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Autore: Aelliexy    02/09/2016    0 recensioni
Nell'intenzione: tre piccolissime WHAT IF? sul trio: Ambra, Li e Charlotte - non necessariamente in quest'ordine.
Si parte con la flashfic di Li, dal titolo Messaggio.
Si prosegue con la flashfic di Ambra, dal titolo Baci.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ambra, Charlotte, Lì
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Serata da Vincent's
Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di ChiNoMiko; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.


Buona lettura!




Serata da Vincent's:
Incomoda





Li An è la ragazza più stupida che conosce. E' dotata di una superficialità immensa, oltre che di una forza di volontà e determinazione che non ci si aspetterebbe da una come lei. An è incapace di cogliere lo sarcasmo e le occhiate di scherno le scambia per ammirazione. Tuttavia è capace di alzarsi alle prime luci dell'alba pur di avere tutto il tempo necessario per truccarsi, perché, come dice spesso, "è un'operazione difficilissima che richiede tempo ed esperienza".
Ambra è simile ma con qualche differenza. Un po' più veloce a capire quando la stanno denigrando, più abile a valutare i pro e i contro - forse solamente i pro - delle sue azioni. Ambra ha una mente più contorta. An quel che pensa lo dice, Ambra quel che pensa di buono lo riformula e lo trasforma in qualcosa di cattivo; poi, soddisfatta della frase ottenuta, lo dice.
Ambra ultimamente sta compiendo azioni sciocche che la ridicolizzano. Ambra pensa di essere sensuale quando balla e, per carità, lo è. E non c'è niente di male se ballando si mette in mostra e arriva un bel ragazzo con l'intento di flirtare. Ma un conto è un ballo con strusciamenti e occhiate maliziose, un conto è un bacio intenso e la volontà di entrare più in intimità; tutt'altro conto è un ballo, un bacio, qualche carezza, qualche sottinteso e il rapporto sessuale consumato nella toilette di un locale. Tutto nell'ordine che segue. Tutto nell'arco di una serata. Nauseante. Quando Ambra si allontana con un ragazzo, percepisce i muscoli dell'addome contrarsi e la pancia appiattirsi. Piano piano in bocca inizia a diffondersi un sapore aspro e sente un reflusso che si fa largo per l'esofago. Nel tentativo di non vomitare di fronte a tutti, preme le mani sulla bocca.
Prima Ambra non era così. An invece è sempre la solita.
Quando Ambra e il bel ragazzo di turno si sono dileguati, An si è catapultata subito nella mischia. Appena Ambra sparisce di scena, An ci entra, pretendendo di esserne la nuova protagonista, ignara che, per quanto tenti, il suo ruolo sarà sempre quello di personaggio secondario.
Di recente, più spesso del dovuto, si chiede come abbia fatto ad instaurare un legame di amicizia con loro due. Del resto i loro caratteri - il suo e il loro - sono piuttosto differenti, e anche le priorità. Il trucco pesante lo evita e il trucco leggero lo scorda, l'unica costante del suo viso è il lucidalabbra all'aroma di cioccolato. Non è una di quelle ragazze che sognano il grande amore per darla: altrimenti sarebbe ancora vergine, ma non è nemmeno una di quelle che cedono facilmente al fascino dei ragazzi. A parere di Ambra e An per la bellezza del volto di un ragazzo o per la prestanza del suo corpo dovrebbe andarci a letto, solamente per potersi vantare. Ridicole.
In serate come quella, lei è quella che si annoia di più tra loro tre. Ed è lei quella che deve faticare, perché è suo compito recuperare le altre due e assicurarsi che arrivino alla porta di casa - casa sua tra l'altro. In serate come quella, non appena entrano nel locale Ambra va dove ha più probabilità di essere vista e inizia a ballare, An nel frattempo si ubriaca e aspetta il suo momento di gloria. Lei, invece, è quella che resta al tavolo col suo drink e col suo cellulare, guardando l'ora e contando i minuti e battendo i piedi al ritmo dei secondi.
A scuola è conosciuta come una delle due tirapiedi di Ambra: la tirapiedi che fa abbinamenti strani, la ragazza silenziosa dallo sguardo freddo col piercing al sopracciglio, la studentessa con i voti nella media che spesso salta le lezioni, quella che ha la cartellina rosa, la giraffa con le ballerine. Solamente la sua famiglia e Ambra e An la conoscono come Charlotte. È strano.
Solleva il calice e beve un sorso. L'alcool viene diluito un poco dalla saliva, si diffonde nella bocca, le brucia l'esofago e si deposita nello stomaco, provocando un'esplosione di calore. Non è male pensa mentre aspetta l'attenuarsi del calore.
Ambra e An si assomigliano per molti aspetti e lei si sente spesso come la terza incomoda, quella che si intromette tra due fidanzatini interrompendo il loro amoreggiamento, ma non ha senso prendersela con loro. E' lei quella che si è preclusa dai divertimenti. Lei è quella che prende le decisioni, nessuno la sta obbligando, è libera di decidere ed ha deciso di stare da sola, facendo la preziosa e ritenendo di essere migliore fra loro.
Oddio, si sente patetica. Ormai si sta auto insultando.
Beve un altro sorso sperando che l'alcool bruci anche la sua malinconia.
Sente una pressione estranea sull'avambraccio sinistro: qualcuno l'ha afferrata cercando di attirare la sua attenzione. Qualcuno che è un ragazzo dai capelli neri - tinti probabilmente, la tonalità è troppo nera per essere naturale - e una girella viola e verde fluo al lobo sinistro, forse di un centimetro e qualcosa di diametro.
"Ciao!" sorride " Sono Matteo, sei sola o in compagnia?"
"Scusa ma sono in compagnia".
"Uh, quel che è. Sei amica di quella ragazza bionda che al momento si trova nei bagni appiccicata a un tizio?"
"... perché?"
"Le dici di staccarsi da Marco? Voglio dire, è vero che io e lui ogni tanto litighiamo e pensiamo di lasciarci, ma non mi sembra proprio il caso da parte della tua amica di saltargli addosso. E io so che a meno che una ragazza - o un ragazzo e questo capita raramente perché non sono molti i ragazzi che ci provano perché, per fortuna, appunto, non ci sono molti ragazzi che ci provano - non faccia qualcosa che lo induca ad avvicinarsi. Insomma, a meno che qualcuno non stia cercando di sedurlo e, in questo caso, lui cede, perché lui è fatto così ed è normale. Altrimenti non mi sarei mai messo con uno che non attrae le persone. Cioè, anche io sono un bel ragazzo – ma proprio bello – e sprecherei me stesso se mi mettessi con uno che non vale nulla, che non ha una caratteristica che susciti invidia. Non lo pensi anche tu? Voglio dire... "
"Scusami ma non è affar mio" dice interrompendolo e spera che se ne vada.
"Come non è affar tuo?!" domanda stupito "È o non è amica tua? Se lo è dovresti comportarti da amica e fermarla, no? Voglio dire, se non lo fai tu lo farei anche io ma... vedi, come dicevo prima, io e Marco abbiamo avuto un piccolo litigio, ma proprio piccolo piccolo. Ne facciamo tanti ed è il nostro modo di volerci bene. Questa volta lui ha un po' esagerato però. E non voglio perdonarlo finché non viene da me e si scusa. Mi sono stufato ad essere sempre io quello che cerca di fare la pace. Questa volta tocca a lui. Non lo pensi anche tu? " domanda. Evidentemente non si aspetta nessuna risposta visto che continua il suo discorso. "E sai la cosa buffa? Buffa o strana, dipende dal punto di vista comunque. Beh, insomma. L'altro ieri era San Valentino no? Ecco, io e Marco avevamo un appuntamento perché, sai, è il giorno degli innamorati e quindi avevamo organizzato qualcosina assieme... " ridacchia " forse anche più di qualcosina. Io per prepararmi ero andato in un sexy shop e... a parte il fatto che ci ho passato un'intera mattinata, sapessi quanti bei giocattolini c'erano! Per esempio c'era una pallina tutta forata con due cordicelle da ambo i lati che... "
Basta, non crede che sarebbe riuscita a sopportare oltre il logorroico ragazzo. Un conto è se il suo monologo ha senso, tutt'altro è se borbotta, alza la voce e se è il chiaro e palese discorso di una persona totalmente ossessionata da un'altra, di cui entrambi le sono sconosciuti. Sopratutto, a lei cosa frega della vita sentimentale sua?
"Cazzo! Ma vuoi tacere un momento?!" scoppia scattando in piedi.
Il ragazzo si interrompe e la fissa. Sbatte qualche volta le palpebre e poi distoglie lo sguardo. "... scusa" borbotta a capo chino. Poi lo alza, "non l'ho fatto apposta, ma vedi, sai", incomincia a spiegare "quando inizio a parlare è come se le parole uscissero fuori senza freno, però normalmente riesco anche a regolarmi, solo che quando bevo un pochino troppo - per esempio due o tre bicchieri di vino, di quelli piccoli sai, quelli che si utilizza per l'acqua, o anche due, forse, bottiglie di birra e a questo proposito, non pensi che il sapore della Heiken sia abbastanza strano? E' leggermente amaro, anche per essere una birra e... dicevo? A sì, quando sono leggermente ubriaco e questo capita raramente visto che... "
Charlotte afferra la sua tracolla, prende la borsa di Ambra e si guarda attorno cercando quella di An, trovandola buttata sotto alla sedia e la raccoglie. Senza un saluto si allontana dal ragazzo che continua ancora e borbotta frasi con una logica comprensibili a lui solo.





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In realtà la parte di Charlotte non termina qui, c'è mooolto di più. Circa sei pagine di word, mentre il testo sopra ne occupa tre, neanche. Ho preferito tagliare qui perchè il resto della storia coinvolge altre cose che al momento non mi sembra il caso di trattare. Non so se così facendo Charlotte risulti 'incompleta', se sono riuscita o meno a presentare un pezzo della Charlotte che sento io, così come ho fatto per le sue amiche.
Bah.
  
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