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Autore: Beni morena    03/09/2016    0 recensioni
Cassie e Nick sono lo yin e lo yan, due adolescenti che hanni in comune solo l'odio. contro se stessi e il mondo.
La storia di due ragazzi che imparano ad amare per la prima volta .
Cassandra: sedicenne, timida ed introversa con pochi amici e una depressione silenziosa.
Nicholas: ex ragazzo di perieria, si trova catapultato in una vita piena di ipocrisia contro cui si ribella con tutte le sue forze.
*questa serie l'avevo scritta due anni fa, ma poi non ero riuscita a finirla, ma ci tenevo a farcela leggere riscritta e riperfezionata.
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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-Nicholas (parte 1)
"Maledizione Nicholas! non ho ancora finito di parlarti!" urlò il signor Benson mentre il suo interlocutore sbatteva la porta di casa.
"Non urlare cosí... Non capisci che lo fai chiudere di più ?" chiese la moglie
"Non é più un bambino Theresa... Io alla sua eta...". Nick sposto l'orecchio dalla porta. non voleva riascoltare ancora una volta le storie ripetitive di suo padre sul 'duro lavoro'. Scese le scale in tutta fretta, si tolse la giacca e allentò la cravatta : odiava quela stupida uniforme!
"HEI non pensi di dimenticarti qualcosa?" urlò suo padre dal balcone
Il ragazzo si controllò le tasche "Eh si, ho dimenticato le sigarette" disse a bassa voce
"Come vai a scuola senza zaino? " continuò la voce dall'alto
Neanche il tempo di rispondere che si ritrovò lo zaino scaraventato ai suoi piedi.
"Vedi d'andarci a scuola! Sai quanto costa mandarti ad una privata? Io mi spacco la schiena tutti i giorni .."
ancora una volta il signor Benson finì per parlare da solo.
''Nessuno capisce.. Nessuno vuole capire.. A nessuno interessa cosa voglio o cosa penso. Vogliono solo impormi le loro stupide idee!" pensò nicholas avviandosi verso una strada sconosciuta.
prese le cuffie e fecce partire i PANIC AT THE DISCO per zittire i suoi demoni.
si accese una sigaretta trovata nello zaino mentre pensava a cosa fare invece che andare a scuola. Ormai erano passati due mesi dall'inizio dell'anno scolastico e lui aveva più assenze che presenze.
Immerso nei suoi pensieri non si rese conto di percorrere la strada verso il college e neanche che una ragazza gli stesse arrivando adosso .
L'impatto fu doloroso ma sopportabile, cerco di rialzarsi in cerca della sigarette perduta dimenticandosi della ragazza che in tanto era in lacrime.
"Ehi stai bene?" chiese il ragazzo avvicinando il suo viso a quello della sconosciuta dagli occhi umidi.
Cassie alzò la testa, erano uno davanti all'altro e nella sua mente risuanava una parola sola "Azzurro".
(Parte 2)
Il giardino era pieno di bambini sorridenti e mamme apprensive che seguivano accuratamente ogni movimento dei figli. Il ragazzo tornò con una bottiglietta d'acqua ed una lattina di birra.
"Stai meglio adesso?" chiese alla ragazza con gli occhi più tristi che avesse mai visto porgendogli la bottiglia.
Cassie non riusciva a parlare, era sempre stata una ragazza timida ed impacciata.
Era il tipo di persona che si teneva tutto dentro ed odiava piangere davanti agli altri. Si era creata un mondo suo, dove poter essere se stessa .
"Ti dispiace se fumo?" chiese Nick con la sigaretta già accesa.
La ragazza non rispose , era troppo presa dai suoi pensieri.
"Ma sei sempre così silenziosa? O e solo con me? Mi dovrei sentire offeso." scherzò.
"No, sono solo sovrappensiero"
"Allora parli!" urlò, alzando le braccia al cielo.
Cassie sorrise nel vederlo così euforico, ma la tristezza dei suoi pensieri era più forte.
"Comunque sei sicura che stai bene?" la situazione si fece seria di colpo.
"No, non sto bene" penso Cassie
" la mia vita fa schifo, odio mio padre, la scuola , tutto!" fecce tacere il suo cervello e respirò.
"Oggi sono 4 anni che mia madre è morta" riuscì a dire.
"E.. Mio padre non solo se l'è dimenticato, ma si sta pure per risposare"
Nick sentí qualcosa che non provava da tanto tempo un misto tra paura e tristezza. l'abbracció e lei si sentì a casa.. quel posto di pace che cercava da sedici anni l'aveva finalmente trovato fra le braccia dell moro con gli occhi azzurro cielo.
Lasciò cadere le lacrime, finalmente aveva tirato fuori il suo dolore.
"Ma quindi vai a quella scuola di ricchi pure tu?" chiese Nicholas cercando di cambiare argomento.
"Si.." sussurrò la ragazza pulendosi il viso e notando per la prima volta l'uniforme del ragazzo
"ma non ti ho mai visto"
" si perchè vado solo quando é periodo d'esami" si giustificò
"Perché non frequenti le lezioni?" chiese lei perplessa.
"Non è il mio ambiente...sono tutti pazzi... Pensa che il primo giorno che sono stato lì eleggevano il presidente scolastico, e c'era una tipa che chiedeva ai professori di dare più compiti a casa."
Cassie non sapeva cosa fare: amettere di essere la "tipa" presa in questione e dirgliene quattro oppure far finta di niente.
Si decise! non poteva passare tutta la sua vita a censurarsi per paura di ferire gli altri, mentre tutto il mondo non si faceva scrupoli a farle del male.
"Guarda che era un ottima idea, per chi durante il giorno ha troppi corsi... Ma tu non lo sai perché a scuola non ci vai mai!" le guance le erano diventate rosse dall' imbarazzo; si pentì subito di ciò che aveva fatto, non era abituata a dire ciò che pensava.
Il ragazzo si alzo, guardando jenni dritto negli occhi e inaspettatamente sorrise

"Sapevo che eri tu! La tua faccia mi sembrava conosciuta. Volevo solo capire se eri pronta"
"Per cosa?"
Nick prese la sua roba e si incamminò verso il marciapiede.
Jenni lo guardava andare, seduta e scombussolata accennò un timido sorriso.
"Vieni o no?"
"Dove?" chiese Cassandra
"A vivere la giornata più pazza della tua vita".
   
 
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