Crossover
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Autore: DragonSlave    01/05/2009    7 recensioni
[Harry Potter e la Camera dei Segreti - Death Note] Chi è la stramba creatura scalza in camera di Harry? Che ci fa 'Guida a Tomb Raider' nella lista dei libri di scuola? Quale nuova minaccia si profila all' orizzonte per il mago minorenne più sfigato e peseguitato dell' intero universo? Ma soprattutto, perchè Tsugumi Ohba e J. K. Rowling sono impegnate in una caccia sfrenata all' autrice? Se volete scoprirlo, non vi resta che leggere! ATTENZIONE: Sono presenti SPOILER, perciò se non avete ancora finito di leggere Death Note, o non avete visto l' intero anime, vi consiglio di conservare questa fic per il futuro.. ;)
Genere: Parodia, Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga, Libri
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
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Premessa:

Salve a tutti! Questo è il mio primo esperimento di long-fic, ed è una parodia basata principalmente su Harry Potter e la Camera dei Segreti, a cui io mi sono pregiata di sostituire qualche personaggio con quelli di Death Note. Riuscite ad immaginare il casino che ne verrà fuori?

Se sì, è del tutto inutile che continuiate a leggere, purtroppo per me…

Se, invece, no… Allora, che aspettate? Leggete, no? XD

Buon divertimento! (spero… ^^")

 

 

 

                                                                                               Capitolo 1: "L"' avvertimento

 

Harry Potter era un mago strano sotto tanti punti di vista.. no, cioè… Harry Potter era un ragazzo strano sotto tanti punti di vista. Per forza, perché era un mago! Sì, ma pure come mago non era poi tanto normale.

Voglio dire, solo l’ anno prima aveva scoperto di essere famoso in tutto il mondo magico per aver fatto da punging-ball al mago più cattivo che l’ umanità avesse mai conosciuto, rispedendogli in faccia l’ incantesimo che avrebbe dovuto farlo secco quando aveva solo un anno.

Ma il mago cattivo, il cui nome era Voldemort (nome che nessun mago osava pronunciare, per via della sua terribile assonanza con Voltastomaco, era un nome che dava una nausea inaudita; per non parlare, poi, della desinenza mort, che sicuramente non incoraggiava, era come se Voldemort fosse l’ abbreviazione di: Voltastomaco che dà la mort, non era proprio un nome adatto alla popolarità), dicevamo, il mago cattivo, prima di tentare di uccidere il piccolo neonato che per lui rappresentava una minaccia tanto quanto Sailor Moon la rappresenti per Godzilla, aveva ucciso senza apparente motivo anche i suoi genitori.

Così, il piccolo Harry, era stato crudelmente abbandonato dal mago più buono del mondo, Albus Silente, davanti casa dei suoi zii babbani (termine che sta ad indicare la povera plebaglia insignificante ed ottusa che non ha avuto la fortuna [e che fortuna, se sei Harry Potter!] di nascere con poteri magici).

Ma i suoi zii non solo erano babbani (il che includeva già di per sé di essere ottusi), ma erano proprio ottusi ottusi e cattivi cattivi. E nonostante questo, dopo anni di soprusi e cattiverie anche da parte del cugino ciccione (di chiara discendenza ottusa), Harry era cresciuto con un equilibrio mentale (che comunque perderà al quinto anno) ed una bontà d’ animo davvero invidiabili. Neanche fosse Cenerentola.

Anche quel giorno, come tanti precedenti, si stava consumando un’ altra terribile malvagità, che Harry era pronto a farsi scivolare addosso senza che intaccasse il suo inattaccabile equilibrio psico-fisico: era il suo dodicesimo compleanno, e nessuno dei suoi disumani parenti vi aveva fatto cenno.

Eppure c’ era stato un momento in cui era sembrato che zio Vernon se ne fosse ricordato, ma in realtà si stava solo riferendo alla cena con un suo futuro (sperava) socio in affari e la moglie: i signori Mason.

Mentre gli zii ed il cugino si esercitavano a fare i salamelecchi per quella sera, a Harry venne raccomandato di rimanersene in camera sua zitto e muto, e facendo come se non esistesse per tutta la serata. Cosa che ad Harry doveva riuscire piuttosto bene, dato che nemmeno Ron Weasley e Hermione Granger, i suoi amici di Hogwarts, la scuola di magia diretta dal mago più buono del mondo di cui sopra, che Harry frequentava dall’ anno prima, non gli avevano mai scritto per tutta l’ estate.

Seduto in giardino, fissando la siepe di fronte a sé, Harry si rese conto di quanto gli mancasse Hogwarts ed il mondo magico. Un pensiero non del tutto razionale, considerato che il primo anno che vi era venuto in contatto, aveva rischiato di nuovo di lasciarci le penne. E di farcele lasciare anche ai suoi amici, il che forse era il motivo per cui non gli avevano scritto.

Infatti, alla fine dell’ ultimo trimestre, Harry si era trovato di nuovo faccia a nuca, no cioè, faccia a faccia con nientepopodimeno che Voldemort, che essendo diventato una specie di ammasso deforme dopo aver tentato di uccidere il piccolo Harry, era stato costretto a fare il coinquilino parassita di ogni essere vivente che aveva incontrato fino ad allora, last but not the least, il finto balbuziente professor Raptor.

Inutile dire che anche da quella.. ehm, scomoda posizione, il crudele mago dalla nausea istantanea aveva cercato di far fuori Harry.

All’ improvviso il ragazzo scattò in piedi, rendendosi conto che la siepe che aveva continuato a fissare, stava incredibilmente ricambiando il suo sguardo.

In mezzo alle foglie erano apparsi due enormi occhi neri. Nel senso che erano proprio pesti.

Harry non fece in tempo ad avvicinarsi che una voce canzonatoria (e ottusa) lo raggiunse dall’ altra parte del giardino, ed i grandi occhi neri sparirono sgranandosi.

"Io lo so che oggi è il tuo compleanno!" rise malevolo Dudley, lo stupido cugino ciccione di Harry.

"Che ti credi, pure io lo so!" gli rispose lui, con aria di superiorità, e indispettito dal fatto che il cugino avesse fatto scappare il proprietario di quei strani occhi. A quella vista, il suo spirito d’ impiccione Grifon.. no, cioè, d’ intrepido Grifondoro si era risvegliato, ordinandogli di andare subito ad indagare, ma Dudley aveva fatto sfumare l’ occasione.

"Ah, beh, allora scusa!" rispose quello, risentito "Volevo solo prenderti in giro perché nessuno ti ha mandato neanche una letterina.."

"Come ti permetti?!" saltò su Harry, in cerca di vendetta "Adesso ti sistemo io: Ocheti Pocheti! Abracadabra! Bibidibobidibù!"

"Aaaaaahhh! Mamma!! Harry copia i cartoni della Disney!!"

Harry pagò caro il copyright.. no, scusate, la piccola vendetta contro Dudley, perché per punizione venne costretto dalla zia a pulire le finestre, a togliere le erbacce e annaffiare i fiori, a ridipingere la panchina del cortile, a chiamare e successivamente pagare un garden designer professionista, a stendere festoni ovunque, e a spargere petali di rosa sul vialetto dove sarebbero passati i Mason.

Come vedete, le analogie con Cenerentola sono sempre più frequenti.

Quando, esausto, ebbe finito, zia Petunia lo fece entrare in cucina e gli rifilò un tozzo di pane e una fetta di formaggio stantio, come ai carcerati, e gli ingiunse di sbrigarsi a mangiare, dato che i Mason sarebbero arrivati di lì a poco.

Figuriamoci se Harry le diede retta. Infatti perse una notevole quantità di tempo ad osservare la cucina tirata a lucido; sulla cima del frigo troneggiava un’ enorme torta alla panna guarnita di violette di zucchero, e in forno coceva lentamente un arrosto di maiale; rendendosi conto che stava sbavando sul suo misero pasto, Harry perse improvvisamente la fame, e si affrettò a salire le scale che portavano al piano superiore.

Il campanello di casa suonò proprio mentre stava per raggiungere la sua camera, e la faccia violetta dello zio Vernon apparve in fondo alle scale.

"Fai solo un rumore, piccolo teppistello magico, e ti ritrovi senza denti anche per mangiare quelle due schifezze che ti diamo, sono stato chiaro?"

Il povero orfanello percorse silenziosamente i pochi passi che lo separavano da camera sua, vi scivolò dentro chiudendo la porta, e si girò con tutta l’ intenzione di buttarsi sul letto.

Ma questo, per sua sfortuna, era già occupato.

 

* * *

 

Per poco, a Harry non venne un colpo apoplettico. La strana creatura che occupava un angolo del suo letto aveva scuri capelli disordinati e rotondi occhi neri infossati; indossava una maglietta ed un paio di jeans sgualciti, e sedeva a piedi nudi con le ginocchia piegate sotto al mento. Quel genio di Harry capì subito che era stato lui, a ricambiare il suo sguardo dalla siepe, quel pomeriggio.

La curiosa creatura scese ingobbita dal letto e fece un accenno d’ inchino, sfregandosi i piedi l’ un con l’ altro.

"Ehm.. salve.." tentò un approccio, il nostro beneducato Harry.

"Harry Potter" scandì la creatura, con voce un tantino inquietante "E’ tanto tempo che le sto alle costole, signore.. E’ un tale onore averla finalmente intercettata…"

"Ah, grazie.." disse Harry, non sapendo bene cosa rispondere. Invece, gentile oltre ogni ragionevole logica, chiese: "Chi sei?"

"Io sono Elle." disse la creatura, con tutta l’ aria di aver fatto una grossa rivelazione. "Elle, l’ investigatore domestico."

"Ah." Harry fece finta di aver capito cosa esattamente fosse un ‘investigatore domestico’, e chiese, incerto: "E sei quì per qualche motivo particolare?" Forse lo poteva ingaggiare per rintracciare Ron e Hermione e assicurarsi così che avessero avuto davvero un ottimo motivo per non scrivergli per tutta l’ estate.

"Oh, sì, signore" rispose lui, sgranando gli impressionanti occhi vuoti "Elle è venuto a dirle, signore.. ehm, è difficile, signore… Elle non sa da che parte iniziare."

"Beh, comincia col sederti. Mettiti comodo e.." Ma quel gentiluomo di Harry si pentì subito di aver invitato l’ investigatore domestico a compiere un così elementare gesto, perché quello cadde a terra scioccato e cominciò a urlare con le mani nei capelli.

"S-Sedermi?" gemette "Mai… mai e poi mai.."

Nel frattempo, al piano di sotto, si era fatto tutto innaturalmente silenzioso.

"Scusa, scusa" bisbigliò preoccupato Harry "Non volevo offenderti."

"Ma certo, che non voleva offendere Elle, signore.." singultò quello "Come poteva saperlo, signore…"

"Cosa?" chiese Harry stupito "A cosa ti stai riferendo?"

"Sedersi, signore." rispose quello "Elle non potrebbe mai! Elle non ne è capace! Mai nessun mago gli ha insegnato a sedersi per bene, signore."

"Sul serio?"

"Sì, signore. Guardi, Harry Potter signore, questo è l’ unico modo che ha Elle per imitare la postura umana." e salì sul letto, dove si accartocciò nella stessa posizione da primate con cui Harry l’ aveva visto per la prima volta, poco prima.

"Oh," si stupì il nostro maghetto "ma allora devi avere conosciuto dei maghi proprio maleducati, se non ti hanno insegnato nemmeno come ci si mette seduti."

"Oh sì, signore.." cominciò quello, ma s’ interruppe subito, sul pallido viso un’ espressione (se di espressione si può parlare) terrorizzata. Saltò su e prese a rovistarsi nelle tasche dei jeans sdruciti, dalle quali estrasse grosse manciate di quello che sembrava sale, e cominciò a ficcarsele in bocca, tra urla atroci, inframmezzate da: "Cattivo Elle! Cattivo Elle!"

"No!" sibilò Harry, cercando di farlo star zitto per non far arrabbiare i Dursley "Fermo… che stai facendo?" e gli fece cadere per terra tutto il sale che aveva in mano.

"Elle doveva punirsi, signore." disse l’ investigatore domestico, con le lacrime agli occhi per la sofferenza "Elle stava quasi per parlare male della famiglia, signore."

"Quale famiglia, la tua?" chiese Harry, tradendo così la sua totale ignoranza sugli investigatori domestici.

"La famiglia di maghi presso cui Elle è al servizio, signore." rispose quello "Elle è un investigatore domestico, è costretto ad indagare in eterno per una sola casa ed una sola famiglia…"

"E loro lo sanno che tu sei quì?"

"Oh no, signore.." rabbrividì la creatura "Elle dovrà punirsi molto severamente, per essere venuto quì da lei, oggi. Elle dovrà mangiare limoni con tutta la buccia, per questo."

"Che crudeltà!"

"E non sarebbe la prima volta, signore; Elle deve punirsi continuamente per qualcosa!"

"Ma non c’ è nessuno che possa aiutarti? Non posso aiutarti io?" propose l’ innocente Harry, ma le sue buone intenzioni, come sempre dopotutto, gli si rivoltarono contro.

Infatti Elle aveva ricominciato a mugolare rumorosamente a causa dell’ emozione.

"Ssst! Zitto, per favore!" bisbigliò Harry, in preda alla disperazione.

"Oh, Harry Potter chiede se può aiutare Elle!.. Com’ è buono e coraggioso, signore!.."

"Ma no, non dire così.." fece il finto modesto, Harry.

"E com’ è modesto, signore!" esclamò Elle, in preda ad un attacco di smodata ammirazione "Harry Potter non si vanta del suo trionfo su Colui – Che – Non – Deve – Essere – Nominato."

"Ma chi, Voldemort?" chiese Harry, ricorrendo alla sua personalissima abitudine di distinguersi dalla massa.

Elle sgranò gli occhi e si mise le mani nei capelli, gridando disperato: "Ah, non pronunci quel nome, signore! Non pronunci quel nome! Elle non può sentirlo! Ad Elle fa venire la nausea immediata, signore, ed Elle odia la nausea! Elle non potrà più mangiare se sentirà ancora quel nome!"

"Ah scusa, scusa!" si affrettò a dire Harry "Non lo immaginavo, a me non fa questo effetto."

"Oh, signore! Harry Potter è forte e valoroso, nemmeno la nausea lo assale mai! Ma Elle è venuto per proteggerla, signore, anche se poi gli toccherà mangiare limoni a morsi… Harry Potter non deve tornare a Hogwarts."

"Cosa?" saltò su Harry "Ma io devo tornarci, non posso rimanere quì! Hogwarts è il mio mondo!"

"No, no!" insistette Elle "Harry Potter deve rimanere al sicuro! Se tornerà a Hogwarts correrà un pericolo MORTALE!"

"E perché?" chiese Harry, che non si era reso conto di come in effetti tutto quel che faceva a Hogwarts fosse già di per sé mortale.

"Perché c’ è un complotto, Harry Potter, signore. Un complotto per far succedere le cose più terribili, quest’ anno (come se tutti gli altri, invece, no) a Hogwarts, signore. Elle lo sa da mesi."

"Quali cose terribili? Chi è che sta complottando?"

Ma Elle ricominciò a rovistarsi nelle tasche dei jeans in cerca del sale, che riprese a ficcarsi in bocca, lamentandosi.

"Va bene, va bene," si arrese Harry, facendogli cadere di nuovo il sale a terra "ho capito, non puoi dirlo. Ma perché tutto questo dovrebbe riguardare proprio me?" Poi un lampo di genio attraversò la brillante mente del nostro maghetto "Non sarà mica qualcosa che ha a che vedere con Vol.. oh, scusa.." s’ interruppe alla vista di Elle che accennava un conato di vomito "voglio dire, Tu – Sai – Chi, vero?"

"No, signore." rispose quello, lentamente, come a suggerire qualcosa "Non Colui – Che – Non – Deve – Essere – Nominato, signore."

"Beh, e allora," disse Harry, come se la questione fosse risolta "non c’ è nulla di cui preoccuparsi, tanto a scuola c’ è Silente, no?"

"Sì, signore, ma Silente non può… ci sono poteri, signore, che neanche un mago buono e caritatevole come Silente.."

Ma si zittì all’ improvviso, e prima che Harry potesse fermarlo, era balzato giù dal letto ed aveva cominciato a leccare il sale che il nostro eroe gli aveva fatto cadere per terra, guaendo in modo pietoso ed assordante.

Dal piano di sotto, arrivò la voce a stento trattenuta dell’ amorevole zio Vernon: "Quell’ adorabile cicciabomba di mio figlio deve aver lasciato di nuovo la televisione accesa!"

"Oh no, sbrigati! Entra nell’ armadio!" sussurrò frettolosamente Harry, chiudendoci l’ investigatore domestico a doppia mandata.

Zio Vernon spalancò la porta e ciancicò rabbioso: "Si può sapere che diavolo stai facendo?!" Poi lo sguardo gli cadde sul pavimento, dove erano ancora sparse diverse manciate di sale "Ma che… Adesso ti fai pure? Ora ho capito perché pensi di essere un mago! Bah! Fa un po’ come vuoi, sniffa tutto quello che ti pare, basta che la smetti di fare rumore, o ti tolgo la coca!" e se ne uscì sbattendo la porta.

Mentre faceva uscire Elle dall’ armadio, Harry commentò: "Ma lo vedi con che razza di babbani ottusi vivo? Adesso anche la coca… Capisci perché voglio tornare a Hogwarts? E’ l’ unico posto dove ho.. beh, dove penso di avere degli amici."

"Amici che neanche scrivono a Harry Potter?" disse Elle con fare furbo, piazzandosi un dito in bocca.

"Beh, io.. eh no, aspetta un attimo!" esclamò Harry "E tu come fai a sapere che Ron e Hermione non mi hanno scritto?!"

"Non faccia quella faccia, Harry Potter, signore. Elle ha intercettato le sue lettere per il suo bene, signore.." e tirò fuori da non si sa bene dove un grosso fascio di buste.

"Ridammi le mie lettere!"

"Solo se Harry Potter giurerà di non tornare a Hogwarts."

"No!" rispose onestamente Harry, che avrebbe potuto benissimo dire di sì e poi fare il contrario, ma il nostro Harry Potter è giusto e leale, si sa. "Dammi le lettere dei miei amici!"

"Allora Harry Potter non lascia ad Elle altra scelta, signore." disse lui in tono definitivo, e prima che Harry potesse anche solo muovere un passo, aveva già spalancato la porta della camera e si era fiondato giù per le scale.

Sentendo già odore di morte, Harry corse giù per le scale in un quanto più silenzioso inseguimento potesse fare, entrò in cucina e rischiò un mezzo infarto.

Elle stava in piedi (ingobbito, ma sempre in piedi, però) in mezzo alla stanza e faceva fluttuare, un poco più sopra della sua mano destra, la più grande raccolta di calorie che il mondo avesse mai visto: la torta di panna e violette di zucchero di zia Petunia.

"No!" bisbigliò Harry impaurito, come non avrebbe mai potuto essere neanche di fronte a Vol.. oh, scusate, sì lo so, la nausea è contagiosa, dicevamo, di fronte a Voi – Sapete – Chi. "Cosa vuoi fare?.. Ti prego.."

"Harry Potter deve dire che non tornerà a Hogwarts.."

"No, Elle, per favore…"

"Deve dirlo, signore…"

"Ma non posso, sono troppo onesto!"

"Allora Elle è costretto a farlo, signore, per il bene di Harry Potter." e sul suo viso si dipinse un’ espressione affatto dispiaciuta.

Fece roteare il dolce un paio di volte sul posto, poi, improvvisamente, se lo ingoiò tutto in un sol boccone, schizzando Harry di panna.

"Davvero ottimo!" disse, e svanì nel nulla, lasciando cadere il piatto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

The Crazy Note (ossia l’ angoletto buio dell’ autrice, dal quale dà spiegazioni sulle incomprensibili fesserie che scrive, e da cui risponde a tutti i benvenuti che vorranno lasciare un commentino) :

Allora, coraggiosi eroi che avete avuto il fegato di arrivare fin quì (o siete pazzi almeno quanto me, o avete davvero la stoffa del domatore di leoni, nel qual caso farò di tutto per farvi smistare nella sempre nobile e rifulgente Casa del Grifondoro), devo premettere che questa parodia altro non è che espressione della mia ammirazione come del mio rispetto per opere quali Harry Potter e Death Note.

Sì, lo so, è quello che dicono tutti ed è anche mooolto difficile da credersi; io stessa in più occasioni, vedendo scritte cose del genere nelle parodie, tendevo a pensare "sì, come no..", ma ora che l’ ho sperimentato, posso assicurare che, oltre ogni logica, è proprio così! XD

Perciò, fresca fresca di lettura di Death Note, mi è stato impossibile non vedere il legame col secondo libro della saga di Harry Potter, e se volete seguirmi non potrete fare a meno di vederlo anche voi. XP

Detto questo, spero con tutto il cuore che il primo capitolo vi sia piaciuto e che continuerete a leggere il seguito, che posterò tra una settimana, più o meno.

Un ringraziamento speciale a chi ha letto "My evil plan to save the world", in particolare a kokuccia e beat, che hanno recensito, e a kururu4ever e zero, che l’ hanno messa nei loro preferiti: tutti voi, avete reso una pazza che sporca fogli una persona felicissima! =^_^=

In ultimo, intendo precisare che tutti i diritti appartengono alle geniali autrici che hanno dato vita a quei capolavori che sono Harry Potter e Death Note, e a cui va, come dico sempre, in particolare riferito a Tsugumi Ohba, tutto il mio rispetto e la mia paura. Stesso discorso per le persone o i marchi o i riferimenti ad altre opere che posso aver inserito (= Walt Disney, Sailor Moon, Godzilla, ecc…), presenti o futuri.

Allora, spero di rivedervi tutti al prossimo capitolo! Baci!

DragonSlave

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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