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Autore: StilledAnima    01/05/2009    3 recensioni
Missing Moment da Breaking Dawn: gli ultimi istanti di vita di Irina e la sua continua ricerca, anche dopo la morte, del suo amato compagno Laurent./// 2° Classificata al Contest "La vita segreta delle parole" indetto da the forgotten dreamer ///
Genere: Triste, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Laurent
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore: SpeedNewMoon
Frase scelta:“ Pronuncio il tuo nome,in questa notte oscura..e risuona più lontano che mai.” ( Lorca)
Titolo: The Last Sweet Hope.
Personaggi: Irina, Laurent, Tanya e Kate. Piccoli riferimenti anche al branco dei Quileute e al corpo di guardia dei Volturi;
Pairing(s): Irina/Laurent;
Genere: Drammatico,Triste, Sentimentale; Avvertimenti: One-shot; PoV Irina; Missing Moment;
Rating: Verde;
Breve introduzione alla storia: Missing Moment da Breaking Dawn: gli ultimi istanti di vita di Irina e la sua continua ricerca, anche dopo la morte, del suo amato compagno Laurent.
Note dell’autore: In Twilight, Bella accenna al fatto che Laurent abbia un leggero accento francese. Per cui,mi sono presa la libertà di riportare alcune frasi in francese (la traduzione in italiano si trova a fine storia) per esprimere i suoi pensieri e stati d’animo. Inoltre,all’interno della fanfiction, c’è un leggero riferimento al fiore della copertina del secondo libro, New Moon. Mi sono sempre chiesta il significato di quell’immagine: qui Irina darà la sua personale interpretazione (da notare,poi, che Laurent perde la vita proprio nel secondo libro della saga.)

The Last Sweet Hope

Il rumore del primo strappo era arrivato secco e inevitabile come un colpo di fucile. Non avevo avuto nemmeno il tempo di provare dolore, mentre le mani delle guardie mi ripiegavano su me stessa, facendomi a pezzi. Solo uno sguardo attraverso le braccia che mi trattenevano, il tempo necessario per un’occhiata veloce alle mie sorelle. Spalla contro spalla paralizzate sul posto, gli occhi dorati, grandi, incupiti dal terrore, Tanya e Kate assistevano inermi alla mia finale dipartita.

Avrei voluto spendere parole di conforto, rassicurarle che ogni cosa si sarebbe aggiustata col tempo, impedirgli di compiere gesti avventati che avrebbero compromesso l’esito di quel probabile scontro. Eppure nella mia infinita debolezza non ero riuscita neanche in questo, dalle mie labbra erano giunti solo bassi gemiti e vane preghiere. Le ultime parole di una creatura che non avrebbe mai aspirato al perdono della propria anima.

Poi il fuoco aveva consumato tutto. Ogni lembo di pelle, ogni centimetro di corpo macchiato dalle dolorose lingue rossastre era stato una ferita inferta sulla carne nuda e vulnerabile. Le grida che si erano liberate dal mio petto mi avevano reso sorda per qualche istante, nero e rosso gli unici colori dominanti nelle mie iridi ormai stanche.

Non avevo memoria della mia iniziazione, troppo tempo era trascorso da allora. Per quanto ne sapevo avevo vissuto la mia intera esistenza nei panni di una vampira. Non avevo metri di paragone, non potevo affermare con certezza se il veleno in circolo nel sangue fosse una morte migliore di quegli ultimi, lenti, attimi d’agonia. Speravo che finisse in fretta,però, che la cenere consumasse le fiamme inghiottendomi nell’oblio della mia esistenza apparente.

Il sonno eterno con Laurent al mio fianco mi attendeva a braccia aperte.

Finì nello stesso istante in cui nell’aria si spargeva l’odore acre di polvere e resti martoriati. Andai incontro al mio buio con il sorriso sulle labbra. Poco importava la sofferenza, l’insolito gelo che indolenziva le ossa, il nulla opprimente che mi faceva incespicare nella mia avanzata: il mio Laurent sarebbe corso a salvarmi, la nostra volontà di rimanere insieme nonostante tutto sarebbe stata rispettata. Con questa credenza, l’unica fervida speranza che alimentava ancora il mio essere, continuavo a correre, cercandolo nei volti delle poche anime che mi circondavano. Procedevo sempre più spedita, sicura che prima o poi il suo viso dai lineamenti gentili e delicati avrebbe incontrato il mio sguardo.

Non dubitavo della sua promessa, ricordavo ancora le parole sussurrate fra i miei capelli prima di andarsene:

“ Mon coeur te trouver, là où tu es, amore mio.”(*)

Era passato un anno da allora e Laurent non era più tornato indietro. Il viaggio che aveva intrapreso era stato troppo anche per lui. La sete di vendetta, la brama di potere che lo animavano, lo avevano spinto a partire, doveva saldare qualche conto in sospeso sotto richiesta della sua amica dai capelli rossi. Lo avevo pregato, supplicato di rimanere con me, ma neppure il dolore straziante che provavo al pensiero di una nostra possibile separazione era riuscito a smuoverlo. Si era limitato a concedermi uno di quei suoi sorrisi enigmatici, misteriosi, seguito da una piccola carezza, lieve a tal punto da farmi credere di essermela soltanto immaginata. Il tempo di un battito di ciglia ed era già scomparso, la fresca scia del suo passaggio che si perdeva a intermittenza nella bassa vegetazione della foresta.

Forse, da parte sua, non c’era mai stato un amore sincero. O almeno, non un attaccamento così forte da paragonarsi al sentimento che io provavo per lui.

Non aveva importanza, comunque. È già una felicità poter amare, anche se ad amare si è da soli.

Laurent era la mia ancora di salvezza, il solo calore che accarezzava con riguardo il mio freddo e povero cuore immortale.

Per questo mi affannavo nella sua disperata ricerca, un passo affrettato dopo l’altro. Per questo ignoravo lo sguardo cupo di quelle vite che mi circondavano, sprofondate nel vuoto e nella miseria della morte:

Avevo bisogno di Laurent per impedirmi di cadere anch’io.

Le tenebre si susseguivano minacciose, la nera notte calava come un manto senza stelle sulla mia testa.

Dovevo trovarlo prima che fosse troppo tardi anche per continuare a respirare.

Poi accadde all'improvviso, come negli incubi peggiori.

Il labirinto infinito di ombre mi avvolse in un silenzio così profondo e insopportabile da schiacciarmi i timpani. C’era il niente a circondarmi, il nulla a contenermi. Non sapendo come muovermi, come uscir fuori da quella macchia d’inchiostro, arretrai inconsapevolmente, sempre più veloce, come quando da bambina-in uno di quei pochi ricordi umani che stranamente avevo conservato- mi divertivo a sfuggire alle onde del mare. Neanche stavolta mi sarei fatta prendere. Arrancando all’indietro, gli occhi che si guardavano frenetici intorno alla ricerca di una possibile via di fuga, non mi accorsi di essere andata a sbattere contro qualcosa di duro e liscio. Una superficie fredda, rigida, perfettamente regolare, che non aveva senso in quel contesto. Mi voltai lentamente, l’ombra del dubbio negli occhi, pronta a balzare via al minimo segno di pericolo.

La mia immagine riflessa su di uno specchio fu tutto ciò che il mio sguardo ottenne come risposta.

Non c’erano altri particolari nel quadro di vetro, solo il mio corpo perfettamente integro ancora caratterizzato dalla mia ritrovata bellezza immortale. Ero di nuovo me stessa, dalla lunga chioma dorata, agli occhi di un intenso color caramello. Sorpresa, allungai le dita della mano a sfiorare la cornice dello specchio, ad accarezzare le complicate rifiniture ai lati. Ma fui l'unica a compiere questo movimento.

L’immagine riflessa sulla superficie vitrea rimase immobile a guardarmi, come incantata.

Ritrassi la mano in un gesto fulmineo, pronta a fuggire e dimenticare ciò che avevo appena visto, quando uno strano vento prese ad alzarsi. Le lunghe ciocche dorate dei miei capelli iniziarono a ballarmi sulle spalle, davanti al viso, sulle labbra. Mi resi conto a stento del gelo sulla pelle, del fatto che dopo secoli riuscivo di nuovo a percepire il freddo. Non prestai attenzione neanche alle strane gocce salate che erano tornate a inumidire le ciglia dopo tanto tempo. La mia mente, la mia intera esistenza,tutto il mio cuore, parevano calamitati dalla potenza di quel ricordo che lo specchio conservava dentro di sé.

Il mio riflesso si era fatto da parte, ai margini del vetro, concedendomi di scorgere una distesa di foglie e grandi alberi che si estendeva al di là della mia vista. Era scesa la notte in quel paesaggio, lo si capiva dalla pallida luce della luna che disegnava strane forme irregolari sul profilo cupo del terreno. C’era silenzio anche lì, solo in una piccola zona più a nord si distinguevano i passi pesanti di un branco di animali che si allontanava di corsa.

Forse in fuga da un cacciatore, forse verso l’ultimo pasto della giornata, poco importava.

La mia attenzione fu catturata da un altro oggetto, un particolare ben più inquietante di una semplice foresta al chiaro di luna e dei suoi enormi abitanti.

Un piccolo fiore riposava all’ombra di un grande salice. Un fiore dal gambo lungo e sottile, un tempo bianco come il più candido dei germogli. Stava perdendo uno dei suoi petali in quel momento.

Un petalo rosso.

Rosso come il sangue che, lento, cadeva a goccia a goccia sulla sua corolla delicata.

Poco più lontana, impigliata fra gli alberi e con ancora il suo profumo ad impregnarla, la sciarpa di Laurent si agitava furiosa nel vento della sera, come una macabra bandiera in segno di lutto.

Capii all’istante quale immagine lo specchio avesse riportato alla luce: il momento in cui, nella foresta vicina all’abitazione dei Cullen, avevo ritrovato i resti del mio amato compagno.

Con un singulto mi ritrovai a terra, i piedi a combaciare con la preziosa cornice davanti a me. Lo specchio ritornò improvvisamente vuoto e il mio riflesso tornò a guardarmi dall’alto.

Rimase per qualche istante a fissarmi prima di inginocchiarsi per portarsi alla mia altezza.

Non parlò, non emise un suono, si limitò a rispondere al mio sguardo con i suoi occhi tristi e consapevoli.

Aveva capito che presto sarei giunta alla sua stessa conclusione.

Lentamente, quasi senza accorgermene, le mie labbra si arricciarono come a formulare una richiesta, ma non ottennero l’effetto sperato perché non riuscii a dar alito a nessun quesito, nessuna domanda.

Tuttavia, sembrava che la mia gemella al di là del vetro avesse intuito che cosa volessi domandarle.

Con una lacrima a solcare una guancia scosse la testa in segno di diniego, guardandomi afflitta.

Fu allora, in quel momento, mentre lo specchio spariva alla mia vista e le tenebre tornavano a circondarmi, che finalmente riuscì a capire.

La morte divide ogni cosa e i sentimenti delle persone mutano in continuazione con facilità.

Non ci sono strade che s’incontrano se un’anima decide di proseguire da sola verso il proprio cammino, incurante di un’altra che tenta così disperatamente di starle dietro.

L’oscurità è infinita e la volontà di provare a camminare insieme fianco a fianco, talvolta, non è sufficiente.

Con questi pensieri mi lasciai cadere a terra, mentre le ombre scure della morte incombevano su di me.

Facevo fatica a respirare, la vista annebbiata, la consapevolezza che niente sarebbe stato più come prima.

Morii per la seconda volta in poche ore, ma stavolta non fu la potenza del fuoco a corrodere le membra e a irrigidire gli arti: il calore dirompente del fuoco me lo portavo dentro.

A commemorare quella piccola parte di lui che era rimasta nonostante tutto.

____________________________________________

A distanza di mesi, anni, secoli, in un universo parallelo che non ha età, la mia speranza permane. Non ci sono probabilità, eppure non ho mai smesso di credere. Ho continuato a chiamarti in tutto questo tempo.

Anche adesso pronuncio il tuo nome, in questa notte oscura… e risuona più lontano che mai, amore mio.

Ma non importa, c’è ancora spazio per far volare il cuore.

Perché il nostro fiore non ha ancora perso tutti i suoi petali: rimane lì, fermo nel suo specchio, continuando a guardarmi. Ad aspettare il giorno in cui tornerai per onorare la tua promessa e io ti accoglierò a braccia aperte, una carezza lieve a scompigliare i tuoi ricci. L’eco di quelle parole che si perderà nel vento:

Mon amour, ma beauté, mon coeur va disparaitre et te trouver, là où tu es.”(**)

Traduzione delle frasi in francese:

(*) “ Il mio cuore ti troverà,là dove tu sei,amore mio”.

(**) “ Mio amore,mia beltà, il mio cuore sparirà e ti ritroverà,là dove tu sei.”

Questa fanfiction è risultata seconda al Contest indetto da the forgotten dreamer, " La vita segreta delle parole". Il bando prevedeva di scrivere una storia che ruotasse intorno ad una frase, messa a disposizione dall'autrice stessa. La mia scelta è caduta sulla frase di Lorca,che trovate a inizio pagina. Ringrazio per la loro disponibilità le due giudici, the forgotten dreamer e storyteller lover, e faccio ancora i miei complimenti a tutte le altre partecipanti, commenterò il prima possibile le vostre storie, promesso!

Di seguito i giudizi della storia. Al prossimo contest!SpeedNewMoon

2) The last sweet hope
Autrice Speednewmoon

Giudizi by storyteller lover:
Correttezza grammaticale e sintattica: 7.5/7.5+7.5/7.5=15-0.15=14.85/15
Stile, forma e lettura scorrevole: 7.5/7.5+7/7.5=14.5
Originalità: 8.9/10
Caratterizzazione dei personaggi: 8.7/10
Attinenza alla frase scelta: 9/10
Giudizio personale: 8.8/10

Per un totale di 64.75 punti

Giudizio finale: Un secondo posto per me, devo dire, meritatissimo. In generale, posso dire con certezza che la storia è molto originale e ben studiata in tutti i particolari, soprattutto per quanto riguarda lo stile. Nella forma dobbiamo migliorare qualche cosa ma comunque siamo pur sempre a un ottimo livello. I personaggi che hai scelto di trattare erano diciamo, fuori dalla scelta comune. Ma questo è un punto a tuo favore. Devo dire di avere apprezzato maggiormente Laurent, per come l’hai descritto e trattato, anche se è più marginale, piuttosto che Irina. Infatti, non ho assegnato un punteggio più alto perché in certi casi l’ho trovata molto contraddittoria. Per quanto riguarda la farse scelta, anche questo parametro è stato trattato con una buona dose di originalità. Infatti sembrava di entrare in un’atmosfera per così dire onirica, soprattutto nel finale che ho trovato davvero splendido. L’ambiguità, l’indefinibilità che permea tutta la storia mi è piaciuta davvero molto. Di sicuro ci troviamo davanti a un primo posto mancato.

Giudizi by the forgotten dreamer:
Correttezza grammaticale, sintattica e ortografia: 14,75/15
Stile, forma e lettura scorrevole: 15/15
Originalità: 9/10
IC personaggi: 8,5/10
Attinenza alla frase scelta: 8/10
Giudizio personale: 9/10

Totale 64,25/70
Devo dirti che questa storia mi ha molto stupito. Praticamente perfetta la grammatica, a parte piccoli errori con l’uso di alcune virgole. Lo stile mi è piaciuto molto: elaborato ma senza essere pomposo. Chiaramente i punti forti della storia, lettura scorrevole a parte, sono l’originalità e l’attinenza alla frase: bellissima la scelta di introdurre il fiore di New Moon come simbolo dell’amore perduto. Hai scelto due personaggi difficili, di cui praticamente non si sa nulla e li hai descritti in modo verosimile: ho amato Irina, molto profonda la descrizione del suo dolore. Laurent era forse un po’ troppo “romantico”, ma non stonava con il conteso della fic. Bellissima l’idea dello specchio e di quella sorta di “aldilà” che poi non è un paradiso, ma neanche un inferno… solo un’infinita attesa. Ti dirò che il finale mi ha messo molto amaro in bocca: lei è disposta ad aspettare in eterno il suo amato, ma lui arriverà mai? Molto malinconica, sia per quanto riguarda le riflessioni di Irina, che per il finale, ma proprio per questo molto profonda. Brava!

Media complessiva: 64.5/70 punti.

   
 
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