La sottoscritta ha conosciuto i personaggi di Joker ed Harley Quinn al cinema con Suicide Squad.
La sottoscritta è completamente disinteressata a come i suddetti personaggi sono rappresentati nei comics, nelle serie tv, nei cartoni o nei film precedenti.
La sottoscritta scrive di questi personaggi per la prima volta in assoluto nella sua intera esistenza.
La sottoscritta è contraria alle relazioni abusive, non paritarie e malate.
La sottoscritta potrebbe comunque scrivere un seguito per questa cosa.
Amen.

Harleen gemette di dolore puntando i piedi in terra, Joker strinse la presa sui suoi capelli trascinandola lungo la stanza con forza, Harleen strinse i denti e venne sbattuta contro la parete.
“Mi hai rovinato l'acconciatura!” piagnucolò.
Joker le afferrò il codino sciolto, le sollevò il viso guardandola negli occhi con le iridi chiare spalancate e un ghigno ampio sul volto.
“Stavi piangendo?” sibilò.
Harleen emise un mugolio di dolore, tirò ripetutamente il capo all'indietro divincolandosi, scosse la testa tastando il pavimento dietro di sé.
“Puddin'!”.
Joker le passò le dita tra i capelli biondi, prese le punte tra le dita e sorrise tirando fuori un accendino dalla tasca; fece scattare la fiamma avvicinandolo al viso della donna.
“Troppo hot per te?”.
Harleen tratenne il fiato guardando la fiamma ondeggiare, allungò la mano verso di essa tendendo le dita curate, negò lentamente con la testa sentendo la gola secca bruciare.
“No” sussurrò, remissiva.
Joker le allontanò la fiamma con un gesto, alzò l'indice davanti a lei piegando il capo, si chinò in avanti sollevando le ciocche di capelli e avvicinò nuovamente la fiamma.
“Vuoi andare via?” chiese.
Harleen si passò la lingua sul palato deglutendo, avvicinò il capo verso la fiamma sentendo le punte dei capelli riscaldarsi ed un forte odore di paglia bruciata, guardò Joker negli occhi.
“No”.
Joker ridacchiò piano, le prese la mano e le mise l'accendino tra le dita. Harleen mise il proprio dito su quello di Joker, lui tolse il proprio e lei tenne l'accendino acceso contro i propri capelli che fumavano; bruciando lentamente. Continuarono a guardarsi negli occhi, Joker piegò lentamente il capo di lato osservando le guance di Harleen arrossarsi e la sentì emettere un breve ansito, si alzò facendo due passi indietro. Harleen strinse i denti percependo il calore della fiamma contro l'orecchio, la pelle del lobo si arrossò e tremò abbassando il capo, incassò la testa tra le spalle e chiuse gli occhi. Emise una bassa risatina roca, deglutì ancora e rise più forte tremando convulsamente.
“Hot”, disse, “caldo, e sexy”.
Joker sorrise mostrando i denti, allargò le braccia avanzando verso di lei e mise la propria mano attorno alla fiamma dell'accendino, il palmo prese a fumare e guardò Harleen, piegò il capo ghignando.
“Sei sicura di voler vivere per me?”.
Harleen ridacchiò, lasciò cadere l'accendino accanto a sé e si sporse in avanti baciandolo con foga. Joker le portò una mano dietro la schiena e ricambiò il bacio. Si scostò da lei, le passò il palmo arrossato e spellato contro la guancia umida e si leccò le labbra.
“Andiamo”.