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Autore: lynsy    06/09/2016    1 recensioni
" Blaise era pacato e silenzioso, ma la sua lingua velenosa che sapeva controllare il dono della dialettica lo rendeva pericoloso, Pansy aveva l’aspetto delicato del fiore di cui portava il nome, nonostante i lineamenti duri del viso e il fisico da bambina, ma il suo carattere forte avrebbe intimorito in poco tempo perfino i ragazzi del quarto anno, e infine Malfoy aveva quello sguardo di superiorità che nascondeva ogni sorta di simpatia per chiunque non riuscisse a leggergli dentro. La loro fusione, tra pregi e difetti, avrebbe dato vita allo studente a cui Salazar pensava quando aveva creato la casata di Serpeverde, e loro questo non lo avrebbero capito per molto tempo."
Questa è una storia d'amore e una storia di vera amicizia. E' uno strano modo di affacciarsi sull'universo Slytherin per rimanerne travolti, ponendo l'attenzione su personaggi poco conosciuti ma comunque incisivi. Se siete pronti a scavare nei pensieri di quella che (secondo me) è Pansy Parkinson, non dovete far altro che leggere le mie parole e dirmi che ne pensate.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Blaise Zabini, Cedric Diggory, Draco Malfoy, Pansy Parkinson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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~~“Eccolo, è lui!” le voci sussurrate nel corridoio li raggiungevano sempre anche se facevano finta di non sentirle. Era ormai una settimana che si sentivano osservati ovunque andavano o qualsiasi cosa facevano, e la colpa, come sempre, era di Potter.
Da quando, otto giorni prima, sul muro della scuola era apparsa una scritta che annunciava l’apertura della camera dei segreti, studenti (e anche qualche professore) non facevano altro che additarli e parlargli alle spalle, come se fosse tutta colpa loro e come se sapessero anche solo cosa sia davvero quella stanza.
“Dray adesso lo faccio fuori...” sentire perfino la voce di Blaise impaziente e fuori controllo fece capire alla ragazza la gravità della situazione, il che la convinse ancora di più ad aumentare il passo per rifugiarsi il più velocemente possibile nei sotterranei.
Draco si limitò ad ignorare tutti i presenti, seguendo la ragazza davanti a lui con strafottenza, così da non doversi trattenere più del necessario nel così soprannominato “suolo pubblico” o più semplicemente nei corridoi più frequentati. Gli unici posti in cui ormai si sentivano al sicuro erano i sotterranei del castello, che nessuno, a parte alcuni membri dei serpeverde, osavano visitare. I corridoi del sottosuolo erano infatti paragonabili a un grosso labirinto che loro si erano permessi di studiare alla perfezione l’anno precedente, scoprendo il rifugio dei famosi fantasmi di hogwarts e una moltitudine di aule e stanze che nessuno utilizzava da molto tempo. Una di queste, che si trovava nelle vicinanze delle gabbie punitive ormai inutilizzate da decenni, l’avevano eletta a loro quartier generale; non che l’aula avesse qualcosa in particolare che attirava la loro attenzione, ma più semplicemente sembrava la meno polverosa e la più facile da riordinare. La stanza infatti era quasi del tutto spoglia, a parte una decina di banchi, qualche sedia e un vecchio calderone, ma a loro serviva semplicemente un luogo in cui rifugiarsi, che non fosse la sala comune sempre troppo affollata o la camera dei ragazzi, nella quale venivano spesso disturbati da Tiger e Goyle.
“Sono stanco di avere tutti gli sguardi addosso.” Non era una lamentela, ma una semplice costatazione: tutti sapevano di quanto Blaise fosse riservato, e di certo quella situazione non lo giovava.
“tranquillo Za… guardavano me” draco scosse le spalle sedendosi su una sedia e portando i piedi accavallati sul banco di fronte “ Credono che io sia quel famoso erede serpeverde, ma purtroppo non ne so nulla di questa storia”
Pansy sbuffò, sdraiandosi sul pavimento polveroso, illuminando la sala con la luce della bacchetta.
“ha ragione, za. Ne sono convinti tutti, giusto ieri ho sentito due corvonero che volevano andare dal preside a chiedergli se potevi abbandonare la scuola.”
Draco la guardò con occhi sbarrati chiudendo il pugno, chiaro segno di nervosismo. “Non l’avranno fatto spero!”
La ragazza si limitò a scuotere le spalle, esprimendo una palese ignoranza.
“ Quest’estate Pan… tuo padre si è incontrato un sacco di volte con il padre di Draco e gli altri… non pensi che possa centrare qualcosa vero?”
Non erano stupidi, anche se la prima guerra magica era stata conclusa anni fa tutti si ricordavano da che parte stavano le loro famiglie, e tutte quelle occhiate che ricevevano all’interno della scuola ne era la prova.
“ Non c’è neanche un segno di tensione nel mondo magico, o almeno non sembra. Da quello che sono riuscita ad origliare sembravano semplici riunioni di lavoro”
Blaise annuì anche se poco convinto, poi scambiò uno sguardo preoccupato con Draco prima di abbassare il viso.
“Questa è la prima e ultima volta che ne parliamo.” Se ne uscì Draco dopo qualche minuto di silenzio “nessuno ne sa niente e va bene così, adesso io me ne vado, Marcus mi aspetta per il primo allenamento.” E detto questo, se ne andò sbattendo la porta.

 

Non era molto, ma il quitddich era diventato così popolare che per un attimo tutti si dimenticarono di tutti i fatti avvenuti nel castello e lo spirito di coesione aumentò talmente tanto che tutti acclamarono il nome di Draco per incitarlo a prendere il boccino, e vincere contro i corvonero. La sua fu solo fortuna, ma naturalmente ci riuscì, e dalla tribuna  verde-argento si scatenò un boato che fece tremare le gradinate in legno massiccio, mentre Blaise fece una smorfia infastidita per il troppo rumore, che aumentò ancora di più quando i giocatori volarono compatti verso la tribuna. Nonostante la faccia di Draco era alquanto soddisfatta, nulla poteva battere l’espressione di Marcus Flitt, capitano della squadra, che esibì un sorriso (o smorfia, visto che tutti dubitavano del fatto che sapesse sorridere) alquanto divertita e di scherno, naturalmente rivolta alla squadra avversaria.
La ragazza si alzò dalla sua solita postazione in prima fila, alzò un pollice verso l’amico e si affrettò a lasciare le tribune, seguita da Za, prima che la folla bloccasse tutte le uscite e si ritrovasse circondata da gente indesiderata.
“Io oggi me ne vado subito Pans, ci si becca al banchetto” i due erano soliti aspettare Draco dopo le partite, in una zona del parco riparata dal vento nelle vicinanze degli spogliatoi, e il fatto che se ne andasse prima la incuriosì non poco, ma decise di non fare domande, prima o poi lo avrebbe scoperto comunque quindi era inutile sprecare fiato e fatica.
Si limitò a salutarlo con un cenno della mano, mentre si dirigeva alla fredda panchina in pietra, ringraziando Salazar di essersi portata un libro per passare il tempo, altrimenti sarebbe dovuta tornare subito in sala comune per evitare di morire di noia, anche se attraversare da sola i corridoi non era così allettante.
“ Parkinson, che sorpresa, oggi senza guardie del corpo?” la voce ironica di Flitt la prese alla sprovvista, ma non poté far altro che costatare che era molto più veloce di Draco a prepararsi, in quanto il biondo era sempre in ritardo.
“Marcus” lo salutò con un cenno del capo chiudendo il libro di colpo “ non ci posso fare niente, una è scappata e l’altra è più lenta di una ragazza a prepararsi, in questo momento sono debole e indifesa” ghignò guardandolo negli occhi com’era solita fare con chi la provocava.
“allora dovrei approfittarne non credi? Non penso capiti molto spesso di trovarti… come hai detto? Debole e indifesa giusto…”
“se capitasse ancora dovrei cambiare guardie del corpo, non lo pensi anche tu?” Lo osservò con indifferenza mentre si sedeva accanto a lei.
“ in tal caso potrei proporre dei volontari… così, tanto per evitare che troppa gente di altre casate si fermi a parlare con te, è mio compito di prefetto evitare che le serpeverdi vengano rovinate da gente inferiore”
“oh Marcus, arrenditi, non potrei mai sopportarti per un giorno intero” spostò i capelli da un lato giocando con una ciocca, mentre notò l’amico in lontananza che la osservava.
Si alzò in piedi, buttando la borsa a tracolla e sistemando la gonna bene in vita “comunque bella partita capitano” ghignò voltandogli le spalle per raggiungere il biondo, mentre sentiva lo sguardo del ragazzo alle sue spalle che la squadrava, se quella era ormai la sua reputazione tanto valeva divertirsi un po’.

 

“Dimmi ancora che voleva Flitt.”
La ragazza alzò gli occhi al cielo,era la quinta volta che risentiva la domanda.
“Per salazar! Ero li da sola e si è fermato a parlare! Chiedi piuttosto a Blaise perché mi ha lasciato sola ad aspettarti!”
La faccia di Draco si rabbuiò ancora di più quando guardò l’ora dal suo orologio da polso.
“Blaise è in ritardo, e Blaise non è mai in ritardo. E Marcus continua a guardarti, è alquanto fastidioso, mi ricorda Diggory l’anno scorso. Ma che fai alle persone? È fastidioso starti accanto!”
“E allora vattene Malfoy! Sto solo cercando di mangiare in santa pace, le tue lamentele sono fastidiose, di sicuro non io. È il tuo capitano no? Se ti irrita che mi guardi vai da lui e diglielo.”
“Per merlino! Vi lascio da soli mezza giornata e già vi scannate?” La ragazza tirò un sospiro di sollievo sentendo la voce di Blaise alle sue spalle, per poi tirargli uno sguardo truce.
“Si può sapere dove sei finito per tutto il pomeriggio?”
“In giro…” ghignò soddisfatto posando lo sguardo sui volti nervosi dei ragazzi “che è successo durante la mia lunga assenza?”
“solo Draco che mi tiene il muso e un tassorosso schiantato, tutto nella norma.”
Il biondo si limitò a lanciarle uno sguardo indifferente e si alzò dalla panca per abbandonare la sala senza accennare neanche una parola e Pansy giurò a se stessa che lo avrebbe schiantato la prossima volta.
“seguilo Za, se succede qualcosa mentre è in giro da solo succede un finimondo”
Il ragazzo annuì e si allontanò con passo svelto.

 

“Povero Justin, che ti aveva fatto?” Diggory la fermò per il corridoio, mentre cercava di dileguarsi, prendendola per un polso e costringendola a girarsi verso di lui.
“chi scusa?” il tono con cui rispose era di totale indifferenza. Non vedeva il ragazzo dall’anno prima, quando fermò la lite che avevano iniziato contro i tre grifondoro, sul treno, e la irritò il fatto che osasse prendere così tanta confidenza con lei.
“uno dei miei ragazzi è in infermeria, che dovrei fare, non dirti niente?”
“il sanguesporco? Intralciava il passaggio non posso farci niente. Non ha ancora imparato chi ha la precedenza in questa scuola. I prefetti non dovrebbero insegnarle queste cose?”
Lo sguardo di Cedric si indurì, mentre strinse di più la presa sul suo braccio.
“E’ pericoloso dire cose come queste con tutto quello che sta succedendo nella scuola, pensavo che fossi abbastanza intelligente da capirlo”
“ah si? Che vuoi fare? Denunciarmi a silente?” ghignò liberandosi dalla stretta “ prego, nessuno te lo vieta Diggory”
“sto facendo di tutto per far cadere le voci su di voi, ma se continui così non posso fare a meno di pensare che gli altri abbiano ragione Pans. Non fai altro che complicarmi la vita”
“C’è qualche problema Ced?” Marcus si intromise nella conversazione con uno sguardo curioso e avido di risposte, ponendosi tra il prefetto tassorosso e la ragazza.
“nessuno” rispose vago il ragazzo prima di dileguarsi “ricordavo solo a miss Parkinson che è vietato schiantare le persone in questa scuola”
Marcus si girò verso Pansy con sguardo divertito “Chi?”
“un certo Justin a quanto pare” scosse le spalle con indifferenza “un sanguesporco”
“non fai altro che metterti nei guai, cosa avresti fatto se non ci fossi stato io a salvarti?” ghignò esplicitamente nella sua direzione “E’ la seconda volta in un giorno che ti trovo da sola, hai delle guardie davvero poco efficienti”
“e tu hai proprio una brutta opinione di me se pensi davvero che abbia bisogno di aiuto contro un tassorosso” sbuffò dirigendosi verso le scale dei sotterranei “ ci si vede Flitt.”

  
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