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Autore: Rowena Ollivander    30/04/2009    6 recensioni
Questa è la seconda fan fiction su Harry Potter che ho mai scritto e la terza fan fiction in generale che abbia mai scritto. La scrittura quindi sarà senza dubbio diversa da quella a cui siete abituati con me, sarà sicuramente più infantile, come del resto anche la storia. Dopo la partita di Quidditch Hermione si ritrova a pensare agli ultimi giorni, ma…
Un altro buon motivo per fare una doccia così era che non c’era niente di meglio per scacciare i brutti pensieri e lei in quel momento ne aveva fin troppi.
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Because she is not you



Ore 18:15.
Hermione entrò nel dormitorio e dopo essersi tolta cappotto, sciarpa e cappello, prese un paio di jeans ed una maglietta dal baule e si avviò in bagno.
Chiuse la porta dietro di sé e si guardò allo specchio «Ho proprio bisogno di rilassarmi un po’»
Sistemò i vestiti puliti sul tubo che circondava la piccola stufa e aprì l’acqua della doccia; si spogliò e aprì le porte scorrevoli della doccia. Ne uscì una gran nuvola di vapore creata dall’elevata temperatura dell’acqua. Hermione sorrise: era esattamente ciò che voleva.
Entrò e richiuse le ante; regolò l’acqua e si mise sotto il getto della doccia.
Non c’era niente di meglio di una bella doccia calda per rilassarsi e stare in santa pace. Si abbandonò lentamente alle carezze delle gocce che le sgorgavano sul corpo. Prese la bottiglietta di shampoo e fece scivolare il sapone nelle sue mani, dopo di che iniziò a lavarsi i capelli, cercando continuamente la posizione migliore per godere al meglio del calore del getto.
Una doccia era proprio quello che ci voleva e poi questa volta non aveva nessuna fretta, sarebbe potuta rimanere lì per ore. Sì perché le capitava di rado di poter passare lungo tempo in bagno, infatti le sue “Care” compagne di stanza usavano l’acqua calda per ore e le lasciavano gli ultimi 20 minuti disponibili per lavarsi. Così finiva sempre ad essere ridotta a farla alla sera subito prima della cena o alla mattina presto, come più spesso le era capitato di fare. A scapito però delle sue ore di sonno, perché era costretta ad alzarsi un’ora prima per non dover fare tutto di corsa e sentirsi dire da Lavanda di “occupare sempre il bagno quando serve”. Non le era mai piaciuto avere l’acqua calda ad ore, le sembrava assurdo dover avere degli orari per questo genere di cose, ma da quando frequentava Hogwarts aveva dovuto farci l’abitudine. Ci saranno state più di mille persone la dentro e se tutti avessero fatto la doccia nello stesso momento sapeva che disastro sarebbe accaduto. Ma nonostante questo e la garanzia che la professoressa McGranitt le aveva dato, non riusciva a capacitarsi dell’assenza di una magia adeguata a questo problema.
Hermione si rinfilò sotto il getto d’acqua e si sciacquò i capelli, dopo di che riprese lo shampoo per insaponarsi di nuovo.
Un altro buon motivo per fare una doccia così era che non c’era niente di meglio per scacciare i brutti pensieri e lei in quel momento ne aveva fin troppi. Quel pomeriggio c’era stata la finale della Coppa di Quidditch: Grifondoro contro Tassorosso. I grifoni erano riusciti a spuntarla per soli 20 punti di differenza e proprio in quel momento in Sala Grande si stava festeggiando la vittoria con una specie di aperitivo prima della cena, che ci sarebbe stata alla 19:30.
Hermione sapendo che tutti sarebbero stati impegnati con i festeggiamenti, aveva colto l’occasione per salire e farsi una doccia in tutta tranquillità. Oltretutto sarebbe rimasta sola per tutto il tempo nella Sala Grande e questo per due buoni motivi. Innanzitutto non aveva voglia di stare con Harry e Ginny, con i quali era impossibile sostenere una conversazione perché ogni cinque secondi si scambiavano dolci effusioni e poi con loro aveva litigato a riguardo della seconda ragione per cui quella sera non voleva scendere: lui. Sì, proprio lui. Non avrebbe sopportato più del dovuto, vale a dire a cena nei pochi pomeriggi che passava in Sala Comune, la vista di Ron e di quella stupida oca di Lavanda che si infilavano la lingua in gola per tutto il tempo. Ma dico si stavano allenando per una gara di apnea?!!?!
A questo proposito qualche giorno prima Harry e Ginny le avevano fatto un discorso; le sembrava di sentire ancora le loro voci nella testa.
Intanto prese il bagnoschiuma ed iniziò a lavarsi.
Insomma in un modo o nell’altro erano riusciti a convincerla che la cosa migliore da fare era quella di andare da lui e chiarire le cose una volta per tutte. Mentre scendeva le scale, piano piano la sicurezza si impadroniva di lei; ormai era sicura che tutto si sarebbe finalmente concluso bene. Invece quando era entrata in Sala Comune lo aveva visto. O meglio: li aveva visti, lui e Lavanda seduti sulla poltrona, che si baciavano appassionatamente.
Era rimasta per un po’ a guardarli impietrita dallo shock. Quando Ron aveva alzato lo sguardo, dalla sua bocca non era uscito alcun suono, non era riuscita a pensare a niente di abbastanza brutto da dirgli. Forse perché non esistevano parole così tremende. Era subito scappata via in lacrime, ma prima di andare a chiudersi in camera sua per tutta la sera aveva aperto la porta del dormitorio maschile dove si trovavano Harry e Ginny egli aveva gridato tra i singhiozzi tutta la sua rabbia nei loro confronti per averla costretta a fare una cosa che lei non voleva, per il timore di essere rifiutata. Da quel momento in poi non gli aveva più rivolto la parola ed aveva evitato di incontrarli nei corridoi.
Così non avrebbe avuto senso andare ad una festa dove non avrebbe avuto nulla da festeggiare e soprattutto con nessuno. Sì, di gente ne conosceva ma non poteva definirli amici con cui passare una serata.
Con questi ultimi pensieri si posizionò sotto il getto della doccia per l’ultima volta. Si lasciò invadere per l’ultima volta dal calore dell’acqua che le scivolava addosso. Adorava quella sensazione… Sarebbe rimasta così per ore ed ore. Alla fine però chiuse il rubinetto e dopo essersi strizzata i capelli, fece scivolare nella doccia l’asciugamano. Per non prendere troppo freddo quando usciva, ne lasciava sempre un lembo dentro la doccia in modo da avvolgervisi prima di uscire.
Uscì e dopo essersi asciugata per bene e strofinata i capelli con un altro asciugamano, si mise quest’ultimo sulle spalle ed allungò una mano verso i vestiti, ma si blocco prima di prenderli.
Naaa, poteva vestirsi anche dopo; prima si sarebbe asciugata i capelli.
Prese phon e pettine e si posizionò davanti allo specchio.
Mentre cercava di domare i suoi ricci ribelli, Hermione, si rituffò nei suoi pensieri.
Ancora qualche minuto e sarebbe dovuta scendere in Sala Grande; ormai non aveva più scuse.
Sentì il nodo dell’asciugamano che le copriva il corpo, sciogliersi; posò phon e pettine per rifissarlo, dopo di che riprese ad asciugarsi i capelli.
Una doccia di più di un’ora era già una cosa esagerata e non poteva tirarla tanto per le lunghe o, ne era sicura, qualcuno di loro, Harry o Ginny, sarebbe salito a cercarla e lei non aveva assolutamente voglia di litigare né tanto meno, quindi, di vederli.
Un’altra volta dovette posare l’apparecchio per sistemarsi.
Fosse stato Ron a salire a cercarla allora forse… Ma che stava pensando?!?!? Quel porco cafone era stato ancora più infame degli altri due. Si sarebbe preso una scarpa in faccia se avesse trovato qualcosa da ridire sulla sua decisione di non scendere.
L’asciugamano cedette per la terza volta: - Oh adesso basta!! -
Staccò la presa del phon e andò verso la stufa - Ma dove sono? Dove sono?!?! - si chiese cercando freneticamente le mutandine. Poi le venne in mente - Sta a vedere che… - dicendo questo aprì la porta del bagno e, con solo l’asciugamano addosso, si diresse verso il baule. Vi rovistò per un po’ dentro
- Ah eccole! -
In quel momento sentì un debole colpo di tosse innocente. Si girò di scatto per  vedere chi poteva essere; non aveva sentito nessuno entrare. E quando lo vide gli mancò un battito
- RON!!! - esclamò tenendo ben saldo quel nodo traditore che l’aveva fatta uscire dal bagno
- Co… cosa stai…?!?! Da quanto tempo sei qui?!?! -
Il ragazzo, che era in piedi poco distante dalla porta di ingresso, stava lottando contro un principio d’infarto causato dalla visione che gli si era proposta innanzi. Dopo essersi leggermente ripreso, pur mantenendo un colorito bordeaux, iniziò a grattarsi la nuca con la mano destra
- B-beh, io…. -
Stava provando in tutti i modi a concentrarsi su ciò che doveva dire, ma la sua attenzione era stata attirata come una calamita dal corpo di Hermione
- Ehm… da c-circa 20 minuti… -
Ron stava per continuare, quando la ragazza si accorse che la stava fissando o meglio, che le stava facendo una radiografia completa!
- RON! -
Lui scosse la testa come se fosse stato riportato alla realtà
- Eh…? -
- Ron voltati!!! -
Il ragazzo eseguì immediatamente l’ordine
- Scu-ehm… scusa Hermione, io… -
- Cosa vuoi?! Non dovresti essere con Lavanda nella Sala Grande a quest’ora? -
Il tono di Hermione, che era partito deciso, durante questa frase, era vistosamente diminuito e ad esso si era aggiunta anche una punta di tristezza
- Oh. - La voce di Ron si era abbassata ed era diventata piuttosto seria, mentre il suo sguardo si era concentrato sul pavimento
- No… ehm… Ne vengo dalla Sala Grande e non… credo che Lavanda sia preoccupata di dove io sia adesso o cosa stia facendo… -
Hermione lo osservò interrogativa - E perché? -
- Beh ecco noi… ci siamo appena lasciati. -
- Oh. - esclamò con voce secca e neutra Hermione, ma subito si accorse che non poteva essere contenta di tutto ciò “Dopotutto, se ami una persona vuoi la sua felicità, no?”
-…Oh… - ripeté sinceramente dispiaciuta immediatamente dopo - Mi… mi dispiace. - concluse abbassando gli occhi.
Ron sorrise assumendo la faccia di uno che non se la beve ed alzando le spalle disse
- Tsk! Che bugiarda… -
- Prego?!?! - gli domandò piuttosto contrariata Hermione.
Lui girò lievemente la testa verso sinistra - Hai capito benissimo: sei una bugiarda. -
- Ma… ma no è vero!! -
- E sentiamo, perché saresti così dispiaciuta? -
- Beh… - La ragazza spostò velocemente gli occhi da una parte all’altra come in cerca di una risposta da dare. Era rimasta spiazzata da quella domanda
- Beh, perché… è triste quando due persone si lasciano e soprattutto quando si viene lasciati, come nel tuo caso, quindi… mi dispiace… per te, Ron. -
A quelle parole il ragazzo si era voltato di scatto sbarrando gli occhi, cominciando a boccheggiare
- Cos… cos…?! MA…NO!!! Io ho lasciato lei! IO! Non lei, io! Ma si può sapere perché tutti la pensate così?!!? - Contemporaneamente si era avvicinato di parecchio all’amica
- Oh… scu-scusa… io pensavo… -
- Cos’è, mi credete idiota fino a questi punti?! Non… non è possibile… - esclamò agitando le braccia per poi rilasciarle lungo i fianchi
- Ma no!! È che… - Hermione prese un bel respiro che sembrò farle riacquistare tutta la sua sicurezza
- Vedi, tu sei sempre stato un ragazzo piuttosto timido e, diciamocelo, sembra proprio che tu non ci sappia fare con le ragazze, mentre Lavanda, beh… diciamo che lei ha più esperienza di te, quindi non si fa problemi a lasciare un ragazzo al quale probabilmente non si è nemmeno legata sentimentalmente…-
- Una sgualdrina, insomma… -
- Beh, se vogliamo proprio  dirlo con una parola… sì, Lavanda è una sgualdrina. -  Entrambi si guardarono begli occhi e sorrisero. Era tanto che non avevano un breve scambio di parole civile, ossia senza lacrime o lanci di canarini vari, ma cosa ancora più rara, erano d’accordo su qualcosa.
Restarono per qualche istante ad osservarsi.
Ron era completamente preso dalla figura di Hermione: così delicata, così bella… Avrebbe voluto allungare una mano per accarezzare la sua pelle morbida, ancora percorsa dalle gocce d’acqua che le scendevano dai capelli.
Dopo di che la ragazza, imbarazzata dal suo sguardo, abbassò gli occhi e riportò entrambi alla realtà
- Ehm, ehm. Non… non mi hai ancora detto perché sei venuto qui… -
- Ah, beh ecco, io sono venuto per… - Mentre parlava sembrò venirgli in mente ciò che voleva esattamente dire
 - … Per la stessa ragione per cui mi sono lasciato con Lavanda, a dire il vero. -
La ragazza lo guardò interrogativa
- Come?!?!? -
- Beh, vedi, Lavanda è quella che si può considerare un tipo… fisico. -
Lei lo guardò sforzandosi di capire, ma scuotendo la testa per gli scarsi risultati
- Ah come posso dire…? Non è come te!! Ecco, lei non è come te!!! A lei importa solo di starmi appiccicata addosso e di baciarmi per tutto il tempo, non che mi dispiacesse a dir la verità, era piacevole e baciava anche niente male… -
- RONALD WEASLEY!!! -
Il ragazzo sussultò al grido della sua amica, che ora lo stava fissando con lo sguardo più omicida che avesse mai avuto, con le mani ben piazzate sui fianchi.
- Se sei venuto qui solo per dirmi quant’era bella la tua vita pratica di coppia con Lavanda o a riversarmi addosso tutte quelle stupidaggini sul fatto che non mi interessano i ragazzi perché sono troppo concentrata sui libri o che non ho mai baciato un ragazzo in vita mia, ti avverto: vattene finché sei in tempo perché non ho intenzione di lasciarmi deridere una volta di più. Sono pronta a reagire!! - gli urlò contro Hermione tutto d’un fiato.
Mentre alla fine lei ricominciava a respirare regolarmente, sorrise compiaciuta dell’espressione di puro terrore dipinta sul volto del povero Ron
- I-i-io no-non volevo offenderti, i-io volevo solo… Ehi un momento. Non hai mai baciato un ragazzo?! -
Hermione sospirò - No. -
- Questo vuol dire… quindi tu e Krum non vi siete mai… -
- No!!! - ripeté esasperata - Per l’ennesima volta no! -
- Oh. -
Il ragazzo ne parse sollevato
- Stavi dicendo? -
- Oh sì ecco, io intendevo dire che con te si può parlare. Sei intelligente, il che non guasta quando si tratta di volere una mano per fare i compiti, la migliore strega dei nostri tempi, a detta di tutti, e la migliore amica di tutti i tempi per quanto riguarda me ed Harry… -
Hermione sorrise imbarazzata
- Lavanda invece… beh è intrattabile. Fa di tutto una tragedia, come quando ha scoperto che volevo farti un regalo. È andata su tutte le furie, mi ha fatto una scenata terribile in Sala Grande poco fa! Continuava ad urlarmi addosso di quanto fossi idiota, di come avevo osato, come avevo potuto pensare di fare un regalo a te quando non  mi è mai passato neppure per l’anticamera del cervello di farlo a lei nemmeno per il suo compleanno o Natale. Non la smetteva un attimo, così io non riuscivo a spiegarle… Ma in fondo è stato meglio così, perché mentre lei urlava, io pensavo che forse ero davvero un idiota. Non avevo mai sentito il bisogno di farle un regalo o dirle quanto era bella e non mi vantavo assolutamente di essere il suo ragazzo; a dire il vero un po’ mi imbarazzava girare con lei. Ogni tanto si vestiva in dei modi… -
Hermione scoppiò in una fragorosa risata mettendosi una mano davanti alla bocca al solo pensiero e lui la guardò sorridendo, per poi riprendere con tono più dolce
- E prima non avevo alcuna intenzione di offenderti, anzi. Perché, vedi ‘Mione, oltre ad avere un grande cervello, tu sei anche molto bella, ma che dico, insomma: guardati! Non hai bisogno di truccarti, vestirti in modo appariscente o provarci con tutti per farti vedere dai ragazzi. Per questo ho lasciato Lavanda. - continuò allungando una mano per accarezzarle una guancia - Perché lei non è te. Non ha i tuoi capelli ribelli, non ha i tuoi occhi profondi e soprattutto non ha la tua dolcezza. Tu… sei meravigliosa e lei… lei non è te. -
Hermione era rimasta senza parole. Non poteva essere tutto uno scherzo; lui era serissimo “ e bellissimo…” si trovò a pensare.
Da tutto il turbinare di emozioni che la stavano invadendo, dalla sua bocca non riuscì ad uscire altro che - Re-re-regalo…? -
- Oh sì! - Ron abbandonò il contatto con lei per tirare fuori dalla tasca posteriore destra dei suoi jeans un piccolo pacchetto rovinato
- Questo è per te. - disse porgendoglielo. Lei prese il pacchettino in mano
- Io… spero che ti piaccia. Non è un regalo che si fa tutti i giorni e a chiunque. - aggiunse abbassando leggermente il tono di voce - Ma mi sono basato su quello che sento io e su quello che spero tu senta…- Hermione scartò il regalo tenendolo nella mano sinistra.
Quasi le mancò il fiato. Dentro quell’involucro di carta stropicciata c’erano le due cose più belle che avesse mai visto: erano due sottili catenine ad ognuna della quali era appeso un ciondolo a forma di cuore spezzato. “Le due parti combaciano” pensò sorridendo la ragazza. Poi prendendone in mano una notò che c’era una scritta su di essi
- Hermione… ma allora sull’altro  cosa..? -
- Sull’altro c’è scritto… -
- Ron. - concluse lei sollevando lo sguardo dal pacchettino verso di lui
- Ti-ti piace? -
- È… sono stupende. -
Hermione stava per chiedergli il perché, ma qualcosa dentro di lei la trattenne; paura forse, o forse la consapevolezza che lo avrebbe saputo di lì a poco
- Se vuoi… - cominciò lui indicandole la catenina ancora nel pacchetto
- Oh sì, grazie… -
Ron prese la collana e ripose l’altra nella carta che aveva appoggiato sul baule alle spalle di Hermione. La ragazza si girò tenendosi i capelli in avanti per permettere a Ron di vedere cosa faceva
- Sai ho deciso di prenderle d’argento perché ho pensato che fossero meno appariscenti e più belle, che ti stesse meglio. -
Hermione prese la restante catenina e si voltò
- Se vuoi anch’io posso… -
- Oh grazie. -
- Però credo che dovrai abbassarti, sei diventato troppo alto per i miei gusti. -
Entrambi sorrisero e lui si chinò con le ginocchia, la testa rivolta verso il pavimento
- Ecco fatto! -
Il ragazzo si mise nuovamente dritto; fece un respiro profondo
- Hermione, io… ti amo, con tutto il mio cuore e lo faccio da quasi 5 anni ormai. Non ho voluto dirtelo prima perché pensavo di rovinare tutto e che io non potessi piacere ad una come te. Tu sei stupenda, mentre io sono solo un’idiota e anche quest’anno sono riuscito a dimostrartelo. Ma tu ora hai accettato questo mio regalo, quindi anche tu… -
- Questo vuol dire che sarò sempre nel tuo cuore? -
- Co-come? - chiese spaesato il ragazzo, che non aveva notato che Hermione aveva teso una mano verso il suo ciondolo e lo fissava, dall’inizio del discorso
- La tua metà del cuore, con su scritto Hermione, vuol dire che sarò sempre nel tuo cuore? -
- Sì, sì vuol dire esattamente questo. E se tu vuoi, anche io sarò sempre nel tuo… - disse incrociando il suo sguardo
- Tu ci sei già nel mio cuore, da quasi 5 anni ormai. - esclamò sorridendo
- Ti amo, Ron, ti amo da così tanto tempo che ho paura di stare sognando ora. - concluse lei con le lacrime agli occhi. Lui le prese il viso tra le mani piegandosi leggermente sulle ginocchia ed avvicinandosi al suo viso
- Non ti preoccupare, non stai sognando. Io sono qui per davvero e ti amo per davvero e non ti lascerò mai più. - Le sue labbra si appoggiarono delicatamente su quelle di lei; lei gli gettò le braccia al collo e lui la strinse a sé e per quel che sembrarono ore, ma che furono solo pochi istanti, si persero in quel tenerissimo e tanto desiderato bacio.
D’improvviso però, il nodo dell’asciugamano di Hermione cedette, lasciando completamente scoperta la sua parte posteriore. Avvertitolo, fece per staccarsi da Ron, ma il ragazzo la fermò costringendola di più a sé
- Che fai?! Mi sta cadendo l’asciugamano, devo sistemarlo! -
- Lo so amore, ma se ti allontani vedrò più di quello che sto vedendo adesso oltre la tua spalla e non so se questo è esattamente quello che vuoi! -



The End



Ok ragazzi, che ne dite? Dai non siate troppo cattivi anche i grandi hanno cominciato scrivendo cose così male (spero *_*) Comunque dato che per chissà quale arcano motivo ho dovuto riscriverla a computer almeno 5 volte tutta, dato che non mi faceva scrivere la FINE (!!!) per un problema misterioso, siate clementi e pensate al sacrificio della sottoscritta.
Recensite vi prego!!! Anche una piccola piccola!!
Bacio a tutti
  
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