono fiondata ad iscrivermi.

Naturalmente la fortuna non è stata dalla mia e così adesso mi ritrovo seduta in platea a guardarlo mentre recita la scena del balcone insieme a Kate.

È il giorno dell'ultima prova generale, quella in costume.

Domani ci sarà lo spettacolo.

Io sono stata scelta come sostituta di Kate quindi posso solo stare a guardare.

«Sei troppo concentrata. Stai cercando di fare una macumba a Kate?» mi chiede Miranda sedendosi di fianco a me.

Lei è stata l'unica a proporsi come voce narrante così ha avuto subito la parte e senza stress.

«No, che dici!» esclamo io, arrossendo, visto che devo ammettere che l'idea mi era balenata in mente.

Un attimo dopo sentiamo un urlo e un tonfo.

Insieme corriamo a vedere che cosa è successo.

Ben presto scopriamo che nello scendere le scale dietro il balcone Kate è inciampata nel vestito finendo a terra.

La professoressa chiama un'ambulanza e ci dice di andare a casa ma nessuno di noi si muove. Vogliamo sapere come sta la nostra compagna.

Alla fine arriva l'ambulanza e, dopo molte insistenze, la professoressa ci porta con lei all'ospedale.

Quando arriviamo i genitori di Kate sono già lì e lei è già stata portata in una stanza per essere visitata.

Passano alcune ore si attesa in cui mi sento un po' in colpa mentre Miranda, razionalmente, mi ricorda che io non c'entro nulla.

«I signori Sanders?» chiede un uomo in camice bianco.

I genitori di Kate si avvicinano e noi facciamo capannello.

Dopo il cenno di consenso dei genitori il dottore ci lascia stare lì, ci spiega che Kate si è rotta una gamba e che hanno dovuto ingessarla.

«Affinché la frattura si ricomponga al meglio abbiamo dovuto metterle la gamba in trazione. Dovrà rimanere ricoverata qualche giorno.» aggiunge.

Naturalmente siamo tutti dispiaciuti per lei e subito chiediamo di poterla vedere ma il medico dice che è sotto sedativi e non possiamo disturbarla.

Dopo esserci assicurati che i signori Sanders le avrebbero dato i nostri saluti, ci avviamo verso l'uscita.

Abbiamo chiamato i nostri genitori per rassicurarli e la professoressa ha detto loro che ci penserà lei ad accompagnarci a casa.

Siamo già sulla porta dell'ospedale quando mi ferma.

«Mcguire, spero tu ti senta pronta perché domani sarai tu la nostra Giulietta.» dice, poggiandomi una mano sulla spalla.

Appena registro le sue parole vado nel pallone.

Incredibile, io sarò Giulietta e Ethan sarà Romeo.

Sono talmente stordita dalla sorpresa da non accorgermi di essere arrivata a casa.

Visto che io e Miranda abitiamo a poche centinaia di metri scendiamo insieme dall'auto, dopo aver ringraziato la docente.

«Lizzie a quanto pare il tuo sogno diventerà realtà!» esclama Miranda, dandomi di gomito.

«Già.» mormoro io, terrorizzata dall'idea di recitare davanti a tutta la scuola.

Dopo esserci salutate vado a casa.

Come prevedibile i miei mi tartassano di domande per capire cosa sia successo e, quando capiscono che io avrò il ruolo principale, vanno in fibrillazione moltiplicando le mie paure per lo spettacolo.

Sono così preoccupata da non avere neanche fame e così, nonostante le insistenze dei miei genitori, mi chiudo in camera senza cenare.

Sono distesa sul letto da meno di un minuto quando sento la voce di mia madre chiamarmi.

«Lizzie, tesoro. Al telefono per te.» urla e io mi tranquillizzo, temevo stesse tornando alla carica con la storia della cena.

«Heilà, ciao!» esclama una voce a me ben nota, appena prendo la cornetta.

«Gordo, ciao!» rispondo io, felice.

«Miranda mi ha dato la grande notizia, complimenti.»

«C'è poco da complimentarsi, ho avuto la parte solo perché Kate si è rotta una gamba.» preciso io.

«Bé, hai comunque raggiunto il tuo scopo.» ribatte lui con voce strana, quasi triste.

Lì per lì mi chiedo cosa abbia ma poi mi dico che mi sono sbagliata.

«Spero solo di non fare una delle mie solite figuracce.»

«Sarai fantastica.» m'incoraggia lui con quel tono dolce che ha il potere di rassicurarmi.

«Grazie Gordo.» rispondo, sincera. «Ora vado a ripassare un'ultima volta le battute. Domani sera c'è la recita perciò non credo ci sarà tempo per fare altre prove.» spiego io, nuovamente in preda al panico.

«Ok. Buonanotte Lizzie. Ci vediamo domani.»

Lo saluto e riaggancio quindi mi concentro sul ripasso della mia parte, ad ogni battuta mi pento sempre di più di aver deciso di partecipare. Sento che la figuraccia è dietro l'angolo.

Alla fine, quando le due sono passate da un pezzo, crollo addormentata.




Il suono della sveglia mi riporta indietro dal mondo dei sogni.

Sogni popolati da me che dimenticavo le battute e venivo derisa da tutta la scuola.

Facendo uno sforzo sovrumano mi trascino fuori dal letto.

Purtroppo prima della grande prova di stasera devo comunque affrontare una giornata di lezioni e studio.

Controvoglia mi trascino al piano di sotto dove vengo accolta dai miei genitori, ancora molto galvanizzati.

Dopo una veloce colazione esco di casa.

Non che avessi molta fame ma volevo evitare di crollare in aula per un calo di zuccheri.

Arrivata alla fermata dello scuolabus trovo ad aspettarmi Miranda e Gordo. Al solo vederli mi sento meglio.

Ho giusto il tempo di salutarli schioccando sulle loro guance il consueto bacio che la porta del bus si spalanca davanti noi.

Appena saliti prendiamo posto, come al solito, io vicino a Miranda e Gordo dietro di noi.

Ciò di solito non ci impedisce di conversare tutti insieme ma stamattina lui si limita ad ascoltare con sguardo assente.

Sono un po' preoccupata e così decido di chiedergli cosa abbia ma, appena sto per farlo, Ethan sale sull'autobus e, come sempre, il mio cervello va in tilt.

Come farò a recitare con lui se non riesco neanche ad aprire bocca in sua presenza?

«Hey Lizzie, ho saputo che prenderai il posto di Kate!» mi dice lui, con il suo solito sorriso abbagliante.

«Già.» pigolo io.

Già.” ecco tutto quello che la mia brillante mente è riuscita a partorire!

Vorrei aggiungere qualcosa ma prima che riesca a svegliare le mie cellule cerebrali lui è già sparito per andare a parlare con i suoi compagni del basket.

«Sarà un disastro!» pronostico, affranta.

Miranda cerca di consolarmi senza molti risultati mentre Gordo rimane chiuso nel suo strano silenzio.

In pochi minuti ci ritroviamo davanti alla scuola e a quel punto non c'è più tempo per commiserarsi.

Stasera sarò Giulietta ma per adesso sono solo Lizzie Mcguire la studentessa e non mi posso lasciare andare al dramma.

Le ore corrono veloci e, in men che non si dica mi ritrovo ad entrare in classe per l'ultima lezione, letteratura inglese.

Appena entrata la professoressa ci avvisa che, visto il cambio attrice dell'ultimo minuto, invece che alle diciassette ci vedremo alle sedici così da avere il tempo di provare almeno qualche scena prima dell'inizio dello spettacolo.

Giusto il tempo di fare una panoramica sul prossimo autore che studieremo che subito suona la campanella.

È incredibile come un suono di solito così amato possa mandarti tanto nel panico in altre occasioni.

Con gesti malfermi raccolto le mie cose e mi avvio all'uscita.

Oggi niente frullato al Digital Bean, non ho tempo, purtroppo.

Il viaggio sullo scuolabus neanche lo noto, sono troppo in ansia.

Ad un tratto sento qualcuno scuotermi per la spalla: è Miranda.

«Siamo arrivati.» mi avvisa.

«Ero distratta.» mi scuso.

«Me ne ero accorta.» sottolinea lei, ridacchiando.

Salutati i miei due amici corro a casa.

Appena arrivata mi chiudo in bagno e faccio una lunga doccia nella speranza di rilassarmi.

Quando sono pronta guardo l'orologio, tra un quarto d'ora la mamma di Miranda passerà a prenderci per accompagnarci a scuola.

Approfitto del tempo a disposizione per mangiucchiare qualcosa, non vorrei avere un calo degli zuccheri in scena!

Quindi corro a lavarmi i denti, voglio avere l'alito ultra-fresco per la scena del bacio.

In realtà non sarà un vero bacio, la professoressa ha preteso che usassimo la tecnica in auge ai tempi delle prime rappresentazioni; in pratica gli attori frapponevano un pollice tra le loro labbra così che il bacio sembrasse vero anche se non lo era.

Da un lato sono un po' delusa ma dall'altro forse è meglio così...non so come reagirei al pensiero di essere baciata da Ethan davanti a tutta la scuola!

Anzi, ho avvisato della cosa anche i miei genitori, così papà non darà in escandescenza...mi chiedo quando capirà che sono cresciuta.

Sono ancora concentrata sui miei pensieri quando sento il campanello.

«Lizzie, è arrivata Miranda!» urla mia madre dal piano di sotto.

Mi passo un veloce velo di lucidalabbra e corro giù per le scale.

Arrivate davanti la scuola la madre di Miranda ci saluta e noi ci avviamo verso il teatro.

Sento che Miranda mi sta parlando ma non riesco a sentirla.

«Lizzie presto, vai in sartoria, dobbiamo controllare che i costumi ti stiano bene!» urla la professoressa appena varchiamo la soglia per poi spingermi nel dietro le quinte senza neanche darmi il tempo di dire nulla.

Passo la mezz'ora successiva a fare il manichino.

Miranda è a fare un ripasso veloce delle scene in cui io non sono presente; peccato avrei tanto voluto scambiare due chiacchiere con lei.

«Fatto. Puoi andare!» annuncia ad un tratto la professoressa del corso di cucito che si presta anche a fare la costumista.

«Grazie!» rispondo io, sollevata.

Ero proprio stanca di stare lì ferma impalata.

Liberatami dal costume corro in direzione del palco da cui sento provenire un chiacchiericcio concitato.

«È un disastro, senza di lui non possiamo andare in scena!» sta dicendo la professoressa «Ok, calma, dobbiamo trovare una soluzione.» continua, parlando più a se stessa.

«Ci sono, prenderò io il suo posto.» annuncia la docente, dopo qualche attimo di riflessione.

«Cosa succede?» domando, perplessa.

«Ethan stamattina ha fatto una partita a basket, ha sudato moltissimo e adesso è a letto con quarantadue di febbre. Non potrà prendere parte alla recita.» mi dice Miranda, profondamente dispiaciuta per me.

«Non preoccuparti, andremo comunque in scena, farò io Romeo.» mi dice la donna, credendo di rassicurarmi.

Prego che sia solo un incubo.

Dovevo essere la Giulietta di Ethan e, invece, mi ritroverò la professoressa come Romeo.

Mi viene da piangere.

D'altro canto non abbiamo un sostituto per il suo ruolo (Ethan è stato l'unico ragazzo che si è presentato al provino e lo ha fatto solo per non essere rimandato in letteratura inglese) ma so che a livello sociale sarà un suicidio.

«Professoressa, forse ho una soluzione.» dice Miranda, forse impietosita dal mio sguardo scioccato. «Mi dia dieci minuti.» aggiunge per poi correre verso il corridoio.

In attesa di capire quale soluzione ha trovato, io ripasso qualche scena, più che altro per capire come muovermi sul palco, visto che durante le prove era sempre Kate a provare la parte.

«Ragazzi, andate a indossare i vostri costumi. In un modo o nell'altro tra venti minuti si va in scena.»

Con il morale sotto i tacchi vado a cambiarmi.

Appena sono pronta torno sul palco per sapere se ci sono novità.

Alzato lo sguardo vedo Miranda che parla con la professoressa. Vicino a lei c'è qualcuno ma dal punto in cui sono non riesco a capire chi è.

«Gordo!?» esclamo, appena lo scorgo in viso. «Che ci fai qui?»

«Sto cercando di convincerlo a sostituire Ethan.» spiega Miranda. «Lo abbiamo costretto ad aiutarci con le battute quindi conosce la parte.»

La notizia mi destabilizza un po'.

Certo è meglio che avere la professoressa come partner però mi fa strano pensare a Gordo come al mio Romeo...e poi, a dirla tutta, dalla faccia non sembra per nulla convinto della cosa. So quanto è timido e di certo non ha alcuna voglia di stare al centro dell'attenzione.

«Gordo, nessuno ti costringe, fallo solo se te la senti.» gli dico, per non farlo sentire obbligato. «La professoressa ha detto che se sarà necessario farà lei la parte di Romeo.»

A giudicare dal mezzo sorriso che gli è spuntato il volto direi che non sono molto brava a mascherare la mia disperazione.

«Ci sarà almeno un suggeritore?» chiede il mio amico, sospirando.

«Certo, mi occupo io di questo.» risponde la professoressa.

«E va bene, vi aiuterò ma non vi assicuro nulla.» cede, rassegnato.

«Grazie Gordo.» gli sussurro, sinceramente colpita dalla sua generosità.

C'è appena il tempo di fargli vedere dove deve posizionarsi nelle varie scene e di accorciare il costume con alcune spille che ci ritroviamo dietro al sipario chiuso in attesa della presentazione.

La professoressa entra in scena e spiega brevemente i problemi che abbiamo avuto, forse spera che così il pubblico sarà più clemente quindi lo invita a farci un applauso d'incoraggiamento, poi le luci in sala si spengono e ha inizio lo spettacolo.

Per fortuna a causa della mancanza di mezzi e attori è una versione ridotta, almeno sarà più breve.

Il sipario si apre ma rimane al buio, Miranda entra in scena e una luce si accende su di lei che con voce chiara e decisa racconta l'antefatto alla scena che sto per recitare.

Appena lei finisce le luci si accendono sulla famosa scena del balcone.

Gordo è nel “giardino”, seminascosto da un albero finto.

«Ride delle cicatrici chi non ha mai provato una ferita.» recita con voce malferma.

In teoria io dovrei fingere di non averlo visto e guardare la luna ma mi fa troppo tenerezza quindi mi volto facendogli un veloce sorriso d'incoraggiamento.

La mia mossa sembra fare effetto, quando riprende a recitare la sua voce è più sicura.

Forse abbiamo qualche santo in paradiso perché, contro ogni previsione, riusciamo ad arrivare alla scena finale senza intoppi e Gordo è davvero grandioso; non solo ricorda tutte le battute ma le recita con passione.

Mi ritrovo stesa su la lastra che funge da tomba, ho gli occhi chiusi ma lo sento che si inginocchia di fianco a me.

Recita il suo lungo monologo con voce tremante, in sala qualcuno si è commosso, sento qualcuno soffiarsi il naso mentre lui finge di bere il veleno.

«Oh fidato speziale! Il tuo veleno corre veloce. Così, in un bacio io muoio.» annuncia, con tono sofferente.

Gordo poggia la mano sulla mia guancia e sfiora le mie labbra con il pollice, penso si stia preparando per il finto bacio invece lo sposta e poggia le sue labbra sulle mie.

Il cuore mi va a mille e solo la consapevolezza di essere “morta” m'impedisce di sussultare e spalancare gli occhi.

Sapeva della tecnica del pollice. Allora perché mi ha baciato davvero?

Mi sento totalmente confusa.

La sua mano scivola via dalla mia guancia, sento il desiderio di trattenerlo ma so che anche questo fa parte dello spettacolo.

Attendo un po', come da copione, e poi riapro gli occhi.

So che sto continuando a declamare i versi della tragedia e spero di non stare facendo errori ma la mia mente è altrove.

Non posso fare a meno di chiedermi il perché del suo gesto.

Immediatamente mi tornano in mente le parole che Kate mi ha detto qualche tempo fa “Lizzie, Gordo è cotto di te. Possibile che non te ne sia ancora accorta?”

Nel frattempo ho detto la mia ultima battuta.

Ora tocca a me baciarlo.

Approfittando della posizione che m'impone di dare le spalle al pubblico, copro un po' la visuale ai presenti mentre mi chiedo come dovrei comportarmi.

Con esasperante lentezza mi abbasso su di lui mentre cerco di prendere una decisione.

Se uso la tecnica del finto bacio lui si sentirà rifiutato ma se lo bacio davvero si sentirà incoraggiato.

Sono nel panico ma devo ammettere con me stessa che essere baciata da Gordo mi ha emozionato più di quanto credessi, è stato piacevole e ha istillato in me un tremendo dubbio su ciò che provo davvero nei suoi confronti.

Pochi millimetri mi separano da lui quando prendo la mia decisione.

Ho bisogno di capire se le emozioni che ho provato erano dettate solo dalla sorpresa per il bacio inaspettato o se erano reali.

Poggio le mie labbra sulle sue in un bacio castissimo ma sento ugualmente le farfalle allo stomaco.

Vorrei sapere cosa sta pensando Gordo ma ho un'intera platea di spettatori che attende la mia morte.

Mi concentro sulla scena che mi aspetta e, dopo aver estratto il pugnale di Romeo dal fodero mi colpisco al petto accasciandomi esanime su di lui.

Attraverso la stoffa avverto il suo cuore che batte forte.

Rimango immobile ma so che presto avremo molto di cui parlare.

«Una ben triste pace è quella che ci reca questo giorno. Quest'oggi il sole, in segno di dolore, non mostrerà il suo volto, sulla terra. Mai vi fu amore più triste di quello di Giulietta e del suo Romeo.» recita Miranda entrando in scena.

Il sipario si chiude sul suo volto addolorato e, incredibilmente, uno scroscio di applausi c'investe.

Mi alzo e, appena il sipario si apre, faccio l'inchino insieme agli altri attori.

Alla mia sinistra c'è Miranda, alla destra Gordo. Stringo loro le mani ma non ho il coraggio di guardarlo in volto.

Appena il sipario si richiude corro in camerino, là non potrà seguirmi.

«È andata bene.» commenta Miranda, soddisfatta.

«Già.» mi limito a rispondere io, troppo presa dagli ultimi avvenimenti.

«Lizzie, cos'hai, sei strana.» mi chiede, preoccupata.

«Nulla, è solo la tensione che si allenta.»

Mi dispiace mentirle ma non me la sento ancora di raccontarle cosa è successo.



Finito di cambiarci usciamo dal camerino e due delle ragazze che hanno recitato con noi ci avvertono che per festeggiare la buona riuscita della rappresentazione la professoressa ha deciso di offrire a tutti noi un frullato al Digital Bean.

Sono felice che la professoressa sia soddisfatta di noi ma devo confessare che non ho molta voglia di fare baldoria.

Approfittando del fatto che il locale non è molto lontano da scuola ci incamminiamo a piedi.

Di solito io cammino al centro tra Miranda e Gordo ma stavolta lascio il posto alla mia amica.

Camminiamo in silenzio, anche perché già basta il chiasso che fa la professoressa in cima alla fila.

Arrivati al locale facciamo la nostra ordinazione e ci sediamo al tavolo che la docente ha fatto preparare per noi quindi, frullato alla mano, lei si cimenta in un lungo discorso sulla nostra bravura e su quanto lei sia orgogliosa di noi che ci mette tutti a disagio.

Quando ha finito i suoi sproloqui, applaudiamo e ci dedichiamo al nostro premio.

Per paura di ciò che potrebbe uscire dalla mia bocca, tengo la cannuccia incollata alle labbra per tutto il tempo anche se, fortunatamente, neanche Gordo e Miranda sembrano molto in vena chiacchiere.

Finito di bere, ringraziamo la professoressa ed usciamo dal locale.

Il Digital Bean non è molto lontano da dove abitiamo così ci avviamo a piedi...peccato solo che quando ho detto ai miei che non c'era bisogno di venire a prendermi non ho pensato al fatto che per strada saremmo stati solo noi tre.

Durante il tragitto la povera Miranda cerca di tenere viva la conversazione ma è un po' difficile visto che io e Gordo ci limitiamo a grugnire.

In pochi minuti raggiungiamo casa Sanchez e la nostra amica ci saluta.

Per un attimo vorrei urlarle di non andarsene ma so che sarebbe inutile e stupido.

«Gordo, grazie per aver salvato la recita.» dico, cercando di spezzare l'imbarazzante silenzio che si è venuto a creare.

«Figurati.» minimizza lui ma lo vedo che è arrossito.

«La professoressa era davvero su di giri. Penso fosse contenta di aver evitato il disastro.»

«Già.» conferma lui, ridacchiando.

Abitiamo così vicino che bastano queste due parole a coprire il tragitto che ci separa dalla via in cui abita Gordo.

Lui si ferma all'incrocio, è il momento di salutarsi.

Per un attimo rimaniamo immobili, non so come comportarmi, ma poi decido che non mi lascerò condizionare da un bacio dato durante una recita.

Fingendo una sicurezza che non ho mi sporgo verso di lui e lo bacio sulla guancia, a quel punto sposto la testa per dargli il secondo bacio ed è in quel momento che succede l'impensabile: forse sono io a non essermi allontanata abbastanza o forse è lui che si è avvicinato, fatto sta che le nostre labbra si sfiorano e sento una scarica elettrica attraversarmi da capo a piedi.

Spalanco gli occhi per la sorpresa, sono tentata di allontanarmi ma poi capisco che non voglio.

Il semplice bacio di un amico non avrebbe potuto farmi sentire così.

In quell'attimo, con immenso stupore, mi rendo conto che ciò che provo per Gordo è qualcosa di più forte dell'amicizia.

Sento le sue mani sui miei fianchi e avverto la sua indecisione. Non sa se deve allontanarmi o se deve stringermi a se.

Porto le mie braccia sulle sue spalle e gli cingo il collo per incoraggiarlo, sento il mio cuore battere a mille e vedo l'imbarazzo che colora le sue guance.

Riprendiamo a baciarci dolcemente. Ad un tratto, spinta dall'istinto, schiudo leggermente le labbra e lui approfitta immediatamente del mio invito per rendere il bacio più intenso.

Le emozioni mi travolgo e mi stringo più forte a lui.

Il mio primo bacio alla francese e lo sto dando a Gordo.

Quando ci separiamo siamo entrambi senza fiato e rossi come peperoni.

Mi sorride impacciato.

Gli sorrido a mia volta e abbasso la testa.

«Forse è meglio che torniamo a casa, i nostri genitori si staranno chiedendo che fine abbiamo fatto.» suggerisce lui.

«Hai ragione.»

«Ci sentiamo.»

«Ti chiamo dopo cena.» rispondo io.

Mi sporgo a sfiorare nuovamente le sue labbra assaporando ancora una volta questa nuova piacevole sensazione quindi lo saluto e ci incamminiamo verso le nostre case. Mi giro per fargli un ultimo cenno di saluto e lo becco proprio mentre fa una capriola sul marciapiede.

Sorrido felice e riprendo la strada verso casa pregustando il momento il cui lo rivedrò.

  
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