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Autore: Naruto89    04/09/2016    0 recensioni
"Sasuke Uchiha si stropicciò gli occhi cisposi, aprendoli lentamente. Gli ci vollero alcuni secondi prima di capire dove si trovava.
Dopodiché, alla vista del grande ventaglio bicolore posto sulle tende blu, ricordò di essere in camera sua. Era da veramente tantissimo tempo che non faceva più quel sogno: erano già passati tre anni da allora e, in tutta sincerità, non poteva minimamente giurare che le cose si fossero svolte come le ricordava lui.
"
Sono passati tre anni dalle vicende delle scuole medie e Sasuke, che è ormai al liceo, ha continuato imperterrito a seguire la via della delinquenza e delle bande, alla ricerca della verità riguardo Itachi. Sakura, dal canto suo, si sta impegnando con tutte le sue forze per proseguire, a suo modo, il terreno solcato da Naruto e vorrebbe trascinare in questa avventura anche Sasuke. Uchiha, però, ha ormai deciso di distanziarsi da tutto e da tutti, rinunciando all'amicizia (e all'amore) in favore di verità e vendetta...
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '100% Sakura'
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Akatsuki gaiden #1
Le stagioni di Shisui

Shisui stringe l'elsa di plastica nera del pugnale fra le dita, fino a che le nocche non gli diventano bianche. Respira piano e il cuore gli martella nel petto e in testa. L'aria intorno a lui è ferma come prima di un terremoto. Deglutisce e la saliva gli rimane attaccata alla lingua e al palato. Finalmente. Finalmente è stato chiamato anche lui in una missione importante e finalmente potrà dimostrare a suo cugino quanto vale.
Due ombre si muovono dietro il muretto. Tre, quattro, cinque. Shisui stringe un po' meglio il pugnale. Sono una decina, tutti della gang rivale. L'informazione era giusta.
“Pronti” dice una voce accanto a lui.
È Itachi. Le scarpe degli altri membri di Akatsuki strisciano contro il terreno, pronti a scattare. Shisui sorride, annuisce e... lo stomaco gli si stringe fino a fargli male, fino a minacciare di rimettere la colazione che non aveva fatto.
La mano di Itachi. La mano destra di Itachi, le dita attorcigliate attorno alla sinistra di Mangetsu. I due si guardano negli occhi, si sorridono e si baciano. Lo stomaco di Shisui si stringe sempre di più. Che cosa significa, quello? Itachi e Mangetsu sono... no, no, non è possibile! Con tutti gli sforzi che Shisui ha fatto per stare nell'Akatsuki! Con gli sforzi che Shisui ha fatto per ricongiungersi a Itachi, lui e Mangetsu...
'V-i-a.'
Shisui legge le parole sulle labbra di Itachi ma non sente alcun suono. Un paio di spallate di alcuni suoi compagni nelle retrovie lo spingono qualche passo più in là. Viene sorpassato a destra e a sinistra, energumeni urlanti con le mazze, i coltelli e le spade ben alte sopra la testa. Ma lui, lui non sente alcun suono.

“Quindi vuoi entrare in Akatsuki.”
Itachi guarda dritto di fronte a sé, la mascella contratta, mentre i petali di ciliegio gli ricadono sulle spalle e si fermano sulla divisa nera del suo liceo. Shisui gli cammina affianco, le mani in tasca e la tracolla che gli preme contro il petto. Il viale alberato del paese è così bello, in quel periodo dell'anno. Bello quasi quanto Itachi.
Itachi scrolla le spalle.
“Non dico che non si possa fare, eh...” prosegue
“... ma ti rendi conto di quanto è pericoloso? Di cosa facciamo? Che cosa... siamo, noi?”
'Un'associazione extra-legale para-governativa, atta a mantenere gli interessi della famiglia e del villaggio.' O almeno, così l'aveva definita Madara-
otou-san. Ma non era quella la risposta che Itachi voleva.
“Una gang.” risponde Shisui
“Una gang criminale. Siete degli
yakuza.”
Itachi annuisce e stira le labbra in un mezzo sorriso, senza distogliere lo sguardo dalla strada di fronte a loro. Corruga la fronte.
“Degli...
yakuza.” dice a mezza voce
“Sì, si può dire così.”
Poi si pianta in mezzo al viale e si volta verso Shisui, che fa qualche passo in avanti prima di fermarsi. Che cosa...?
“Ok, un'ultima domanda” dice Itachi.
Shisui deglutisce.
“Sì?”
“Perché?”
Gli occhi di Shisui si specchiano in quelli, neri e profondi, di Itachi. Il volto scolpito, la mascella contratta e lo sguardo fisso di fronte a sé, suo cugino è sempre più bello. Altri petali rosa gli ricadono sui capelli e sulle spalle.
“Hai lasciato la città dopo due anni di studi in una delle migliori scuole del Paese solo per tornare in questo villaggio dimenticato dagli Dèi e ora mi proponi di entrare in una gang criminale. Di diventare, usando le tue parole, uno
yakuza. Perché?”
Il cuore di Shisui salta un battito. L'ardore che brilla negli occhi di Itachi, lo sguardo fermo e fisso su di lui. Quanto vorrebbe che lo tenesse per sempre lì, quello sguardo. Deglutisce e socchiude le labbra...
Perché ti amo, pensa Shisui.
Ti amo, e voglio stare con te.
Lo pensa, ma non lo dice.

“Cosa sta succedendo, qui?!”
Sdeng. Boom. Crash. Splat. La battaglia infuria di fronte agli occhi di Shisui. Itachi para una mazza da baseball con l'avambraccio e pianta il gomito nel naso del proprio nemico. Crash. Mangetsu infila la pianta del piede nello stomaco di un altro e lo spinge a terra. Ouch! Due altri compagni tengono un avversario per le spalle, e un terzo lo massacra con la mazza ferrata. Sdeng. Sdeng. Splat!
“La polizia! Qualcuno chiami la polizia!” grida una voce alle spalle di Shisui.
Cosa...?
NO! Shisui si volta di scatto, il coltello a mezz'aria, e uno spruzzo di sangue lo colpisce in pieno volto. La lama esce dal polso di un signore in giacca e cravatta, che lascia cadere la ventiquattrore per terra e si getta sulle ginocchia. Il sangue gli esce a schizzi regolari e gli sporca il vestito, la faccia e gli occhiali. Quello urla e il colorito gli diventa sempre più bianco, sempre più bianco.
“Eh? Cosa? No!”
No, no, no, no! Non doveva andare così! Non doveva andare così! Quello era... quello era un civile, maledizione!
“Aiuto!” grida Shisui
“Aiuto! Uomo a terra! Uomo a terra! Aiuto!”
Si getta sul signore di mezza età e il sangue colpisce anche lui. Gli afferra il polso e prova a stringerlo, ma il liquido rosso continua a uscire, denso e appiccicoso...
Non doveva andare così, non doveva andare così!
L'uomo si accascia a terra, bianco come un lenzuolo. Shisui lo prende a schiaffi, ma le palpebre gli si chiudono, inesorabilmente.
Non doveva andare così...

“Non lo posso fare, papà” risponde Itachi.
Tiene gli occhi fissi sul suo padre e sente la rabbia montargli dal petto e salirgli fino agli occhi. Quell'idiota di Shisui non è cattivo, maledizione! È stato un incidente!
Suo padre è appoggiato alla scrivania e ha le braccia conserte. Chiude gli occhi qualche secondo, sospira e poi li riapre. Sono fissi e decisi.
“Tu devi, Itachi. Sei mio figlio, sei un Uchiha e devi obbedienza a me e rispetto per la nostra famiglia.”
Itachi stringe la mascella. Ancora con quella storia. La famiglia, il rispetto, che cosa pensa la gente di loro. Che si fotta, la gente!
“Non l'ho chiesto io, di nascere Uchiha” risponde Itachi.
E non ha alcuna intenzione di far finta di non essere ciò che è. Non ha alcuna intenzione di far finta che Akatsuki non porti profitto alla sua famiglia, di non servire la sua famiglia, anche in quel modo. E non ha alcuna intenzione di usare Shisui come capro...
“Itachi, io ho sempre sorvolato su quello che stato combinando tu e quel Mangetsu Hozuki...” prosegue Fugaku.
E certo, pensa Itachi.
Perché conviene anche a te. Conviene alla famiglia, stronzo!
“... a patto che non coinvolgeste i civili.”
Che si fottano anche i civili!
“Però...”
Però non sacrificherò Shisui per la causa. Ha fatto una stronzata, d'accordo, ma lui...
“Shisui è mio amico, papà! Non posso farlo...”
Ecco. Itachi se lo sente. Lo sa. La rabbia gli ha raggiunto gli occhi. Stringe i pugni. Vuole colpire. Vuole colpirli tutti. Quel maledetto di Shisui, quel maledetto di suo padre e quel maledetto di...
Ma Fugaku è più veloce. Si stacca dalla scrivania e gli afferra il colletto della maglia. Le parole soffiano calde contro la faccia di Itachi, come un sibilo.
“Danzou mi sta con il fiato sul collo, ragazzo. Io non posso più proteggerti.”
Fugaku si interrompe per un momento e lo guarda fisso negli occhi. Così neri che ci si può specchiare dentro. Itachi non si sbagliava: ecco quella fastidiosa sfumatura rossa. La sfumatura della sua rabbia.
“Quindi fai come ti ho detto. Shisui non può più rimanere.”

Shisui attraversa la strada, una mano al fodero. Sfila il pugnale, rimette il pugnale. Sfila il pugnale, rimette il pugnale. Da un po' di tempo, si è abituato a portarlo sempre con sé. Lo rilassa. E se Itachi gli ha dato appuntamento nel giardinetto dietro la magione Uchiha, avrà un gran bisogno di rilassarsi: non sarà un incontro amichevole. Sarà una comunicazione ufficiale di Akatsuki.
'Io non volevo.', ripassa mentalmente il suo discorso Shisui
'Mi sono voltato con il coltello in mano e quello gli si è impigliato nel polso. Non avevo intenzione di...'
Oltrepassa l'inferriata dei giardinetti e scorge una figura nell'ombra, appoggiata alle altalene. Quella si stacca dalla struttura e gli viene incontro. I capelli lunghi gli ondeggiano nell'oscurità. Lunghi, troppo lunghi per essere Itachi. Ma allora chi...? Il ragazzo dai capelli azzurri snuda i denti appuntiti e gli sorride.
“Mangetsu!” esclama Shisui
“Che ci fai tu qui?”
Mangetsu storce il naso, ma non smette di sorridere.
“Faccio quello che il tuo cuginetto ha troppo schifo per fare.” risponde, la voce ridotta a un sibilo
“Ti sbatto fuori da Akatsuki.”
Shisui sbatte le palpebre. Deve aver sentito male.
“Cosa...?”
Mangetsu si avvicina, il sorriso sempre stampato sulla faccia.
“Te ne devi andare, Shisui. Lasciare Akatsuki, lasciare il villaggio. Hai fatto un casino che metteremo mesi a risolvere quindi, fammi un favore, ora sparisci.”
Shisui rimette mano al fodero. Sfila il pugnale, rimette il pugnale. Sfila il pugnale, rimette il pugnale. Calma, calma.
“Sono gli ordini di Itachi” sussurra Mangetsu.
Sfila il pugnale, rimette il pugnale.
“Lui non vuole più vederti, hai capito?”
Sfila il pugnale, rimette il pugnale.
“Quindi smettila di svolazzargli attorno, bimbo. Pensi che non mi sia accorto di come lo guardi, frocio di merda?”
Sfila il pugnale, rimette il pugnale.
“Itachi è mio, e me lo fotto soltanto io!”
Sfila il pugnale e... zac. Il sorriso di Mangetsu gli si fossilizza sul volto e gli occhi si spalancano, grigio-azzurri. Il sangue cola caldo sulla mano di Shisui e la vita scivola via dallo sguardo di Hozuki.

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Buongiorno miei cari lettori,
e chiedo immensamente scusa per l'ennesimo hiatus che ha colpito questa serie. Sono peggio di Togashi, maledizione! Ma purtroppo ho avuto tutta una serie di problemi, sia lavorativi che di salute, che mi hanno impedito di scrivere un po' per questioni di tempo, e un po' anche per questioni psicologiche (stavo male e avevo il rifiuto della scrittura, diciamo). Ora però sto rimettendo insieme i pezzi della mia vita (martedì ho un colloquio per entrare nella Scuola Internazionale di Comics al corso di Sceneggiatura per fumetti!) e, quindi, ho anche ricominciato a scrivere (cosa che avrei dovuto fare anche prima, visto il bene che mi fa...). In ogni caso, si riparte con un capitolo speciale: la prima di due puntate di flashback che narrano i retroscena della morte di Itachi e Mangetsu, la fine della prima Akatsuki e la nascita della nuova. Insomma, il luogo in cui risiedono tutti i dolori del giovane Sasuke. Dopodiché, ci uscirà l'ultimo capitolo de Le stagioni di Sasuke e - spero - una settimana dopo, chiuderò 100% Sakura con lo one-shot Le stagioni di Sakura. Insomma, siamo agli sgoccioli! Ma non vi preoccupate, ho già un altro progetto in serbo con cui farvi disperare per i tempi di realizzazione e le continue pause! XD
Alla prossima, 'tebayo!
   
 
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