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Autore: supermafri    02/09/2016    1 recensioni
| Katsuki x Izuku | raccolta di flashfic |
1. Monster: "Il mostro segue il ritmo delle sue lacrime. Il mostro ha i suoi stessi timori.
Il mostro è un mostro dipinto con acqua salata negli occhi e bocca deformata da pianto e terrore."
2. Magic: "«Un bacio è come una magia», Izuku aveva detto. Gli occhi erano come perle in scrigni socchiusi, come soli in una pozza blu; le guance erano lucide, puntellate da stelle in un firmamento di fuoco. E Katsuki aveva storto la bocca. «È una di quelle che disarmano, Kacchan.»"
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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* Eventuali delucidazioni nell'angolo autrice. *



Crescere.




1. Monster
 
E' un po' come quel mostro nell'armadio. Alla fine, ci si fa amicizia.


E ci sono agglomerati di pioggia che gonfiano le palpebre e brillano, prudono, tagliano e traboccano. Scivolano via in una rete di fili intrecciati; si avvolgono come carezze roventi, come graffi... Si disperdono.
Sono mugugni nella notte che sfigurano il sorriso, e si perdono tra ammassi di lenzuola, strozzati. Brilla, come preziose brattee sotto lampi di luce, una raggiera di sogni paurosi negli occhi del bimbo; irrompe, in una marea di singhiozzi ovattati, il suono del pianto e della paura.
C'è un alto armadio, scuro come dischi in vinile, davanti alla pediera del letto. Ci sono cornici arabescate ai suoi bordi. C'è un'unica fessura tra due ante, che cigolano all'apertura. Ci sono due manopole che Izuku non ha la forza di toccare.
E sotto un guscio di coperte, Izuku pensa e piange. Ma la porta è chiusa, e nessuno lo sente. Ma le ante sono ancora bloccate, e il mostro non lo può vedere.
E Izuku sa che il mostro c'è, c'è, c'è.
Morde, come in un moto disperato, l'angolo del cuscino in fiocco d'oca; preme, come per sentirne la sostanza, il sostegno, unghie rosicate nelle braccia.
 
Ma i battenti fremono sotto i palmi, stridono quando la luce ne invade gli spazi nascosti, urlano finché non ritornano all'ombra. Nulla esce, nulla entra, mai. Mai.
 
E Izuku si ferma. E capisce.
Il mostro segue il ritmo delle sue lacrime.
Il mostro ha i suoi stessi timori.
Il mostro è un mostro dipinto con acqua salata negli occhi e bocca deformata da pianto e terrore.

Ed esce dall'igloo di lenzuola, dall'isola della salvezza per un naufrago, della solitudine e del panico rimangono solo i solchi bagnati sulle guance; perché un sorriso ingemma le labbra umide, ed è così luminoso e sfavillante, che pare una goccia di sole sul volto.
E così, timidamente, si sporge verso il pacco di caramelle sul comodino, ne sfila una, sorreggendosi in punta di piedi e lascia, infine, le sponde del letto, raggiungendo la pediera.
Bussa, la manina chiusa a pugno, l'altra a coppa, in offerta, l'anta che vibra in risposta.
E il sorriso non cade. Non scende, ma sale. Ora lo comprende così bene.
 
«Salve, signor Mostro! Sono Midoriya Izuku e anche se ho un po' paura di te, farò del mio meglio per diventare tuo amico. In fin dei conti, Kacchan ha detto che siamo della stessa specie, tu ed io.»
 
Ora lo comprende così bene.
Kacchan dice solo la verità.
I mostri sono tutti uguali.





- + -


Note dell'autrice:
Parole 411.
Semplicemente, Izuku il Mostro capisce gli insulti che Kacchan gli riserva. O meglio, Izuku fa amicizia con i suoi simili. No, è solo Izuku che non capisce una tega.
Ehm-ehm *contegno*...
Izuku non capisce Kacchan. Non lo comprende. Eppure, al tempo stesso, ha bisogno di una spiegazione e allora la cerca. Suo malgrado, non può che trovarla facendo affidamento alla sola innocenza. Perché Kacchan mi chiama così? I mostri sono brutti, sono cattivi. Perché dice che sono un mostro?
Oh, ma le ante dell'armadio cigolano. Oh, quanto è uguale al pianto quel suono. Il mostro piange? Si nasconde come me? Oh, Kacchan ha ragione. Io e il mostro siamo uguali. Beh, siamo entrambi mostri, in fin dei conti. Anche Kacchan dice così.
La lampadina si illumina, il dubbio è dissipato, il sorriso sboccia. E questo per dire che qualunque cosa Katsuki faccia, Izuku troverà sempre un motivo per non dargliene colpa.
Tanta indulgenza fa piangere, davvero.

Questa era la prima flash. Non mi è ancora chiaro quante saranno, ma finché voglia e fantasia non mi abbandonano continuerò a scrivere.
Grazie.

Baci, Supermafri. 
 


 
  
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